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Autore: elettra1991    01/04/2011    13 recensioni
Sono passati quasi sei anni dalla morte di Draco. Harry, Ron, Blaise, Elenie, gli Auror, ma soprattutto Hermione hanno dovuto imparare a convivere con l'accaduto. Ma ci sono veramente riusciti? Sono stati capaci di voltare sul serio pagina, o i loro vecchi fantasmi torneranno a tormentarli? Qualcosa di strano tornerà a muoversi nell'ombra, e per affrontarlo dovranno nuovamente riunirsi tutti. Il seguito di "Qui dove batte il cuore...", in cui tutto troverà finalmente risposta.
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Qui dove batte il cuore...'
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David Carrigan guardò fuori dalla finestra, con un sospiro.
Il piano era fallito. Era ora di scoprire le carte in tavola.
Bisognava agire, a questo punto. E in fretta, anche.
Spedì un gufo ad Harry, Chris, Sebastian, Matthew e Ron, ingiungendo loro di raggiungere al più presto il Quartier Generale.
Nel messaggio di Potter aggiunse anche di non avvertire Blaise, che ormai stava in pianta stabile a casa sua. Era meglio lasciare fuori lui e la Granger da tutto questo, almeno per il momento.
Conosceva i suoi ragazzi. Vedendo il biglietto l'avrebbero maledetto in tutte le lingue conosciute, ma poi sarebbero corsi lì.
Difatti circa un quarto d'ora dopo, minuti che gli sembrarono tra i più lunghi della sua vita, li vide entrare a poca distanza l'uno dall'altro, con sguardo imbronciato ed addosso i primi vestiti che avevano trovato.
-Si può sapere che diamine vuole a quest'ora?- bofonchiò Ron, sistemandosi alla meglio il maglione, che per la fretta aveva indossato al rovescio.
-Alice dov'è?- chiese Carrigan, ignorandolo.
-A casa con la bambina- rispose Chris, appoggiando le braccia alla scrivania di fronte a sè -Non sapevamo a chi lasciarla...-
Meglio tralasciare la scenata che sua moglie gli aveva fatto quanto lui aveva suggerito che fosse lei a rimanere a casa. Sperava quasi che il Capo proponesse una qualche missione suicida al Polo Nord, così sarebbe riuscito a stare almeno qualche mese lontano da casa!
-Va bene- commentò l'uomo -Basti tu, credo-
-Allora?- provò anche Harry -Può spiegarci qualcosa?-
-Certo- sospirò il Capo degli Auror -Vi prego di ascoltare con attenzione ciò che ho da dirvi-
Il discorso che fece David Carrigan quella notte, i ragazzi non lo avrebbero dimenticato mai più. Perchè diede loro una nuova speranza, un nuovo obiettivo per il quale lottare.
E riaprì i loro cuori.


Hermione quella notte non riusciva a prendere sonno. Si rigirò per ore nel letto, senza riuscire a trovare una via di fuga dai propri pensieri.
Il colloquio di quel pomeriggio con i Malfoy l'aveva turbata, senza contare che le avevano lasciato ancora più dubbi di quelli che aveva prima.
Gettò di lato la coperta, buttando le gambe oltre la sponda del letto. L'orologio segnava mezzanotte e dieci, ma lei non ne poteva più di stare rinchiusa lì dentro.
Infilò i jeans e si mise addosso un maglione, prese la bacchetta e uscì di casa.
Godette per qualche istante nell'avvertire la leggera brezza notturna soffiare i capelli, facendola già sentire meglio. Decise così di fare una passeggiata attorno all'isolato, sperando che le avrebbe conciliato il sonno, o quantomeno calmato i nervi.
Oltrepassò il proprio giardino, e mosse qualche passo lungo il marciapiede, quando sentì qualcuno che cercava di richiamare la sua attenzione, seminascosto dietro un albero.
-Pssst!- disse una voce lieve.
Hermione alzò di scatto la bacchetta, avvicinandosi appena alla fonte di quel rumore.
-Chiunque tu sia, fatti vedere immediatamente!- intimò la ragazza.
-Scusa, non intendevo spaventarti-
Non appena riconobbe la voce, la Granger ebbe un sussulto. Tempo un secondo e davanti a lei comparve Narcissa Malfoy, avvolta in un mantello riccamente elaborato.
-Speravo tanto di trovarti...- mormorò la donna.
-Cosa vuole da me?- sibilò Hermione, con il cuore in gola.
-Darti le risposte che cercavi oggi- rispose semplicemente l'altra.
La riccia non disse nulla. Aveva paura di quello che avrebbe potuto sentirsi dire.
-Se Lucius sa che sono venuta da te mi ammazza- continuò Narcissa -Ma sei la mia ultima possibilità. E l'ultima speranza di riavere mio figlio.-
Hermione, udendo quelle parole, si sentì mancare. Eppure ancora una volta riprese il controllo di sè...magari il senso della frase era solo metaforico.
-Cosa...cosa intende dire?- rantolò la ragazza.
-Intendo dire che Draco è vivo- sentenziò la donna, senza troppi giri di parole -Ma temo sia in pericolo...e solo tu puoi salvarlo-
Il tono della voce non era quello di un'ex Mangiamorte, non era quello di una strega Purosangue che in quel momento stava parlando con colei che incarnava l'opposto di tutti i suoi ideali, di tutto ciò che le avevano sempre insegnato.
No.
Il tono era quello di una madre che era disposta a tutto pur di riabbracciare il proprio figlio, e che colma di colore chiedeva una mano a chi sapeva che gliel'avrebbe tesa.
Hermione, sentendo quelle ultime parole, si dovette appoggiare al tronco dell'albero accanto a lei.
Non era più lì ormai. La testa le girava, le pareva di aver perso ogni contatto con la realtà.
-Hermione, ascoltami, ti prego- Narcissa ora supplicava. La chiamò addirittura per nome, e forse fu questo che più di tutto la riscosse -La vita di Draco dipende da te adesso-
-Cosa devo fare?- sussurrò la ragazza, tentando di riprendere il controllo.
-Tieni questo-
La donna le prese la mano, e vi fece cadere il bracciale che quel pomeriggio Lucius Malfoy portava al polso.
-Questo ti darà le coordinate per trovare Draco. Non so cosa gli sia successo, ma credo sia nei guai...E io e mio marito da soli non possiamo fare nulla. Ti supplico...-
Hermione annuì, non riuscendo a dire nulla. Narcissa la fissò negli occhi, sul fondo dei quali vi era solo un pozzo nero e muto. Poi le strinse le mani un'ultima volta e si Smaterializzò, lasciandola sola con un oggetto luminoso in mano, e mille domande in testa.
Ma non era il momento di cercare delle risposte. Aveva troppo poco tempo, e non poteva sprecarlo a chiedersi perchè.
Si Smaterializzò a sua volta, riapparendo vicino a casa di Harry, e corse verso il cancello.
Tutti i dubbi e le cose in sospeso erano sparite dalla sua testa, dove ora c'era solo un nome, martellante: Draco.
Era lì, come se quei sei anni non fossero trascorsi, come se lei avesse sempre saputo che in fondo le era rimasto accanto.
Adesso non poteva fermarsi a pensare, doveva solo trovarlo e capire se era in pericolo. Aveva semplicemente accettato ciò che le era stato dettom e aveva agito di conseguenza.
Ogni fibra del suo corpo era tesa, e la spingeva verso di lui.
Finalmente giunse di fronte a casa Potter, dove si attaccò al campanello come una disperata.
Dopo qualche istante, Elenie andò ad aprire.
-Dov'è Harry?- rantolò Hermione, praticamente passandole sopra nel tentativo di entrare.
-Beh...non c'è- bofonchiò l'amica, assonnata.
-Cosa? Dov'è andato?- chiese la Granger, sbrigativa.
-Al Ministero, credo...Gli è arrivato un messaggio di Carrigan e...-
Ma Hermione non la lasciò nemmeno finire, e si proiettò fuori, Smaterializzandosi non appena giunta in strada.
Come arrivò al Ministero, raggiunse in men che non si dica il Quartier Generale. Tutto era buio, tranne una luce in fondo al lungo corridoio, dove si trovava l'ufficio del Capo.
Col fiatone, la Granger spiccò un'altra corsa, aggrappata al bracciale che aveva in mano come ad un'ancora di salvezza.
Raggiunse la porta giusto in tempo per udire la voce esterrefatta di Ron.
-Lei sta dicendo che Malfoy si era infiltrato tra i Mangiamorte, e adesso è stato scoperto e catturato?-
Hermione si fermò ad ascoltare la risposta.
-Esattamente- disse Carrigan.
-Ma come possiamo aiutarlo?- chiese Chris -Potrebbe essere ovunque-
-E' questo il problema-
-So io dov'è-
Hermione aprì di scatto la porta. Inutile dire che tutti gli altri la guardarono come se fosse stata un fantasma.
-Ehi...- cominciò Harry, alzandosi con l'intento di calmarla in caso di un'ennesima sfuriata -Cosa ci fai qui?-
-A dopo le spiegazioni- sentenziò Hermione, sicura di sè come mai prima -Dobbiamo sbrigarci-
Vide i suoi amici fissarla come si guarda una pazza, e forse era proprio quello che sembrava. Era fuori di sè, tremava come una foglia. La sua voce, però, era incredibilmente ferma.
I ragazzi le si affollarono intorno, preoccupati per lei, ma Carrigan decise che non era il caso di perdere altro tempo. Si sarebbe preoccupato più tardi della sanità mentale della sua sottoposta.
-Granger- la chiamò, e subito lei lo fissò con sguardo supplichevole. Lo pregava di fidarsi di lei...
-Sai dove possiamo trovare Malfoy?-
La riccia annuì, risoluta.
-Dobbiamo Smaterializzarci nel luogo che ci indicherà questo bracciale!-
-Perfetto. Faremo così allora- ordinò il Capo degli Auror, iniziando a predisporre le manovre di attacco.
Hermione ringraziò Dio che l'avesse ascoltata così in fretta, senza fare troppe domande.
Non poteva starsene lì, sapendo che lui era in pericolo.
Sarebbe andata anche in capo al mondo, ma avrebbe salvato l'unico uomo che avesse mai amato.


Lord Cassian Deveraux Cavendish stava dormendo beatamente, quando qualcuno spalancò con un botto la porta della sua stanza.
-Ma come ti permetti...- iniziò il mago, tirandosi appena su ed afferrando all'istante la bacchetta. S'interruppe però, quando nella sua visuale si interpose Jenkins, sudato e fuori di sè.
-Gli Auror, Signore, ci sono gli Auror!- sbraitò.
-Cosa?- tuonò Cavendish, gettandosi rapidissimo il mantello sulle spalle. -Dove sono?-
-Si sono Smaterializzati poco distante da qui. Le sentinelle dicono che pare stiano venendo a colpo sicuro verso di noi-
Cavendish imprecò, pensando febbrilmente. Sembrava che il loro fosse un nascondiglio introvabile, ma a quanto pareva nel piano c'era una falla.
Ora si trattava solo di priorità, ed il suo obiettivo principale era quello di non far scoprire nulla del rituale.
-Ordina a tutti di riparare a Cavendish Manor- sibilò -Poi, una volta là, ci accorderemo per trovare un altro luogo in cui stare. Assicurati anche che spariscano le carte che riguardano i nostri piani- aggiunse poi, radunando le sue cose e preparandosi alla fuga.
-E Malfoy?- chiese Jenkins, uscendo.
-Non abbiamo tempo per occuparci anche di lui- ringhiò l'altro, con sprezzo -Possiamo solo sperare che non sopravviva. Ora sbrigati! Nel frattempo io lascerò un ricordino ai nostri cari Auror-
Sentiva già i colpi di quei maledetti che cercavano di buttar giù il portone.
Che entrino pure, pensò, agitando la bacchetta.
Di lì a mezz'ora, di quel luogo non sarebbe rimasto altro che polvere.
E, con un ghigno, dopo aver tolto la barriera anti-Smaterializzazione, se ne andò.


-Bombarda!- gridò Hermione, mentre con tutti gli altri cercava di buttar giù il muro che nascondeva l'entrata segreta del covo dei Mangiamorte.
Avevano provato a Smaterializzarsi ma, com'era prevedibile, una barriera lo impediva.
-Merda!- sentì urlare Seb, frustrato perchè non riuscivano in alcun modo ad entrare.
Le avevano provate tutte, ma il muro era sempre lì, pesante ed immobile.
-Di sicuro ci vuole una parola d'ordine- bofonchiò Carrigan, camminando avanti e indietro come una tigre in gabbia.
-Già- concordò Ron -Oppure il Marchio Nero sul braccio-
Gli Auror si guardarono, sconfitti. Non potevano rinunciare adesso che erano ad un passo dalla meta.
Ad un tratto, però, si sentì una sorta di spostamento d'aria, che pareva provenire dall'interno.
-Ehi!- esclamò Matt -Credo che abbiano tolto la barriera anti-Smaterializzazione!-
Vide i volti degli amici illuminarsi, quindi cercarono tutti insieme di passare dall'altra parte e, miracolosamente, vi riuscirono.
Tutto era buio, e l'edificio pareva deserto.
-Lumos- mormorarono tutti in coro. Le luci prodotte dalle bacchette scivolarono lungo i muri, inondandoli di una luce spettrale. Sembrava di essere in un antico maniero, tutto in pietra, ed incredibilmente tetro.
-Pare che se ne siano andati tutti- considerò Ron- Devono averci sentito arrivare-
-Lo credo anch'io, ma è meglio tenere gli occhi aperti- si raccomandò Chris.
Hermione non li ascoltava. Scattò in avanti, correndo di sala in sala, con il cuore in gola.
A un tratto si sentì afferrare per un polso, e fu costretta a bloccarsi.
-Che c'è?- soffiò, con voce roca.
-Cosa credi di fare?- le chiese Harry, ruvido, mentre gli altri li raggiungevano. -E' pericoloso esporci così-
-Vi rendete conto che lui è qui?- ringhiò la ragazza, mollando ogni freno. -Draco è qui, e potrebbe essere ferito. Io intendo trovarlo, e vi consiglio di non mettermi i bastoni tra le ruote-
Harry guardò stupefatto la sua migliore amica. Il viso stravolto, illuminato a malapena dalla bacchetta, le dava un'aria inquietante, ma non gli era mai sembrata più lucida che in quel momento.
Aveva una grinta, una fermezza, che da tempo non le vedeva addosso.
Quante volte lei si era fidata di lui senza chiedere nulla in cambio?
Adesso era il suo turno. Le lasciò il polso ed annuì silenziosamente. Lei si voltò di scatto e ricominciò a correre di nuovo.
-Draco!- gridò la ragazza con tutto il fiato che aveva in gola -Draco!-
Tutti gli altri si unirono a lei nel chiamare a gran voce Malfoy, senza ottenere però grandi risultati.
Arrivarono così in un grande salone, ricco di colonne ed arazzi a coprire le pareti.
-A quanto pare non è qui...- mormorò Seb, sconfitto, posando le spalle contro una parete.
-Deve esserci- sibilò hermione -E' qui, da qualche parte-
A riprova di quello che diceva alzò il bracciale, che brillava come non mai.
-Allora ci dev'essere qualche passaggio nascosto di cui non ci siamo accorti- concluse Christopher, iniziando a battere sulle pareti. Queste però iniziarono a scricchiolare, facendo cadere a terra diversi calcinacci.
-Cazzo...- rantolò Mason, ritrovandosi le mani piene di detriti -Qui sta per crollare tutto! Dobbiamo sbrigarci-
In un baleno tutti si misero a controllare i muri, chiamando Malfoy a gran voce.
Hermione pregava solo di poterlo sentire, di riuscire a trovarlo...a rivederlo.
Anche solo per un secondo.
Maledetto Malfoy, che doveva sempre farsi desiderare.
Ti prego, riportalo da me.
C'era così vicina..Magari lui era ad un passo da lei, e la stava aspettando.
Che il tempo si fermi per me...che si fermi per lui.
Dove diavolo sei, Draco?
Che il destino ci conceda quella possibilità che ci ha tolto anni fa.
Magari era ferito, magari stava morendo.
Almeno mi lasci dirgli addio.
-Zitti tutti!- li bloccò Chris, tendendo l'orecchio.
Il silenzio calò lì attorno. Si potevano solo distinguere gli scricchiolii dei muri, che minacciavano di sgretolarsi da un momento all'altro.
Ad un tratto però, si potè udire nettamente un suono metallico.
Sembravano delle catene che sbattevano.
Tutti si fermarono, cercando di capire da dove provenisse quel rumore, cadenzato e fioco.
Harry, dopo qualche istante, si diresse a colpo sicuro verso un arazzo. Lo scostò e dietro ad esso si rivelò esserci una scala.
Essa traballava pericolosamente, però, e grossi massi stavano iniziando a staccarsi dal soffitto.
I ragazzi si lanciarono giù, dove la situazione era ancora peggiore.
Il maniero si stava scuotendo dalle fondamenta, e tutto lì sotto tremava in maniera incontrollata. Hermione cominciò a correre nel lungo corridoio, incurante delle macerie che la sfioravano mentre passava accanto alle celle vuote, le cui sbarre erano ormai divelte per le forti scosse.
Harry scese la scala dopo di lei, e la vide avanzare scansando abilmente le pietre che crollavano.
-Hermione!- la chiamò -Sta venendo giù tutto! Dobbiamo uscire!-
Era convinto fosse una trappola. Di sicuro qualcuno le aveva fatto credere che Malfoy fosse lì per attirarli tutti e poi ucciderli come dei topi nella tana.
La Granger però non lo ascoltava. Proseguiva, cercando Draco. Non sarebbe andata via di lì, non senza di lui.
-Io le vado dietro- disse allora Potter -La prendo e ci Smaterializziamo via. Nel frattempo voi cercate di fare uno Scudo qui sopra, e tenetevi pronti a fuggire-
-Ma Harry...- cercò di dire Ron, mentre gli altri si davano da fare.
-Se non torniamo entro pochi minuti, andate via- lo interruppe l'altro, correndo già dietro all'amica. Aveva urlato, per farsi sentire. Ormai tutto quell'immenso palazzo stava crollando come un castello di carte, senza alcun preavviso, e c'era un frastuono enorme.
Anche Hermione gridava, chiamando Draco. Fece altri cinque metri, guardando velocemente ai propri lati.
E poi lo vide.


Vi prego non odiatemi! Lo so che in questo momento mi starete maledicendo in tutte le lingue conosciute per aver concluso così il capitolo, ma ho dovuto assolutamente farlo. So che vi avevo detto che il ritorno di Draco si sarebbe visto in questo aggiornamento, ma avevo scritto tutto su carta e quando l'ho trascritto sul computer ho visto che era meglio dividere il tutto in due parti, altrimenti questo capitolo sarebbe uscito troppo lungo, e avrei relegato la parte di Draco proprio nel pezzo finale...perciò ho preferito spostare tutto alla prossima volta, in modo da dedicargli un intero capitolo. Vi prometto che il prossimo aggiornamento sarà quello decisivo, sicuramente...quindi per favore portate pazienza=) Spero che mi perdonerete!

Ad ogni modo vi ringrazio come sempre per le meravigliose recensioni, a cui risponderò singolarmente. Siete davvero fantastiche...se non ci foste voi la mia storia non esisterebbe!





  
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