Tu che sei mio fratello (II)
Who’s going to save you
When the stars fall from your sky?
Who’s going to pull you in
When the tide gets too high?
Who’s going to hold you
When you turn out the lights?
(Superman tonight –
BonJovi “the circle”)
Alla terza
casa la notte non era tranquilla.
Kanon era
sdraiato sul letto con le braccia incrociate dietro la testa ad ascoltare le vibrazioni
inquiete del cosmo di Saga.
“Non sei
cambiato per niente, Saga! Perché non la pianti di rinvangare sempre le cose
negative e ti concentri un po’ sulla fortuna che abbiamo avuto tutti quanti?”
Si rigirò sotto
la coperte e ficcò la testa sotto il cuscino nel tentativo di scacciare il
malumore.
Niente da
fare: non era come cercare di ignorare qualcuno che russa, e alla fine Kanon si
alzò per dirigersi a passo di marcia verso l’entrata della Terza Casa.
Raggiunse
subito l’ingresso e trovò esattamente come si aspettava: seduto sul freddo
marmo delle scale con le ginocchia strette al petto e lo sguardo vuoto.
*
Saga alzò la
testa e si trovò davanti un Kanon dal cipiglio più irritato che mai.
:-Adesso tu
ti alzi e vieni con me-:
Gli ordinò
severo.
:-Ma perché?
No dai, Kanon, tra un po’ vado a dormire…-:
:-Non è vero:
lo so che quando sei così nervoso non ti addormenti! Conoscendoti resterai accartocciato
in quel modo per tutta la notte finché non deciderai di rientrare ed andartene
in giro per casa con gli occhi pesti, ed io non ho nessuna intenzione di
sopportarti quando sei in quelle condizioni!-:
Saga rimase
a bocca aperta per quel tono brusco.
:-Avanti,
che stai aspettando? Alzati!-:
:-Ma…-:
A quel punto
Kanon perse la pazienza: si avvicinò al fratello in due passi e lo afferrò per
un braccio sollevandolo di peso.
:-Cammina!-:
Saga fu
trascinato, nonostante le proteste, fino alla stanza che Kanon si era ricavato
in un angolo di fortuna e posato sul letto del fratello con una strana
delicatezza.
:-Per quale
accidenti di motivo non ti sei coperto? Sei congelato!-:
Lo
rimproverò ancora Kanon.
Lui non
rispose.
Non c’era un
vero motivo.
:-Non ne
avevo voglia-:
Borbottò
infine.
:-Ah, certo!
Non ne avevi voglia, come ho fatto io a non capirlo subito? Perché è normale
che non hai voglia di coprirti e rimani fuori in canottiera in pieno dicembre,
non è vero? Bah!-:
Saga evitò
di ribattere di nuovo e si lasciò coprire.
Il letto
portava ancora il calore di Kanon tra le lenzuola.
:-Kanon…? Ma tu adesso dove dormi?-:
Il gemello
lo guardò storto.
:-Cosa ti fa
pensare che lascerò a te il mio
letto? Io dormo qui, è ovvio! Così almeno controllo che tu non faccia scemenze!-:
:-Che cosa?!
Ma no!-:
:-Sì invece!
E non dirmi che non ti va bene perché mi hai già fatto arrabbiare
abbastanza! Ora fai posto…
su avanti… sciò!-:
Saga ubbidì
e si ritiro da un lato aspettando che Kanon si sistemasse vicino a lui.
:-Ed ora
vieni qua!-:
:-Kanon… io sono
qua!-:
Nel buoi lo
sentì sbuffare come una pentola a pressione.
:-Ma allora
ti si è proprio congelato il cervello là fuori! Io intendevo “vieni qui” in
questo senso!-:
E Kanon
passò alla spiegazione pratica di quanto aveva appena detto: gli passò un
braccio sotto le spalle e con l’altro lo soffocò in qualcosa di molto simile ad
un abbraccio.
Saga ghignò
leggermente.
:-Hei, Kanon… da quand’è che sei
diventato così tenero?-:
:-Stà zitto stupido! Sto solo cercando di evitarti una
polmonite perché curarti mi darebbe ancora più fastidio! Tsk!
Farti da infermierina… mi viene da vomitare solo a
pensarci! E non osare pensare che ti sto facendo le coccole! Ci mancherebbe
altro! Dopo tutto il fastidio che mi dai ti meriteresti piuttosto calci nel
sedere!-:
:-Va bene, scusa… non volevo offendere-:
Kanon grugnì
una risposta assolutamente incomprensibile.
“Però tutto
sommato non è male stare qui”
Pensò Saga.
Solo in quel
momento si rese conto che sì, sentiva freddo, sì, aveva bisogno del calore di
Kanon e che sì, anche se suo fratello non lo avrebbe mai coccolato stava
ugualmente riuscendo a farlo sentire protetto come un bimbo.
:-Comunque
sia, Kanon… grazie per quello che stai facendo-:
Gli disse in
un sussurro.
Kanon gli
rispose con un rapido scappellotto sulla nuca.
Che poteva
anche somigliare ad una carezza.
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Bene,
ringrazio tutti quelli che sono arrivati alla fine di quest’altro capitolo…
Ovviamente
tutti quelli che sono rimasti perché suppongo che alcuni siano già all’ospedale
a curarsi il diabete causato da queste cose sdolcinate XD