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Autore: _Dolphin_    01/04/2011    1 recensioni
Carol è una ragazza romena che viene violentata dal padre per diversi anni e poi finisce in Italia a lavorare. Carol è felice di andarsene da casa, ma in Italia cosa l'aspetta?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quasi la fin

Sono passate altre due settimane da quando Luca mi ha dato il numero e il cellulare, sono stata tentata molte volte di chiamarlo, ma non l'ho ancora fatto e non credo lo farò. Ho l'impressione che ogni tanto mi segua, me lo sento dietro. Avete presente quando sei sicura che qualcuno ti stia osservando o che qualcuno sia dietro di te? Esatto, lo stesso succede a me, solo che lui non si fa mai vedere,quindi non sono sicura e sinceramente non riesco a capire il senso e la logica di quello che fa. Perchè a me? Ci sono talmente tante altre persone, proprio a me doveva venire a cercare? La mia vita è già abbastanza incasinata così, ci manca solo un poliziotto alle calcagna e poi siamo apposto.
Non so come abbia fatto a capire che non sono maggiorenne, ma credo che in realtà sappia molte più cose degli altri poliziotti, è perspicace, e molto furbo. Sa molte più cose di quanto credevo.
Con Sandro va sempre peggio, porto sempre tanti soldi, ma per lui non sono abbastanza, credo che questo sia solo un pretesto per divertirsi nel vedermi soffrire. Questo gioco lo fa solo con me, che strano caso, sembra che tutti si divertono, l'unica che non si diverte sono io.
Un'altra “fantastica” novità è che sono incinta, cioè non ne sono sicura, sto aspettando il risultato del test di gravidanza e spero che sia negativo perchè altrimenti non so proprio come fare. Ho sempre amato i bambini, e ho sempre desiderato averne uno, ma non a diciassette anni e soprattutto non in questo contesto. Insomma ci sono oltre cento candidati per il ruolo del padre, ci mancava solo questa!
E se è positivo, sono sicura al novanta per cento che sia positivo, cosa faccio? Lo dovrò dire a Sandro logicamente, ma non voglio pensare a quello che succederà, ma so già quello che accadrà. Ovviamente dovrò abortire, ma non ho la possibilità di andare in ospedale, e non ho nemmeno la possibilità di portare avanti la gravidanza e poi donarlo in adozione. Questa sarebbe la soluzione perfetta, perchè uccidere un bimbo quando ci sono tante famiglie che non aspettano altro?
Ma ancora una volta non posso, maledizione! Non posso perchè Sandro non lo permetterebbe mai, altrimenti chi li porta i soldi? Con chi si diverte?
Avrei voglia di piangere, ma in realtà non riesco più a piangere, è dalla morte di Sarah che non piango, forse perchè qualunque cosa mi sembra una sciocchezza di fronte a quello che è accaduto a lei.
Guardo il test e spero vivamente, che sia negativo. Ti prego, ti prego, ti prego fa che sia..ca**o! E' positivo! Lo sapevo, lo sapevo. Troppa nausea, sono in ritardo e..mer*a e adesso?
Non è possibile, non può essere. Ma perchè deve capitare tutto a me?
Ho bisogno di parlare con qualcuno, qualcuno che sa quello che sto passando, qualcuno che forse può capirmi, non importa chi, voglio solo parlare con qualcuno. Con chiunque.
Prendo il cellulare e compongo il numero, quel numero.
-Pronto?- risponde. -Pronto? Pronto?-
Chiudo il telefono. Non ci posso credere, ho davvero chiamato il poliziotto! L'ho chiamato. L'ho chiamato davvero, mi sono ridotta a chiamare un poliziotto. Sono arrivata al punto limite, lo sento.
Strappo il foglietto con il numero e butto a terra il telefono che si rompe. Si rompe al primo colpo, fragile. Fragile quasi quanto me.
Devo andare da Sandro, so che devo andare, ma ho paura eppure non ho altra scelta.

Gliel'ho appena detto e ha voluto vedere il test di gravidanza, e appena ha visto che era positivo, ha fatto la sua solita scenata, mi ha riempito di insulti e non so come, ma ho avuto il coraggio di dirgli che il bambino potrebbe essere suo figlio. Avrei dovuto starmi zitta perchè lo schiaffo che ho ricevuto mi ha fatto voltare la faccia dall'altra parte, talmente forte che ho l'impressione che mi rimanga il segno delle cinque dita. Ha una forza incredibile, non che fosse la prima volta in cui tastavo la sua forza, ma questa mi è sembrata più forte delle altre. Ovviamente non si è fermato allo schiaffo, ha iniziato a darmi pugni, schiaffi, calci e questa volta invece di coprirmi la faccia, ho coperto la pancia.
Ma non ce la faccio più, sono stanca di una vita in cui devo subire violenze e traumi, sono stanca di tutto, devo reagire, anche se non c'è modo di mettere fine a tutto questo, forse potrò uscirne, uscirne per sempre. Si stavolta è così, stavolta finirà e finirà per sempre.
Come ho già detto sono arrivata al punto limite, al punto di non ritorno.
Esco da quel posto ancora dolorante e con una nausea pazzesca, non credo di aver perso il bambino, non ancora, e da una parte sono felice che sia ancora dentro di me.
Devo trovare un palazzo, quale altro posto ideale?
Prendo un taxi e arrivo in una parte di Milano, dove ci sono tantissimi condomini, mi lascio scaricare in uno qualunque ed entro dentro perchè per mia fortuna c'è il portone aperto. Faccio le scale e salgo su in cima, all'aperto. Guardo giù, è proprio alto.
C'è un muretto, ci salgo sopra, basta un movimento sbagliato o affrettato e cado.
Cavolo, ne parlo come se la cosa che sto per fare sia la cosa più naturale del mondo, ma forse per me lo è. Forse a me sembra così, perchè per me è una soluzione, l'unica soluzione. Avrei dovuto capirlo molto tempo fa. Sarah l'ha capito molto prima di me.
Sono felice di questa scelta, perchè so che se perderò il bambino, non avrò i sensi di colpa per una vita intera, perchè saremo liberi. Io e lui saremo liberi.
E' la prima decisione che sto prendendo da sola, senza che nessuno mi obblighi, è una sensazione fantastica.
Chiudo gli occhi e conto. Uno, due, tr..
-Non lo fare. Ti prego non lo fare-

   
 
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