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Autore: Dreaming_Archer    03/04/2011    2 recensioni
Le antiche leggende narrano che fin dall’inizio dei tempi, il mondo era governato da due entità: lo Splendente, il creatore; e l’Oscuro, il devastatore. Un tempo, il Regno era governato da re Mohran, un re né migliore né peggiore di altri, ma che aveva un oscuro e profondo desiderio: l’onnipotenza.
La magia entrò a far parte del mondo degli umani, ma fu usata per il male.
Da questo punto nasce la storia di Kay, un cavaliere obbligato a tradire la propria patria per salvare la sua famiglia. Ma ha la magia dalla sua parte, e cercherà di usarla nel modo migliore.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'Oscura Parvenza - prologo - il potere che conduce al male

L’Oscura Parvenza

-Capitolo 4-

Il Popolo Celato

Kay non pensava che Reydhan lo avrebbe portato dal suo Popolo. Invece, dopo averlo aiutato ad alzarsi, lo accompagnò in una grotta dal soffitto vertiginosamente altro, riempita da un centinaio di Celati come il ragazzo.

Al loro ingresso nella sala dell’Assemblea, duecento paia di enormi occhi luminosi si girarono verso di loro.

Per Kay era difficile vedere; i suoi occhi non erano abituati a quell’infima penombra, e quando tutti lo guardarono, cominciò a provare quello che ancora non aveva provato insieme a Reydhan: paura. I Celati erano armati fino ai denti, e lui aveva perso la spada nella cascata. Ora aveva solo … il Pugnale di Mohran! Si accorse con un colpo al cuore che era ancora sotto la sua giubba di pelle. La cascata si era presa tutto, ma non quell’ultima speranza.

I Celati che riempivano la sala lo guardavano circospetti spostando lo sguardo da lui a Reydhan, e viceversa. Il ragazzo gli aveva detto che il suo Popolo non aveva molta stima verso di lui, ma non si aspettava quella fredda accoglienza.

I Celati non erano un Popolo leggendario, stracolmo di buoni sentimenti, erano esattamente come i Rivelati della superficie: non sopportavano le diversità.

Reydhan però era testardo, infatti ignorò quegli sguardi inquisitori e salì sulla roccia più alta della grotta, per dominare tutto l’uditorio. –L’Isolano è sopravvissuto alla Lacrima dello Splendente, e ci può riportare in superficie!- Urlò. –Come vi avevo detto, la profezia era vera! Io sono uscito dalle grotte e l’ho salvato! Dobbiamo aiutarlo a tornare dal suo Popolo!-  Tra l’uditorio vibrò un brusio, e scoppiò qualche risata. L’espressione sicura di Reydhan si spense in un istante, e gli tornò alla mente la corda che aveva lasciato sugli scogli. Era ancora lì che lo aspettava …

Kay prese il coraggio e lasciò perdere la paura, perché Reydhan gli aveva  salvato la vita, e non poteva permettersi che quelli lo prendessero in giro. Si era già affezionato a quel ragazzo.

Si avvicinò a lui, ed estrasse il Pugnale di Mohran. –E’ questo- Disse, alzando l’arma. –Il motivo per cui sono qui. Ho rubato questo pugnale per salvare la mia famiglia, e devo assolutamente riportarlo all’Oscura Parvenza! Ho bisogno del vostro aiuto per tornare in superficie!-

La folla rimase un attimo zittita, e anche Reydhan guardò allibito Kay. Il Guerriero capì subito che loro conoscevano la forza di quel pugnale.

-Lo raccontano le leggende …- Spiegò Reydhan. –Il Pugnale di Mohran è l’unica arma che può uccidere Hira …-

-Ma a noi ciò non interessa.- Si intromise uno dei più vecchi Celati.

Kay si accorse che i suoi occhi erano ancora della misura normale, quindi probabilmente era uno dei primi sacerdoti che si erano stabiliti lì sotto. –L’Oscura Parvenza è un problema del Popolo Rivelato, non nostro. Noi non ti aiuteremo, e resteremo qui.- Aggiunse fissando Reydhan con astio.

Reydhan strinse i pugni. –Vieni con me, Kay.- Disse, con il viso e offeso, ma allo stesso tempo deciso. –Io ti aiuterò.- Guardò il vecchio. –Perché io non sono più uno di loro, e sono un esploratore.- Saltò agilmente giù dalla roccia, e si diresse deciso verso l’uscita della grotta. –Prendo l’arco, e poi partiamo. La tua famiglia ha bisogno di te.-

Kay rimase sbigottito. –Ma tu non vuoi nulla in cambio?-

Reydhan sembrò sorpreso. -Certo che no. Io ho già quello che voglio.- Guardò Kay e sorrise. I suoi denti erano leggermente appuntiti. –Uscirò all’aria senza dover più scappare.-

 *

Reydhan prese un fagotto da un angolo e cominciò a buttarci dentro alcune cose, quasi senza guardare. Era da tanto che voleva farlo, sapeva a memoria cosa prendere.

Fuori dalla grotta era notte inoltrata, e la “casetta” di Reydhan era piombata nel buio. Per lui non c’erano problemi a vedere, ma accese comunque una torcia e la avvicinò a Kay.

-Tutto bene, Isolano?- Chiese a voce bassa.

-Capisco la tua smania di andartene, Reydhan.- Rispose lui. –Ma ormai è notte fonda, ed io sono esausto. Non riuscirei mai a superare la forza della cascata.-

Reydhan sembrò deluso, ma cercò di non darlo a vedere. –Capisco.- Rispose dopo un po’, mostrandosi estremamente comprensivo. –Ma comunque per la cascata non c’è nessun problema … Conosco un passaggio segreto.- Sorrise di nuovo, e i suoi occhi verdi brillarono.

-Allora domani mattina lo useremo.- Disse Kay per infondergli un po’ di fiducia. –Ma dimmi una cosa: come facciamo ad andarcene?-

-Io ho una barca.- Disse Reydhan contento. –Bhè, la usavo da bambino, quindi non so quanto sarà grande. Ma è robusta, e può affrontare il mare. La tengo in buono stato.-

-Ottimo. Bravo, ragazzo.- Kay si allungò per posargli una mano sulla spalla. –Mi hai salvato la vita e ora mi stai aiutando a salvare la mia famiglia. Come potrò mai sdebitarmi?-

Reydhan lo guardò dritto negli occhi, mostrando tutta la sua determinazione. –Te l’ho già detto. Io non voglio nulla, se non uscire da qui. E tu mi stai aiutando a farlo.- Disse. –E poi sono un esploratore. E’ il mio destino.-

Si voltò, e si accucciò sopra ad un mucchio di coperte per dormire, così Kay lo poté osservare in silenzio. Non aveva idea di cosa fosse un esploratore per quel Popolo, ma gli piaceva molto l’alto senso dell’onore, e il coraggio che mostrava quel ragazzo. Sarebbe stato un ottimo compagno di viaggio, ed era felice di poterlo aiutare ad esaudire il suo sogno, e di portarlo via da quel Popolo che non lo capiva.

Kay era veramente felice. Non solo aveva scoperto il Popolo Celato, ma aveva superato le cascate di Nahjs tenendo il pugnale, e soprattutto: sapeva a cosa serviva.

Per la prima volta da lungo tempo sapeva cosa doveva fare. Non solo salvare la sua famiglia, ma uccidere l’Oscura Parvenza. Era l’ultima possibilità del Regno. L’Oscura lo aveva obbligato a rubare il pugnale perché lui non sapeva a cosa serviva, così glielo avrebbe riportato come se niente fosse e il nemico sarebbe stato immortale.

Sul suo viso comparve un sorriso. Forse la cascate erano veramente una proprietà dello Splendente, e la provvidenza lo aveva portato laggiù, così che potesse trovare i Celati e scoprire la verità sul Pugnale di Mohran.

Il suo sguardo cadde sul pallido viso addormentato di Reydhan, e la sua serenità lo fece tranquillizzare. Quel ragazzo infondeva veramente coraggio.

* * *
  
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