35. Mani e
diamanti. Tiger
e Goyle, i due amici di Draco Malfoy, erano difficili
da non notare. Erano entrambi ben corazzati, Goyle
era un po’ più alto, ma in ogni caso nessuno si sarebbe mai augurato una lite
con nessuno dei due, data la loro corporatura. Entrambi i ragazzi sedevano al
tavolo dei Serpeverde per il pranzo, in un anglo appartato. Draco Malfoy, Pansy, Zabini e pochi altri, discutevano per contro loro. A
dire il vero Draco sembrava furioso, e Pancy e Blaise
lo assecondavano con calma. Areal
inarcò un sopracciglio, era la seconda volta che sorprendeva Draco litigare con
Tiger e Goyle. Il giorno prima era andata da lui al
lago nero, ma il ragazzo non era solo, così era rimasta nascosta. Goyle insisteva, non faceva che ripetere a Draco che la sua
idea era assurda, che non poteva chiedergli una cosa del genere. Ma Draco lo aveva
minacciato in tutti i modi possibili, fin quando, esasperato, non lo aveva
scacciato via bruscamente. E
adesso i due energumeni sedevano per conto loro imbronciati, confabulando
intensamente, mentre Draco sembrava innervosito ed intrattabile. -Erick?- chiamò Areal. -Dimmi-
Disse il ragazzo, mentre mangiava. -Conosci
un incantesimo per farmi origliare una conversazione poco lontana?- Erick
spalancò gli occhi, perfino Canni si voltò a guardarla, stupita. -Non
è una cosa bella origliare…- Scherzò Erick. -Lo
so, ma se ti dicessi che è una questione di vita o di morte? Se ti dicessi che
è veramente importante, mi aiuteresti?- lo guardò supplichevole. Erick
si scambiò uno sguardo con Canni, che sospirò. -E
va bene- fece il ragazzo, estraendo la bacchetta. –Mia madre mi ha insegnato
come creare un ponte, che lega direttamente le tue orecchie a ciò che vuoi
sentire- -È
perfetto Erick, ti prego fallo!- -Aspetta
un attimo!- disse Canni, bloccando la mano di Erick –E questo collegamento poi
come si chiude?- Il
ragazzo fece spallucce –Non c’è alcun problema, dura solo qualche minuto. Oltre
tutto così come viene aperto può essere chiuso in qualsiasi momento- Canni
parve soddisfatta e tornò a mangiare. -Allora-
chiese Erick –Cosa vuoi sentire?- Areal
gli indicò i due ragazzi nell’angolo del loro tavolo. Erick puntò di nascosto
la bacchetta contro di loro, mormorò qualcosa, e ripeté la procedura su di lei.
La
ragazza appoggiò i gomiti sul tavolo coprendosi le orecchie, concentrata sulla
discussione che ora sembrava avvenire direttamente nella sua testa. Dovette
aspettare un po’, dato che i due si stavano lamentando del dolce. -…Ma
se gli succedesse qualcosa....- -Cosa
vuoi che gli succeda? È sempre riuscito a cavarsela, ci riuscirà anche questa
volta!- -Dimentichi
che c’è di mezzo tu-sai-chi! Oltre tutto vorrei
ricordarti che suo padre è ad Azkaban, solitamente era lui a toglierlo dai
guai…- -Senti,
okay coprire le sue assenze, okay aiutarlo nei suoi piani, okay fare la guardia
per ore! Ma adesso è troppo!- ci fu una pausa –Sono sei anni che lo aiutiamo- I
due cambiarono argomento, ed Areal fu costretta a sorbirsi per diversi minuti i
loro commenti leggermente osceni su una ragazza del settimo anno. -Ma
forse questa volta ha molto più bisogno di noi di quanto puoi immaginare.
Quando prima di Natale non ci siamo presentati, Gazza lo ha portato da Piton, dopo averlo scoperto a girovagare di notte nei
corridoi. Draco ha dovuto dirgli che voleva imbucarsi alla festa di Lumacorno- -Okay,
ho capito: ha bisogno di noi. Facciamo la guardia per lui, anche per ore di
fila, anche di notte! Ma vuoi davvero bere quello schifo di pozione Polisucco? Non si sai mai cosa può succedere!- -Draco dice che attiriamo troppo l’attenzione, che tutti sanno che
dove ci siamo noi c’è anche lui- -Se
siamo troppo riconoscibili, perché non chiede a qualcun altro?- -E
a chi? Blaise ha ben altro per la testa. Agli altri non potrebbe parlare della
missione che ha da compiere per tu-sai-chi, e quindi
non avrebbe modo di convincerli. Chi rimane?- -La
sua nuova amichetta!- -Foreberth? Draco ha perso la testa per lei! Bé a dire
il vero con Draco non si può essere mai certi di nulla, non parla mai con
nessuno… pensi che voglia nasconderle la verità?- -Pensi
che se la santarellina sapesse che Draco è un… hai capito, starebbe ancora con
lui?- -O
magari non vuole metterla in mezzo…- I
due salutarono un loro compagno, che si sedette accanto a loro, ma che
fortunatamente andò via quasi subito. -Allora?- -Cosa
vuoi?- -Lo
aiutiamo?- -E
va bene, basta che stai zitto!- Areal
e Draco passavano insieme più tempo che potevano, e le cose andavano abbastanza
bene. Tuttavia, la ragazza, non faceva che seguire Tiger e Goyle.
Si era perfino fatta insegnare da Erick quell’incantesimo per origliare le
conversazioni a distanza. Era stato così che aveva scoperto che quel giorno,
mentre tutti gli altri erano alla partita di Quiddithc,
i due, compreso Draco, sarebbero saliti al quinto piano. E al quinto piano c’era solo una
cosa. Areal
aveva salutato Canni e le altre che andavano alla partita e, approfittando del
deserto del castello, aveva raggiunto il quinto piano. Giunta proprio davanti
al muro della stanza delle necessità, trovò due ragazze molto insolite e che
soprattutto non aveva mai visto. Una
teneva in mano un calderone. Alla
vista di Areal, le due si guardarono in allerta, ed una stava quasi per far
cadere il calderone. -Non
lo fare!- disse Areal, immobilizzandola. –Scommetto che sei Tiger. Ho bisogno
di vedere Draco. So tutto, fidati- Le
due ragazze, o meglio Tiger e Goyle che avevano
bevuto la pozione Polisucco, continuarono a
scambiarsi sguardi interrogativi e preoccupati. -Ascoltatemi,
capisco che Draco vi ha chiesto di stare di guardia e di far cadere a terra il
calderone, in modo che dal rumore lui possa capire che è arrivato qualcuno. Ma
quel qualcuno sono io- Li guardò
entrambi negli occhi –Quanto potrà arrabbiarsi con voi, se lasciate entrare me,
che tra parentesi, so già tutto? E poi…- continuò estraendo la bacchetta –Non
vorrete mettervi contro di me?- I
due si guardarono ancora una volta. Il più alto parlò. –Non riuscirai ad
entrare- -E
voi lasciatemi provare- Dopo
l’ennesimo sguardo Tiger e Goyle, in versione femminile,
le fecero un cenno e si spostarono. Posarono perfino il calderone a terra, con
delicatezza. Areal
prese un respiro profondo ed avanzò verso il muro. Ti prego, ho bisogno di vedere
Draco. Improvvisamente
il muro si trasformò in una porta, che iniziò ad aprirsi, davanti a tre paia
d’occhi increduli. -Visto!-
Fece Areal, voltandosi con un sorrisino compiaciuto. I
due rimasero senza parola. La
ragazza entrò nella stanza delle necessità, la porta si richiuse, ed Areal poté
vedere che la stanza era diventata una specie di enorme ripostiglio, era
grandissimo, e al suo interno c’erano cose di ogni tipo. Libri, oggetti,
mobili, cappelli stravaganti. Tutto. -Cosa
ci fai tu qui?- tuonò una voce adirata. Areal
sollevò lo sguardo, trovandosi di fronte Draco, che procedeva a grandi passi
verso di lei. -Protei
farti la stessa domanda.- Rispose la ragazza a testa alta, lo sguardo
inflessibile. Draco
l’afferrò dalle spalle con forza, facendole male. –Non ti avevo chiesto di
restarne fuori? Mi avevi promesso che non avresti cercato di scoprire nulla!- Areal
non conosceva nessuna parola adatta per rispondere, perciò, fece l’unica cosa
che le passò per la testa. Lo abbracciò. Draco
rimase arrabbiato per qualche altro minuto, ma alla fine si decise a ricambiare
l’abbraccio. La strinse a sé ed appoggiò la fronte fra i capelli della ragazza.
–Ho
sputo che Potter voleva scoprire cosa stessi facendo, ma non è mai riuscito ad
entrare. Come ci sei riuscita?- Areal
si scostò per guardarlo negli occhi. –Questa stanza aiuta chi ne ha veramente
bisogno. Evidentemente Harry non desiderava vederti quanto lo desideravo io.- Draco
abbozzò appena un sorriso, le accarezzò i capelli e si scostò da lei, con
quella sua espressione fredda e vuota che la ragazza odiava tanto. -Ora
voglio che tu te ne vada.- -No.- -Sì,
invece.- Draco
era deciso, non avrebbe mai permesso che le mani di Areal si sporcassero come
le sue. Era disposto a stare con lei, poiché fosse troppo debole per rinunciare
alla sua compagnia. Aveva troppo bisogno di lei, lui non era un eroe come San Potter! Lui era
un Mangiamorte. Ma ad ogni modo anche uno come lui era capace di amare, e per
amore doveva proteggere Areal a qualsiasi costo. -Senti
Areal, apprezzò ciò che fai per me, ma devi davvero andartene.- riprovò il ragazzo,
con più calma. -Non
ci penso neppure. Rimango con te.- Rimarcò la
ragazza, con ancora più fermezza. Draco
scosse il capo, iniziava a perdere la pazienza, ma forse era un bene. –Se non
esci subito da questa stanza lo farò io e lo farò ogni volta che proverai a
tornare. Sappi, però, che se mi impedisci di lavorare a ciò che sto facendo,
non porterò a termine la mia missione e Lui
mi ucciderà!- Il
ragazzo capì all’istante di avere esagerato. Negli
occhi blu di Areal il freddo prese il sopravvento. La ragazza parve gelarsi, il
suo sguardo si fece ancora più serio, e mai Draco aveva visto quell’espressione
su di lei. Era come se le avesse spezzato il cuore, ma lei era più orgogliosa
di lui e non lo dava a vedere. Diventava di ghiaccio, come lui. -Voglio
che te ne vai Areal, o preferisci vedermi ucciso?- l’afferrò dalle spalle
strattonandola. Non voleva spaventarla ancora, ma se era l’unico modo per farla
andar via lo avrebbe fatto. Areal
sollevò il mento, indifferente alle sue parole e alla sua aggressività. –Sapevo
già che non si può dire di no a… Voldemort.
Pensi che non ci abbia pensato?- Draco
le tolse bruscamente le mani dalle spalle, come se si fosse scottato, ed Areal
sapeva cosa era stato a farlo reagire in quel modo. Aveva gli occhi fuori dalle
orbite, furente di rabbia. -Non
pronunciare il suo nome davanti a me.- sibilò il ragazzo. Minaccioso. Areal
lo spinse con tutta la forza che aveva. –Io non ho paura di pronunciare il nome
della persona che vuole ucciderti!- Iniziò a dare piccoli pugni al petto di
Draco, guardandolo negli occhi con crescente decisione. –Lui ti sta
costringendo a fare tutto questo. Io sarei capace di ucciderlo con le mie
stesse mani se solo ti toccasse e…- Draco
le bloccò bruscamente i polsi, i loro volti erano vicinissimi. –Non dire altro,
stai esagerando!- -Non
sto esagerando!- strillò. -Voglio
che esci da questa stanza e che ti dimentichi di me. Siamo stati bene insieme,
ma l’ora della mia missione si avvicina e non voglio che tu ci sia. Per favore,
dimenticati di me e non cercarmi mai più.- -No!-
disse decisa, avvicinandosi al suo viso. A
quel punto il ragazzo la scansò bruscamente, e si avviò a grandi passi verso
l’uscita. -Se è questo che vuoi, se vuoi la mia morte allora l’avrai!- -Draco!- Draco
non fece un altro solo passo, il sangue gli era gelato nelle vene. Si voltò,
assistendo per la seconda volta alla scena più brutta al mondo. Quegli occhi
blu che erano stati tanto forti e tanto coraggiosi per fronteggiarlo e per
accettare la possibilità della sua morte, e per pronunciare un nome
innominabile, adesso erano pieni di lacrime. Areal, così tanto forte e decisa,
in quel momento stava piangendo guardandolo dritto negli occhi. Una cascata di
diamanti rigava quelle guancie pallide, le labbra sottili tremavano e le mani
delicate erano strette lungo i fianchi. Sembrava inconsolabile, eppure,
maledettamente forte. Era la ragazza più antipatica,
viziata, odiosa e saputella che avessi mai conosciuto. Mi batteva nei duelli,
era più furba di me. Era migliore di me. Penso Draco, incapace di distogliere lo sguardo da Areal.
Tuttavia,
quando capiva di non aver speranza, di aver perso, usava l'arma più crudele,
eppure più potente, che conosceva: Le sue lacrime. Anche adesso, io sono qui a
dirle che me ne devo andare, che sono un assassino e che non posso stare con
lei, ma lei piange. Ed io come faccio a dirle che la amo? Come faccio a dirle
che non vorrei lasciarla ma che devo, per il suo bene... Mi basta un suo
sorriso per capire che non sono altro che un satellite attratto dalla forza di
gravita che esercita su di me il pianete che lei è. -Ti
prego Draco, tu non puoi lasciarmi.- Sussurrò fra le lacrime. Draco
abbassò la testa e strinse i pugni. Quando tornò a guardare la ragazza la sua
espressione era cambiata. Non era più furente, ma estremamente sofferente. I
suoi occhi color tempesta sembravano combattuti, eppure impotenti. Tornò sui
suoi passi fino a fermarsi davanti ad Areal. In quel momento le mani di un
futuro assassino asciugarono quelle lacrime così simili a diamanti che scorrevano
sul volto della ragazza. Draco
la guardò negli occhi, poi, sapendo che non poteva fare altrimenti, la strinse
fra le sue braccia. Aveva
troppo bisogno di lei. Pochi
istanti dopo fece un ghigno, si chinò verso l’orecchio della ragazza
respirandole sensualmente sul collo. -Ti
faccio rimanere ad una solo condizione…- Areal
si irrigidì, in quel momento le mani di Draco avevano iniziato ad accarezzarle
con maestria il collo, la schiena, i fianchi, di nuovo il collo. E,
nel momento in cui Areal si voltò, vide il letto matrimoniale comparso nella
stanza con sopra una morbida trapunte rossa. Quel letto valeva più di mille
parole. Quando
i suoi occhi blu ancora pieni di lacrime guardarono Draco, si accorsero del
sorriso strafottante con cui stava attendendo una sua risposta. Le
mani di Areal scorsero lentamente sul petto del ragazzo, salendo con calma
verso il collo per abbracciarlo. Gli si avvicinò e, quando i loro corpi si
toccarono, lei piegò la testa per guardarlo dritto negli occhi e sussurrargli
ad un palmo dalle labbra. -Mi
minacci per portarmi a letto, Draco?- Il
ragazzo non disse nulla per secondi interminabili, la guardò con decisione,
sembrava quasi arrabbiato. Poi, fulmineo, l’afferrò dai capelli senza ferirla
costringendola a piegare la taste all’indietro e la baciò con ferocia e
bramosia. Continua… Grazie
a chi legge, se la storia vi piace commentate ^^ Un
saluto a BumBj e Nocticula_nott XD