Capitolo 5: Bugia o
realtà?
Pov Sasuke
Non potevo credere ai
miei occhi, o meglio allo sharingan.
Esso mi aveva sempre
fatto vedere la verità, rivelandomi anticipatamente le mosse dei miei avversari
e facendomi scovare possibili pericoli nascosti nell’ombra.
Non credevo possibile
che un’allucinazione potesse colpire l’abilità innata del mio clan.
Non poteva essere vero.
Scossi la testa e
strizzai gli occhi nel tentativo di scacciare quell’immagine dalla mia mente,
ma una volta riaperti, lui era ancora li.
Mi guardava con occhi
sgranati, come se non si aspettasse di essere visto da qualcuno.
“Tu puoi vedermi?” mi
domandò quasi impaurito.
Non seppi che rispondere
e annuii semplicemente con la testa.
“Come è possibile? Non
dovresti essere in grado di farlo. Nessuno può vedere un fantasma, nemmeno
quegli stupidi occhi che ti ritrovi, dovrebbero rivelare la mia presenza!” mi
disse sempre con un aria sorpresa.
Lo vidi girarsi verso
Kakashi e muovergli una mano davanti al viso, ma il mio insegnante non fece una
piega.
“Kakashi, tu non vedi
niente?” chiesi rivolgendomi a un possessore dello sharingan.
Kakashi mi guardò
incuriosito e poi guardando a destra e a sinistra, disse “Cosa dovrei vedere?”
Indicai Naruto, ma
ovviamente per il sensei, indicai direttamente lui.
“Naruto è…è davanti a
te!” dissi con una voce talmente incredula, che non credevo di possedere.
Infatti, fino a quel
momento niente era stato in grado di stupirmi.
“Sasuke, cosa stai
dicendo?” mi chiese Tsunade capendo le mie parole.
Mi portai una mano alla
testa e abbassai gli occhi. “Oh gli occhi che Itachi mi ha donato hanno qualche
problema, o sto impazzendo!”
Mi sentii una mano
appoggiare sulla spalla. Alzai lo sguardo e Kakashi mi guardò con uno sguardo
quasi dolce, uno sguardo che mai mi aveva rivolto.
“Forse il tuo senso di
colpa, per quello che è successo e la suggestione che hai avuto attraverso i nostri discorsi, stanno giocando con la
tua mente. Dovresti andare a casa a riposare. Lo stesso vale per te Sakura.
Cercate di liberare le vostre menti dai pensieri brutti e vedrete che queste
illusioni scompariranno. Dovete solo accettare che Naruto è morto e non tornerà
mai più!” disse quest’ultima frase chiudendo gli occhi.
Anche lui soffriva per
la morte del suo allievo, ma non voleva darlo a vedere.
Lo allontanai
infastidito “Se avessi solo un’allucinazione come dici tu, mi spieghi perché
non svanisce? Dovrebbe scomparire appena realizzato che quanto vedo non è
reale, invece lo sento anche parlare!” dissi stringendo i pugni.
Ne ero sicuro. Tutto quello
che stavo vivendo era reale e non avrei
permesso a Kakashi di vincere e di allontanare nuovamente Naruto da noi…da me.
“Se è vero che tu puoi
vederlo, perché noi no?” chiese Sakura.
“è sorpreso del fatto
che io sia in grado di vederlo!” dissi guardando negli occhi Naruto, il quale
non si era ancora ripreso dalla sorpresa. Anche lui si domandava perché fossi
proprio io a vederlo, dato che non era lo sharingan a permettermi una cosa del
genere.
“Non ti credevo così
bastardo!” mi disse Sakura. Io non feci una piega, ma vidi Naruto sussultare e
poi stringere i pugni. “Cosa credi di ottenere raccontandoci questo. Credi che
Naruto sarebbe contento di sapere che ci prendi in giro in questo modo? Eh?
Rispondi!”
La guardai con uno
sguardo gelido “Libera di crederci o no, non mi importa se mi credi un pazzo o
meno!”
“Importa a me!” disse
Naruto facendomi nuovamente girare il capo dalla sua parte.
Lo vidi guardarmi con
aria triste, per poi vederlo chiudere gli occhi, abbassare il capo e
scomparire.
Quando svanì, non so
perché ebbi l’impulso di seguirlo.
Uscii di fretta e furia
dall’ufficio dell’hokage e cominciai a correre per il villaggio, senza sapere
realmente dove andare. Le mie gambe si muovevano da sole, guidate dal mio
cuore.
Fu così che mi ritrovai
davanti al cancello del cimitero.
C’era un silenzio di
tomba che accapponava la pelle.
Quel luogo era sempre
quieto, ma regnava sempre la pace, ora invece qualcosa era cambiato.
Forse il perché
cominciai a credere ai fantasmi e dove, se non in un cimitero, potevano
trovarsi un sacco di anime non passate oltre?
Mi guardai attorno
mentre passavo di lapide in lapide e mi sembrava quasi di percepire dei
lamenti.
Infine giunsi nell’ala
del cimitero che mi interessava e in lontananza vidi qualcosa.
Una figura bionda, con
una tuta arancione, era seduta un una tomba, mentre guardava la sua.
Mi avvicinai con cautela
come se avessi paura che scappasse. Quando gli fui affianco non riuscii a
spiccicare parole.
“Non pensavo che uno
come te si sorprendesse di qualcosa…teme!” mi disse osservandomi con quei suoi
occhi azzurri che tante volte si erano posati sui miei color rosso per via
dello sharingan.
Sentii una sensazione
strana a sentirmi nuovamente osservato e insultato da lui.
“S-sei davvero tu?
Cioè…non è uno scherzo?” volevo avere una conferma, perché in quel momento non
sapevo a cosa credere. Se da una parte ero convinto di quello che i miei occhi
percepivano, un’altra parte di me mi diceva che avrei dovuto essere in una
stanza di un manicomio, con addosso una camicia di forza.
Lo vidi abbozzare un
sorriso stirato.
“Speravo che almeno tu
non avessi più dubbi, dato che sorprendentemente riesci a vedermi! Cos’è che vi
impedisce di credere che il fantasma possa essere io?” mi chiese infastidito.
“Il fatto che tenti di
farci del male forse!” dissi come mi avesse posto una domanda idiota.
Lo vidi sparire e quando
sentii la sua voce dietro le mie spalle, mi girai di scatto, colto alla
sprovvista.
“Potrei farvi molto di
più di quello che vi ho fatto fino ad ora, potrei anche arrivare ad uccidervi!”
mi disse con sguardo serio.
“è una minaccia?”
“No, è un avvertimento.
Sono bloccato in un mondo che non è consono allo stato in cui mi trovo e
l’energia che sto accumulando insieme al vostro dolore, la rabbia, il
risentimento che provate, sono tutte cose mi fanno perdere il controllo e la
ragione!” lo vidi stringere i pugni e
questa volta vidi anche del sangue colare, il quale però giunto a terra,
spariva.
Mi sorpresi nuovamente,
un fantasma non dovrebbe sanguinare.
Dal mio sguardo, capì che
quello che vedevo mi inquietava e nascose le mani dietro la schiena.
“Non fare caso a quello
che hai appena visto. Da quanto mi hanno detto è normale!” disse con voce
lieve, quasi provenisse da un altro mondo.
Poi fu silenzio e lo
vidi scomparire di nuovo per ritrovarlo alla posizione iniziale.
“Mi dispiace, non volevo
farvi spaventare e nemmeno farvi del male, se l’ho fatto. È successo contro la
mia volontà, ma dovevo farvi accorgere in qualche modo della mia presenza!”
Lo guardai e vidi
nuovamente nei suoi occhi una profonda tristezza.
“Perché sei qui?” dissi
arrivando alla domanda che mi ronzava in testa dal primo momento in cui ho
cominciato a pensare che potesse centrare lui in quella assurda situazione.
Non disse niente e
ripetei la domanda.
Silenzio.
“Naruto!” lo chiamai
questa volta con un tono di voce che pretendeva una risposta. Non sopportavo
l’idea di essere ignorato, nemmeno da un fantasma.
“Vedo che ti diverti a
parlare da solo!” disse una voce femminile alle mie spalle.
“Sakura, cosa ci fai
qui?” le chiesi senza girarmi a guardarla.
“Sapevo di trovarti qui!
Voglio una spiegazione e la voglio ora!” mi disse sbattendo un piede.
“Vedo Naruto! ecco la
mia spiegazione!”
“Non ci credo! Non può
essere! Perché lo fai? Credi di farci felici dicendoci che Naruto è ancora qui
con noi?”
Abbassai la testa.
Non mi importava che Sakura credesse
alle mie parole. Sapevo quello che provava nei miei confronti ed era
avvertibile anche nella sua voce tremante. Mi avrebbe ucciso in quel momento,
se avesse potuto.
“Io non ti voglio
mentire. Né a te né a nessun altro. Non posso provare quello che dico di
vedere, è solo un atto di fiducia!”
Sakura iniziò a ridere,
era una risata nervosa che sfoggiò in uno schiaffo.
Mi portai per istinto
una mano alla guancia. Era diventata davvero forte e per quanto cercassi di
fare il duro e di dimostrare che non mi avesse fatto niente, sentivo la mia
guancia pulsare.
“Fiducia? In te? Questa
è bella. Come puoi chiedermi di avere fiducia in te? Dopo tutto quello che ci
hai fatto!” disse, poi scuotendo la testa riprese “ Mi fai solo schifo, ti odio
e nessuna tua scusa o assurda bugia potrà farmi cambiare idea!” disse, ma
terminata la frase, vidi Naruto comparirle davanti.
Non potei descrivere il
suo volto, dato che lo vedevo da dietro, ma sentivo la sua rabbia che
sfoggiò in una spinta da parte del mio
compagno, verso Sakura.
La mia compagna cadde a
terra malamente e la vidi spaventata in un primo momento, poi collegò la spinta
al sottoscritto. Non provai nemmeno a giustificarmi, tanto non mi avrebbe dato ascolto.
Cercavo di ignorarla il
più possibile e questo fece arrabbiare nuovamente Naruto.
Questa volta comparve
davanti a me. Aveva un aspetto che incuteva timore, soprattutto per la quantità
di sangue che improvvisamente aveva iniziato a sgorgare dalle sue ferite.
“è tutta colpa vostra!”
disse.
“Cosa?” gli chiesi di
ripetere con occhi impauriti.
“è tutta colpa vostra!”
ripeté sempre più arrabbiato.
“Che cosa è colpa
nostra?” gli richiesi cercando di capire cosa volesse dire.
“è tutta colpa vostra!”
disse urlando sempre più forte, fino a spalancare la bocca a dismisura facendo
uscire un suono assordante.
Mi coprii le orecchie
per proteggere il mio udito e mi inginocchiai a terra, per il sentimento
negativo che Naruto mi aveva trasmesso.
Strinsi gli occhi nella
speranza che tutto finisse in fretta.
Tutto ad un tratto
sentii nuovamente silenzio e aprendo gli occhi vidi che Naruto era scomparso.
Sakura mi guardava
stralunata. Anche lei aveva avvertito una brutta sensazione.
“C-cosa è stato? Io ho
sentito qualcosa!”
Mi alzai nuovamente in
piedi, spolverandomi i vestiti “è stato Naruto. Era furioso e afferma che è
colpa nostra!” dissi guardandola negli occhi.
Questa volta ebbi la
certezza che credesse alle mie parole, perché la vidi stringersi le braccia
intorno a sé, come cercasse protezione in sé stessa.
“Era davvero qui?” mi
chiese con degli occhi che mi chiedevano una risposta negativa.
“Si!” dissi solamente
prima di girarmi prima di fare qualche passo verso l’uscita.
Mi sentii afferrare per
il braccio. Sakura mi aveva afferrato, ma appena si accorse di quanto fatto, mi
lasciò andare frettolosamente, come se la mia pelle scottasse.
La guardai confuso.
“Se lui è veramente qui,
come sta?” mi chiese.
La guardai per un
attimo per poi chiederle “Vuoi che ti
dica quello che vuoi sentirti dire o la verità?”
La vidi mordersi le
labbra “La verità!”
Sospirai “Non mi ha
parlato molto, ma l’impressione che ho avuto io e che sta tutto tranne che bene.
Il suo corpo è ridotto a uno straccio e non smette di sanguinare. È proprio
come lo abbiamo sepolto, ma a differenza di come tutti possiamo pensare, non è
in pace, ma è molto arrabbiato e sembra arrabbiarsi ancora di più quando non
crediamo alla sua presenza qui e quando ci vede litigare!” dissi.
“Prima ti ho sentito
dire che è colpa nostra? Vuoi dire che non riesce ad andare avanti perché noi
lo tratteniamo qui?” mi chiese cercando di trattenere le lacrime il più
possibile.
“Non lo so. Potrebbe, ma
quando glielo chiesto non me lo ha voluto rivelare. Non è un chiacchierone come
quando era in vita!”
Feci pausa per un
momento, poi girandomi verso Sakura completamente, le chiesi se mi credeva
davvero.
“Si, ti credo. L’ho
sentito, ho percepito la sua presenza accanto a me più volte, ma solo quella di
poco fa l’ho riconosciuta come quella di Naruto!” la vidi stringere i pugni
“Perché? Perché è apparso a te e non a me? Perché vorrebbe farsi vedere da un
assassino come te? Non ha senso!”
“Ti pare che qualsiasi
cosa fatta da Naruto in vita sua abbia avuto senso?” le chiesi sincero.
“No, nemmeno la sua
morte lo ha! E come ti ho ripetuto centinaia di volte, sarebbe stata meglio la
tua!” disse con il cuore. Mi girai e provai nuovamente ad andarmene.
“Ora non fare l’offeso
!” mi disse urlando.
Girai il capo per
poterla guardare con la coda dell’occhio destro “No Sakura, ti sbagli, non sono
offeso. Io sono del tuo stesso pensiero!” dissi infine prima di sparire da quel
luogo.