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Autore: telesette    04/04/2011    2 recensioni
Compagni di squadra, compagni di allenamenti, compagni nella vita... Neji e Tenten scoprono poco per volta che il loro legame va oltre la semplice amicizia...
Questa fic, è la seconda Neji/Ten che abbia scritto ( in ordine cronologico ) che, nel tempo, è cresciuta e si è arricchita di risvolti e intrecci sempre nuovi e particolari. Quando ho cominciato a scriverla, non avevo idea di cosa ne sarebbe venuto fuori ma, rileggendola oggi nell'insieme non posso fare a meno di sorridere e continuare a portarla avanti con lo stesso entusiasmo del primo capitolo - come dire: "le cose fatte col cuore non invecchiano mai"...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Neji Hyuuga, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Neji X Tenten'
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Quando Tenten riaprì gli occhi, per un attimo credette di essere già morta. Tuttavia non appena vide la punta della spada conficcata nel fango, a pochi centimetri dalla sua guancia, capì di essere ancora viva. Yatsu giaceva a terra privo di sensi e, sopra di lei, Yujin la osservò sconvolta con in mano un bastone.

 

- Appena… Appena in tempo - esclamò la ragazza con un filo di voce. - Stava per ucciderti…

- Credo che avesse questa intenzione - rispose Tenten, passandosi una mano sulla gola, con un sospiro di sollievo.

 

Yujin guardò Yatsu con occhi colmi di rabbia e rancore.

 

- L’ho ucciso ?

- Credo che tu lo abbia solo tramortito - osservò Tenten. - Per questa specie di “mostro”, ci vuol altro che una botta in testa!

 

Prima che la compagna potesse aggiungere altro, Yujin afferrò lesta il pugnale dalla cintura di Yatsu e fece per accoltellarlo alla base del cranio. Tuttavia Tenten le afferrò il braccio prima che potesse calare il colpo.

 

- Lasciami, lasciami fare - protestò Yujin. - Questo verme non merita di vivere!

- No, infatti - replicò Tenten. - Ma non otterrai nulla dalla sua morte, nulla di ciò che speri di ottenere!

- Stava per ucciderti…

- E io stavo per uccidere lui: è diverso uccidere un uomo in combattimento, e per legittima difesa - insistette lei. - Lasciamolo qui e andiamocene, non ha senso sporcarsi le mani per un individuo simile!

 

Yujin esitò. Dopo tante torture e angherie da parte di quell’essere spregevole, finalmente le si presentava l’occasione di vendicarsi, eppure… No, Tenten aveva ragione: anche uccidendolo, ciò non avrebbe rimesso a posto le cose! (*)

 

- Dimmi, Yujin - esclamò Tenten. - Dove hai lasciato le altre ?

- Poco più avanti del punto in cui ci hai lasciate, abbiamo trovato una grotta in parte nascosta dai cespugli - spiegò Yujin. - A dire la verità, più che una grotta, si tratta di una breve rientranza nella roccia sufficientemente grande!

- Bene, allora andiamo a… Ah!

 

Improvvisamente Tenten si ricordò della ferita alla spalla.

 

- Tenten, ma tu sei ferita!

- No… non è niente, non preoccuparti - rispose lei. - Piuttosto allontaniamoci da questo luogo, dobbiamo fare molta attenzione!

 

Yujin annuì. Entrambe lasciarono Yatsu a terra svenuto, e si allontanarono dalla palude il più in fretta possibile.

 

***

 

La strada per Josei non presentava più ostacoli: il nemico si stava ritirando disordinatamente e, assieme a Jiraya e Naruto, Neji e la sua squadra non incontrarono alcuna minaccia. L’eremita dei rospi era l’unico nel gruppo a non vedere l’ora di arrivare, e non era difficile intuirne il motivo…

 

- Si può sapere perché è così “allegro”, Maestro ? - domandò Naruto, pur conoscendo già la risposta.

- Beh, ehm - farfugliò l’eremita, in cerca di una risposta convincente. - Beh, ovviamente… per scaricare la tensione in eccesso, prima della battaglia, è chiaro!

- “Ovviamente” - rispose Naruto, con sarcasmo.

- Vi ricordo che non sarà una passeggiata - esclamò Neji. - Anche se i nostri avversari sono donne, sono pur sempre amazzoni addestrate al combattimento, non dimenticatelo!

 

Jiraya aggrottò le sopracciglia.

 

- Che peccato - disse sottovoce.

- Cosa ?!?

- Eh, dicevo… “Che peccato non essersi accorti PRIMA della gravità della situazione”: ci saremmo risparmiati un bel mucchio di seccature e una guerra inutile!

- Giuro che, quando saremo arrivati, PRIMA strangolerò con le mie mani quella grandissima #@>.<#*%&@# schifosa, e POI…

 

La rabbia di Rin era chiaramente palpabile, fin da quando avevano lasciato Konoha. Rock Lee era addirittura convinto che, di lì a poco, sarebbe letteralmente andata a fuoco.

 

- Ehm, Rin - provò a dire il moro dalle folte sopracciglia. - Capisco che tu abbia dei conti in sospeso con quella donna, ma…

- Chiudi il becco tu - rispose lei, mettendolo a tacere con un cazzotto.

- Ahio - gemette Rock Lee. - Se non fossimo in guerra , sono stra-sicuro che in quel villaggio ti darebbero la “cittadinanza onoraria!”

 

Il battibecco andò avanti ancora per un po’, almeno fino a che il gruppo non arrivò in vista del villaggio.

 

- Ci siamo - osservò Neji - da adesso in poi, ci converrà usare molta prudenza…

- Moltissima - sorrise Jiraya. - Ricordi il piano, vero Naruto ?

- Uff, sì - sospirò Naruto, rassegnato.

- Molto bene, allora - tagliò corto Jiraya. - Come stabilito, noi due ci occuperemo del “diversivo”, voi quattro invece vi intrufolerete all’interno della torre e metterete la Mesukage in condizioni di non nuocere!

 

Sia Neji che gli altri annuirono. L’eremita e il suo allievo si avvicinarono con noncuranza alle porte del villaggio, dove una robusta donna ( simile in tutto e per tutto alla figura di Gengis Kahn, ad eccezione dei baffi ) stava di guardia con gli occhi severi e un’alabarda in mano.

 

- Mi raccomando, Naruto - sussurrò il sannin dei rospi all’allievo. - Guarda come si fa: “tatto, delicatezza, compostezza”…

- Fermi dove siete - urlò la donna, stendendo l’alabarda davanti a sé.

- Buondì, gentile signora - fece l’eremita, nonostante l’espressione di quella donna ispirasse tutto fuorché gentilezza. - Io e il mio allievo siamo qui in veste amichevol…

- Gli uomini non sono ammessi in questo villaggio, ve ne dovete andare!

- Questa poi è da vedersi - sentenziò Naruto. - Brutta befana che non sei altro!

- Che cosa hai detto, moccioso ?!?

- NARUTO - sentenziò l’eremita severo. - Ti sembra questo il modo di rivolgerti a una signor…

 

Purtroppo non poté finire la frase che la signora gli assestò un violento colpo in testa, col manico dell’alabarda. Jiraya sulle prime non disse niente, ma un istante dopo sollevò lo sguardo, emanando scintille di fuoco dagli occhi.

 

- Ok, adesso la signora le prende!

 

Così dicendo, incurante del fatto che l’altra volesse infilzarlo, si limitò a bloccare la punta dell’arma con le dita e la scaraventò all’indietro con la stessa potenza di un pugno micidiale.

 

- Allarme - gridò la donna furibonda, sollevandosi dalla polvere. - Uomini nel villaggio, correte!

 

Immediatamente sbucò dal nulla una folla ragguardevole di esponenti del gentil-sesso, anche piuttosto inferocita, davanti alla quale Jiraya e Naruto reagirono scambiandosi una lieve occhiata d’intesa.

 

- Procediamo come d’accordo, Maestro ?

- Assolutamente - rispose l’eremita impassibile.

 

Entrambi rimasero fermi ad attendere quella marmaglia urlante di donne scatenate, che gli correva incontro per linciarli sul posto, dopodiché Jiraya tracciò velocemente i segni necessari e poggiò il palmo della mano a terra.

 

- Tecnica dell’Evocazione!

 

Subito comparvero una moltitudine indefinita di rospi di varie dimensioni, davanti alla quale le donne si fermarono di scatto inorridite. Naruto e Jiraya balzarono agilmente sul dorso del rospo più grande, il quale diede agli altri il segnale di attaccare. Non appena i rospi si lanciarono in avanti, le abitanti del villaggio scapparono via terrorizzate.

 

- Aaahhh !!!

- Aiuto, che schifo!

- Mandateli viaaa!

 

Ridendo come due matti, Naruto e Jiraya si gustavano comodamente quella scena a dir poco spassosa.

 

- Andiamo, signore - le canzonò Jiraya. - Non vorrete darmi a intendere che NON conoscete la leggenda del “Principe-Rospo” ?

- Parole sante, Maestro - fece Naruto divertito. - E questi infatti sono TUTTI alla ricerca di un bel bacetto!

- Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh !!!

 

Dal loro nascondiglio, Neji e gli altri osservarono la scena con la bocca spalancata: l’intero villaggio fuggiva inseguito dalla “carica dei rospi”, e l’accesso alla torre della Mesukage era rimasto completamente sguarnito.

 

- Beh… almeno adesso possiamo entrare - fece notare Ko.

- S… sì - fece eco Neji. - Direi di sì…

 

( continua )

 

(*) = per la cronaca: sono perfettamente a conoscenza che il Codice di Combattimento Ninja sia L'ESATTO OPPOSTO di quello del Samurai ( ovvero l'eliminazione di un avversario, con mezzi leciti o meno ), ciononostante in questo particolare frangente si tratta di una scelta dettata da esigenze della narrazione che al momento non posso né svelare né anticipare. Grazie!

   
 
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