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Autore: Mia Swatt    04/04/2011    12 recensioni
La bellezza non è nel viso. La bellezza è nella luce nel cuore.
Kahlil Gibran.
Tratto dalla Prefazione: "La sua famiglia era composta da cinque membri: oltre a lui; una madre gentile; un padre severo, ma giusto; una sorella e un fratello adorabili. Ognuno di loro aveva avuto la propria vita fuori da quelle mura. Tutto in torno al giovane ragazzo si muoveva, mutava. Tutto. Eccetto la sua cattiveria. Egli usava chiunque avesse a tiro, senza pensare di ferirne i sentimenti. Credeva che l’amore fosse una fantasia, il punto debole del genere umano, il quale era noto per il suo auto illusionismo." Se da piccole adoravate le favole e vedendo Beastly sugli scaffali delle libreria lo avete comprato senza pensarci, questa è la storia che fa per voi :)
[ La storia fa parte del ciclo "Once upon a time" ]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Once upon a time.'
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Buon pomeriggio girls! (se c'è anche qualche boys mi scuso, buon pomeriggio anche a voi ù.ù) visto che sono leggermente in ritardo e devo uscire di nuovo XD vi lascio il capitolo, rispondo alle recensioni senza perdermi in altro. :)
Solo una cosa: ho notato un calo delle recensioni, la storia vi ha stufate? Annoiate, deluse? Se è così mi dispiace, ma state tranquille perchè, come aveva già detto, era molto corto. Giovedì, infatti, posterò di già l'ULTIMO CAPITOLO! Ora vi lascio sul serio...
BUONA LETTURA! (Ah se ci sono degli errori scusate, ma sono di corsa! In caso poi lo rileggo meglio)

Quarto Capitolo

Isabella si trovava a casa sua quella mattina. L’Epifania, da poco arrivata, aveva portato via con sé tutti i giorni di festa e la popolazione era tornata a svolgere i suoi soliti e normali compiti. Chi andava a lavorare, chi tornava a scuola… Bella non aveva nessuna di queste due cose. Aveva preso il Diploma un anno in anticipo, essendo una mente brillante con poca vita sociale, a dire il vero nulla, passava il suo tempo sui libri assorbendo quelle pagine senza troppa fatica. Sognava di andare al College, ma purtroppo le rette erano troppo alte. Non poteva permettersele.
Stava sistemando la sua casa quel giorno, mentre la televisione trasmetteva il solito Telegiornale. Era stufa di guardare i notiziari, non dicevano mai nulla di buono. Ne era sempre rimasta avvilita, Bella. Come poteva un mondo tanto bello procurare così tanti morti e tanta sofferenza? Cercò il telecomando per spegnere, ma una notizia la immobilizzò.
<< Ritrovato nel bosco di Forks il bambino scomparso qualche giorno fa dalla Riserva di La Push. Seth, così si chiama il ragazzino di appena dieci anni, afferma di essere stato salvato da un mostro buono… >> alla ragazza caddero i piatti dalle mani << “ Si, era un’enorme creatura! Dal pelo folto, bello lucido sul marrone bronzeo! E poi aveva occhi verdissimi! “ questa la testimonianza. Ma non è solo Seth Clearwater a dire di aver visto qualcosa nel bosco, vi sono molte persone che affermano che lì si aggiri un orso bruno molto grande e molto pericoloso. Per questo motivo è stata aperta una missione di caccia per uccidere l’animale >>
<< No! >> urlò Bella. Si mise in fretta le scarpe, afferrò il giubbotto e si precipitò dalla Bestia. Doveva avvertirlo.
Corse senza sosta, arrivò alla grande villa bianca completamente spossata. Senza fiato.
Bussò ripetutamente, finché il suo enorme amico non aprì la porta.
<< Bella >> disse la Bestia << pensavo ci fosse il terremoto >> scherzò << ma stai bene? È successo qualcosa? Hai una faccia >>
<< Vogliono ucciderti! >> tuonò lei, mentre si aggrappò a lui per spingere entrambi dentro le mura sicure di quella casa.
<< Cosa? >> chiese la Bestia, confuso << chi? >>
<< I cacciatori! Hai riportato a casa Seth? Ma dico, sei impazzito? Volevi farti ammazzare? No, perché ci stai riuscendo alla grande! >>
<< Bella, calmati >> tentò di tranquillizzarla la Bestia.
<< Calmarmi? Come diavolo faccio a calmarmi? >>
<< Vieni qui >> disse lui, prendendole la mano, dirigendola verso il divano del soggiorno << devi stare tranquilla, ok? Io non ho fatto nulla di male, ho solo condotto un bambino piccolo verso la strada di casa. In più, questa villa è isolata e nascosta nessuno può trovarmi, va bene? >>.
Bella incrociò i suoi occhi verdi e sinceri, ma soprattutto sereni e tranquilli. Tirò un respiro e cercò di calmarsi.
<< D’accordo >> disse poco dopo << hai ragione tu, sono stata esagerata >>
<< No >> le rispose subito la Bestia << sei stata dolce… >>.
Bella allungò una mano verso il viso della Bestia e lo accarezzò debolmente. Era strana la sua pelle, sembrava quella di un cagnolino a pelo corto. Egli era soffice, morbido, caldo. Gli stracciò i contorni del naso, troppo grande per un viso umano, finendo sulle labbra ruvide, dalle quali sporgevano due zanne lunghe e affilate. Non le aveva mai fatto paura e non gliene faceva neppure adesso.
<< Bella… >> sospirò la Bestia << fermati >> la ragazza si risvegliò dal torpore nel quale era caduta e sono allora si accorse realmente di quello che stava facendo. Ritrasse velocemente la mano, avvampando come mai prima di allora.
<< Scusa… >> disse Bella, mordendosi il labbro inferiore.
<< Non scusarti, Bella. Non sei tu ad essere sbagliata >> rispose la Bestia, alzandosi voltandole le spalle.
<< Tu non sei sbagliato. Sei solo… diverso >> a quelle parole la Bestia sorrise amaramente. Bella era solo gentile, ma lui non era diverso. O per meglio dire, lui non era semplicemente diverso, era un mostro. Apprezzava, però, la gentilezza di quella dolce ragazza, che era arrivata persino a preoccuparsi della sua incolumità.
<< Vieni con me! >> disse, improvvisamente. Bella rimase sconvolta qualche minuto. Andare con lui? Dove? Ma le sue furono solo domande mute. Si alzò e lo seguì senza timore. Percorsero tutti i piani, salendo su, fino alla soffitta. La Bestia l’aprì facendo strada. Era tutta piena di polvere, notò Bella, stracolma di vecchi oggetti. C’era di tutto: lampade antiche, quadri, bauli… Non riusciva a capire perché l’avesse portata fin lassù.
<< Cosa ci facciamo qui? >> chiese Bella, guardandosi curiosamente in torno.
<< Voglio mostrarti una cosa >> rispose, indaffarato, la Bestia mentre spostava e lanciava oggetti << ricordo che era qui da qualche parte! >> disse poi, più a se stesso che alla ragazza. Bella si scansò quando, per sbaglio, le arrivò quasi addosso un vecchio cuscino. Prese una sedia a dondolo, che era poco distante da sé, e vi si accomodò, pregando che non si spaccasse.

Era più di un’ora che quei due si trovavano in quella soffitta. Le Bestia cercava, cercava, cercava senza sosta, ma alla fine non trovava mai nulla.
<< Ehm >> provò Bella, schiarendosi la voce << ma vuoi una mano? Dimmi quello che cerchi e… >>
<< Trovato! >> tuonò, elettrizzato la Bestia << vieni! >> disse alla ragazza, mentre si stava già indirizzando fuori di lì.
<< E adesso dove andiamo? >> chiese Bella
<< Sorpresa! >>
<< Sorpresa? Io non amo particolarmente le sorprese, dammi un indizio, un segno! Qualsiasi cosa! >>
<< Non ami le sorprese, ma noto che sei una gran curiosona >> le rispose, voltandosi.
<< Bhè si, lo ammetto >> disse lei, mordendosi il labbro inferiore.
Non si era accorta di essere arrivata al secondo piano e di essere giunta davanti ad un’enorme porta bianca. Si guardò in torno, Bella, poco dopo, ma non riusciva a capire.
<< Prendi questo >> disse la Bestia, donandole un’enorme sacca bianca e delle scarpe, visto il modello dovevano appartenere agli inizi del ‘900.
<< Come? >> chiese , imbarazzata, prendendo il tutto << ma cos’è? E perché? >>
<< Niente domande, ok? >> rispose sorridendo la Bestia << entra qui, questa stanza è tutta per te. Cambiati, fai con comodo. Ci vediamo giù nel salone principale tra un’ora, va bene? >> domandò, ma stava già scendendo di sotto con ampie falcate.
<< Ma… >> provò a ribattere la fanciulla, senza troppo successo. La Bestia era già andata via. Tirò un sospiro e aprì la porta bianca. Quello che vide la lasciò a bocca aperta. Quella stanza era stupenda, la più bella che avesse mai visto. L’arredo era antico, tenuto come nuovo, al centro vi era un enorme letto in ferro battuto bianco, ornato con un baldacchino dello stesso colore. Sulla parete più ampia un grosso armadio di otto ante color panna, così come la scrivania, sulla quale era posto un grande specchio circolare, ed il comodino accanto al letto. C’era anche una cassettiera, notò Bella, in tinta con tutto l’arredamento messa accanto alla finestra e sopra di essa un libro, parecchio vecchio e ingiallito, e una fila assurda di profumi da donna. E una foto. Essa era incorniciata, sembrava molto vecchia. Ritraeva due ragazzi: la prima era una fanciulla dai capelli neri, corti, indossava una camicia a quadri. Il secondo era un ragazzo, molto alto, teneva il gomito appoggiato sulla spalla di lei. Era carino, biondo, ben vestito. Le venne in mente che la Bestia aveva parlato di due fratelli, quindi, magari, erano proprio quelli. Eppure tra di loro non si somigliavano granché. [ La Foto ]
Decise di non pensarci troppo e aprì la sacca che il suo amico le aveva donato, ma non riuscì a credere ai suoi occhi. Essa racchiudeva un vestito. Un abito da fiaba, un abito da Principessa. Era lungo, con uno strascico laterale, color oro, decorato sul fondo in argento. La maniche erano corte, a sbuffo e sull’estremità c’era un piccolo tulle. [ Vestito del '900 ]
<< Oh mio Dio >> si lasciò sfuggire, continuando ad ammirare quel capolavoro di stoffa. Era a dir poco magnifico!

Cambiati, fai con comodo. Ci vediamo giù nel salone principale tra un’ora. Le tornarono in mente le parole della Bestia. Oddio! Pensò, lui voleva che lei indossasse quel vestito? Ma perché? Lei non era ricca, né nobile, come avrebbe potuto indossare un simile abito senza sfigurare? Lo tirò fuori dalla custodia. La stoffa era morbidissima, ma… come accidenti si indossava? Lo analizzò per venti minuti buoni e alla fine capì.

Era passata un’ora e Bella era ancora chiusa in quella stanza. Si guardava allo specchio, ma non credeva i suoi occhi. Era davvero lei quella fanciulla? Buttò un’occhiata all’orologio. Erano le sette e mezza di sera. Cosa doveva fare? Scendere? Ma conciata così… Non si sentiva se stessa. Non era abituata ad un tale abito. Aveva paura di fare una pessima figura. Prese un grosso respiro e decide di andare.
Quando aprì la porta un ottimo odorino le stuzzicò le narici. Pasta al forno? E… l’altro odore cos’era? Notò che non ci fossero luci accese, solo i lumi di centinai di candele sparse per l’intera villa. Che ci fosse stato un Black – Out? Strano… In fin dei conti l’illuminazione della “ sua “ camera era funzionante. Spinta da un moto di curiosità, ma anche di fame non poteva negarlo, si fece coraggio scendendo la scala principale della villa. Pregava di non rotolare giù, inciampando nei suoi stessi piedi a causa dei tacchi alti. Solo quando giunse all’ultimo gradino e alzò gli occhi che lo notò. Il suo grande amico era lì, stranamente elegante, che l’aspettava. Solitamente indossava un pantalone nero ed una canotta, questa volta, invece, aveva una giaccia color prugna, sopra una camicia bianca e un pantalone dello stesso colore. Si chiede dove trovasse degli abiti adatti a lui… Ma non fece domande quando si rese conto che teneva in mano una Rosa Blu. Era per lei.

La Bestia la fissava, estasiato. Non riusciva a credere che quella ragazza fosse la sua Bella. sorrise amaramente, mentre la fissava scendere la grande scalinata. Lei non era sua, e non lo sarebbe mai stata. Quando incrociò i suoi occhi cioccolato, il suo cuore si riempì di gioia. L’abito sembrava fatto su di misura per lei. Le fasciava il corpo in modo perfetto, valorizzandola incredibilmente. L’acconciatura, poi, era un tocco di classe. Aveva legato i capelli, portandoli su con uno chignon leggero, non marcato. Infatti, delicati boccoli le ricadevano ai lati del viso e sulle spalle. Notò che, incastonato tra i capelli di Bella, c’era il cerchietto – diadema di Alice. L’aveva condotta in quella stanza, mettendole a disposizione le cose di sua sorella, proprio con l’intento e la speranza che lei ne usufruisse per quella sera. Le si avvicinò cauto, porgendole la rosa.
<< È per te >> disse la Bestia
<< Grazie >> rispose lei, arrossendo << è tutto magnifico >> disse, guardandosi in torno. Notò, così, l’enorme tavola imbandita e lo stereo acceso.
<< Tu sei magnifica >> disse la Bestia, dandole il braccio per scortarla in soggiorno. Lei lo afferrò senza timore, sorridendo.
<< Anche tu sei molto bello >> rispose, timidamente.
La tavola era a dir poco perfetta. La tovaglia blu, decorata con ghirigori bianchi sui bordi, era fantastica. Al centro, c’era un grande candelabro e in mezzo al soffitto, a voltaggio leggero, splendeva un meraviglioso lampadario con migliaia di scintillanti Swarovski. Bella era senza parola.
<< Perché… >> tentò di parlare, ma l’emozione era grande << perché hai fatto tutto questo? A cosa… a cosa devo tutto questo? >>
<< Voglio solo dirti grazie >> rispose la Bestia, scostando la sedia per invitarla a sedersi
<< Grazie? E per cosa? >> chiese la fanciulla, prendendo posto
<< Vedi Bella… >> cominciò la Bestia, mettendosi a sedere anch’egli << tu sei ingenua e, come posso dire, smaliziata. Credi che tutto in torno a te sia buono, sincero, puro. Hai dei bei principi. Veri, autentici. Credi al vero amore, alla passione travolgente. Ma la cosa più importante è che non mi vedi come un mostro… >>
<< Perché tu non sei un mostro. Inoltre credo che… >>
<< Aspetta, posso finire? >> la interruppe, sorridente. La ragazza divenne rossa, a causa dell’imbarazzo, ma annuì energeticamente.
<< Vedi, è proprio questo il punto. Io non sono un essere umano, lo ero, ma adesso non lo sono più. Tengo a precisare che a comportamento e a modi di fare sono cambiato. Migliorato, oserei dire. In quel senso potrei benissimo affermare di essere più uomo ora che prima >> sorrise triste, ma tornò subito serio << ma nessuno mi vedrebbe mai come un uomo. Eccetto te. Tu riesci a vedere oltre l’apparenza, oltre l’aspetto fisico. Tu riesci a vedere il mio cuore. Ma nessuno lo avrebbe mai fatto, nessuno lo farebbe mai, perché purtroppo il mondo è marcio, Bella, è questa la verità. Io l’ho capito tardi, ma devo ringraziare chi mi spedì quella rosa. Anche se in maniera orribile, mi ha insegnato che nulla è come sembra. Che oltre al nero e al bianco, vi sono tanti altri colori. Migliaia di sfumature diverse. Ma sono in pochi a notarle. Tu rientri in questa categoria, perché sei pura. Sei unica, Isabella >> il cuore della ragazza sussultò violentemente. Gli occhi le pungevano, ma per la felicità di quel momento. Troppe emozioni le vorticavano in testa, ma soprattutto nel cuore. Cos’era quel calore che percepiva ogni volta che lui la guardava o quando, semplicemente, le rivolgeva un sorriso? O, anche più banalmente, un saluto? Adorava quella Bestia. Adorava tutto di lui. I suoi modi gentili, i suoi comportamenti di un’altra epoca, il suo modo di fare che cambiava quando c’era lei con lui. Ma soprattutto, Bella amava quegli occhi. Quegli occhi tanto verdi che gli smeraldi impallidirebbero a confronto. Quegli occhi tanto tristi, ma così sinceri, che riuscivano a guarda dentro a scrutarla nel profondo. E fu allora che comprese. Capì che senza di lui lei non avrebbe più saputo vivere, perché in quel mondo totalmente in ombra, lui era la sua luce. Il suo sole personale. Non provava semplice affetto per lui. Lei se ne era innamorata.

La cena passò tranquilla. Bella e la Bestia parlarono di tutto e di niente, scambiandosi qualche battuta o raccontandosi qualche aneddoto famigliare. Purtroppo la ragazza non ricordava molto dei suoi primi anni di vita, perciò raccontò quel poco che sapeva immergendosi completamente nei discorsi della Bestia. Non riusciva a non sorridere, Bella, immaginandolo correre e divertirsi con i suoi fratelli proprio in questa casa. Bella ammirava la sua famiglia perché, nonostante tutto, gli erano rimasti accanto anche dopo la trasformazione. Erano morti di vecchiaia tutti i suoi parenti e man mano, non ne era rimasto più nessuno.
<< Mi concedi questo ballo? >> chiese la Bestia, sorridendo
<< Ehm… >> tentò di spiegare Bella << io… io non so ballare >>
<< Oh bhè… >> rispose la Bestia sorridendo, mentre piano sistemava le braccia della ragazza per assumere una posizione corretta << puoi affidarti a me >>
<< Non ho paura di te >> rispose convinta
<< Lo so >> disse lui, mentre stavano già volteggiando per la stanza.
Durante quel ballo, entrambi, capirono molte cose. Stare l’uno accanto all’altra era curativo, complementare. E se ne stavano rendendo conto anche loro.
La canzone finì troppo presto e la realtà bussò prepotente alla porta di quella bellissima Fiaba. Ma le complicazioni, si sa, era dietro l’angolo…
<< Credo sia ora che io torni a casa >> disse Bella, anche se non se ne sarebbe mai voluta andare davvero. Ma la notte aveva inghiottito quello scenario fantastico, diventando cupa e nera. Bella aveva un bruttissimo presentimento, ma non riusciva a tradurlo in parole.
<< Ti accompagno >> rispose lui, dirigendosi verso la porta
<< Cosa? >> domandò lei << non posso permettertelo. Se ti vedessero? Inoltre devo cambiarmi… >>
<< Il vestito lo puoi tenere, se vuoi >> disse lui, sorridendo << era di mia madre, ma conoscendola non le sarebbe dispiaciuto regalarlo a te >>
<< Ma io, no non posso tenerlo, è troppo importante per te… >>
<< Bella >> la interruppe lui << ne sarei felice >> le sorrise ed entrambi uscirono da quella casa sconosciuta, che si ergeva al limitare del bosco.
Durante il tragitto nessuno dei due parlò, troppo intenti a sperare che quella giornata non finisse ma mai. Ma le luci della città remavano contro i loro desideri.
<< Sono arrivata >> disse Bella, fermandosi nella fitta vegetazione di fronte casa sua << quella è casa mia >> proseguì indicando una piccola villetta marrone a due piani, ridotta piuttosto male.
<< Carina >> le sorrise la Bestia
<< Fa pietà >> sbuffo la giovane << ma era dei miei genitori. Loro l’hanno lasciata a me perciò in tutti i miei anni di orfanotrofio si è ridotta così >>
<< Quella casa è piena di ricordi, no? >> domandò la Bestia << quindi è bella così com’è. È vissuta, ecco >>
<< Hai ragione >> constatò Bella, sorridendo << buona notte, Bestia >>
<< Edward >> rispose la Bestia, bloccando la fanciulla che si stava già dirigendo verso casa. Bella si voltò, lentamente, incrociando i suoi occhi verdi.
<< Come? >> chiese lei
<< Il mio nome era Edward, tanto tempo fa. Sogni d’oro, Isabella >> le sorrise e scomparve nel bosco.

Un nuovo giorno aveva fatto capolino sulla grigia città di Forks. Bella volle permettersi qualche ora di accidia, crogiolandosi nel letto caldo, mentre ripensava alla serata appena trascorsa.
<< Edward… >> pronunciò piano, affinché nessuno la potesse sentire. Sorrise, finalmente conosceva il suo nome. Ne era così felice!

<< L’hanno trovata? >> urlò una donna
<< Si! È nel bosco! >> rispose un uomo
Ma cosa diavolo stava succedendo? Si domando Bella. Perché quella mattina c’era tutto quel gran chiasso?

<< Ieri si è perfino spinto in città! Qualcuno ha detto di averlo visto al limitare di questo boschetto! >>
<< Chi l’ha visto? >>
domandò qualcuno
<< È stato Jacob Black! Dice che passava da queste parti e ha visto l’orso tornare indietro, ma dice che è enorme! Lo ha seguito, ma poi l’ha perso! >>
<< Ma la cosa strana è che ho sentito dire che aveva fattezze umane e bestiali! >>
<< Che sia un mostro? Un qualche esperimento genetico venuto male? >>
<< Non lo so! Ma io non lo voglio nella mia città! >>
<< Nemmeno io! >>
ci fu un coro di voci a pronunciare quella frase.
<< Che si fa ora? >> domandò un uomo
<< Sono partiti i cacciatori poche ore fa! Hanno intenzione di ucciderlo! >>
<< NO! Edward, no! >> urlò Bella, si staccò dalla finestra e si vestì di corsa. Doveva impedirlo. Loro non poteva ucciderlo. Ecco cos’era quella sensazione di paura che le era entrata dentro il giorno prima. Un presagio…
Loro non lo avrebbero ucciso. Lei non lo avrebbe mai permesso.

Risposte alle Recensioni :

thecarnival: Ciao amica! Ahahahah e dai susu non prendertela così, era una sfida carina ù.ù stile “ Io Canto “ ahahahah però bella quella canzonica XD per quanto riguarda il capitolo shi, lei non se ne frega che lui sia una Bestia, lo adora così com’è!! E la cosa è meravigliosa *-* grazie per i complimenti… e non è vero che su fb sono cattiva, dai ù.ù” spero che il capitolo ti sia piaciuto e ci sentiamo su fb e al prossimo che sarà l’ultimo :( ti lovvo anche io amica, un bacione <3
squirrel93: Ciao!! Sono contenta che la storia ti piaccia :) anche io devo leggerlo Beastly XD l’ho comprato ma non ho ancora avuto modo di sfogliarlo :P comunque spero che anche questo penultimo capitolo ti sia piaciuto e che non abbia aspettato molto per la pubblicazione :) alla prossima! Un bacio
bella cullen89: Ciao tesoro! Cosa ne hai pensato di questo capitolo? Che era il penultimo, infatti quello di Giovedì sarà l’ultimo XD apprezzo il fatto che mi hai seguita e continui a farlo! Ti voglio bene e buono studio!! Un bacione <3
Sweet Bleeding Star: Ciao Sweet! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, ma siamo agli sgoccioli :) difatti il prossimo è l’ultimo capitolo! Cosa succederà? Per saperlo dovrai aspettare Giovedì!! Fammi sapere cosa ne pensi di questo 4 capitolo, se ti va! Un bacio
smiles:
Ciao Mary! Che bello risentirti!! Grazie perché recensisci dalla prefazione e di questo ne sono felicissima *-* sono contenta che il capitolo scorso ti sia piaciuto e spero che anche questo sia stato di tuo gradimento :) purtroppo il prossimo capitolo sarà l’ultimo! E anche questa storia volgerà al termine… Un bacione grande!!

  
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