Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: SereILU    05/04/2011    4 recensioni
“Io…” tentò ancora di dire.
“C’è davvero bisogno di dire qualcosa?” le chiese Draco, gli occhi che brillavano.
“Forse no…” sussurrò lei, mentre la mano di Draco si poggiava sulla sua guancia accaldata.
A volte – pensò Meissa, prima che il suo cervello si spegnesse di nuovo – non c’era bisogno di parole.
Aggiunto Capitolo 22: "Il Ballo del Ceppo"
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buona lettura!

 

CAPITOLO 3

 

IL QUADRO E IL PAIOLO

 

 

 

Sogni.

Meissa non aveva mai sognato. Non aveva idea di cosa volesse dire fare un bel sogno, o avere un incubo. Quella notte però Meissa sognò.

Non era stato un sogno particolare, di quelli che i Veggenti si divertono ad interpretare vedendo ovunque i presagi di una morte orribile.

C’era lei stessa. C’era Harry Potter, e tante persone senza volto. E c’era anche Kreacher l’elfo domestico, che la teneva per mano e la conduceva in mezzo a quella folla di individui.

Poi si era svegliata in una stanza sconosciuta. O almeno lo era fino alla sera precedente. Ricordava di essersi addormentata non appena la sua testa aveva sfiorato il cuscino. Ora che la luce entrava dalle grandi finestre riusciva a vedere i letti e gli armadi che riempivano la stanza.

Si mise a sedere e attese. Ma la solita sensazione di vuoto e di freddo non venne. Il dissennatore se n’era andato, per sempre.

Meissa sorrise. Non sapeva perché, ma si sentiva felice. Tutti i ricordi della serata precedente le riempirono la mente e il cuore e quando scese dal letto ed iniziò a vestirsi si sentiva come dentro una bolla luminosa che sembrava colorare il mondo attorno a lei.

Pochi minuti dopo era pronta. Tutti i suoi vestiti erano apparsi nell’armadio durante la notte, e anche se sembravano nuovi, Meissa era sicura che fossero stati perquisiti attentamente.

Si diresse verso la porta della stanza, ma prima che potesse afferrare la maniglia, una voce la fece voltare.

“E tu chi saresti?” domandò la voce.

Meissa si guardò intorno cercando qualcuno o qualcosa che potesse almeno giustificare quel fenomeno. Poi lo trovo. Era un quadro. La sera prima non gli aveva riservato più di un’occhiata, ma era sicura che fosse vuoto. Però in quel momento c’era qualcuno nel quadro, e non sembrava felice di vederla.

Era un mago dall’aria scaltra, con la barba a punta. E vestiva con colori verde e argento.

“Chi sei?” chiese ancora con la sua voce fredda.

“Mi chiamo Meissa”.

“Meissa?” mormorò l’uomo del quadro, lo sguardo pieno di sospetto.

“Sì” disse Meissa, il cuore improvvisamente più veloce.

“E cosa ci fai nella dimora dei Black? Credevo che il mio orribile pronipote l’avesse lasciata a quell’Harry Potter no?”.

“Infatti è lui che mi ha portata qui” si affrettò a rispondere Meissa, “sono arrivata ieri sera”.

“E.. di grazia, da dove arrivi?”.

“Se ti rispondo, mi dirai chi sei?” chiese Meissa con un coraggio che non si sentiva affatto.

“Ma come osi rivolgerti a me in quel modo?” domandò il mago, alterandosi all’istante.

Meissa non rispose, ma dovette distogliere lo sguardo da quegli occhi orgogliosi e in collera.

“Comunque” continuò il mago “io sono Phineas Nigellus. Il miglior preside che Hogwarts abbia mai avuto e membro della nobile e antichissima Casata dei Black!”.

Meissa quasi scoppiò a ridere. L’atteggiamento di quell’uomo era così pomposo che sembrava che la cornice non potesse più contenerlo.

“Arrivo da Villa Lestrange” disse lei, cercando di rimanere seria, “ma non so esattamente dove si trovi..”.

“Lestrage? La dimora della mia perduta e carissima pronipote?”.

“Ehm.. credo di si..”.

“E cosa ci facevi là?” la attaccò di nuovo Phineas Nigellus.

“Lei è nata lì, Phineas”.

Harry Potter era entrato nella stanza senza che né Meissa né Phineas Nigellus se ne accorgessero.

“Nata là?” ripeté il mago nel quadro, sempre più sospettoso.

“Sì” rispose Harry, “E.. va bene, tanto lo verresti a sapere comunque. Meissa è la figlia di Bellatrix Lestrange”.

Phineas rimase qualche secondo in silenzio.

“I Black hanno un’altra erede?” sussurrò.

Harry annuì.

I suoi occhi si persero in quelli di Meissa.

In effetti la sua somiglianza con la sua defunta nipote era strabiliante. Quindi ora il giovane Malfoy non era più l’unico erede della famiglia.

“Bene” disse poi, accarezzandosi la barba, “allora, spero che il suo soggiorno a Grimmauld Place sarà.. piacevole. Addio”.

E sparì oltre la cornice.

Meissa si rilassò e si voltò verso Harry.

“Chi era quell’uomo?” chiese.

“Quel mago” rispose Harry, “era Phineas Nigellus, il bisbisnonno di Sirius Black e di tua madre. In sostanza è il tuo bisbisbisnonno o qualcosa del genere”.

“E perché all’inizio si è arrabbiato con me?”.

“Ah, l’ha fatto?” Harry sorrise, “beh, è solo molto orgoglioso di essere un Black, e disprezza tutti quelli che, secondo lui, non sono alla sua altezza”.

Meissa annuì.

Che bella famiglia che si ritrovava. Una madre proveniente da una famiglia di montati e un padre che forse era stato il più grande mago oscuro di tutti i tempi. Certi hanno tutte le fortune.

“Allora andiamo?” chiese Harry.

Meissa si riscosse dai suoi pensieri.

“Certo ma.. come?”.

“Tranquilla, stavolta niente Materializzazione. Andremo con il Nottetempo!”.

“Il cosa?” chiese Meissa, leggermente nervosa. Non le era piaciuto viaggiare con la Materializzazione, ed era sicura che nessun mezzo di trasporto magico le sarebbe mai andato a genio.

“Il Nottetempo. Ma non preoccuparti, sarà veloce. Solo un po’ movimentato”.

 

Il viaggio era stato veloce, su quello non c’erano dubbi. Ma Meissa non era riuscita a goderselo. Frenate a secco e accelerazioni improvvise erano riuscite solo a farla volare giù per ben sei volte dalle scompagnate sedie di legno che riempivano quell’assurdo autobus a tre piani.

Poi era scesa davanti ad un pub chiamato “Il Paiolo Magico” con la schiena che pulsava, il sedere dolorante e Harry che rideva.

Entrarono nel pub. Era buio e quasi vuoto. C’erano pochi clienti ancora, visto che era molto presto. Dietro il bancone c’era un barista sdentato che si illuminò quando vide Harry.

“Signor Potter! Che piacere vederla! Il solito?” chiese uscendo da dietro il bancone per stringere la mano ad Harry.

“Grazie Tom” rispose Harry, “ma ho un po’ da fare oggi. Devo accompagnare un’amica a fare delle compere”.

“Oh..” Tom sembrava deluso, “ma c’è una persona che vi cerca”.

“Ah davvero? E chi?”.

Ma prima che Tom potesse rispondere, lo fece una nuova voce.

“Ogni tanto fa bene far visita ad un vecchio studente no?”.

A parlare era stata una strega alta, con occhiali rettangolari. Portava una lunga veste scozzese e un cappello a punta.

“Professoressa McGranitt!” Harry le si avvicinò e la strinse in un abbraccio. “È sempre un piacere vederla! Come vanno i preparativi per il nuovo anno scolastico?”.

“Oh, vanno bene. Come al solito direi” rispose lei, “e spero che riusciremo a spedire una lettera speciale. Non vuoi presentarmi la tua ospite?”.

Meissa arrossì subito. Quella donna non le sembrava cattiva, ma aveva l’aria di una persona severa, che non accetta compromessi.

“Oh certo!” rispose Harry spingendo avanti Meissa, “questa è Meissa, e tra due mesi sarà ufficialmente ammessa al settimo anno ad Hogwarts”.

“Ne sei così sicuro?” chiese la McGranitt, gli occhi fissi in quelli di Meissa, come volesse studiarla e allo stesso tempo tentasse di vedere la sua anima.

“Sì, certo!” rispose Harry senza esitazioni.

Meissa si sentì arrossire ancora di più, ma si sentì anche rincuorata da quelle parole.

Minerva McGranitt parve un po’ sorpresa da quella sicurezza, ma con un’alzata di spalle lasciò cadere il discorso.

“Beh, se non sbaglio i suoi genitori erano molto portati.. quanti G.U.F.O. hanno preso?” chiese Harry.

“Bellatrix 10 e Tom 12 se non sbaglio” rispose la McGranitt rimettendosi a sedere su uno sgabello traballante davanti al bancone.

“Cosa sono i G.U.F.O.?” chiese Meissa prima di riuscire a trattenersi.

“Ah giusto, me ne sono dimenticato” rispose Harry, “sono gli esami che bisogna sostenere al quinto anno ad Hogwarts e sono anche quelli da cui dipenderà la tua futura carriera”.

“Ah..”.

Harry sorrise.

“Su sta tranquilla, non sono poi così orribili”.

“Se lo dici tu...”.

“Harry” intervenne la McGranitt, “dovrei parlarti in privato..”.

“Oh sì, Meissa, ce la fai a orientarti da sola? Devi solo arrivare alla Gringott, prendere un po’ di monete e poi passare da Olivander a prendere una bacchetta. Non ti ci vorrà troppo. Te la senti?”.

“Sì, sicuro..”.

L’idea di andare da sola la spaventava, ma allo stesso tempo sarebbe stato bello poter camminare indisturbata e senza una specie di guardia del corpo.

“Allora vieni, ti faccio vedere per dove passare..”.

Uscirono sul retro del pub, dove c’era solo un muro e qualche bidone della spazzatura.

E poi, dopo un tocco di bacchetta, il muro si aprì.

 

 

 

Angolooo:

Ok, non è un capitolo lunghissimo, ma penso che non molti si sarebbero aspettati questo incontro no? XD Comunque, aspettate il prossimo capitolo e fatemi sapere cosa ne pensate! Grazie a tutti!

Keira Lestrange: tesoro, grazie che continui a commentare *w*… comunque, per il cognome ho risposto in questo capitolo direi, e per quanto riguarda i pregiudizi della gente credo che Meissa abbia capito tutto già dalla reazione dei maghi alla sua esistenza no? Grazie ancora e aspetto la tua prossima recensione!

SereILU

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: SereILU