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Autore: Alicia Weasley    06/04/2011    4 recensioni
-Ah Hermione tesoro, indovina chi è venuto a trovarci ieri?- intervenne la signora Granger inaspettatamente, con nochalanche.
-Chi?-
-Il tuo amico, quello bulgaro … com’è che si chiamava caro?- si rivolse al signor Granger.
Ron, pronunciò, quasi inconsciamente quel nome: -Victor Krum-.
Song-fic ispirata alla canzone “Non posso scordare l’amor”.
(Aladdin 2)
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“NON POSSO SCORDARE L’AMOR”

 
 
 
Canzone: Non posso scordare l’amor (Aladdin 2)
Personaggi: Ron/Hermione
Genere: commedia, romantico, song-fic
 
Questa storia è stata scritta senza alcun fine di lucro. I personaggi citati non mi appartengono ma sono di proprietà di J.K. Rowling.
 
 

Dedico questa fan fiction a Evey_f.
Perché sei un’amica fantastica,
 perché mi hai sempre incoraggiato a scriverla,  
perché come me adori questa canzone
e … perché oggi è il tuo compleanno!
Spero ti piaccia.
 

CAPITOLO PRIMO
 

- Allora Ron, ricapitoliamo. -
-Stasera, a casa mia … alle 7 e mezza. PUNTUALE. -  rammentò Hermione al suo fidanzato.

Ron si passò una mano tra i capelli. Tentò un’ultima volta di dissuaderla da quella proposta.
- Hermione … io non … ecco non sono proprio sicuro … insomma … è ancora presto … ci sarà tempo per conoscere i tuoi genitori … -
Hermione, come al solito, non accettò giustificazioni.
-Ron, i miei genitori ci tengono davvero tanto ad incontrarti … ufficialmente.  E anche io sono, diciamo … d’accordo. – gli ripose, un po’ stufa ma leggermente imbarazzata.
Quella sera, infatti, Hermione lo avrebbe presentato” ufficialmente” ai suoi genitori.
L’idea era quella di una cenetta “intima”.
E il solo pensiero di quella serata semplicemente terrorizzava il povero Ron.
Però … Non era il caso di deludere Hermione proprio adesso. Meglio evitare litigi incombenti, dove alla fine lei gli teneva il broncio e lui doveva pietosamente chiederle scusa.
-Si forse hai ragione … infondo è solo una cenetta no?- disse, come per tranquillizzare se stesso, ma soprattutto per evitare altri problemi con Hermione.
-Esatto- gli rispose sorridente la ragazza.
-Bene. Allora io vado ad aiutare mia madre con i preparativi … Ci vediamo stasera Ron. -
Si diresse verso la porta della stanza e quando fu uscita si smaterializzò.

Ron sprofondò sul suo letto, sbuffando.
Infondo era solo una cenetta. Cosa mai sarebbe potuto accadere?
 

 

***********************
 

 
 
Le 7.30. Ron suonò il campanello di casa Granger. Almeno era puntuale.
-Buonasera caro!- lo accolse la madre di Hermione. –Prego, entra pure.-
Ron era stato poche volte a casa di Hermione, perché di solito era lei che veniva alla Tana.
La casa aveva un aspetto curato ed elegante, e questo lo inquietava ancora di più.
All’ingresso, sulla destra, c’era un pianoforte: vedendolo, Ron si ricordò di quando Hermione aveva invano cercato di insegnargli a suonarlo. Sorrise.
-Allora Ronald, i tuoi genitori stanno bene?- chiese la signora Granger,  mentre si dirigevano in salotto.
- Si, stanno tutti bene grazie.-
-Dammi pure il cappotto caro.-
 
-Ciao Ron… - Hermione gli venne incontro raggiante. Era davvero bella. Aveva una camicetta color smeraldo e i capelli raccolti in uno chignon.
 -Buonasera Ronald.-  gli disse il signor Granger.  Un uomo alquanto ambiguo, a suo parere.
-Buona sera, signor Granger.-
 
-Allora, andiamo a tavola?- Li richiamò la signora Granger.
 
La serata stava  procedendo abbastanza bene.
Il signor Granger intraprese perfino una fitta conversazione con Ron sul sistema legislativo nel mondo magico.
Entrambi erano intenti a parlare anche se Ron mostrava evidente difficoltà sull’argomento.
 -Ah Hermione tesoro, indovina chi è venuto a trovarci ieri?- intervenne la signora Granger inaspettatamente, con nochalanche.
-Chi?-
-Il tuo amico, quello bulgaro … com’è che si chiamava caro?- si rivolse al signor Granger.
Ron pronunciò, quasi inconsciamente, quel nome: -Viktor Krum. -
Hermione abbassò d’istinto lo sguardo ed evitò chiaramente di incontrare quello di Ron.
-Ah Ron lo conosci anche tu?- chiese meravigliata la signora Granger, non più di quanto lo fosse Ron nell’udire quel nome.
- Diciamo di sì. -
-In ogni caso, Viktor ci ha detto che ti aveva scritto qualche tempo fa- continuò la madre di Hermione, -Dicendoti che sarebbe venuto a trovarci. Hermione, perchè non ci hai detto niente? E' stato molto gentile sai? Sembra davvero un caro ragazzo.-
 -Non è vero caro?- si rivolse a suo marito.
-Assolutamente.-  rispose il signor Granger, compiaciuto.
Evidentemente, entrambi i genitori erano perfettamente all’oscuro della leggendaria rivalità tra Krum e Ron.
Dal canto suo, Hermione in quel momento sarebbe voluta sprofondare.
-Ehm, mamma … sai com’è non ci siamo sentiti per parecchio tempo, poi io sono andata ad Hogwarts … insomma mi è sfuggito … - fu l’unica giustificazione plausibile che riuscì a dare.
Ron, incapace di ragionare in quel momento, ovviamente non credette neanche ad una parola.
Era sbalordito. Viktor aveva scritto a Hermione? Si erano visti? Si sentivano ancora?
E lui non ne sapeva niente ?
 
Calò il silenzio.

Cadde una forchetta.

Ron fece finta di guardare l’orologio e, come suo solito, compiendo un gesto di assoluta impulsività, si alzò da tavola.
-Io … è meglio che vada. Grazie della cena. Arrivederci. -
I signori Granger erano sbalorditi.
-C’è ancora il dessert!- riuscì a sentire Ron, che era già quasi fuori dalla porta.
Hermione si alzò e gli corse dietro.
-Dove stai andando?-
-A casa.-
-Ron, aspetta …- lo implorò inizialmente Hermione.
-Apri la porta Hermione. O sarò costretto a materializzarmi in casa tua.- le intimò lui.
-Non puoi materializzarti in casa mia-  replicò lei.
-Allora aprimi la porta.-
Hermione non lo fece, e Ron agì di sua volontà.
-Ron , lasciami spiegare … -
Fuori, il tempo non prometteva per niente bene. Stava per arrivare un temporale.
-E così Vicky ti ha cercata?-
-Credevo che non saremmo più tornati sull’argomento.-
-Oh certo. Basta solo che Krum ti mandi lettere, venga a trovare i tuoi genitori ... -
-E’ successo solo due volte!-
-E tu non mi hai detto niente? –
-Non ti ho detto niente, perché sapevo che l’avresti presa così.-
-No se tu fossi stata sincera con me .-
-Sì invece.-
Hermione fece una smorfia.- Ron, lo sai anche tu che se te l’avessi detto non sarebbe cambiato niente.-
-Almeno saresti stata sincera con me! L’avrei capito! -
-Bugiardo.-
-Dai del bugiardo a me? TU mi hai mentito!-
 
Le urla si sentivano perfino dal salotto.
-Mi auguro che non facciano sempre così. - sussurrò il signor Granger a sua moglie.
-Suvvia! Anche noi eravamo così caro, ricordi?-
Il signor Granger sorrise.
 
 
 
-Ron, ti ricordo che ci sono i miei di là, dobbiamo litigare proprio ADESSO?- gli intimò Hermione.
-Quando litighiamo la colpa è sempre mia vero? Stavolta TU hai torto!- e le puntò un dito accusatore.
 Hermione si mise le braccia ai fianchi. Era esasperata. –E quando mai tra noi va tutto bene!-
-Che ti piaccia o no, tra noi due è così, litighiamo! E che lo sappiano anche i tuoi genitori! - Ron in quel momento sfogò tutta la rabbia che aveva dentro.
-Sto perdendo il mio tempo. Ciao Hermione.-
Lo vide scomparire nell’oscurità della notte. E non era la prima volta.
La pioggia. Una tenda, una foresta, un posto di cui non ricordava il nome.
Ma stavolta non lo rincorse, non imprecò, non lo chiamò a gran voce.
Rimase lì fuori, di nuovo sotto la pioggia battente e si sedette sul portico.
-Hermione, non lo vedi come piove? Vieni subito dentro! Ti ammalerai a stare lì fuori!-
Non ricevendo alcuna risposta, la madre uscì e si sedette accanto a lei.
- Vuoi parlarne?-
Hermione cercò inutilmente di nascondere le lacrime. Abbracciò la madre, e le raccontò tutto.
 

  

 
  
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