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Autore: Mei91    08/04/2011    1 recensioni
cosa succederebbe se due ragazze vedrebbero schiantarsi a pochi isolati da loro un ufo con abbordo degli alieni che non sono per ninte come se li immaginavano, anzi e se a un tratto loro sono costrette ad aiutarli perchè feriti.. se le due ragazze provano una certa e forta attrazione per quegli essere appena atterrati, e se la loro vita dapprima idilliaca adesso stesse andando a rotoli e l' unico confirto che le due ragazze trovano sono proprio negli alieni.
Cosa decideranno di fare Dejanira e Marisol restare sul terra o...
AVVISO: per chi non lo sapesse questa storia prima era intitolata UN AMORE FUORI DAL COMUNE ....ho cambiato il titolo
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SALVE A TUTTI ECCOMI DI NUOVO QUI, CON UN NUOVO CAPITOLO DI AMORE ALIENO. SPERO CHE QUESTO POSSA PIACERE DI PIù DI QUELLI PRECEDENTI A PRESTO MEI

 

 

Che assurdità! Ho dormito divinamente sta notte e mi trovavo tra le braccia di un alieno del tutto sconosciuto. Invece nel poco lasso di tempo che conosco Kalel, mi sono rilassata e dopo tanto tempo ho dormito benissimo. Sono ancora di stesa nel letto abbracciata a lui. Lo sento muoversi. Marisol e Jorel? Do un’ occhiata al divano letto difronte e li vedo. Quei due dormono ancora come ghiri! Ma che ore sono? La sveglia segna le 7.00. Uhm, fra un ora dobbiamo andare a scuola e ci dovremmo arrivare prima se vogliamo iscrivere Kalel e Jorel. Si, iscrivere Kalel e Jorel, ma per quanto? Presto quei due se ne sarebbero andati e io sto così bene tra le braccia di Kalel. Non avevo mai visto occhi come i suoi. Erano di un blu così inteso che al suo interno potevi vedere: L’ oceano, il cielo azzurro, il mare e l’ universo.  I suoi lineamenti erano così belli, così virili. Non vorrei alzarmi da questo maledetto letto e da abbracciata a lui. Ehi, ma come ho fatto ad addormentarmi ieri se non avevo un briciolo di sonno?

Kalel!

Ora ricordo è stato lui con i suoi poteri a farmi addormentare. Non sopporto le persone che fanno le cose senza chiedermelo. Io volevo parlare con lui e sapere com’ era il suo pianeta e invece no, mi ha fatta addormentare. Ma io voglio sapere e adesso ci penso io, alieno da strapazzo.

“Kalel!” lo chiamai dolcemente. Ma lui si mosse e mi strinse maggiormente a se, e gli sentii dire.

“Uhm, Jorel Chiama Omega..” sussurrò

Omega? Chi cavolo è Omega? Che sia la sua fidanzata aliena. Scommetto anche lei di una bellezza fuori dal comune. Perché gli umani fanno credere che gli alieni sono omuncoli verdi e malvagi si può sapere! Se sapessero che gli alieni sono fighi da paura non cercherebbero di dargli la caccia e ucciderli. Che idioti siamo stati.

“Kalel!” provai di nuovo a chiamarlo con un tono di voce un po’ più altro a quello precedente.

“Jorel, ho capito chia…”

“Omega… questo l’ ho capito anche io Kalel, ma non sono Jorel ma bensì Dejanira. Adesso ti vuoi svegliare caspiterina. Non facevo gli alieni così duri d’ orecchie.” Esclamai furiosa e con un tono che non ammetteva repliche.

Kalel si sveglio di colpo e si mise subito a sedere mi squadrò dalla testa ai piedi, poi capendo chi fossi si rilassò.

“Dajanira?”
“Già, Io.”

Mi osservò e si osservò intorno.

“Credevo fossi Jorel!” mi sussurra piano.

 Guarda non lo avevo capito! Ma io non voglio sapere chi è Jorel, anche perché e steso nel divano letto con Marisol, io voglio sapere chi è Omega.

“Mi devi delle risposte e dei chiarimenti Kalel; e preferibilmente prima delle 8.30. Io devo andare a scuola a quell’ orario e voi vi ci dovete iscrivere.” Kalel mi guarda confuso e allora io continuo.

“Dovete riparare la navicella spaziale no?” Lo vidi annuire e io continuai a parlare “Bene, e fino ad allora verrete a scuola con me e Marisol. Omuncolo verde!” esclamai risentita per il affatto che ancora non avesse spiccicato parola e che non mi avesse spiegato chi fosse Omega. Furiosa buttai le gambe fuori dal letto e mi alzai un po’ troppo velocemente; tanto che mi venne un capogiro e fui costretta a risedermi sul letto. Kalel intanto si era avvinato al mio lato del letto e mi aveva messo una mano sulla spalla. Ero pronta a scrollarmela di dosso ma lui mi attirò a se e mi strinse in un abbraccio caldo.

“Che c’è Dejanira?” mi chiese con la sua voce calda, profonda e virile.

“Niente.” Dissi sperando che lui mi credesse. Ma come prevedibile lui è un genio e un intuitore favoloso e io una frana a mentire.

“Non è vero ! Che succede Dejanira?” adesso sembra serio. Non riesce ad arrivarci da solo. Voglio delle risposte. Eppure sono una razza superiore.

“Voglio delle risposte.” Dissi decisa puntando i miei occhi ambrati in quelli blu di lui.

Lo sentii irrigidirsi. A quanto pare stavo toccando un tasto abbastanza dolente, ma io volevo conoscerlo. Avevo bisogno di conoscerlo. Io volevo Kalel come amico e se con Kalel dovevo prendermi anche Jorel, che ben venga. Ma penso che Jorel e Marisol non abbiano di questi problemi.

Tentò di rialzarmi dal letto, tanto con lui non ci cavo un ragno dal buco e  se continuiamo così mi sa che oggi a scuola io e Mary non ci andiamo. Riuscii finalmente a staccarmi e ad alzarmi da quel covo caldo e mi diressi a passo spedito in cucina dove comincia a preparare del caffe per tutti. Non sapevo se gli alieni conoscessero il caffè ma se erano sulla terra tanto valeva imparare le nostre usanze. Ogni mattina per me è sempre più difficile alzarmi dal letto a causa della leucemia e solo il caffè riesce a tirarmi un po’ su.

Anche Marisol si è alzata e a quanto pare ha chiesto delle risposte a Jorel; risposte che Jorel come Kalel con me non vogliono darci. E’ una situazione decisamente insopportabile.

“lo prenderei a pugni!” esclama Marisol entrando in cucina come un toro inferocito.

Io sorrido. Ormai conosco Marisol da tanto di quel tempo che mi sembra strano non averla in giro per casa a lamentarsi dalla mattina alla sera. Nonostante tutto questo io, non potrei proprio fare a meno di lei. E’ lei che mi aiuta nel momento del bisogno e io aiuto lei nei suoi momenti di bisogno. Una ragazza leucemica e una asmatica…uhm, che bella accoppiata.

“Che succede Mary’”

“Jorel non mi da nessuna risposta! Le ho chiesto quanti anni avesse? Niente, scena muta. Gli ho chiesto se fosse fidanzato. Niente, tabula rasa. Al che ho pensato forse sto andando un po’ troppo sul personale e ho deciso di chiedergli cosa gli piacesse? E ancora niente. Avevo deciso di cambiare argomento e gli chiesi di parlarmi del suo pianeta: questo l’ ho chiesto ad entrambi sia Jorel che Kalel. Sapevi che Kalel era messo nel tuo letto a fissare il soffitto?”

Annuii. Sapevo come avevo lasciato Kalel e lui non si era mosso. Marisol annuì e poi continuò il suo monologo.

“Bè, sai che mi hanno risposto i nostri omuncoli verdi?”

Sorrisi ,anche io prima avevo chiamata Kalel “ omuncolo verde”. Scossi la testa in segno di negazione per far capire a Marisol che non avevo io dea di cosa avessero risposto i due alieni alla sua domanda è lei gridò.

“Niente! Non hanno fiatato. Non mi hanno risposto. Si sono guardati e poi si sono messi a guardare dalla finestre e Jorel ha detto a Kalel che avrebbero dovuto chiamare un certa Omega! E poi chi è Omega? Che razza di nome è Omega! Che rabbia!” gridò Marisol

Anche Jorel aveva parlato di chiamare questa Omega! Ma si può sapere chi è costei!

Rabbia!

Ops! Ops! Devo stare calma. Calma Dejanira!

Oh Dio non mi sento bene. Respira, respira.  Oh, cavolo. Mi accasciai a terra e vidi Marisol gridare il mio nome e correre verso di me. Per fortuna non persi i sensi e vidi che Kalel e Jorel erano accorsi in cucina e Kalel si stava avvicinando a me, ma io sussurrai a Marisol.

“N- Non … non fallo avvicinare. N-non voglio che mi veda così. S-Sta passando tanto.” Dico pianissimo in un sussurro.

“Ma ti ha già vista in..” tenta Marisol. Ma un mio sguardo la fa desistere.

“Non ti avvicinare Kalel.” Dice seria Marisol  e vedo che Kalel si blocca ferito.  Oh, Dio! L’ ho ferito. Tiro la maglietta di Marisol e le dico piano.

“Digli che non voglio che mi veda in questo stato.  Digli che è stato solo un piccolo mancamento!” dico piano. Ma anche Kalel e Jorel mi sentono.

Marisol sbuffa e si rivolge a Kalel.

“Hai sentito?”

Lui annuisce. E Marisol sorride malefica

“Bene,  cosetto verde, adesso obbedisci e vattene!” dice Marisol.

Vedo Kalel spalancare gli occhi. E già per Marisol gli alieni rimangono verdi. O omuncolo o cosetto, sempre verdi sono. Adoro la mia migliore amica è riuscita a farmi sorridere nonostante stessi male. Poi le sento dire sia a Kalel che a Jorel.

“Volevamo delle semplici risposte. Vi abbiamo salvati, curati, dato vitto e alloggio gratuiti. In cambio chiedevamo risposte che voi non volete darci e Dejanira si è sentita male. Non so se sapete che la leu….” Le blocco il discorso mettendole una mano davanti la bocca. Nessuno, nessuno, e ripete che nessuno deve sapere che sono leucemica. Io e Marisol ci eravamo fatte una promessa e lei la stava per tradire. Nessuno doveva sapere delle nostre malattie. Nemmeno gli alieni.  Lei se ne reso conto e spalancò gli occhi e li io fui certa di poterle togliere la mano dalla bocca.

Lei si riprese e mi chiese scusa con lo sguardo e io annuii mestamente.  Kalel e Jorel ci guardavano invece con uno sguardo curioso. Marisol continuò il suo monologo.

“Non chiediamo molto. Solo sapere chi siete eppure voi siete tremendamente evasivi.” Disse. Poi mi fece alzare notando che avevo ripreso colorito e si rivolese ai due omuncoli, come li chiamavamo noi.

“Adesso scusateci ma noi dobbiamo andare a scuola, voi fate quello che volete.” Disse Marisol risoluta trascinandomi verso la camera da letto. Nella stanza mi sedetti sul mio letto e feci un grosso respiro. Il colorito stava tornando ma sinceramente non sopportavo proprio di essere leucemica.

Nella stanza entrarono Kalel e Jorel e noi prontamente li ignorammo.

“Non ignorateci! Vi diremo tutto. Abbiamo deciso di fidarci di voi.” Disse Kalel e Jorel annui. Io e Marisol ci  fermammo dal fare quello che stavamo facendo e ci sedemmo o meglio sdraiammo nei letti e io non potevo che esserne felice. Mi sentivo debole come una foglia.

Kalel si stese sul letto con me e mi abbracciò e Jorel si andò a stendere nel letto dove quella notte lui e Marisol avevano dormito e l’ abbracciò. Poi Kalel parlò.

“Fate delle domande e noi risponderemo.”

Io e Marisol annuimmo e come se ci avessimo pensato da ore, cosa che era così, con rabbia gridammo insieme.

“Chi è Omega?”

I due alieni ci guardarono confusi. I nostri sguardi erano di fuoco a pensare che quella ragazza potesse avere l’attenzione dei due alieni.

“Come?” chiese Jorel cercando di nascondere un sorriso

“Chi è la ragazza di nome Omega?” domandai ancora più furiosa.

Kalel e Jorel non si trattennero più e scoppiarono in una fragorosa risata. Io e Marisol li guardammo confusi poi Marisol disse.

“Rispondete omuncoli verdi!” disse risentita per le risate di quei due.

“O..Oh per tutte le galassie. “ disse Kelel  cercando di smettere di ridere.

“Kalel!” gridai.

“Oh, Dejanira! Omega non è altro che la nostra astronave.” Disse cercando di mantenersi serio.

“C..Cosa!” esclamammo sia io che Marisol.

“Non è vero! Omega non può essere una maleddettissima astronave. Non mi sono arrovellata il cervello per capire chi fosse quest’ aliena quando poi è solo un astronave.” Dissi maledettamente rossa per l’ imbarazzo.

“Temo che Kalel abbia ragione Dejanira. Omega è la nostra astronave e la dovevamo chiamare dalla prateria per farla venire qui ed aggiustarla.” Esordì Kalel scoppiando nuovamente a ridere.

“E finiscila Jorel! E poi che razza di nome è Omega per un’ astronave?” domandò Marisol.

“Un nome come un altro.” Disse Jorel.

“Diavolo che imbarazzo! Mi voglio seppellire!” dissi sotterrandomi sotto le coperte del letto.

“Tu ti vuoi seppellire Dejanira, io voglio scomparire.” Disse Marisol mettendosi le mani sul viso e sprofondando sul materasso.

Kalel non mi permise di sprofondare e mi ripescò dal groviglio di lenzuola e lo stesso fece Jorel con Marisol.

“Avanti non è successo nulla!  Per caso eri gelosa Dejanira?” mi chiese beffardo Kalel. Da quando gli alieni sanno provocare le donne.

“Smettila, parassita viola.”dissi non sapendo che cosa stavo dicendo.

“Non era omuncolo verde o cosetto verde?Parassita viola, questa è nuova!” disse Kalel ridendo.

“Kalel razza d’ idiota la pianti.”

“Che cosa? Un’ albero!” disse ridendo.

“Kalel finiscila!” gridai sempre più rossa in viso e piena di rabbia; ma dovevo Calmarmi o sarei stata male.

“Kalel bas-ta ti preg-o. “ dissi respirando affannosamente. Marisol preoccupata si alzò immediatamente pronta a venire da me.

“Dejanira!” esclamò

“Sto bene!” esclamai

“Quando hai il prossimo appuntamento?”

“Il dottor Martinez mi aspetta domani pomeriggio.”

“Bene, meglio così.” Disse tranquillizzandosi. E si in due giorni mi ero sentita male tre volte e non era poco.

“Dottor Martinez? Dejanira stai male?” mi chiese preoccupato Kalel.

“No, No, Non è niente solo un controllo.”

Intanto sentivo che qualcuno respirava affannosamente. Era come se a qualcuno mancasse l’ aria. L’ aria?

Marisol

“Marisol? Marisol, l’ inalatore.”

Lei mi indicò il cassetto vicino lo specchio. Mi alzai dal letto e mi misi a cercarlo. Cavolo quella crisi sembrava grave.

“Oh, Dio sta male e io non trovo quel maledetto affare.” Dissi mi girai e cio che vidi lasciò di stucco me e Kalel.

Jorel aveva preso Marisol per le spalle e le aveva dato una bacio dolce e gentile sulle labbra, soffiando dell' aria al suoi interno. Quel bacio a quanto pare funzionò perché Marisol si calmò. Certo, aveva bisogno del suo inalatore che io  avevo finalmente trovato. Appena  Jorel si staccò da lei io mi precipitai e le detti il medicinale e subito dopo lei si riprese. Marisol si alzò lentamente e buttò le braccia al collo di Jorel e lo abbracciò.

“Ch-Che cosa le stava succedendo?” mi chiese Jorel. Io arrossi non potevo dirgli nulla. A togliermi da quell’ impiccio fu Marisol.

“Non ti preoccupare Jorel, solo un piccolo mancamento. Ma adesso continuiamo a parlare di voi.”

Vidi  Jorel che era poco convinto, ma annuì e io mi riaccucciai tra le braccia di Kalel.

“Kalel, com’è il vostro mondo?”

Kalel sorrise e mi rivolse uno sguardo dolcissimo poi lentamente cominciò ad accarezzarmi i capelli e mi parlò calmo e tranquillo.

“Il nostro mondo è fantastico. Nel nostro mondo non esiste l’ odio, la violenza, la sofferenza, le malattie e tutto ciò che è negativo. Il nostro mondo è fatto di pace e armonia. Se deve scoppiare una guerra certo scoppia, ma spesso risolviamo tutto civilmente. E’ un mondo fatto d’ amore dove  ogni persona rispetta l’altro. La tecnologia è molto più avanzata perché non c’è avidità e si è disposti a collaborare e a cooperare con l’altro. Il nostro è un mondo fatto solo di buoni sentimenti. Non esistono i cattivi sentimenti da noi. E’ anche per questo che noi alieni abbiamo poteri per portare un pizzico di ciò che è il nostro mondo anche negli altri mondi.” Disse serio Kalel.

 E io mi feci triste. Un mondo senza malattia. Sarebbe bello poterlo visitare.

“Deve essere molto bello.”dissi timidamente.

“Già. Si.” Confermò lui.

“perché siete venuti qui allora?” chiese Marisol a Jorel.

“Per sfuggire da un matrimonio combinato.”

“Cosa, ma se dite che il vostro è un mondo pieno d’ amore che c’entra un matrimonio combinato?” disse ancora Mary.

“Infatti il nostro è un mondo solo fatto d’ amore. Solo i principi devo sottostare a questa legge, ovvero: che appena giunti in età da moglie e non sono ancora riusciti a trovare consorte, sarà il padre dei principi a scegliere le loro consorti e loro dovranno fare di tutto per dare un erede al regno.” Disse Jorel e Kalel annui.

“Bene, e che centrate voi? Dico che sono molto dispiaciuta per i principi del vostro regno ma mica siete voi…quindi il problema..”

“Sta zitta Marisol!” esclamai. Marisol mi guardò incredula. Gli sguardi di Kalel e Jorel erano tristi e bassi al che io decisi di porre una domanda a entrambi.

“Kalel, Jorel, i principi del vostro mondo; siete voi,Vero?” più che una domanda sembrava un affermazione e lo era.

“Si.” Confermò Jorel e vidi Marisol irrigidirsi e stringersi a se Jorel. Lo strinse forte al petto.

“Si, Dejanira siamo noi e siamo scappati. Non per sempre ovvio, ma volevamo avere la possibilità di conoscere cose nuove, mondi nuovi, persone nuove, prima di sposarci e dare un erede al regno.” Disse Kalel Calmo. Ma io sapevo che era triste e che stava tremando.

Sospirai. Non so come ne perché ma misi le mani sulle spalle di Kalel e gli feci alzare il viso. Prima mi girai verso Marisol ma lei era messa a cavalluccio sopra Jorel e lo fissava dolce.

 Sorrisi.

Sapevo come sarebbe finita. Tornai a guardare Kelel e notai che i suoi occhi erano tristi e inespressivi. E no! Non voglio che lui sia triste.

Lo guardai negli occhi e depositai sulle sue labbra un bacio carico di sentimento. Quel bacio significava: Non sei solo hai me e io ti voglio tanto bene.

Il bacio si intensificò. Mi staccai un attimo da Kalel e vidi che Marisol si era infilata sotto le coperte con Kalel e immagino già a fare cosa. Sarà anche troppo presto, sarà che li  conosciamo da poco, ma io so che Kalel è quello giusto. Io so che Kelel deve essere il primo. Kalel deve essere quella persona. La mia anima gemella. Non mi importa se proviene da un altro pianeta. Non mi importa se è un alieno. Non mi importa se è un principe. Non mi importa se è costretto a un matrimonio di convenienza. No, quello mi importa, ma farò di tutto per evitare a lui la tortura di un matrimonio senza amore. Mi costasse anche la vita, per quanto breve che fosse; io lo dovevo salvare dal fargli conoscere l’infelicità. Lui doveva essere mio.

Lo feci mettere sotto le coperte e conciai a baciarlo più profondamente. Senza che me ne accorgessi gli sfilai la maglia e comincia a toccargli i possenti muscoli, bicipiti, pettorali, ventre. Sentii lui che mi toglieva la canottiera e io rabbrividii per un attimo. Gli sfilai i pantaloni lasciandolo in boxer e lui fece la stessa cosa lasciando a me solo gli slip e i reggiseno.

Mi staccai dalle sue labbra e comincia a baciargli il petto per scendere sempre più in basso. Non avevo mai fatto queste cose eppure mi sembrava così naturale farle. Gli sfilai anche io boxer e li io mi dovetti fermai un secondo. Dio, era stupendo. Senti le sue mani incerte e timorose slacciarmi il reggiseno ma io lo bloccai. Non volevo fargli male, mi sembrava un po’ troppo inesperto e allora chiesi…

“Kalel, Se-sei vergine?” gli chiesi timidamente. Lo vidi arrossire e abbassare lo sguardo imbarazzato.

“Kalel?” lo chiamai di nuovo

Lui mi guardò negli occhi e io riporsi la domanda adesso più sicura che la sua risposta fosse affermativa.

“Kalel, la verità per favore? Sei vergine?”

“Si.” Sussurrò timidamente lui. Adesso il mio cuore traboccava di gioia e dentro di me stava crescendo un sentimento di possessione e protezione nei confronti di quell’ alieno vergine che si stava donando a me. Non avrei permesso a nessuno di farlo soffrire. Lasciai che lui continuasse a togliermi il reggiseno e in seguitò passò agli slip e li tolse. Poi venimmo bloccati da Marisol..

“Dejanira, noi andiamo di la.” Mi disse Marisol. E che cavolo, andartene senza fiatare no eh?

“Kelel, io sono con Marisol. Quando dobbiamo riparare Omega chiamami.” Disse Jorel e Sentii Kalel irrigidirsi e lo vidi aprire la bocca. Da sotto le coperte io gridai.

“Jorel, per ora e per oggi non dovete aggiustare nulla, intesi?  E adesso fila via con Marisol.”

Sentii la porta della stanza chiudersi e mi dedicai anima e corpo a Kalel. Eravamo nudi uno sopra l’ altro, Pronti.

Anche  se inesperto Kalel fu molto bravo e mi preparò alla perfezione. Quando si posizionò su di me, lo guardai negli occhi sicura che sarebbe stata l’ esperienza più belle e esaltante della mia breve vita. Lo sentii scivolare dentro di me e appena ruppe l’ ostacolo della mia innocenza, gemettimo di dolore insieme, poi lui si bloccò.

“Anche tu?” mi chiese preoccupato e spaventato.

“Già” sussurrai. Il dolore ancora non era scemato.

“Perché non me lo hai detto?” Mi chiese.

“Va bene così.”

“Che devo fare?” mi domandò. Che  tenero.

“Muoviti, per favore.” Gli dissi tra un gemito e l’atro.

 Lo sentii cominciare a muoversi dentro di me; ogni suo movimento dapprima doloroso era diventato molto piacevole, e a breve entrambi arrivammo allo orgasmo. Fu emozionante e bellissimo e ci ritrovammo abbracciati  e a coccolarci. Sapevo anche che nella stanza accanto anche Marisol e Jorel erano nella nostra stessa identica situazione. Era veramente stato bellissimo.

“Dejanira?”

“Uhm..”

“Vorresti venire sul nostro pianeta insieme a me?”

“Io verrei volentieri, ma non posso.”

Mi toccava dirgli che ero leucemica e che Marisol asmatica e secondo lde prospettive dei medici mi rimaneva da vivere solo due mesi. E a Marisol solo tre mesi. L’ asma era dannatamente peggiorata nell’ ultimo anno. Sentii Kalel Irrigidirsi.

“Non posso. Marisol…”

“Credo che Jorel abbia fatto la stessa proposta a Marisol” Mi disse con un timido sorriso

“E Credo che Marisol abbia rifiutato.” Lo vidi spalancare gli occhi

“Perché?” Mi chiese

“Perché…” Prima che potessi aggiungere altro, la porta si spalancò e una Marisol in lacrime avvolta in un lenzuolo si inginocchio ai piedi del letto a piangere sulla mia pancia. Jorel entrò con un asciugamano avvolto in vita e con lo sguardo triste e spento.

“Perché non puoi Marisol” Chiese Jorel e io guardai Kalel. Lo aveva detto lui che erano nella nostra stessa situazione. Alzai il viso a Marisol e dissi.

“Dobbiamo dirlo amica mia.”

LA vidi annuire e io sorrisi. Mi staccai da lei e con sguardo basso dissi

“Stiamo per morire. Io ho la leucemia e Marisol è asmatica. Ci rimangono da vivere super giu due o tre mesi.” Dissi triste e con le lacrime agli occhi. Kalel e Jorel avevano spalancato gli occhi e avevano cominciato a tremare. Noi restammo immobili in attesa di una loro reazione.

 

 

AMORE,RISANA

 

KALEL,DEJANIRA,LOVE

 

JOREL,MARISOL,LOVE

To be continued

Fatemi sapere vi prego non so proprio se devo continuarla questa storia o se sta venendo proprio orribile.

A presto Mei

 

 

 

 

 

   
 
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