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Autore: FraRose    09/04/2011    12 recensioni
Tutti abbiamo un sogno.
Io voglio riuscire a librarmi nel cielo senza usare aerei o cose simili. È il mio obiettivo da quando avevo quattro anni. Non voglio arrendermi, per quanto io già sappia che è impossibile.
Ho l'impressione che mamma sapeva da sempre che Damon Salvatore sarebbe entrato a far parte della mia vita. Forse è per questo che mamma me lo aveva promesso: un giorno ci sarei riuscita. Avrei davvero volato.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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•○ I Feel You ○•



2. Viaggio

 

 

You made a rebel of a careless man’s careful daughter
You are the best thing that’s ever been mine

Mine, Taylor Swift

 

 

 

Damon era un matto, e ne avevo avuto la conferma qualche ora fa.
Mi stavo chiedendo da tutto il viaggio come può il cervello di una persona essere così malato. Ok, Damon non è una persona qualsiasi: è un vampiro.
Uh, che paura! No, non c’è niente di strano, almeno secondo me. Lo trovo affascinante. Ogni volta che mi sfiora, che mi bacia, sapere che in ogni momento potrebbe uccidermi senza troppo sforzo rende il tutto così paurosamente eccitante.
Il pericolo è incantevole, a volte. Irresistibile. A volte, sei tu che vai a cercare il pericolo. E se lo incontri, non fai nulla per sfuggirgli. Ecco, questa ero io. Elena Gilbert. Innamorata pazza di un vampiro centenario, che aveva conservato la sua eterna, surreale e dannata bellezza attraverso gli anni. Io, che ero sempre piaciuta ai ragazzi della mia scuola e che ero famosa per essere la più carina di Mystic Falls, in confronto a lui ero… niente. Proprio un bel niente.
Come paragonare una rosa profumata dai petali rossi e vellutati a una margherita giallognola appassita; io ero castana e liscia, anonima. Davvero, troppo comune. Occhi scuri e, stando a quello che diceva la gente, molto espressivi. Riuscivano a comunicare i miei stati d’animo, dicevano i parenti. Beh, metti a confronto le mie iridi con quelle di Damon: color del ghiaccio e anche loro molto espressive. Stupende, incantevoli. Catturavano la tua attenzione sin dal primo istante. Il tutto completato da due labbra rosse e piene, spesso piegate in un sorriso mozzafiato e irresistibilmente sexy, e dai capelli neri corvini, corti e disordinati. E un fisico da urlo.
Un’altra cosa che bisogna sapere di me è che sono senza genitori. Da un po’ di tempo, ormai. Però è come se sentissi sempre la mamma sopra di me, che mi guida. È un po’ stupido, infatti non ne parlo con nessuno, ma è così.
E ora, mentre viaggiavamo sulla sua auto d’epoca decappottabile, Damon alla guida e io a fissarlo incantata, sembrava ancora più sexy, se è possibile.
Come sempre indossava la sua camicia nera con le maniche arrotolate, sbottonata fino al secondo bottone, i jeans scuri che fasciavano le gambe perfette. Il giubbotto di pelle nera? Sul retro, faceva caldo. Damon aveva una specie di ossessione per il total black. Uno dei miei obiettivi per il futuro era quello di fargli indossare una maglietta gialla fosforescente, magari di quelle che si illuminano al buio.
Il tettuccio della macchina era abbassato, e il vento mi accarezzava la pelle.
“A che pensi?” chiese all’improvviso Damon.
“A noi… a te” risposi io, con la voce un po’ persa. Non volevo assolutamente comunicargli i miei piani per il futuro. Erano un po’ inquietanti in certi punti: lui sarebbe rimasto bello da svenire per sempre, io nel giro di trent’anni avrei avuto i capelli bianchi. Non mi piaceva troppo pensarci.
Damon distolse lo sguardo dalla strada e si voltò verso di me. Si avvicinò per darmi un bacio breve a stampo, che nonostante la sua innocenza e la sua durata di un secondo o due, mi aveva scatenato delle emozioni incredibili. Damon poi dovette ritornare a guidare, per evitare di farci morire (o meglio, farmi morire. Lui era indistruttibile) schiantati.
“E che pensi di me?” domandò il vampiro, nascondendo un sorriso curioso che a me non sfuggì.
“Che sei un matto. Completamente uscito di testa. Cioè ti rendi conto che Jenna sarà andata fuori di testa?” esclamai io, fingendomi arrabbiata. Jenna poteva anche essere andata di matto, ma non mi importava poi così tanto: l’importante era stare con lui, con il mio vampiro.
“Lo so che tu stai adorando ogni singolo momento di questo viaggio” disse lui, con quel suo solito tono… quel tono… alla Damon. Non sapevo proprio come chiamarlo. Non esisteva un aggettivo per definire la sua voce.
“Bah, io so solo che forse dovrei chiamare zia Jenna. Quanto hai intenzione di farla durare? Ormai è pomeriggio, torneremo indietro?” chiesi, pregando intanto che mi dicesse: “No, torneremo a casa fra due anni o cinque… chissà”. Quello sì che sarebbe stato un sogno.
“Diciamo che forse torneremo a casa fra una settimana. Ma posso sempre prolungare anzi… sono certo che l’ultimo giorno di vacanze verrai da me e mi supplicherai in ginocchio di rimanere ancora dove ti voglio portare ora”, disse lui sorridendo.
Sbuffai per nascondere l’entusiasmo e la tremenda curiosità che mi stava assalendo: “Sì, certo, se lo dici tu…”, dissi iniziando a smanettare coi pulsanti della radio. Damon l’aveva installata qualche giorno fa; prima nell’auto non esisteva. Era troppo vecchia.
Continuai a cambiare stazione fino a quando non trovai qualcosa di decente: Born This Way, la nuova canzone di Lady GaGa. Mi faceva voglia di mettermi a ballare in piedi sul sedile dell’auto.
“Mi spieghi come fai a sopportare questa porcheria?”, domandò Damon allungando una mano verso la radio che io allontanai prontamente con uno schiaffo non troppo forte. Ok che Damon era indistruttibile per come la vedevo io, ma non volevo comunque fargli male.
“A me piace. E mi faresti molto felice se me la lasciassi ascoltare”, lo informai con un sorriso da cucciolo bastonato: sapevo che non avrebbe resistito.
Lui non mi degnò di uno sguardo. “Allora? Non mi guardi? Ti sto parlando, Damon!”, lo chiamai indignata. Lui sembrava proprio non volerne sapere nulla di me. Simpatico.
“Devo guardare la strada, o moriremo tutti e due”, disse solo il vampiro.
Avevo perfettamente capito che era combattuto: se mi avesse guardata avrebbe ceduto e avrebbe finito per ascoltare Lady GaGa. Se invece non mi avesse guardata avrebbe avuto tutta la forza di volontà per mettere le mani alla radio e…

Ave Maria
Il signore è con te
Preghiamo Dio
Sia benedetta

“Spero che tu stia scherzando, vero?”, strillai io. Tutto tranne “Radio Maria”.
Damon sghignazzò divertito dalla mia reazione, il che mi fece infuriare a morte. “Ehi! Per favore, cambia”, lo implorai mentre due suore discutevano come mettersi in contatto col papa attraverso il messaggero angelo custode…
“Come? Non t’interessa? Dai che ti purifichi l’animo. Io ne ho bisogno”, aggiunse con un sorriso ammiccante. Dopo si voltò verso di me, che mi ero completamente dimenticata di mantenere lo sguardo da cucciolo. E la cosa più sorprendente di tutte fu che Damon incominciò a recitare il rosario insieme a Suor Caterina o come diavolo si chiamava.
“Damon? Ti senti bene?”, domandai seriamente preoccupata.
“Padre nostro che sei nei cieli. Sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno…”, blaterava Damon mentre teneva una mano sul volante e una sul cambio.
“Damon!”, strillai io, diventando isterica forte. Stava male. Aveva bevuto. Saremmo morti schiantati ad un autogrill. Che brutta fine. Mamma dove sei?
“… dacci oggi il nostro pane quotidiano…”, continuava il vampiro ignorandomi di brutto.
Feci la cosa più ovvia che avrei dovuto fare da un bel po’: cambiai radio. Trovai “What The Hell” di Avril Lavigne. Amavo quella canzone.
“… e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. Amen! Elena che hai fatto? Stavo pregando!”, mi rimproverò lui.
“Guida e sta zitto, fammi questo piacere”, risposi io mentre canticchiavo.
“Beh almeno ho purificato la mia anima e qualche peccato è stato perdonato…”, si consolò Damon, ma lo interruppi: “Damon, lo so che lo fai per farmi arrabbiare. Non credi nemmeno a una parola di quelle che hai detto!”, dissi.
“E tu che ne sai?”, domandò tentando di trattenere le risate. Stava per esplodere: quella situazione era assurda.
“Lo so e basta. Mi ami troppo e con me non sei in grado di mentire. Spiacente”, lo informai con un sorriso furbetto. Gli occhi di Damon parvero illuminarsi alle mie parole. Poi il mio vampiro fece una mossa inaspettata: sterzò a destra, verso un autogrill. Che combinava…
“Cosa stai facendo?”, sbuffai. Ogni cosa che Damon si metteva in testa all’improvviso non era mai buona. Aveva detto che dovevamo prendere un aereo: cosa si metteva ad allungare i tempi per qualche panino surgelato? Né io né lui ne avevamo bisogno.
“Magari hai bisogno del bagno. Mi preoccupo solo per te”, rispose lui parcheggiando.
“Beh non ne ho bisogno”, dissi io guardando e tentando di capire che diavolo stesse tramando.
Lui alzò le spalle, uscì dall’auto e mi venne ad aprire la portiera, come un vero gentleman. Lo amavo da pazzi.
“Grazie”, dissi con un sorrisetto, dimenticandomi che mi stava tenendo nascosto qualcosa.
Mi trascinò verso l’autogrill e mi portò nel reparto musica. “Oddio. Tu sei suonato”, affermai io scuotendo la testa.
“Ora, principessa. Scegliamo assieme e la facciamo finita”, disse lui ignorandomi.
“Ok… non mi piace niente. Torniamo in macchina”, tagliai io voltandomi per uscire.
Lui mi afferrò prontamente per un braccio: “No. Tu non vai proprio da nessuna parte. Scegli un cd. Ora”, ripeté lui. Se non avessi scelto non so cosa avrebbe potuto fare.
Scrutai gli scaffali in cerca di qualcosa di minimamente ascoltabile: “E se prendessimo i Black Eyed Peas?”, proposi io.
Lui impallidì: “Tu detesti i Black Eyed Peas”, balbettò lui, improvvisamente impaurito.
Sorrisi vittoriosa: “Sì ma ho cambiato idea. Hai detto prendi quello che vuoi, giusto? Bene… ok, noi prendiamo questo”, aggiunsi quando fu il nostro turno alla cassa.
“Certo signorina”, rispose con un sorriso la commessa.
“No, ti prego no. Tutto tranne i Black Eyed Peas. Elena, io ti amo lo sai?”, mi supplicò Damon. Tenevo lo sguardo fisso contro le mani della ragazza che toglievano l’antifurto al cd per non scoppiare a ridere di fronte alla faccia di Damon. Così imparava.
La realtà era che pure io detestavo i Black Eyed Peas. Ma Damon voleva sempre vincere le nostre piccole battaglie e non volevo dargliela vinta anche questa volta. Lo volevo stupire. E ce l’avevo fatta.
“Dimostrami che faresti di tutto per me e io cambierò idea”, cinguettai io, godendomi ogni singolo istante della mia vittoria.
“Ok… cosa devo fare? Devo comprarti una villa con piscina?”, domandò lui.
Mi misi un dito sotto il mento, come per dare l’impressione che stessi pensando: “Mmmmm… di più di più”, miagolai.
Intanto sentii la ragazza che fece cadere qualcosa a terra. “Oddio! L’ho rotto! Scusate vado a vedere se ce n’è un altro di là”, esclamò allontanandosi.
Damon intanto continuava a sudare in cerca di qualcosa che poteva fare per indurmi a cambiare cd. Che situazione ridicola. “Posso… comparti tutto questo autogrill con tutto quello che c’è dentro”, provò lui.
“Ma dai? Quindi…”, dissi io guardando gli scaffali con i cd, “anche Born This Way di Lady GaGa con i remix. Wow, generoso. Ma non abbastanza”, aggiunsi io assaporando il sapore della vittoria.
La ragazza non era ancora tornata. “Ok… l’hai voluto tu. Sappi solo che mi hai costretto”, sussurrò lui al mio orecchio facendomi rabbrividire.
Improvvisamente mi sollevò con uno scatto repentino e mi sorresse fra le sue braccia. Mi portò sul bancone della cassa e mi baciò lì, in mezzo all’autogrill.
Mi sentii avvampare mentre guardavo giù, dove decine di facce ci fissavano stupiti. Per quanto mi vergognassi, non potei fare a meno di resistere a Damon. Lui era… Damon. Irresistibile, provocante, dannatamente bello. Lo amavo. Semplicemente, lo amavo.
Risposi al bacio con passione ma sempre mantenendo il buonsenso: eravamo in mezzo all’autogrill. Era come se dentro di me ci fosse un uragano in tempesta: volevo scendere da quel maledetto bancone, ma allo stesso tempo sapevo che non era proprio una buona idea. Ma Damon… non riuscivo a resistergli.
Dopo qualche secondo si staccò: “Non ho alcuna intenzione di fermarmi. Elena, ti amo. Come devo dimostrartelo? Cambia cd, per favore. Ti sto portando in un posto che non ti immagini neanche”, sussurrò lui ansimante.
Io non riuscivo più a ragionare, non capivo più niente. Avevo completamente dimenticato come ragiona la mente. Nel frattempo mi accorsi che la ragazza era tornata e la sua faccia sorpresa spiccava fra le altre. “Ok… va bene”, risposi io.
Presi un profondo respiro e scesi dal bancone tenendo la faccia bassa ed evitando accuratamente lo sguardo di tutta quella gente: “Ehm…”, cominciai io, “cambiamo cd. Prendiamo…”, aggiunsi. “Trovane uno trovane uno, uno a caso uno a caso”, mi ripetevo nella mia testa. Tesi il braccio e tastai gli scaffali.
“Questo”, conclusi io, afferrando Speak Now di Taylor Swift. La ragazza mi lanciò uno sguardo omicida e sostituì il cd. Pagai e uscii di fretta da quel posto infernale.
Mancava qualcosa…
Uh, sì, Damon!
Ma non sarei tornata in quel posto neanche per tutto l’oro del mondo. Troppa vergogna.
Il mio vampiro grazie a non so quale Dio ritornò da me: “Che hai scelto?”, domandò.
Gli porsi il cd e lui fece una smorfia: “Elena…”, si lamentò. Oh ma cosa si aspettava? Radio Maria Compilation?
“Sta zitto! Ho capito che mi ami, ce ne vuole di coraggio per fare quello che hai fatto. Ma se mi ami allora questo dovrebbe andarti bene”, sbuffai io.
“Per quale ragione dovrebbe andarmi bene Taylor Swift?”, chiese lui facendo una strana faccia mentre pronunciava quel nome.
Sorrisi: “Perché mi ami”.
“Uh sì. Giusto”, disse lui aprendomi la portiera.
Prima che potesse accendere il motore gli tesi il cd: “Ora però lo metti, va bene?”, chiesi io con gli facendo gli occhioni dolci irresistibili.
Lui si sciolse vedendomi: “Ma certo amore”, rispose.
Partì la prima traccia: Mine. Una delle mie preferite. Mi ricordava un po’ lui, un po’ mamma, un po’ papà. A mamma sarebbe piaciuta quella canzone, ne ero certa.
“Mi dici una cosa? Prima ti ho chiesto a cosa stavi pensando… ora a che cosa stai pensando?”, chiese lui mentre si infilava nel traffico.
Pensai a cosa potevo rispondergli. Non perché non volevo dirgli la verità, ma perché non sapevo come dirgliela.
“A mia madre. Mi aveva fatto una promessa… ma non ha potuto mantenerla”, sospirai io.
Lui aggrottò lo sguardo: “Che tipo di promessa?”, chiese.
“Avevo un sogno. E lei mi aveva promesso che sarei riuscita a realizzarlo”, spiegai io.
“Che sogno era?”, domandò lui. Sembrava davvero interessato.
Non volevo dirgli la verità, mi avrebbe presa in giro: “Ehm… non te lo voglio dire”, dissi tutto d’un fiato. 
“Perché no?”, chiese lui.
“Mi prenderai in giro”, sussurrai.
“Non potrei mai, Elena”, mi rassicurò.
Presi un profondo respiro e dissi: “Volevo volare”. Non lo vidi ridere, sorridere, ridacchiare. Niente.
“Ci credi ancora?”, chiese ancora lui.
Annuii impercettibilmente, tantoché pensai che non mi avesse nemmeno vista. “Fai bene. Vedrai che quando meno te l’aspetti si realizzerà”, disse lui, dolce.
“Grazie”, dissi solo, volendo solamente porre fine alla conversazione. Probabilmente lui capì. Mi capiva, mi comprendeva in tutto quanto. Era perfetto.

You are the best thing
That’s ever been mine

Già… quella canzone faceva proprio al caso mio. Damon era davvero la migliore cosa che era mai stata mia.

 

Angolino della Matta Fra

 

Ciao!

Wow, io vi amo. Ho visto parecchie mie “fan” passare anche di qua. Non sapete quanto vi adoro. Grazie mille per tutte quelle belle recensioni positive che mi avete lasciato. Allora… questo capitolo ho paura che non sia all’altezza di quello che vi aspettavate, ma come sapete era già pronto da secoli quindi non ho voluto cambiarlo.

Comunque fatemi sapere; ogni volta che dico che un capitolo fa schifo qualcosa come otto persone mi contraddiscono

Per chi non l’avesse capito, io amo Taylor Swift. Trovo che ogni sua canzone sia unica, perfetta e con un vero significato. Per questo mi viene automatico sceglierle per i capitoli di questa ff, perché hanno un significato.

Cos’altro ho da dire? Ringrazio tutte voi che avete recensito, tutte voi che avete aggiunto la storia alle preferite, alle seguite e alle ricordate. Grazie anche a chi legge in silenzio. Grazie davvero. Non mi sarei mai aspettata un entusiasmo del genere.

Ok… detto questo mi scuso per chi segue la mia fic  ♥Damon&Elena♥, perché è tipo da un mese che non aggiorno. No, dai, non un mese. Sono poco ispirata per quelle pazzie… comunque scriverò la prossima settimana i capitoli di Please Come Back, il mio crossover tra Twilight e The Vampire Diaries (qui!) e ovviamente anche questa fic che avete l’”onore” di leggere prima. Niente è sicuro perché sono sommersa di cose da fare; a proposito, se qualcuna di voi offre lezioni sulle scomposizioni dei polinomi, qui ci sarebbe la vostra prima cliente. E poi devo fare un esame stupido ma per cui devo studiare. Quindi vedrò di fare il possibile…

Ok detto questo vi lascio,

grazie Fra

 

   
 
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