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Autore: H o l l y    09/04/2011    7 recensioni
Nove ragazzi. Nove tavole da snowboard. Sette giorni di sospirata libertà.
Una, FOLLE, vacanza.
Tra cadute spettacolari e lettere d'amore le vacanze invernali si svolgono serene, tuttavia i nostri nove protagonisti faranno presto una sensazionale scoperta...
E' la mia prima fanfiction... andiamo, un po' di pietà!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo tredici
 

Shikamaru e Ino.
 
Shikamaru serrò la presa sulle mani gelide di Ino e lanciò un’occhiata alla fonte del grido che, fino a poco prima, saturava l’aria.
La massiccia porta d’abete era perfettamente serrata e immobile; il vetro incastonato al suo interno era appannato a causa del vapore ma lasciava intravedere una figura umana dietro di esso.
Gli occhi di Shikamaru tornarono a posarsi in quelli azzurri e sbarrati di Ino.
La vide prendere un profondo respiro e deglutire un paio di volte.
Incapaci di muoversi i due ragazzi si limitavano a fissarsi, temendo anche solo di proferire parola.
Fu Neji a infrangere quel pesante silenzio. Fiondandosi accanto alla porta del bagno, infatti, cominciò a chiamare a gran voce Tenten che era ancora barricata al suo interno.
Le grida del ragazzo funzionarono meglio di una secchiata gelida in viso: i ragazzi si riscossero dallo stato di vago tepore in cui erano caduti e Ino lasciò di scatto le mani di Shikamaru per correre anch’ella in soccorso dell’amica.
Di Tenten, ancora barricata all’interno del bagno insieme a Cielo, non si avevano notizie da diversi minuti… benché Neji non facesse che chiamare il suo nome, bussando sulla porta in cerca di una qualche risposta.
Ino si avvicinò a grandi passi aggregandosi al coro –Tenten! Tenten rispondi!- urlavano preoccupati.
Shikamaru li osservava in silenzio. Non aveva mai visto Neji in quello stato.
Durante quei pochi giorni che avevano passato insieme, era sempre stato tanto composto e impassibile, mai una parola di troppo… mai un comportamento sconveniente…
Ora lo osservava stringere le dita intorno al pomello della porta, battere il pugno sul vetro fino a farlo tremare e capiva di non conoscerlo veramente.
Capiva di non conoscerlo affatto.
-Tenten ti supplico, di qualcosa!- dalle grida, Ino era giunta alle suppliche.
Avvicinandosi Shikamaru le posò una mano sulla spalla per farla scostare, quindi appoggiò l’orecchio sulla serratura della porta.
Dall’interno proveniva un rumore simile allo scorrere dell’acqua.
Shikamaru si concentrò meglio, cercando di escludere tutti i rumori superflui, fino a che colse un breve colpo di tosse.
Sussultò, accostandosi maggiormente udì distintamente vari colpi di tosse e un rumore di passi, un suono risonante e cristallino… Shikamaru decise che il pavimento doveva essere ricoperto d’acqua e che tali scarpe dovessero essere zuppe.
Gli altri lo osservarono in silenzio fino a che, raddrizzandosi, annunciò –Tenten sta bene, semplicemente non può sentirci-.
-Come fai a esserne certo?- chiese Ino sorpresa.
Fu Neji a rispondere, al posto di Shikamaru –Perché le porte di montagna sono molto solide e spesse- con lo sguardo scrutava il vetro appannato -…ovviamente… come ho fatto a non pensarci?- aggiunse, con voce flebile.
-Non è solo quello- lo interruppe Shikamaru –questa porta è… strana… credo che sia isolata acusticamente- il ragazzo faticava a trovare le parole.
-Ho sentito appena lo scorrere dell’acqua, e solamente attraverso il buco della serratura! E’ impossibile che Tenten e Cielo sentano ciò che diciamo- concluse convinto ma per niente soddisfatto.
-Come facciamo a parlare con loro, allora?!- strillò Ino ritrovando la propria usuale vivacità.
Aveva dipinta in volto un’espressione di totale disappunto e frustrazione, e Shikamaru si ritrovò inspiegabilmente a sorriderne.
Ma si riscosse presto. Aveva cose più urgenti cui pensare.
-Come facciamo a tirarle fuori?!- Ino esigeva delle risposte.
Ma prima che chiunque potesse proferire parola, la risposta giunse dalla stessa Tenten.
Sul vetro, tanto appannato da risultare completamente bianco, il dito della ragazza stava tracciando un messaggio.
Le goccioline d’acqua correvano tra le lettere, lasciando saltuariamente intravedere gli occhi cioccolato di Tenten.
Neji lesse ad alta voce ciò che la ragazza ancora stava scrivendo- “Non so come si sia chiusa la porta, ma non ho la chiave! Siamo bloccate. T e C.”-.
-Che significa che non hanno la chiave?- sbottò Ino –non spereranno forse che l’abbiamo noi!-.
Shikamaru armeggiava con le tasche del giubbotto, alla ricerca di qualcosa d’indefinito.
-Mi ascolti?!- Ino odiava essere ignorata, ma era allo stesso tempo incuriosita dal suo comportamento. Shikamaru estrasse un fazzoletto di carta completamente spiegazzato e si rimise alla ricerca.
-Che vuoi fare?- chiese Ino curiosa.
-Vuole mandare un messaggio a Tenten- le rispose lo Hyuga impassibile.
-Che ti serve?- insisté lei.
-Gli serve una penna- Neji era sempre molto diretto e coinciso… per non dire incredibilmente intuitivo.
Ino era stufa di quei giochi di parole, quindi impiegò tutto l’autocontrollo di cui era dotata per trattenersi dal cacciare a Neji un dito in un occhio.
Cosa che desideravaimmensamente fare.
Si limitò a passarsi le mani prima sulla lunga frangia bionda, quindi attorno allo stretto chignon del medesimo colore.
Quando porse a Shikamaru la matita che fermava il nodo, i capelli d’angelo le piovvero lungo la schiena nascondendo parzialmente gli affilati tratti del viso.
-Ecco- disse, piazzandogli la matita sotto il naso –tieni, scrivi e fai in fretta-.
Shikamaru la osservò stupito per qualche secondo e, senza riuscire a trattenersi, chiese –Per quale motivo giri con una biro tra i capelli, di grazia?!-.
Ino ridacchiò della sua espressione prima di annunciare con aria di superiorità –veramente, è una matita per gli occhi. Non lo sai che noi ragazze dobbiamo essere pronte a qualsiasi evenienza?-.
-Vogliamo tornare a noi, per cortesia?- Neji li richiamò all’ordine –sbrigati Shikamaru con quel messaggio-.
Poi, lanciando un’occhiata di sbieco al fazzoletto stropicciato, mormorò –di supplico… dimmi che non l’hai mai usato…-.
Ma nessuno si diede la pena di rispondergli.
Cinque minuti (e innumerevoli sforzi fisici, mentali, psicologici e quant’altro) dopo, i ragazzi erano finalmente riusciti a far passare il messaggio nella serratura della porta. Avrebbero sicuramente impiegato meno tempo se l’avessero fatto scorrere parallelamente al suolo, tuttavia le piastrelle del bagno erano completamente bagnate e (come Ino aveva fatto gentilmente notare) “Il mio kajal non è waterproof”.
Il messaggio, scritto in due brevi e criptiche frasi, aveva l’unico scopo di farsi dire dalla piccola Cielo dove potessero trovare un mazzo di chiavi per aprire la porta.
La risposta non tardò ad arrivare, le parole tracciate sul vetro nuovamente appannato svelarono il mistero.
 
 
 
 
 
 
Shikamaru e Ino correvano a perdifiato lungo il corridoio del secondo piano, i piedi indolenziti, gli occhi gonfi di sonno e i capelli che svolazzavano intorno al viso.
Ino in particolare, litigava con un detestabilissimo paio di pantofole che Tenten le aveva prestato: le orribili scarpette non facevano che sfuggirle dai piedi rallentando considerevolmente la loro marcia.
Cosa che Shikamaru non faceva che farle notare.
-Senti Shikamaru- lo apostrofò Ino all’ennesima caduta –non so nemmeno perché corriamo tanto!-.
Ino aveva dipinta in volto una smorfia di sincero disappunto e frustrazione. E la poverina non aveva tutti i torti.
Era or’mai notte fonda e i ragazzi venivano da una pesantissima giornata: tra estenuanti camminate e piste da scii, Ino decise di potersi permettere una pausa.
Shikamaru intuì i pensieri della ragazza e si accovacciò al suo fianco sul freddo corridoio, osservandola armeggiare con le pantofole.
-Coraggio Ino- la incalzò, ma con una dolcezza insospettabile –potrai riposarti più tardi-.
La verità era che Shikamaru aveva una bruttissima sensazione, riguardo tutta quella faccenda.
C’erano molti elementi che destavano sospetti; erano accaduti veramente troppi fatti strani: dalla porta che si chiudeva da sola alle chiavi scomparse… c’era decisamente qualcosa che non andava e Shikamaru desiderava solamente lasciare quel luogo.
Alzandosi di scatto allungò la mano alla ragazza ancora seduta, stupendo perfino se stesso per tutta quell’audacia.
-Su Ino, prima andiamo…- cominciò ad alta voce -…e prima potremo andarcene- aggiunse tra i denti.
Ino non sembrava molto convinta ma decise di afferrare comunque la mano che gli veniva offerta, sebbene senza particolare entusiasmo.
-Ah si!- fece Shikamaru voltandosi di scatto nella sua direzione –quasi dimenticavo…-.
Ino osservò la scena quasi al rallentatore. Vide Shikamaru sorriderle e tendere le braccia verso di lei…
In pochi attimi si ritrovò sospesa nel vuoto con le mani del ragazzo che la tenevano per la vita e i piedi improvvisamente privi del sostegno del pavimento.
Dall’alto del suo metro e settanta Shikamaru sollevò la ragazza come fosse una piuma, i suoi capelli sciolti gli solleticarono il viso nello slancio del salto.
Ino si affrettò a poggiare le mani sulle spalle del ragazzo, cercando di mantenere una minima, dignitosa, distanza tra loro ed evitare di rovinagli addosso.
Esterrefatta non riusciva però a capire cosa potesse essere accaduto. Il suo cervello semplicemente si rifiutava di ragionare.
Non riusciva a trovare una spiegazione razionale… ma non la cercava neppure.
Tutto ciò che vedeva era il volto di Shikamaru che le sorrideva sereno…
…fino a che non sentì le odiose pantofole scivolarle lentamente dai piedi.
A quel punto, il ragazzo la posò cautamente a terra e raccolse con calma le scarpette.
Quindi le sventolò davanti ai suoi occhi blu, annunciando convinto –queste le buttiamo, si?-.
 
 
 
 
 
-Ok, ok. Questo è il magazzino, secondo Tenten le chiavi dovrebbero essere qui-.
Ino osservava scettica un’imponente portone rozzamente levigato in legno.
Shikamaru la guardò per un secondo, le sopracciglia alzate. In attesa.
-Prima le signore- annunciò in fine.
Ino superò in fretta lo stupore e poggiò le mani sul pomello della porta. Con una leggera pressione, l’entrata si aprì cigolando.
Una coltre di fumo scuro avvolse i ragazzi impedendo loro di vedere alcun’che.
 
 
 
 
 
Note d’autrice…
Ed ecco a voi il capitolo numero tredici!
Che lavoraccio… è stato terribile… e il risultato è penoso…
Spero possiate perdonarmi, ma in questo periodo sono in crisi per via della scuola… e le mie storie ne risentono>.<
E’ molto corto, ma ho dovuto dividere il capitolo perché i personaggi erano troppi (e sarebbe venuto un poema)!
 
Ci tengo a dire che questo capitolo è DEDICATO a IXIA che si è auto-eletta al rango di mia spronatrice durante i periodi di non-voglia-di-scrivere XD
Spero che ti sia piaciuto!!!
 
Un bacione a tutti, e grazie!
Holly_94
 

  
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