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Autore: OpunziaEspinosa    10/04/2011    12 recensioni
Alzo lo sguardo e, fermo sulla porta che non chiudo mai, un ragazzo in sneakers, jeans strappati, maglietta bianca con scollo a V, zainetto nero appoggiato ad una spalla, mi osserva incuriosito.
Dio sia lodato... Questo deve essere il mio assistente.
“Tu devi essere Edward.” Sentenzio alzandomi e precipitandomi allo schedario dove conservo la copia madre della dispensa.
“Sì… sono… Edward…” Mi risponde confuso.
“Avresti dovuto essere qui almeno dieci minuti fa!” Lo rimprovero mentre recupero i documenti che mi servono.
“Chiedo scusa?”
Porca miseria, ma chi mi hanno mandato? Un deficiente?
È il suo primo giorno, è in ritardo, quasi non si è presentato, ed invece di scusarsi, chiedermi se ho bisogno di qualcosa, darsi da fare insomma, se ne sta lì, impalato sulla porta con lo sguardo da ebete.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 7 –  In Vino Veritas


 
La porta del gabinetto si apre e lei è lì, di fronte a me. Mi osserva tranquilla, i meravigliosi occhi coloro cioccolato semichiusi, e un sorriso beato e sognante stampato sulla faccia.
“Ciaooo,” mi dice.
“Ciao,” le rispondo.
Vorrei assumere un’aria severa, dopo tutto sono qui per fare chiarezza su quanto è accaduto in ufficio stamattina; sono qui per capire se è stata male sul serio, o ha solo finto, ma proprio non ci riesco. Isabella Swan ubriaca è uno spasso! Ripenso a quello che è appena successo, a lei che se la ghigna sentendo la parola chiavi-stello, a lei che prende a spallate la porta per uscire dal bagno… Come faccio a non sorridere?
“Eccolo di nuovo… hip!”
“Che cosa?”
“Il sciorriso sghembo… hip!”
“Bella, stai bene?”  le chiedo divertito senza riuscire a togliermi l’ormai famigerato sorriso sghembo dalla faccia.
“Scì…” dichiara convinta. E poi aggiunge: “Sciai una cosa, Edward?”
“No, cosa?”
“Lo sciapevo di piacerti… hip!” sentenzia con fare ammiccante, appoggiandosi languida allo stipite della porta.
Credo stia cercando di fare la femme-fatale, ma non ci sta riuscendo un granché.  Più che sensuale l’effetto è comico.
“Daaai, ammettilo!” continua, inarcando un sopracciglio e puntando il dito nella mia direzione. “Io ti piaccio…. Hip!”
“Bella, quanto hai bevuto stasera?”
Sono sconvolto. Questa donna non ha più idea né di dove sia né di cosa stia facendo! Probabilmente non si è neppure resa conto al 100% che io sono qui davvero, in carne ed ossa, di fronte a lei. Eppure c’ha azzeccato. Perché è così maledettamente ovvio che mi piace! È da quando l’ho incontrata stamattina che penso a lei e, malgrado ciò che ho detto a Jasper ed Emmett, l’idea di farci l’amore è un tarlo che mi rode il cervello, oltre che la coscienza sporca di uomo ad un passo dalle nozze. E c’entra poco o nulla il fatto che Tanya non me la dia da quasi due settimane.
Ma di sicuro non glielo posso confessare qui, nel gabinetto lurido di un ristorante italiano della periferia di Seattle, mentre è completamente sbronza!
“Bella, quanto hai bevuto?” le chiedo di nuovo.
“Hi, hi! Sciolo un goccetto… hi,hi!” sghignazza uscendo finalmente dalla toilette.
Siccome le sto d’intralcio, mi scosta con una mano e barcolla fino al lavandino. Apre il rubinetto, si accascia sulla superficie di marmo, e comincia a bere ampie sorsate schizzando acqua dappertutto.
“Bella, che schifo!” esclamo inorridito. “Torniamo di là, ti ordino una bottiglia d’acqua, ma staccati da quel rubinetto, per favore!”
Questa è decisamente la scena più surreale alla quale mi sia mai capitato di assistere.
“È sssciolo acqua!” sbuffa tirandosi su e passandosi grossolanamente il dorso della mano sulla bocca.
È normale che la trovi maledettamente attraente anche così ridotta? Spettinata, struccata e ubriaca?
Devo essere malato!
“Bella, ti prego, usciamo adesso,” la invito, indicandole la porta con la mano.
“Pecchè?” mi chiede confusa guardandomi dallo specchio.
“Perché siamo nel bagno delle signore!”
“Oddio!” esclama sgranando gli occhi e voltandosi di scatto. “Che ci fai tu nel bagno delle scignore? Hip!”
“Appunto! Non posso stare qui, qualcuno potrebbe entrare da un momento all’altro e scambiarmi per un maniaco. Usciamo, forza.”
“Sciei un maniaco?”  mi chiede con sospetto guardandomi storto.
“No, non lo sono Bella,” la rassicuro. “Forza, usciamo.”  La incoraggio nuovamente avvicinandomi  e posandole una mano sulla spalla.
La sua pelle è così morbida…
“Non lo sciei?” domanda con una punta di scetticismo nella voce.
“No, non lo sono.”
“Peccato… scie fossi un maniaco mi scialteresti addosso…” mi dice, facendo il broncio e iniziando a giocare con i bottoni della mia camicia.
Rieccola nel tentativo di fare la sensualona. Ma è strafatta! Come faccio a non ridere?
“Vuoi che ti salti addosso?” le chiedo divertito. Senza dubbio il vino le sta facendo dire cose che non avrebbe mai il coraggio di confessarmi da sobria. Mi piace, la cosa. Isabella Swann si sente attratta da me, ne ha parlato anche con le sue amiche, e vorrebbe che le saltassi addosso. Interessante… molto interessante…
“E tu? Vuoi scialtarmi addosso?”
“Ti piacerebbe?” la stuzzico.
“Mi piacerebbeeee? Cosaaaa, ssscusa?”
Ma come cosa?!
Scoppio a ridere come uno stupido, perché la mia ubriacona ha già dimenticato quello che mi ha appena chiesto!
“Cosaaaa? Cosaaaa, Edward? Dimmeloooo…” mi supplica.
“Lascia stare… allora, usciamo sì o no?”
“Certo! Domani scera va bene? A che ora passci a prendermi?”
“Bella, non ti sto chiedendo un appuntamento!” Dio mio, parlare con un ubriaco è stancante. È come parlare con un malato di mente. È impossibile ragionarci! “Ti sto invitando a tornare di là, in sala, per continuare la nostra cena.”
“Mi hai invitata a cena?!” esclama stupita. E poi,  riproponendomi il sorriso beato di poco fa, aggiunge: “Lo vedi allora che ti piaccio? Hip!”
Certo che mi piaci, Bella! E potrei anche ammetterlo, perché no? Potrei confessarti che ti voglio, che voglio il tuo corpo e la tua mente,  che voglio fare l’amore con te per tutta la notte. Che voglio farti urlare di piacere, che voglio la tua bocca e la tua lingua ovunque.
Tanto non te lo ricorderesti. Sei  strafatta!
“Lo sciapevo di piacerti, Edward…hip!” E poi mi si getta al collo. “Mmmm… hai un buon profumoooo…” continua annusandomi. “Hai proooprio un buon profumo… Mmmm…”
“Sì, beh, vorrei poter dire lo stesso di te,” mi lascio sfuggire, arricciando il naso.
Bella mi piace da morire, ed averla tra le mie braccia è fantastico. Sentire il suo corpo è fantastico. Ma questo alito di vino no. Non è per nulla fantastico.
“Non ti piace il mio profumo?” Mi chiede a pochi centimetri dal naso.
Oh, santo cielo!
“Bella, sei meravigliosa, sei bellissima, adoro il tuo profumo, ma ti prego: usciamo di qui!” la supplico, cercando di staccarmela di dosso.
Voglio abbandonare questo gabinetto! Subito!
“Sciono bellissima?” mi domanda incredula.
“Sei la donna più bella che io abbia mai conosciuto,” confesso. Chissenefrega, tanto domani non se lo ricorderà di sicuro, e questa potrebbe essere l’unica occasione che ho per dirglielo.
“Grassieee! Grassie Edward!”  esclama raggiante, attaccandosi a me peggio di una cozza a uno scoglio. “Anche tu sciei bello, Edward… Sciei taaanto bello… Sciei bellissimo… mi piacciono i tuoi capeeelli, e i tuoi ooocchi, e le tue maaaani…”
Merda… forse confessarle che la trovo meravigliosa non è stata una buona idea.
“Sì, ok, grazie. Bella, andiamo!” E siccome non si decide a muoversi, la trascino di peso fino alla porta.
Maledizione, è minuta, ma trasportarla è peggio che trasportare un masso!
“Forza, ricomponiti,” le dico, sistemandole un poco i capelli.
I suoi morbidi capelli…
“Ok, ok, ho capito…hip!” Mi allontana con una manata, e con fare deciso imbocca la porta d’uscita della toilette. Io la seguo, e faccio appena in tempo a staccarle una lunga striscia di carta igienica appiccicata sotto la scarpa destra, prima che lei faccia il suo ingresso trionfale nella sala del ristorante.


 

   
 
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