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Autore: Eisenhorn    10/04/2011    1 recensioni
Due amici, Templari Neri, legati dallo Spirito combattente degli Adeptus Astartes, combattono assieme contro le minacce dell'Imperium.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, mi sono registrato da poco e, preso da una matta idea ho buttato giù questo capitolo di una, spero "lunga", storia ^^. 

Ovviamente mi aspetto commenti e Critiche di qualunque genere. Spero che gli appassionati del gioco apprezzino.

Buona lettura, aspetto commenti ^w^



TEMPALI NERI, EROI DEL CAPITOLO




Capitolo 1

 

Nella grande cappella, costruita appositamente per momenti di preghiera, dedicata completamente all'Imperatore, il Signore eterno dell'umanità, padrone assoluto dell'Imperium, formato da migliaia di mondi, siede immobile sul Sacro Trono d'Oro della Terra, è solo un cadavere che si contorce in segreto, tenuto in vita da invisibili poteri dell'Oscura Era della Tecnologia, a lui vengono sacrificate ogni giorno mille anime, perché non muoia mai del tutto.

 

Davanti all'immensa statua dedicata al Sovrano Cadavere dell'Imperium un'imponente figura inginocchiata, in silenzio, prega. I pochi capelli corti sono di un biondo chiaro, l'imponente corporatura, tipica di un Adeptus Astartes, guerrieri geneticamente potenziati, il cui corpo viene pesantemente modificato e migliorato, con nuovi organi che incrementano al potenza muscolare e la robustezza delle ossa per dargli forza, taglia e robustezza senza pari.

 

Inginocchiato, la grossa mano destra posta sopra al ginocchio mentre la sinistra, stretta a pugno preme il freddo pavimento, gli occhi dello Space Marine sono chiusi, segno di una grande meditazione e immersione più totale nella preghiera; -Che l'Imperatore possa concedermi forza e vittoria per annientare i nemici dell'Imperium- cosi pregava silenziosamente il gigantesco guerriero.

 

Nel silenzio della grande struttura dei passi rimbombarono chiari alle spalle del Marine, passi pesanti si avvicinavano all'immensa statua raffigurante l’Imperatore, la figura si affiancò infine accanto allo Space Marine in preghiera.

 

-Sergente Lorenzo, mi duole molto interrompere la sua preghiera, la Castigo si stà avvicinando al pianeta imperiale denominato Meridian e i soldati sono pronti-.

 

Un sorriso si disegnò sul volto, segnato da molteplici cicatrici, del Marine e la testa si volse in direzione del Cappellano, un imponente uomo in armatura potenziata nera, su entrambi gli spallacci il simbolo del capitolo d'appartenenza, raffigurante una croce di malta nera che spiccava sul bianco candido dello spallaccio, sul petto della pregiata armatura l'aquila imperiale, teschi posizionati all'altezza del bacino, pergamene riportanti benedizioni, pendevano da entrambi gli spallacci e allacciato alla cintola un grosso libro di Litanie e lodi all'Imperatore, chiuso da serrature e rune-sigillo, indossava un elmo raffigurante un teschio, l'immagine dell'Imperatore morente, nella sua mano sinistra il Crozius Arcanum un bastone metallico di colore scuro, in cima ad esso l'aquila imperiale.

 

-Grazie Cappellano Toth, ero cosi assorto nella preghiera che ho dimenticato il mio dovere- cosi dicendo si alzo e si diresse verso l'uscita della cappella, in quel momento la stessa voce parlò di nuovo.

 

-Un'altra cosa, il Sergente Fabrizio la stà aspettando fuori, dice che le deve parlare assolutamente-.

Lorenzo soppresse una risata e si voltò vero il cappellano.

 

-Sicuramente avrà informazioni tattiche da condividere con me, grazie dell'informazione Cappellano, che l'Imperatore ti assista in battaglia- e senza ascoltare la risposta del Cappellano si diresse verso la grande porta della cappella.

 

-Lorenzo eccoti, non sto più nella pelle per la battaglia-, la voce apparteneva ad un altro Space Marine, capigliatura nera, anche il suo volto costernato da cicatrici, una in particolare sulla parte destra del volto, lunga dalla fronte fino alla guancia.

 

-Confratello Fabrizio, mi fà piacere sapere che sei preparato per la battaglia, ma ricorda di tenere i tuoi istinti calmi e di ragionare con la testa, più tosto ricordami, perché siamo qui-.

Fabrizio scoppio in una grassa risata dal dire dell'amico, quando poco dopo si fu calmato, tornando serio mettendo una mano sulla spalla del Marine rispose.

 

-Mio caro Lorenzo, siamo qui in risposta ad una chiamata di aiuto della Guardia Imperiale a difesa della città di Meridian, sembra che gli Orki abbiano attaccato in massa e le loro difese non sono sufficienti da poter reggere i loro attacchi, di conseguenza interveniamo noi e di nuovo le nostre squadre si affiancheranno in battaglia.-

 

Nel mentre che parlavano i due Sergenti arrivarono nell'armeria dove dei servitori li aiutarono ad indossare le loro rispettive armature potenziate, nere, spallacci bianchi con i simboli del capitolo, squadra di appartenenza e il loro grado di Sergente. Vari sigilli di purezza presenti su parti dell'armatura, ovviamente segnata da molteplici segni di numerose battaglie passate.

 

-Capisco, bene ci aspetta una buona battaglia basata sul corpo a corpo, seguendo la solita tattica; verremo lanciati sul campo nemico tramite capsule d’atterraggio e dovremo colpirli dal mezzo, dubito fortemente che i pelleverdi siano preparati ad un attacco del genere-.

 

I due si armarono, il Sergente Lorenzo indossava nella mano destra un artiglio del fulmine potenziato, un’antica arma creata in uno degli innumerevoli mondi forgia, appositamente creata per uccidere, piccole scariche di elettricità precorrono le quattro lame che compongono l’antica arma, il suo amico padroneggiava un grande martello tuono, sulla testa del quale spiccava un teschio, il metallo dorato pulsava di elettricità.

 

Dopo i preparativi entrambi i sergenti si diressero nella grande sala della Castigo, una delle navi spaziale assegnate al capitolo dei Templari Neri, gigantesca, lunga chilometri e chilometri, armata, abilitata al trasporto e alla sopravvivenza dei Adeptus Astartes risiedenti, molti soldati accolsero i due Sergenti saluta doli militarmente, dopo poco, su di un palco apparve il Cappellano Toth e uno Space Marine, la sua armatura era diversa da quella dei suoi confratelli, rivelava una fabbricazione accurata di molteplici artefici.

 

L’intero capitolo riconobbe quell’armatura come l’Armatura della Fede, assegnata solo a Space Marine che alla vigilia della battaglia riceveva una visione dell’Imperatore, che gli parla del futuro, del passato e delle gesta mirabolanti che compierà al Suo servizio.

L’Adeptus Astartes affianco del Cappellano Toth era diventato il Campione dell’Imperatore, brandiva in mano la Spada nera, l’arma più spaventosa tra i Templari Neri, infusa del potere della loro giusta furia e dal loro fanatismo crociato.

 

Dopo mormorii il Cappellano Toth richiamò l’attenzione:

 

-Guidaci dalla morte alla Vittoria. Dalla Menzogna alla Verità.-

 

Gli Space Marine continuarono all’unisono.

 

<<Guidaci dalla disperazione alla speranza,

Dalla fede al massacro.

 

Guidaci alla Sua forza

E a un’eternità di guerra.

 

Che la Sua ira colmi i nostri cuori.

 

Morte, guerra e sangue;

Vendicatevi servite l’Imperatore

Nel nome di Dorn!>>

 

Dopo pochi attimi di silenzio il Campione dell’Imperatore parlo alzando la spada.

 

-NON TOLLERATE CHE L’EMPIO VIVA!-

 

A risposta ebbe un boato dell’intera Capitolo, le armi alzate al cielo, si potevano notare requiem, fucili al plasma, spade a catena, magli potenziati e asce da guerra.

 

-NON TOLLERATE CHE L’EMPIO VIVA!-

 

Subito gli Space Marine si diressero alle Thunderhawk, subito messe in moto, il Sergente Lorenzo e il Sergente Fabrizio si diressero con il loro distaccamento verso le Capsule d’Atterraggio, prima di entrare i due amici si scambiarono un’occhiata.

 

-Sergente Fabrizio ricorda molto bene che Il successo è commemorato, il fallimento a mala pena Ricordato.-

 

In tutta risposta l’amico sorridendo rispose a gran voce

 

-E tu Sergente Lorenzo ricorda che la vittoria non necessita di spiegazione, la Sconfitta non ne consente-

 

Cosi dicendo i due entrarono nelle rispettive Capsule d’Atterraggio, tutto intorno a loro, i rumori delle Thunderhawk in partenza, canti che lodavano le gesta di eroi e incitazioni di vario tipo.

 

La capsula si chiuse e venne decompressa, pronta al lancio, diretta verso la città in guerra di Meridian.

 

  
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