- Buon compleanno piccola! – urlò mia mamma, stringendomi a se.
Sospirai e l’abbracciai.- Cos’hai in mano? – chiese mio papà, prendendomi la lettera.
- Uno stupido scherzo – dissi.
Lui la lesse velocemente e scoppiò a ridere, mentre la passava alla mamma.- Tesoro. Lo sai che è impossibile, vero? – chiese preoccupata.
Sorrisi – Sì mamma, lo so. Ma ora, non possiamo avventarci su questa bella torta?Mio fratello non se lo fece ripetere due volte e si tagliò un megapezzo di torta.
Mi sedetti a tavola e feci lo stesso.
Mentre mangiavo, il mio sguardo si spostò sulla finestra davanti a me.
- E no, ora basta – dissi alzandomi e andando alla finestra, scacciando via la civetta bianca che lasciò cadere una lettera identica a quella che già possedevo.
Alessandro, mio fratello, si avvicinò e osservò la lettera – Ok, secondo avviso. Aspettiamo ancora?Mi voltai a guardarlo, con la lettera in mano – Qualche cretino avrà preso una civetta e l’avrà lasciata sulla finestra, con questa stupida lettera – dissi, lasciandola cadere sulla tavola.
Mi risedetti a tavola e continuai a mangiare, osservando il pezzo di carta antico.
Improvvisamente questo iniziò a vibrare.
Sbattei più volte le palpebre, per capire se erano gli occhi che mi giocavano un brutto scherzo.
La lettera si levò in volo e si modificò a formare una bocca.
- Non è possibile – dissi alzandomi e avvicinandomi ad essa.
Questa iniziò a parlare – La signorina Anita è pregata di fare i bagagli. Tra almeno cinque minuti arriverà un rappresentante della scuola, che la scorterà a fare le apposite compere per la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.- Ma io ho sedici anni! Non ho la preparazione di tutti gli altri maghi! – urlai alla lettera.
- Per questo non ci sono problemi. Arrivederci – disse la lettera, prima di prendere fuoco.
Sospirai e mi voltai a guardare la mia famiglia.Alessandro era a bocca aperta – Ma io non sono mai stato ammesso. Come mai lei si? – chiese –Non che io sia geloso di questo, ma… la cosa non ha senso.
Alzai le spalle – Non lo so nemmeno io il perché, ma so che la lettera non scherzava, quindi andrò con l’uomo che mi accompagnerà alla scuola. E appena arriverò chiederò a Silente delle spiegazioni.
- Tesoro ma non è possibile tutto questo. Noi non siamo maghi – disse mia mamma, mentre stringeva la mano di suo marito.
Sospirai – Mamma voi non dovete essere necessariamente dei maghi per…Il campanello suonò e rimanemmo tutti in silenzio.
Suonò una seconda volta così, mi avvicinai alla porta e l’aprii.
Un uomo enorme, con la barba, mi stava guardando dall’alto.
- Ciao Hagrid – dissi all’uomo – Scusa, ma devo ancora preparare le valige non ci metterò molto.
- Scusa, come sai che mi chiamo Hagrid? – chiese, mentre entrava in casa spostando i mobili.
Spalancai gli occhi e mi diedi una manata in fronte.Era logico, loro non sapevano di essere la fantasia di una scrittrice.
Mi voltai verso l’uomo – La lettera mi ha detto il tuo nome. Piacere, io sono Anita – dissi, porgendogli la mano sorridendo.
Lui la strinse – Oh beh, dai corri di sopra a fare le valige, mentre io parlo con i tuoi genitori.
Chiamai Alessandro e andai a preparami la valigia.
- Non ci posso ancora credere – disse lui, mentre metteva i miei abiti nella sacca.
- Nemmeno io – dissi, prendendo uno zainetto.
- Che vuoi fare con quello? – chiese.
Presi i libri della saga di Harry Potter e gli infilai nello zaino – Me li porto dietro. Non ricordo bene come sono andati i fatti, quindi ho bisogno di rileggerli. Magari riesco a fare qualcosa.- Secondo me è meglio che lasci i fatti come devono essere. Non puoi evitare che Silente venga ucciso da Piton o fermare tutte le altre morti. Cambieresti completamente i libri. Cambieresti la storia.
Sospirai e infilai i libri nello zaino – Hai ragione, ma li porto dietro lo stesso.Bussarono alla porta – Anita, sei pronta? – chiese Hagrid.
Mi guardai attorno – Si, arrivo – dissi, prendendo il mio cellulare e il caricabatteria.
Lo indicai a mio fratello, facendogli capire che lo avrei avuto sempre con me così avremmo potuto sentirci sempre. *
Lui mi abbracciò e mi diede un bacio sulla fronte.
Sorrisi e uscii dalla porta della camera.
Andiamo – dissi all’enorme uomo.
* in questa ff i cellulari funzionano nel mondo magico (siete avvertiti) =)