Natale (POV Ila)
È davvero strano come a volte
il mondo è piccolo.
E anche quel giorno di Natale
fu così.
Quando presentai mia mamma ai
genitori di Simo, rimasi sorpresa che Ale la conoscesse già.
Parlando scoprirono come
facevano a conoscersi.
Era lui l’avvocato che aveva
assistito mia mamma durante il divorzio da mio papà. Non lo sapevo e non avrei
mai potuto immaginarlo.
In un certo senso fui felice
di vedere che il mondo fosse così piccolo, dall’altro mi ritrovai a pensare che
forse avrei potuto conoscere prima Simo, ma non avrei mai potuto saperlo.
Ed ero lì, in quell’immensa
tavolata circondata da due uomini: uno, ovviamente, era Simo, l’altro era quel
rompi scatole di Davide, anche se lo trovavo simpaticissimo.
La moglie davanti a me, mi
guardava in modo dolce e simpatico, come se non mi odiasse per il fatto di
averle tolto il marito, anche se comunque io non avevo fatto niente.
Era Davide che si era
attaccato a me come una cozza, provocando così la gelosia di Simo, ma era
geloso anche del suo fratello acquisito? Non potevo crederci, eppure mi
sembrava più che ovvio che lo amassi con tutta me stessa.
Eravamo a quasi metà del
pranzo ormai e non ce la facevo più dal ridere.
Davide in parte a me, non
faceva che raccontare battute e farmi ridere. Non ce la facevo più, facevo
fatica a mangiare.
-Senti, Davide. Smettila.
Vorrei mangiare.- cercai di dirgli tra le risa.
Lui mi guardò e rise.
Improvvisamente prese la
sedia ed andò a sedersi vicino alla moglie.
Così ebbi il tempo di
pensare. La mattina la Ary mi aveva chiesto se io facevo mai il bilancio a fine
anno ed io le avevo risposto che lo facevo per qualsiasi cosa. Stranamente,
quell’anno, non l’avevo ancora fatto.
Non era il momento migliore
per farlo, durante la cena di Natale, ma avevo bisogno di pensare, di pensarci
e l’unico momento che trovai era quello.
C’era una pausa tra una
portata e l’altra e decisi di andare a prendere una boccata d’aria.
-Vado un attimo fuori a fare
un giro. – dissi alzandomi dalla sedia.
Simo si stava già alzando per
seguirmi.
-Vado da sola se non ti
dispiace.- gli sussurrai all’orecchio per poi lasciargli un bacio.
Uscii nel parcheggio,
incamminandomi verso il giardino del ristorante.
Ero circondata da pace e
tranquillità ed in quell’atmosfera i miei pensieri mi assalirono.
Pensai all’anno appena
passato, a quante cose erano cambiate in solo 12 mesi. Troppe cose erano
cambiate, ma erano pur sempre cambiate in meglio.
Non avrei mai immaginato che
mi sarei innamorata di un uomo come Simo, anzi non avrei mai immaginato di
incontrare uno come lui.
Qualche settimana prima di
incontrare lui, immaginavo il mio futuro con Mattia, mi immaginavo di stare con
lui, di baciare lui, ma dopo che Simo entrò nella mia vita, tutto cambiò.
Dopo quei pochi momenti
passati insieme quella sera, era cambiato tutto.
Lui mi aveva completamente
stravolto la vita senza avvertirmi, senza che io lo volessi. Perché io non
volevo che mi travolgesse la vita, non volevo che la sconvolgesse totalmente.
In quel periodo non volevo
che uno stronzo come lui entrasse nella mia vita per rovinarla, ma non potevo
immaginare che non l’avrebbe mai rovinata.
Be, forse all’inizio la
rovinò, entrò prepotentemente nel mio cuore senza chiedermi il permesso, senza
che io lo volessi, per poi spezzarmelo andando a letto con un’altra.
Per i mesi successivi, lo
odiai con tutta me stessa, ma ogni fibra del mio corpo reclamava la sua
presenza, un suo tocco, una sua carezza, il mio cuore reclamava lui, nonostante
fossi insieme a Mattia, il ragazzo che mi amava e che amavo prima di incontrare
Simo.
Non so perché non lo cercai in quel periodo,
forse ero ancora troppo cieca per capire che avevo bisogno di lui, che ogni
cellula del mio corpo avesse bisogno di lui, ma quando seppi del suo incidente
mi sentii morire.
Pensai che avessi perso la
mia occasione, che lo stessi perdendo e che non avrei più potuto dirgli che
volevo lui, che l’avevo sempre voluto, ma quando si risvegliò capii che non
tutto era perduto, che il mio amore nei suoi confronti aveva la possibilità di
crescere.
Passare quei giorni con lui
in ospedale, era per me la cosa più bella e poi capire che fossi ricambiata.
Capii in quei tre giorni che
lui fosse realmente interessato a me.
Lo capii dai suoi sguardi,
dai suoi atteggiamenti, dal suo cambio d’umore quando io gli rispondevo male.
Fu lì che capii tutto, ogni
cosa. Che capii cose che non avevo mai capito.
Gli ero sempre interessata e
lui era cambiato…per me…per noi…per un nostro possibile futuro insieme.
I mesi successivi furono i
più belli. Tutto era perfetto, anzi perfetto no, il perfetto dopo un po’
storpia.
Era tutto bello per quello
che era: per le nostre provocazioni, per le nostre discussioni, per le nostre
gelosie, per i nostri scherzi.
Andava tutto bene, per
com’era.
Quando la sera prima del
matrimonio lo stavamo quasi per fare e venni sopraffatta da quei pensieri
strani, non seppi nemmeno io per quale motivo venni presa da quella paura.
Non dovevo avere paura, lui
aveva scelto me, voleva stare con me, non mi avrebbe mai lasciato. Non avrebbe
mai fatto l’amore con me per poi non farsi trovare la mattina.
Ma quella sera pensai lo
stesso a quelle brutte paranoie.
Tutto poi passò, finendo con
la confessione del nostro amore. Di amarci. Di volerci.
Poi arrivò il mio compleanno,
il regalo.
Tutto sembrava bellissimo, ma
se in quel periodo la mia vita sentimentale andava a gonfie vele, non potevo
dire lo stesso per la Ary.
Dovevo combattere tra la mia
relazione e la mia migliore amica, cercare di non farle pesare il fatto che io
avessi il ragazzo e lei no.
Vederla piangere, soffrire,
chiudersi in se stessa, mi faceva chiudere lo stomaco.
Non potevo vederla soffrire
così. Non potevo proprio. Ma per fortuna poi tutto si risolse.
Ricordo ancora la prima volta
con Simo, era stato favoloso, magnifico e non avevo mai immaginato di poterlo
fare in modo migliore e con una persona migliore.
Lui era la cosa più bella che
potessi avere, la persona più bella che potessi conoscere ed amare.
Non mi accorsi delle lacrime
che mi solcavano il viso, non mi accorsi nemmeno di aver cominciato a piangere.
Ma non erano lacrime di
dolore, erano di gioia immensa nel ricordare quei momenti, che sicuramente non
sarebbero mancati anche nel futuro.
-Stai bene?- mi chiese Simo
preoccupato.
Alzai lo sguardo verso di lui
ed incontrai i suoi occhi neri.
Era preoccupato. Vedevo sul
suo viso l’indecisione se avvicinarsi o guardarmi da lontano. Gli sorrisi.
-Sto benissimo.- ammisi
sorridendo, ma piangendo ancora.
-Perché piangi?- mi chiese
avvicinandosi e sedendosi sulla panchina dove mi ero seduta qualche minuto
prima.
-Perché sono felice.- gli
dissi guardandolo e ricominciando a piangere.
-Per me dovrebbero
rinchiuderti, lo sai?- mi disse asciugandomi una lacrima con il pollice.
Risi.
-L’ho sempre detto che
dovevano farlo, ma ancora nessuno l’ha fatto.- gli dissi guardandolo negli
occhi.
-Questo vorrà dire che ti
farò rinchiudere io, ma con me però.- disse prima di baciarmi.
Il mio primo bacio misto a
lacrime.
Era dolce e salato allo
stesso tempo.
Dischiusi le labbra per
accogliere la lingua di Simo.
Quando ci staccammo appoggiai
la fronte su quella di Simo.
-Lo sai che ti amo, vero?-
gli chiesi con gli occhi chiusi.
-Come io amo te.- mi rispose
accarezzandomi una guancia.
Cercai di contenermi e di non
piangere.
Restammo ancora qualche minuto
seduti sulla panchina a guardarci, a baciarci e, soprattutto, a
tranquillizzarmi.
In quell’anno non potevo
volere di meglio.
Ero insieme ad un ragazzo
favoloso che mi amava, cosa potevo volere di più dalla vita?
La mia vita andava benissimo
così com’era.
Buon pomeriggio a tutte! Eccomi qua
nuovamente con un nuovo capitolo. Lo so, è abbastanza corto, ma diciamo che Ila
non aveva molto da dire. xD
La storia tra lei e Simo l’abbiamo
quasi sempre vista attraverso i suoi occhi, quindi mi sembrava inutile
ripercorrere troppo la storia da capo. =)
Piccolo dettaglio: Ale, il
papà di Simo, ha assistito la mamma di Ila per il divorzio. xD Pensate a cosa sarebbe
potuto succedere se i nostri due amati protagonisti si fossero conosciuti
prima. Probabilmente si sarebbero uccisi o forse Ila avrebbe avuto il cuore spezzato.
Sinceramente, penso che sia stato meglio che non si siano conosciuti allora,
non era il caso, Ila era troppo piccola e immatura ancora per capire come
comportarsi con Simo e avrebbe rischiato di soffrire solo e basta. Simo, invece,
non sarebbe stato ancora pronto a fare questo grandissimo salto. Non si sarebbe
mai innamorato di Ila perché non era ancora il momento giusto.
Quindi, è stato meglio così.
=)
Questo capitolo era
decisamente corto e vi dico che per compensare, posterò il prossimo capitolo in
settimana, va bene?
Ormai siamo in dirittura d’arrivo,
ragazze. -3 capitoli e questa storia sarà finita.
Ringrazio con tutto il cuore
le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate e a
quelle persone che mi hanno aggiunto come autore preferito *_* Davvero grazie,
per tutto *_*
Ah sì, avviso che ho cambiato
la mia presentazione nella pagina dell’autore, se volete passare a darci un’occhiata
fate pure.
Scusate se non rispondo alle recensioni, ma sono stanca e volevo almeno postare =)
Scusate se non rispondo alle recensioni, ma sono stanca e volevo almeno postare =)
Alla prossima ^_^