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Autore: Asteria_90    31/01/2006    9 recensioni
(…) Un’ombra avanza nella notte. Bacchetta alla mano. La vittima non fa in tempo a vedere il volto del suo assassino. Giace già a terra. Così come era apparso nell’oscurità, il carnefice scompare lasciando solo l’ennesima traccia di morte. (…)*** Storia come sempre auror ma credo che ci sarà anche molta azione oltre al classico (ed essenziale^^) romanticismo. La dedico a tutti quelli che mi hanno sempre sostenuto... [LA FICTION, PER UN PO', NON VERRA' AGGIORNATA]
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Severus Piton si materializzò in una strada di Londra apparentemente vuota

Severus Piton si materializzò in una strada di Londra apparentemente vuota. E lo doveva essere per forza, erano le 2.45 del mattino…

Ma come al solito nel mondo dei maghi, mai niente è come sembra. Perché il male e il bene si nascondono ovunque. Quando invece il bene esce allo scoperto il male resta celato, a volte proprio nel bene delle persone…

Camminava lento, i suoi occhi filtravano l’oscurità o meglio, forse riuscivano a vedere nell’oscurità.

Certo, come se sapesse già tutto, si chinò davanti al cadavere di una ragazza. Era ancora caldo. Poi, senza un attimo di incertezza, aprì il suo giaccone di pelle nera e le scoprì la spalle destra.

C’era quello che cercava. Un pentagono tatuato.

Guardò meglio…inscritto con il suo stesso sangue. La sua bocca si aprì in un inquietante sorriso…

 

“Non ti facevo così in gamba, amico! Questa volta sei arrivato prima tu, ma ci saranno altre occasioni, non è che l’inizio!”

 

Pronunciate queste parole quasi in un sussurro si smaterializzò di nuovo, verso una destinazione che probabilmente solo lui conosceva.

 

**********

 

Tana…qualche ora prima…

 

“Harry, caro che bella sorpresa! Sono così felice di rivederti, ma guarda quanto sei cresciuto!” disse Molly Wesley correndo ad abbracciarlo.

 

“Grazie signora Wesley”

 

“Oh, non ringraziarmi, piuttosto ti va di mangiare qualcosa? E’ tardi ma ho ancora delle patate o dello stufato o del rosbif o…”

 

“Non si preoccupi! Andrà bene qualsiasi cosa. Ron, Hermione e Ginny sono a letto vero?”

 

“Si, ma non credo stiano dormendo. Sai, sono troppo impegnati a litigare tra di loro tutte le sere. Mi stupisce che non si sentano ancora urlare.”

 

“C’è qualche problema? Sono rimasto tagliato fuori da tutto per due mesi…”

 

“Niente di preoccupante…Ron e Hermione. Hai presente notte e giorno…fuoco e acqua? Bene…esattamente così. E naturalmente Ginny che cerca di tenere i piedi ai due lati del baratro.”

 

Durante la cena, o meglio il pasto di mezzanotte, non si parlò che del nuovo anno scolastico. Harry voleva fare tante domande…perché non potevano mandare lettere, informazioni su Voldermort, sui suoi crimini…ma preferì non dire niente. Sapeva che non era un discorso facile, di certo non da intavolare con Molly Wesley. Inoltre non voleva rovinare la serata alla madre di Ron. Sembrava che occuparsi di un altro “figlio” la rendesse veramente felice.

Non impiegò molto a calcolare che quella era stata la più bella serata di tutti gli ultimi due mesi.

Si era sentito a casa per la prima volta, accettato e riempito d’amore. Un sentimento che non provava dalla morte di Sirius. Questa gli aveva lasciato un vuoto, una ferita non visibile ad occhio nudo. Una cicatrice forse molto più profonda di quella che aveva sulla fronte…difficile dare un nome a questo dolore…senso di colpa, rimorso, delusione, rabbia. Non sarebbe stato possibile colmare il baratro che si era creato dentro di lui, ma ora sentiva che questo lentamente si sarebbe riempito.

 

 

 

La mattina seguente, nonostante avesse fatto le ore piccole, Harry si svegliò presto. Il suo orologio da polso segnava le 6.30. Non sapeva perché ma si sentiva stranamente emozionato. Assopito non riusciva a ricordare il motivo di quella strana ansia ma poi gli tornò tutto in mente: avrebbe rivisto tutti i suoi amici e loro ancora non sapevano del suo arrivo, avrebbe fatto loro una sorpresa.

Con una strana energia in corpo si alzò e si preparò per scendere.

 

Discese lentamente la lunga strada a chiocciola che portava nella cucina di casa Wesley, non voleva far rumore. Gli altri potevano ancora dormire. Ma evidentemente si sbagliava, la casa era già in completa attività.

Intorno al tavolo rotondo, dove qualche ora prima aveva consumato il pasto migliore degli ultimi due mesi, sedevano ora quelli che secondo lui erano i maghi più coraggiosi del XX secolo, ovviamente dopo Silente: Lupin, Moody, Tonks e il signor Wesley.

La signora Wesley portò a tutti una tazza di caffè prima di accomodarsi anche lei.

 

“Allora ci sono novità?”

 

“Purtroppo si Molly. C’è stato un altro omicidio ieri notte. Una ragazza in un quartiere di Londra. Stesso tipo di uccisione, stessa precisione e minuzia, direi quasi unica. Solo una persona poteva fare una cosa del genere…I mostri peggiori sospetti si sono avverati, sta entrando in azione…forse colpisce a caso solo per il gusto di spezzare vita o forse agisce su comando di qualcuno…”

 

“Ce ne saremmo dovuti accorgere, accidenti! Se solo ci fossimo resi conto…tutto questo non sarebbe successo” rispose Molly mentre deglutiva con forza per impedire ad un’irrefrenabile ondata di lacrime di uscire.

 

“Non preoccuparti Molly, ce la faremo. E’ solo questione di tempo. Lo conosciamo bene ormai…sappiamo qual è il suo obiettivo finale, cosa vuole ottenere…”

 

“Cosa intendi dire Moody? Qual è il suo obiettivo finale?”

 

Harry!! Come mai siamo così mattinieri?”

 

Il ragazzo sussultò. Era troppo interessato al discorso e non si aspettava di essere visto. Probabilmente Moody era riuscito a vedere attraverso la porta socchiusa.

 

“Da quanto tempo sei lì?” chise Arthur Wesley con una nota di rimprovero nella voce.

 

“Oh mi scusi, non volevo spiare…sono sceso giù, voi stavate parlando e…”

 

“Non fa niente Harry. In fondo ci sei dentro fino al collo. Allora so già cosa ci chiederai…chi è stato ucciso, da chi, come, perché…ma non possiamo dirti più di tanto. E’ una storia lunga, una maledetta trappola e una persona più debole di quanto ci aspettassimo. Saprai tutto Harry, ma non adesso. Odio fare la parte del vecchio saggio ma sono in pochi a sapere la verità e quel poco che sappiamo potrebbe non essere come sembra. Questa non è ancora la tua battaglia, per il momento è solo la nostra. Quindi non lasciarti condizionare da quello che hai sentito o sentirai qui dentro.”

 

“Ma professore…ha detto che doveva raggiungere un obiettivo. Sono io vero?”

 

“Invece no, non per adesso almeno. Te l’ho detto al terzo anno ricordi? Sei testardo come tuo padre, abbi più fiducia negli altri! Vai a salutare i tuoi amici e non pensare a niente per queste due settimane. Non è un ordine, è un consiglio.”

 

“Ho capito. Scusate.” e detto questo se ne andò abbozzando un sorriso che però svanì non appena richiuse la porta alle sue spalle.

 

 

Dopotutto l’avevano detto loro: era testardo e non si tirava mai indietro a nulla. Ma ormai si conosceva bene e conosceva bene anche i suoi migliori amici. Era inevitabile il vecchi trio di Hogwast sarebbe rientrato in azione. Ma ci avrebbe pensato domani, per oggi era meglio seguire il consiglio del suo neo-papà (^________^)

 

Ormai gli altri dovevano essere già in piedi. Ma non fece in tempo ad appurarlo che la sagoma di un ragazzo dai capelli rossi aprì di scatto la porta della camera.

 

“Harry! Accidenti, da dove sei sbucato?”

 

“Direttamente dall’oltretomba amico…” rispose dandogli una pacca sulla spalla.

 

“Ma quando sei arrivato? E’ un secolo che aspettavamo una tua risposta ma evidentemente ti piace fare l’apparizione a sorpresa…”

 

“Quanto sei spiritoso Ron! Sai di solito si dice qualcosa del tipo…sono felice di vederti o benvenuto.”

 

La porta di un’altra stanza si aprì di colpo e due ragazze apparvero sulla soglia.

 

“Non ci posso credere! Vedi che avevo ragione Ginny, era la sua voce!” disse la bruna

 

“Ciao Hermione, sono felice di vederti!”

 

“Oh Harry, mi sei mancato tanto!” disse lei abbracciandolo.

 

Si sentì morire…sentiva le sue forme a contatto con il suo corpo, il suo respiro caldo solleticargli il collo, i suoi capelli morbidi e profumati sfiorargli il viso…un’improvvisa ondata di calore lo invasero in quegli istanti che sembravano ore…

Tuttavia quando lei si staccò non era affatto contento, anzi…si accorse solo allora che tutti lo stavano guardando. Era consapevole di avere sulla faccia un sorriso idiota e di essere rosso come appena uscito da un forno a microonde, ma in quel momento non gli importava, si sentiva stranamente assopito e completamente in trance.

 

“Terra chiama Potter. Potter risponde?”

 

“Che? Cosa?”

 

“Adesso non si saluta più la sorellina del proprio migliore amico?”

 

“Oh! Scusa Ginny! Ero un attimo…”

 

“Imbambolato?”

 

“Si, esattamente. Comunque ciao…come va?”

 

“Non c’è male se non fosse che stanotte non ho chiuso occhio e sottolineo che la colpa è solo tua.”

 

“Mia?” chiese ridendo “cosa vuoi dire?”

 

“Esattamente questo. La qui presente Miss-so-tutto-io ha ripetuto per circa trenta volte che ti aveva sentito arrivare e…”

 

“Come sempre aveva ragione. Ginny, per favore tagliamo l’argomento e cerchiamo di divertirci tutti insieme. Sono due mesi che non lo facciamo!”

 

“Er… vado a vestirmi.” disse Hermione

 

Solo in quel momento Harry si rese conto che lei era in camicia da notte e non potè fare a meno di rimanere lì, di nuovo, zitto con un sorriso compiaciuto stampato in volto.

Erano passati ben sei anni ma non si era mai reso conto di quanto fosse diventata bella. Era stata sempre al suo fianco e forse per questo non l’aveva mai notata veramente.

 

 

Qualche ora dopo…

 

“Hey ragazzi! Perché non facciamo una bella partita a Quiddich o un giro sulle scope? Se non sbaglio Harry e Herm non hanno mai visto il posto dove giocavamo sempre da bambini. Mi ricordo che una volta Fred e Gorge avevano finto di lasciarci Ron per vedere come reagiva!” disse Ginny

 

“Gran bella prova amico! E io che pensavo che fossi diventato idiota durante la crescita…”

 

“Guardati allo specchio Harry e comunque l’anno successivo ci hanno lasciato anche la signorina che fa tanto la spiritosa! E’ la prova Wesley che fanno a tutti i fratelli minori!” disse Ron con una nota di astio in gola.

 

“Ma si può sapere cosa avete voi due di recente?”

 

“Chiedilo a lei!” rispose Ron.

 

“Se solo lui fosse un tantino più intelligente si potrebbe…”

 

“Ok ragazzi basta! Andiamo a vedere questo posto. Non è pericoloso, vero?” si intromise Harry.

 

“No, è ancora giorno e poi tranquilla, siamo sempre controllati dall’Ordine.

 

“Si però io credo che non verrò.”

 

“Cosa? Non stai bene Herm?” chiese Harry subito preoccupato.

 

“No è che…non mi piace volare” rispose lei piuttosto imbarazzata.

 

“Dai, non puoi perderti il luogo della famosa prova Wesley e poi abbiamo deciso di divertirci tutti insieme oggi, come hai vecchi tempi!”

 

“Si, lo so…scusate ma proprio…non me la sento.”

 

“D’accordo Herm, allora verrai con me.” Propose sicuro lui.

 

“Oh no! Ti prego…” era piuttosto imbarazzata.

 

“Ascolta: ti fidi di me?”

 

“Si, certo ma…”

 

“Bene allora andiamo.” E senza aspettare una risposta le afferrò il braccio e con gli altri andò a recuperare le scope.

 

 

“Vieni Harry. La tua firebolt dovrebbe essere nel seminterrato. Mio padre le tiene tutte lì, le scope.” Disse Ginny.

 

“Oh eccola e c’è anche la tua e quella di Ron…Tenete!”

 

“Grazie Harry.”

 

“Ron, tieni” disse porgendolgli il suo manico.

 

“So prenderla da solo, grazie visto che questa è casa mia!” ed uscì.

 

“Ma che diavolo gli è preso?”

 

Ginny non rispose ma ma si limitò ad alzare leggermente le sopracciglia.

 

 

 

“Allora sei pronta Herm? Tu mettiti dietro di me e reggiti forte.”

 

Harry si mise in sella alla sua scopa e fece posizionare la ragazza dietro di lui dicendole di aggrapparsi bene alla sua vita.

 

“Quante smancerie Harry, non credo che sia più una bambina di sei anni, lo sa da sola cosa deve fare. Sbrighiamoci se no no arriveremo neanche per le sette!”

 

Ma evidentemente si sbagliava…Non si erano alzati nemmeno tre metri da terra che cominciò a gridare.

 

“Ah! No, aspetta! Ho paura di cadere…Non mi reggo bene e se allento la presa….Ho paura di cadere Harry!!”

 

“Ok ok aspetta un attimo…” disse scendendo di nuovo.

 

“Guarda, mettiti davanti a me…così ti tengo io.” L’aveva posizionata come alla guida della scopa, con la sola differenza che il manico lo teneva lui con le braccia ai due lati del corpo della ragazza. (non so, ho reso l’iodea? NdHarrydipendente)

 

Nel frattempo Ginny si stava sbellicando dalle risate e Ron aveva ancora stampato in volto lo stesso broncio di qualche minuto fa.

 

“Smettila di ridere Ginny! Tu hai paura di tante altre cose!”

 

“Tranquilla, sto ridendo ma non per quello che pensi tu…”

 

“Diamoci un po’ una mossa se vogliamo fare questa cazzo di gita!” parlò per la prima volta il rosso.

 

“Ok scusa Ron. Andiamo!”

 

Così decollarono nuovamente e incominciarono ad acquistare un po’ di velocità.

 

Herm a Harry: “Io chiudo gli occhi, non riesco a guardare giù…”

 

Il ragazzo la osservò mentre abbassava le palpebre e reclinava il collo che accidentalmente si andò a posare sulla sua spalla ferma. Era completamente abbandonata, non un solo guizzo di muscolo sul viso, perfettamente indifesa e fiduciosa in lui. Ancora una volta, senza capirne il motivo nonpotè fare a meno di ammirarla. Il respiro caldo e regolare della ragazza gli arrivava fino al mento e in contrapposizione il suo era sempre più affannoso…

Perché accidenti Herm gli faceva quest’effetto? Avanti Harry, è solo Herm!

Preso da questi pensieri e dal bellissimo tramonto che si apriva di fronte come nell’immagine di una cartolina gabbana, si accorse appena in tempo che Ron e Ginny stavano scendendo a terra in prossimità di un boschetto.

 

“Wow! Che bello! A quest’ora è ancora più suggestivo, è davvero un piccolo angolo di paradiso.” disse Hermione.

 

E non aveva tutti i torti. Gli ultimi bagliori di sole facevano scintillare gli alberi bagnati dalle leggere spruzzate che un torrente vicino emanava. Cerbiatti, scoiattoli, uccelli e pesci coronavano tutto il quadro. Nessuno osò fare un passo, erano troppo incantati dal meraviglioso ambiente che lentamente si dileguò avvolto dall’oscurità della notte.

Pace, tranquillità, serenità…Tutto questo era ciò che i ragazzi avevano nel cuore, la natura aveva svolto un’azione purificante dei loro cuori e pensieri. In cuor suo Harry ne era certo, quello era stato il giorno più bello non di questo ma di tutto le estati. Per la prima volta era felice, contento di aver incontrato persone come quelle che aveva al suo fianco.

Ma purtroppo si sa, mai niente è come sembra. Non c’è mai gioia senza dolore, mai felicità senza tristezza, mai bene senza male.

E questo venne. Come un avvoltoio che esce dal suo nido insanguinato apparve per uccidere, di nuovo.

Un uomo incappucciato si avvicinò lentamente, saggiando ogni piccola mossa della sua vittima ino a quando…

 

“Harry! C’è qualcosa che si muove laggiù!”

 

“Sarà il vento Herm, andiamo!”

 

“No, ti giuro, mi sembra di aver visto un uomo!”

 

“Ma chi ci potrebbe essere qui a quest’ora?” chiese Ginny “Nno…”

 

“Avada Kedavra”

 

Harry fece appena in tempo a tuffarsi su Hermione per impedire che l’incantesimo la colpisse in pieno di spalle.

 

“Scappate!” disse il ragazzo estraendo la bacchetta dalla tasca dei pantaloni.

 

Ma una nuova schiera di incantesimo li minacciò di nuovo.

 

“Stupeficium!” gridò Harry.

 

La magia stranamente colpì di lato il nemico, probabilmente perché questo non si aspettava un contrattacco.

Approfittando del momento di debolezza Harry lanciò un nuovo schiantesimo che fece cadere il cappuccio all’assassino e Hermione pronunciò l’incantesimo per richiamare in aiuto i membri dell’Ordine. L’aiuto però non servì perché l’incappucciato svanì così come era arrivato.

Harry invece era rimasto immobile nella stessa posizione, con la bacchetta puntata, adesso solo verso centinaia di alberi.

 

“Harry!”

 

“Tutto ok?”

 

Poi Hermione capì: “L’hai visto? Chi era?”

 

“Silente.”

 

 

 

 

Allora gente…per prima cosa scusate per il ritardo, sono stata ultra impegnata con la scuola. Preannuncio che questo capitolo non mi piace molto, mi sembra un po’ troppo pesante, ma l’ho voluto postare ugualmente visto che è da un po’ che non aggiorno. Se proprio non va ditemelo che lo modifico.Il finale vi sembrerà totalmente assurdo( e così vero?), ma ce l’avevo in mente fin dall’inizio e avrà una sua logica, tranquilli!!

Adesso passiamo ai ringraziamenti: grazie a tutti quelli che hanno letto ma soprattutto a quelli che hanno recensito! E’ la mia prima ff quindi vi chiedo di dirmi tutto quello che non va…

Ora la smetto con le ciance…

 

Julien: Grazie mille per tutti questi complimenti, davvero ti ha incuriosito così? Mi fa molto piacere!! Fammi sapere la tua anche per questo capitolo mi raccomando e spero di non averti deluso! Un bacione

 

Dreamerina: ti ringrazio io di aver commentato la mia storia! E’ un onore per me che sono alle prime armi avere una tua recensione, davvero! Fammi sapere cosa non va e complimenti per quel gioiellino di ff che hai incominciato a scrivere da poco! Un bacio

 

Emma: grazie mille anche a te per la recensione! Sono felice che ti sia piaciuto come inizio e spero che anche questo cap ti incuriosisca come l’altro! Un bacio

 

Herm88: sono felicissima che l’inizio sia interessante e hai ragione l’html c’è! (però non so grazie a chi…^_____^) Appena posso ti rispondo all’e-mail un bacio Ele e mi raccomando aggiorna presto la tua ff che è bellissima!

 

Lady86: Sono contenta che ti sia piaciuta e spero che continuerai a darmi il tuo parere! A kiss!

 

Alessiuccia: Allora adesso hai capito chi è l’assassino? Non te lo aspettavi vero? Bè dopo tutto il titolo è “Niente è come sembra”, no? Il romanticismo non ti preoccupare, ci sarà!! Un bacione anche a te!

 

Io ho finito ragazzi…me lo lasciate un commentino-ino-ino? Dai, please!!^_____^ Thanks a lot!!

 

 

 

 

  
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