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Autore: Miss Loki_Riddle Gold    15/04/2011    2 recensioni
Ciao! Sono tornata con una nuova FF questa racconta una storia un po' migliore delle altre dato che sono anni che ci penso. Come tutti, anch'io mentre leggevo HP mi sono fatta un'idea o meglio mi sono creata un personaggio che rivivrà con noi la maggior parte delle avventure del "fantastico trio". Dato che, però, non potevo far altro che pensare a scriverlo e a dividerlo con gli altri oggi mi sono decisa a pubblicare. Dico già alcune cose sulla storia e cioè che parte dal secondo anno di Hp e lo segue come un cagnolino fino alla fine. Potete, però, stare certi che non vi annoierò, ancora, riprendendo ciò che ha scritto la Row dato che lo dò per acquisito e fino a un certo punto la storia non cambia.
Non leggete questa storia verrá presto eliminata per essere riscritta da capo
Quindi non leggete
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton, Tom O. Riddle
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia di Deborah Durell'
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Come sempre ringrazio  Mary_House che mi  ha recensito. Spero che in questo capitolo non cadi né nella “Mary Sue”. Mi spiace per il ritardo sopraggiunto ma i compiti non intendevano darmi tregua neanche un attimo.Dato che questo capitolo era molto lungo ho deci8so di dividerlo in due parti.
 

Deborah, quel giorno, si alzò a quello che considerava tardi: le quattro e mezza.
Decise di uscire da scuola, anche se c’era il coprifuoco, e di correre un po’.
Arrivata nel parco, iniziò a correre ma ben presto si scontrò con quello che doveva essere un uomo…un insegnante, per essere precisi.Deborah sollevò il volto per capire di chi si trattasse, senza riuscire a fare il passo indietro tipico di chi colpisce qualcuno senza volere.
Notò il collo ricoperto da un girocollo nero derivante dalla divisa dell’uomo, gli zigomi appena pronunciati, le sottili labbra rosee che erano stirate negli angoli tanto da formare un ghigno, un naso un po’ troppo lungo e grande, poi, due bellissimi occhi neri la incantarono.
-S-s-s-scusi!- Balbettò, riprendendosi.
L’uomo la guardò senza scrollarsela di dosso come a vedere quanto sarebbero rimasti in quella scomoda posizione.
Deborah si spostò, arrossendo violentemente dalla vergogna: non era un buon inizio andare a sbattere contro un insegnante, sarebbe dovuto essere punita.
- Bene! Con chi ho avuto il “piacere” di scontrarmi?- domandò con voce scurrile l’insegnante facendola tornare alla realtà
- De-de-de-deborah Durell, professore!- balbettò la ragazza, ancora spaventata.
- Cos’ha da balbettare, Durell?- domandò l’insegnante con calma.
- Io…- la ragazza si interruppe perché non sapeva cosa dire e non voleva contraddirlo.
- Comunque che ci faceva qui una studentessa a quest’ora di notte?
- Mi spiace, professore! E’ che sono mattutina… Non riesco a dormire molto… Di solito corro, ma se può dare fastidio a qualcuno cercherò di trovare un altro passatempo, professore!- disse Deborah velocemente, quasi fosse una scusa.
Il professore la osservò per un attimo e, prima di andarsene:- Ti consiglio di non andare più a sbattere contro nessuno! Questa volta faccio finta di niente ma cerca di non uscire dal dormitorio troppo presto, la mattina!
Deborah tornò al castello un po’ mogia dato che non sapeva cosa avrebbe potuto fare tanto presto nei sette lunghi anni che l’attendevano.
Soltanto verso le 7 e ½, mentre andava a far colazione pensò che, forse la cosa migliore sarebbe stato studiare un po’ prima di mangiare.
***
 
Come ho già detto alle 7 e ½ Deborah si recò in Sala Grande dove poté, finalmente, rivedere Harry.
I suoi occhi si spalancarono per la piacevole sorpresa e, dopo essersi avvicinata al ragazzo, lo abbracciò da dietro.
Lui non si doveva essere accorto di chi lo avesse preso, infatti si voltò incontrando il viso sorridente dell’amica.
Le fece cenno di sedersi vicino a lui e, dopo averle consegnato la sua tabella di lezioni annuale, incominciò a chiacchierare con lei.
I loro discorsi variarono sulle vacanze passati lontano fino a quando Deborah non venne a conoscenza del modo in cui l’amico era arrivato a scuola.
A quel punto la ragazzina si alzò in piedi pallida come un cencio ed iniziò ad urlare:
-MA SEI PAZZO?!? ARRIVARE IN MACCHINA?!? TI VOLEVI AMAZZARE, FORSE? O TI BASTAVA ESSERE SOLAMENTE ESPULSO?!?
Harry cercò di farsi piccolo, piccolo.
L’amica a volte era peggio di una Strillettera.
Dopo questa sfuriata la ragazzina scese nei sotterranei dove avrebbe dovuto seguire la sua prima lezione: Pozioni.
 
Entrando rimase sorpresa a notare chi fosse l’insegnante, c’era, infatti, lo stesso uomo in cui era andata a sbattere poche ore prima che stava bevendo un caffé nero. Alzò lo sguardo sulla nuova venuta.
-Entra!- sbottò, vedendola ferma sulla porta.
- Buongiorno, professor…- si interruppe, non conosceva il suo nome.
- Professor Severus Snape!
- Oh, allora è Lei!- mormorò Debora, perplessa.
- Sono Io!- Snape la guardò, poteva osservare il suo stato d’animo e, per quanto si domandasse che cosa stava passando dal cervello di quella dannata ragazzina, si divertiva a vedere quella confusione.
-Lei mi ha mandato la chiave della Gringott!
“Ah, ecco cosa si domandava!” si disse Snape.
-Adesso vai a sederti!- le ordinò il prof.
Deborah, però, rimase immobile ad osservarlo come congelata pensando a tutto ciò che era successo quella mattina.
- Vuoi ricevere una punizione prima della tua prima lezione?domandò Snape con voce melliflua, poi tornando ad essere serio e scandendo bene le parole:- VAI-IMMEDIATAMENTE-AL-TUO-POSTO!-
Deborah lo fissò prima di eseguire.
L’uomo era tornato a bere il suo caffé.
Non dovette aspettare molto perché pochi minuti dopo iniziarono a defluire anche gli altri compagni. Ginny si sedette vicino alla sua nuova amica.
L’insegnante si alzò e iniziò a parlare camminando fra i banchi:-Non ci saranno sventolii di bacchette o stupidi incantesimi in questo corso. Come tale. Non mi aspetto che molti di voi apprezzino la sottile scienza e l'esatta arte del preparare pozioni. Comunque ai pochi scelti dal fato, che possiedono la predisposizione, io posso insegnare come stregare la mente e irretire i sensi. Posso dire come imbottigliare la fama, approntare la gloria e, anche, mettere un fermo alla morte.- Osservò la classe in cui nessuno prendeva appunti e, come sempre, sbottò:- Cosa state aspettando? Prendete appunti, subito!- Notando, poi che una sola persona non aveva tirato fuori pergamena, penna e inchiostro le si avvicinò:- E Lei si considera forse migliore forse migliore degli altri che non prende appunti?-
- No, signore!- rispose Deborah con ostentata fierezza, ricevendo un calcio da Ginny - E’ solo che quando prendo appunti non riesco a seguir la lezione!-
-Capisco!- rispose il professore dopo un po’, con voce falsamente amica- Ha deciso di ricevere una punizione a tutti i costi, oggi!-
La classe era rimasta in silenzio a seguire la discussione, gli studenti erano stupiti dal coraggio dimostrato dalla compagna nel fronteggiare uno dei peggiori insegnati mai esistiti.
La ragazza non rispose se non con un sorriso provocatorio che tutti poterono notare.
Snape,che era ancora sufficientemente vicino a lei per sentirla se avesse suggerito o bisbigliato, le domandò: -Vediamo… mi saprebbe dire come si fa una pozione rilassante, signorina Durell?-
Deborah si guardò attorno prima di dire, con voce chiara e forte:- Sì- e, poi, bisbigliando- le servirebbe molto- rialzando la voce- professore!-
-E…come si fa?- I suoi occhi mandavano lampi.
La ragazza iniziò a spiegare la strana pozione che avrebbero dovuto imparare l’anno successivo.
Quando la ragazza finì Snape disse, tornando al posto:- Ora voglio che facciate questa pozione.
Gli alunni iniziarono maledicendo mentalmente il professore che era già ingiusto dalla prima ora del primo giorno del primo anno di scuola.
Parecchi alunni fecero scoppiare il proprio calderone dando modo al professore di levare un sacco di punti.
Quando, finalmente, finì anche la seconda ora i primini andarono all’ora successiva, quella di trasfigurazione, lamentandosi del comportamento del prof. mentre Deborah se la rideva sotto i baffi.
   
 
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