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Autore: FightForYourLife    15/04/2011    1 recensioni
L'amico.
Il lupo.
Chi sei?
***
Fan-fic sul lato oscuro di Rem! Amo la sua pucciosità, ma non sono riuscita a ignorare alcuni "scatti di rabbia" che ha nei libri nè il fatto che all'epoca della prima guerra Sirius sospettasse proprio il lupetto di essere una spia. Inoltre il tema della licantropia è la perfetta rappresentazione della doppia natura che risiede in tutti noi. Ma come si può gestire la bestia quando è così forte, malgrado i nostri tentativi? Ed è davvero un bene cercare di metterla in catene?[AGGIORNAMENTO:Ora è Sirius a ricostruire gli episodi di quella notte.Una parte di lui vuole fidarsi di Remus e della loro amicizia, un'altra parte è consapevole della doppia natura di Remus e della sua pericolosità. Inoltre, anche Sirius ha una parte di sè che ancora non è pronto a conoscere e ad accettare.]
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Il dormitorio maschile della torre di Grifondoro era vuoto. Un ragazzo entrò. Barcollava, il suo volto pallido era abbagliante nell'oscurità della stanza. Afferrò la sua borsa e la scagliò lontano, strappò le tende dei letti, furioso, aiutandosi con i denti. Urlava. Una forza in lui montava prepotente, il bisogno di annientare tutto ciò che lo circondava. Il suo corpo si scagliava contro le mura di pietra, ignorando il dolore; la vista gli si era offuscata per le lacrime: non era il dolore, era una gioia malsana che si gonfiava mentre lui lacerava la propria schiena, che esplodeva estatica mentre mordeva le sue stesse braccia, che urlava vittoriosa mentre il giovane succhiava le proprie ferite in cerca di sangue. I suoi occhi ambrati erano stravolti. Si sentiva confuso, e il sapore del sangue gli penetrava in testa permeando ogni suo pensiero. Ormai la voce razionale che cercava di incatenargli le braccia sembrava aver desistito, era morta, la bestia l'aveva divorata.
Un odore nuovo si faceva largo a fatica per superare il pungente aroma di sangue che soffocava le narici. Il giovane si voltò: un suo coetaneo lo guardava con un'espressione indefinibile, sconvolta eppure intrisa di pietà. Sentiva l'odio montare di nuovo dentro di sé per quel volto.
"Remus... cosa stai facendo?"
Gli occhi grigi dell'intruso erano appannati da un velo steso dai suoi rumosi pensieri, ma non erano per questo meno taglienti: Remus si sentì squarciare da quello sguardo, capiva che era nudo e senza difesa davanti a Sirius Black.
Doveva distruggerlo.
Si avventò verso il moro con un grido bestiale, ma l'altro fu più rapido: estrasse la bacchetta e lo mandò dritto a sbattere contro uno dei baldacchini. Remus rimase stordito per qualche secondo poichè la sua testa aveva sbattuto violentemente. Il moro si avvicinò , ma stavolta fu colto di sopresa: il suo amico infatti si alzò con un balzo inumano e iniziò una colluttazione feroce con di lui, strappandogli la bacchetta e scagliandola fuori dalla sua portata.
"Remus cosa ti prende? Che fai?"
Il bel volto aristocratico fu colpito violentemente da un pugno. Remus morse la sua spalla sinistra e lo afferrò per le braccia, ficcando le unghie in profondità nella carne, per poi sollevarlo di peso e buttarlo a terra. Il corpo di Sirius sembrò rompersi contro il pavimento di pietra. Rimase abbandonato, quasi privo di sensi, completamente aperto. Il volto di Remus si aprì in una smorfia di gioia mostruosa mentre i suoi piedi infierivano con forza nello stomaco del suo compagno, togliendogli il fiato e strappandogli gemiti penosi. Ora Sirius giaceva rannicchiato, tentava di ripararsi dai colpi e di dire qualcosa, ma a fatica riusciva a tenere gli occhi aperti. Stava crollando.
Il viso di Remus era acceso dal sangue che irruente scorreva dentro il suo corpo, dentro la sua testa, dentro la sua bocca. Afferrò i lunghi capelli bruni della figura ai suoi piedi e la costrinse violentemente contro un muro. La testa di Sirius fu spaccata da un dolore fulmineo e accecante, poi il giovane sentì qualcosa di umido e caldo colargli dal naso, riempirlo, scendere fino alla bocca. Doveva essersi rotto il naso.
Remus bloccava il suo amico faccia al muro con il suo corpo, mentre questi cercava di svincolarsi sotto il suo sguardo ilare. L'odore del sangue fresco pompò nuova furia nella sua carne: Remus girò in malo modo il volto di Sirius, continuando a tenre il suo corpo schiacciato contro al muro, e leccò ingordamente il sangue che si stava rapprendendo sul mento. Il bruno, rinvigorito dall'orrore di questo gesto, cercò di sottrarsi con uno scatto, al che Remus gli morse il labbro inferiore e gli costrinse la lingua in bocca.
"NO!"
Sirius si ritrasse orripilato. Remus rise oscenamente del suo disgusto. Annusò avido i capelli corvini che aveva difronte, lucidi di sudore.
"Paura" sussurrò "ne sento l'odore."
Il giovane Black si immobilizzò appena sentì quella voce innaturale e acuta: non poteva essere la voce di quello che aveva imparato a riconoscere come suo amico.
Era la voce della bestia che gli scavava sottile nel cervello.
La bestia assaporò l'acre odore del sudore e della paura e lo trovò gustoso. Con i denti scavava il collo di Sirius, alternava morsi vigorosi a tocchi quasi sensuali. Sotto il suo corpo il giovane si divincolava disperato.
"Smettila, SMETTILA!"
La bestia sorrise di quegli urli e lo sguardo si accese di un lampo crudele. Per un momento rimase immobile. Sentì il corpo della sua vittima rilassarsi, nella speranza che fosse finita: in quel preciso istante però la bestia chiuse il suo corpo in una morsa ancora più infernale contro la pietra. Ora non riusciva a muoversi di una virgola, la bestia era forte, determinata, invincibile. Cominciò ad esplorare il corpo indifeso con movimenti rudi e inappropriati, si strusciava contro i muscoli paralizzati dal terrore e traeva godimento puro da quelle carezze vietate: stava letteralmente razziando la sua preda.
Prepotente, sentì crescere la fame dentro di sè. Ma non voleva disfarsi del pasto così in fretta.
La mano sinistra della bestia scivolò minacciosa sul fianco del bruno fino a raggiungerne il sedere. Il giovane fremette mentre la mano lo stringeva per andare poi a frugare in mezzo alle sue gambe.
Un sussurro implorante arrivò alle orecchie della bestia.
"Remus... ti prego... no..."
Remus tornò e si scansò violentemente da Sirius. Il bruno rimaneva ancora immobile, lievemente scosso da un pianto senza lacrime. Remus guardò orripilato la scena, e senza riuscire nemmeno a implorare perdono si chiuse terrorizzato in bagno.
  
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