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Autore: sayuri_88    16/04/2011    0 recensioni
Non ha mai rischiato tanto, ma è la prima volta che si trova in una situazione simile e ha come il presentimento che qualcosa debba accadere e così rimane a guardare.
Sa chi è quella ragazza, poco più grande di lei, vestita secondo la moda della metà dell’ottocento, oh si…lo sapeva bene.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva dieci anni quando fece il primo viaggio.


         Si trovava in vacanza con i suoi al Badlands National Park, la solita gita in famiglia, quando in uno spiazzo, nello spazio tra due alberi che si congiungevano creando una sorta di arco naturale, intravide qualcosa d’insolito, tutto le sembrava distorto, come nel labirinto degli specchi del Luna Park vicino a casa.Dafne era una ragazzina curiosa di natura e non ci pensò due volte ad avvicinarsi allo strano fenomeno.
      
La ragazza si sentì come risucchiata in un tubo di scarico, ma quando arrivò dall’altra parte, non c’era nulla di strano, la cosa che la lasciò interdetta, fu il cambio di clima, faceva freddo come in inverno e Dafne si chiedeva come fosse possibile visto che erano in piena estate.
Fu distolta dai suoi pensieri da strani rumori, sembravano nitriti di cavalli accompagnati dal rumore dei loro zoccoli che battevano con forza il terreno e il continuo abbaiare di un gruppo di cani.

Che stava succedendo?

 I rumori si facevano sempre più vicini e presa dalla paura si nascose dietro un cespuglio che le garantiva un buon nascondiglio.

Poco dopo arrivarono quattro cani, si fermarono nello spiazzo e annusarono nel punto dove si trovava lei poco prima, uno dei cani si stavano avvicinando pericolosamente al suo nascondiglio, agguantò la prima pietra che trovò e la lancio dalla parte opposta, lontano da lei. I cani scattarono e presero a correre verso il punto dove aveva lanciato la pietra.

Emise un sospiro di sollievo, ma presto la paura la paralizzo sul posto. Tre cavalieri entrarono nel suo campo visivo ed erano agghindati come nelle illustrazioni che aveva visto nel libro di storia quando avevano studiato il medioevo.

Il problema era che nessuno nel XX secolo si vestiva più così, a meno che non fosse Halloween.

Forse stavano girando un film?

Era l’unica soluzione possibile.
Dafne animata da nuova eccitazione uscì dal suo nascondiglio e si mise a correre nella direzione da cui era venuta. Doveva informare i suoi genitori della scoperta.

Ripassò l’arco di alberi, dove ancora poteva vedere lo strano gioco di luci, perché era così che lo aveva classificato.

Ma si bloccò all’istante. 
C’era il sole, i sui raggi si facevano strada tra le fronde degli alberi e si chiese come fosse possibile, dall’altra parte era tutto scuro.

Si girò ancora verso l’arco, quel gioco di luce c’era ancora e questa volta lo guardò sospettosa. Allungò la mano per toccare del riverbero e questa scomparve,
spaventata, la ritirò di scatto.
La alzò a livello della faccia e la fece girare, cercando qualche danno che fortunatamente non trovò, le dita si c’erano tutte e si muovevano normalmente. Si sentì sollevata.
Come se stesse osservando una partita di tennis continuava a spostare lo sguardo dalla mano all’arco.

Che fare?

La curiosità la logorava, guardò in alto e poteva vedere il sole, o almeno i raggi.

 Un pensiero, una decisione, un’azione.

Attraversò ancora una volta l’arco, quando si ritrovò dalla parte opposta, alzò lo sguardo e il sole era sparito.

Gocce cadevano sul suo viso, stava piovendo ed era impossibile.
Non riusciva a comprendere cosa fosse successo, si voltò di scatto verso l’arco, era spaventata e affascinata allo stesso tempo.

- ti conviene riattraversare il portale, tra pochi minuti si chiuderà e il prossimo è registrato tra due settimane - esordì una voce dietro di lei.

 Per lo spavento Dafne si ritrovò a terra a fissare lo sconosciuto con gli occhi sbarrati.

Chi era? Perché non l’aveva visto prima?

Era agghindato come i cavalieri di poco prima, meno preziose ma dello stesso stile.

- C…chi sei? - chiese con voce tremante, l’uomo le sorrise benevolo - non è importante ma ora devi tornare nel tuo tempo - tempo?

Dafne non capiva, perché doveva tornare al suo tempo? Era li!

- un uomo e una donna ti sta aspettando, risponderanno a tutte le tue domande - tempo…un uomo e una donna…risponderanno…

domande…

- I..io non capisco - non riusciva a formulare nessun pensiero coerente era totalmente confusa.

L’uomo sapeva bene quello che la ragazza stava provando, oh si… lo aveva provato  anche lui al suo primo viaggio. Spaesato, si era trovato in un posto completamente diverso, all’interno di un accampamento romano nelle Gallie.
Aveva 16 anni ma lei non ne dimostrava più di 13.

- quanti anni hai? -

- 10, quasi 11 - solo 10? Era impossibile! Nessuno viaggia prima dei 16 anni. L’uomo era visibilmente stupito e la ragazza lo guardava

interrogativa, non capiva la sua reazione.

Non c’era tempo per parlare ancora.

- Non c’è più tempo, ripassa da dove sei venuta, muoviti - disse avvicinandosi a lei.

Dafne fu assalita dal panico, l’unica cosa che capiva da tutto quel casino era che l’uomo fosse un pazzo.

- Non…non ti avvicinare, stammi lontano - si alza impacciata e corre ancora una volta verso l’arco.

 
L’uomo non la seguì, sapeva che qualcuno la aspettava al di la del passaggio e che le spiegherà tutto.
Già, sa cosa le spiegheranno, un moto di fastidio lo pervase, la imbottiranno di belle parole, di menzogne, quelle in cui lui stesso aveva creduto per molto tempo.
Ora sapeva che era tutto falso, ma non poteva intervenire per fermarla, almeno non ora, ma l’avrebbe ripresa quando sarebbe arrivato il tempo.

Un sorriso nacque spontaneo sul suo volto, era così emozionato per averla potuta vedere, era diventata una bellissima ragazzina, ma ancora non capiva perché avesse fatto il primo viaggio così giovane, questo, avevano omesso di dirglielo.

 

Ma non c’era tempo per le recriminazioni, ora doveva tornare alla sua missione.

 
 
Dafne si fermò subito dopo aver superato l’arco, le ginocchia piegate e le mani poggiate su di esse per sorreggersi, aveva il fiato corto come se avesse appena corso la maratona di New York e non pochi metri.
Si raddrizza e subito vide il sole, senti l’aria calda scompigliarle i capelli, era tutto cosi strano, non…
 

- salve - e le si gelò il sangue nelle vene.

   
 
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