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Autore: Julietts    16/04/2011    1 recensioni
Brandy ama il colore viola. E' il suo colore preferito. Da sempre. Sempre? Sempre. Brandy conosce il suo passato. O pensa di conoscerlo. Ma quando anche la sua più intima certezza viene spazzata via, capisce che la sua vita ha in serbo altro per lei. Che è ora di guardare al passato, per comprendere il futuro, per non ricadere negli stessi errori.
Per non dimenticare
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Viaggiare da sola non le aveva mai fatto paura. Stava bene con se stessa, non soffriva di solitudine. Camminava nel bosco coprendosi gli occhi leggermente per il fastidio. Il sole stava nascendo proprio in quel momento. Le chiome degli alberi filtravano la luce arancione che illuminava il cielo, forse sereno, forse nuvoloso. Brandy non lo sapeva. Era da ore che camminava in quella scura foresta. Stava perdendo le forze e con esse un po’ di determinazione. Ma non sarebbe tornata sui suoi passi. Lei sapeva che era quello il suo destino, doveva solo creare le condizioni ideali perché si compisse nel modo giusto.  Si faceva strada tra i rami storti, le radici sopra il terreno e le foglie cadute. Cominciava a sentirsi aria di primavera. Così, la ragazza si inoltrò in quella zona del bosco in cui da anni, da secoli probabilmente, non andava più nessuno. Il terreno cominciò a diventare, se possibile, ancora più accidentato. Rimpianse di essere uscita con le sue ballerine. Ma neanche le migliori scarpe da trekking del mondo le avrebbero reso facile percorrere quel sentiero. Riuscì comunque ad arrivare a quelle cinque radure che cercava. Erano tutte adiacenti, e tra loro perpendicolari. Si diresse con sicurezza verso quella centrale, dove, tra i fiori, le foglie cadute, qualche cumulo di neve e quell’intenso odore di rugiada vide una tomba blu. Quel blu le ricordò il mare in tempesta. O il cielo senza stelle. Lesse l’incisione scritta con caratteri semplici ed eleganti ai piedi della tomba:  Alexander Filone. Lei sapeva chi era Filone. Fu uno dei più importanti alchimisti e scienziati nella storia del regno. C’era chi diceva che fosse addirittura un mago e che riuscisse a predire il futuro. Lei nella magia non ci credeva più di tanto. Però la frase chiave della cosiddetta Tesi di Filone la sapeva anche lei : “Magia è l’energia che muove il mondo, non la vedi, però c’è. E non la tocchi, o meglio puoi. Quando riesci a essere così vicino alla natura, al mondo, alle cose che riesci a vederla, a toccarla, beh, allora sai usare la magia”. In realtà poi il testo andava avanti con parole e parole sul senso di quel mondo, su quell’energia che ‘metteva a posto le cose quando Dio non se ne accorgeva in tempo’, e molto altro. Il tutto finiva così: “Io non mi arrabbio, né rimprovero chi non crede nella magia, piuttosto lo biasimo. Il poverino in questione è così cieco, così sordo, così insensibile che non capta quell’energia…ma che colpa ne ha lui? Io ho scritto questa Tesi per aprire gli occhi a tutti quelli che credono nella forza “incancellabile” della scrittura, ma chi crede, chi è destinato a credere, crederà. È un po’ come vivere nel Purgatorio all’infinito: sei contento di non essere all’inferno, ma allo stesso tempo non riuscirai mai a vedere lo splendore del paradiso. La sua luce. Che brilla, intensa, luminosa. Brilla come la magia. Come quell’energia che ancora oggi mi permette di scrivere Tesi che altrimenti non sarebbero esistite”.
Metteva nelle sue opere l’ironia, la forza, lo slancio di un vero sognatore. Ma questo lo sapevano tutti.
Scendendo in profondità, però, nessuno è più capace di dar risposte: chi era davvero? Un genio? Un dannato? Un bugiardo? Un illuminato?
- Era un uomo-si ripeteva Brandy da quando aveva fatto Il Sogno. Quel sogno che le aveva cambiato l’esistenza. Anzi, che ancora doveva cambiarla del tutto.
Guardò ancora in direzione della tomba blu, poi portò lo sguardo vero la superficie laterale del marmo: brillava. Lei stava cercando una cosa minuscola, che doveva portar via da quel luogo. ‘un piccolo portafortuna per una grande impresa’ le aveva detto Filone nel sogno.
Scrutò molto quella superficie, finchè vide, in un angolino, una piccola pietruzza bianca che rifletteva la luce del sole, filtrata dalle foglie e dai rami. La ragazza la raccolse, pensierosa, e la sfiorò: era calda.
-Eccola, finalmente. La Perla Bianca-.
Ora poteva anche andarsene da lì: aveva ciò che voleva. Ma prima, in segno di rispetto, guardando ancora una volta la tomba, abbassò gli occhi e fece il segno della croce. Mentre si allontanava, fu quasi certa di sentire una benedizione sospirata che attraversava le viscere della terra, tutta per lei,  e che la avvolgeva mentre scompariva tra gli alberi.
 
  
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