Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: hermione5    01/02/2006    0 recensioni
Harry Ron ed Hermione hanno sconfitto voldemort, e sono al settimo anno. la storia è incentrata sull'amore tra i personaggi (Ron e Hermione,in particolare). Tra qualche capitolo diventerà un po' PG13... Spero in qualche recenzione!
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO5

CAPITOLO 6

Specchi pericolosi

 

 

Il giorno dopo, quando si svegliò, non riuscì a resistere, e andò nel dormitorio, da Harry. Salì le scale il più velocemente possibile e entrò dentro il loro dormitorio. Harry dormiva supino, con la bocca leggermente aperta, e emetteva strani versi.

-Harry, Harry..- bisbigliò.

Nessuna risposta. Harry dormiva ancora beatamente. Ron provò di nuovo.

-Harry, HARRY!!- ma questa volta lo scosse anche con le mani. Harry si stropicciò gli occhi, emettendo gemiti stanchi.

-Che c’è?- chiese con gli occhi ancora chiusi.

-Harry, per favore devi dirmi..-

Ma forse con quelle parole Harry riconobbe la sua voce, e tutto d’un tratto si svegliò completamente e lo rimproverò.

-Ti avevo detto di rimanere giù! Me l’avevi promesso! È una cosa per te Ron, lo vuoi capire?-

Ma Ron, il quale aveva assunto tutta un’aria di chi la ramanzina gli era entrata da una parte e uscita dall’ altra, chiese ansiosamente:

-Harry, allora che fine aveva fatto ieri Hermione?-

Harry forse capì quanto per lui contava quell’ informazione, e quindi non lo rimproverò un'altra volta.

-Ha detto che gli faceva male vederti così triste e preoccupato, e allora se n’è andata-

-Davvero? Ha detto così?- Chiese Ron con un sorriso che gli arrivava alle orecchie.

-Si.- annuì Harry. -Ma ora torna di sotto-

Ron fu felice di ubbidirgli. Uscì dal dormitorio con un sorriso allegro, sorriso che poi si spense in poco tempo. E se Hermione aveva mentito? Poteva darsi di si come poteva darsi di no.

Ron pensò che era meglio mettersi l’anima in pace e riuscire a scoprirlo da solo. Hermione non era stupida. E non sarebbe stata un’ orribile cicatrice a cambiare il suo giudizio su di lui. Almeno così credeva. Così sperava.

 

Si fece dicembre. E fu un mese che passarono molto felici. Le cicatrici di Ron miglioravano a vista d’occhio, Hermione non aveva cambiato opinione su di lui, ed Harry era diventato un po’ meno protettivo nei suoi confronti.

Così camminavano insieme nel corridoio, diretti alla lezione di pozioni con Slughorn.

Si rivelò essere parecchio movimentata. Il calderone di Seamus esplose e la lezione terminò mezz’ora prima.

-Erbologia. Ci conviene cominciare ad andare- Disse Hermione che come Harry e Ron non aveva alcun desiderio di lasciare il dolce tepore della sala comune per il freddo pungente del parco delle serre.

-Io non scendo. Non mi va. Ho il permesso per un mese di assentarmi alle lezioni per via dell’ “incidente”, il mese è quasi finito e non intendo giocarmelo.-

Hermione lo guardò trova.

-Tra poco ci sono i M.A.G.O., Ron!- lo rimproverò

-Hermione, tra SEI mesi ci saranno i M.A.G.O.!! Ho tutto il tempo che voglio.-

Hermione, che doveva arrendersi all’ evidenza, si congedò dicendo:

-Quando ti ritroverai con un volume intero di ogni materia da studiare, NON DIRE CHE NON TI AVEVO AVVERTITO---

Harry, che li guardava divertito, lo salutò e Ron li vide allontanarsi, dirigendosi verso un’estenuante ora di Erbologia.

La noia, però, si fece ben presto sentire, e Ron non trovò altra soluzione che cacciarla con lo studio.

Pensò di avvantaggiarsi i compiti per il giorno dopo.

Avevano da fare una ricerca lunga quaranta centimetri di Difesa Contro Le Arti Oscure, sul tema “Il rimedio che trovò Gady McSpinner contro i demoni notturni”, così decise di scendere in biblioteca.

Mentre scendeva incontrò Ginny, che teneva in mano una grossa pietra. Si salutarono con un cenno del capo e continuarono per le loro strade. Ron per la biblioteca, Ginny per la sala comune.

Quel gesto, però, nel inconscio agitò Ron. Perché? Si domandava. Che c’era di male. Era sua sorella.

Solo a più di metà strada si accorse che cosa c’era di male. Quella non era sua sorella. Sua sorella aveva Pozioni, a quell’ora. Gli aveva appena prestato la sua bilancia. Fece dietro front e cominciò una corsa sfrenata verso la sala comune. Si maledisse per non essersi accorto subito del problema. Ora l’intruso aveva già combinato il suo danno, forse, ed era già scappato. Appena arrivò in sala comune, come guidato da un istinto, si diresse verso il dormitorio femminile. Ma dopo due gradini si ritrovò a faccia in giù. Si ricordò dell’ incantesimo che avevano fatto le ragazze per vietare l’accesso ai ragazzi.

Si alzò subito da terra e salì a due a due i gradini, fino ad arrivare al suo dormitorio. Cercò la pietra che aveva visto prima, in mano alla finta Ginny. Forse per la concentrazione portata sulla presenza della pietra, Ron non si accorse in un primo momento della presenza di una tavola di legno molto vecchia che si teneva su tre gambe. Quando se ne accorse, si avvicinò incuriosito, e constatò che era uno specchio, tutto impolverato. Tese delicatamente una mano verso lo specchio, per pulirlo dalla polvere, ma non appena le sue dita toccarono la superficie liscia e fredda dello specchio sentì la familiare sensazione di essere sradicato da terra. In un istante si ritrovò in un gelo terribile. Era come se quel gelo lo stesse soffocando. Non aveva ossigeno. Non respirava. Vedeva sopra di se una luce bianca e appannata. Il freddo sembrava trafiggerlo come un pugnale in ogni parte del suo corpo. La testa cominciò a girargli. Vide del sangue uscirgli dal naso. Il petto era sul punto di scoppiare. Si accorse che stava dando l’addio alla vita. Ma improvvisamente, qualcosa lo riportò con i piedi a terra quando era ad un passo dallo spiccare il volo. Il rumore soffocato di qualcosa che si infrangeva, e poi due mani soffici che lo afferrarono  e lo strappavano via dal suo crudele destino.

Sentì l’aria tornargli nei polmoni. Tremava ancora dal freddo. Si accorse che era uscito dal laghetto del parco, ghiacciato. E sopra di lui Hermione che provava a tirarlo su. Cercò di arrampicarsi sul ghiaccio per uscire e con l’aiuto di Hermione si ritrovò sdraiato sulla gelida lastra di ghiaccio. Il naso continuava a perdere sangue e i suoi respiri erano ancora molto affannosi. Il gelo lo straziava in maniera insopportabile.

Si accorse solo in quel momento che c’era un insolito silenzio. Poi vide le labbra di Hermione muoversi senza emettere alcun suono e capì che non ci sentiva più. Scosse la testa più volte e se la massaggiò e lentamente. Cominciò a sentire nuovamente le voci.

Finalmente riuscì a dire, con un fil di voce

-Hermione..-

A quelle parole lei lo abbracciò stretta e lui fece lo stesso. Si strinsero per alcuni minuti, mentre lui le toccava in capelli e lei piano piano si bagnava. Ron tremava con violenza. Si accorse che sulle sue braccia si era creata una spessa brina.

-Andiamo dentro, Ron- Sussurrò Hermione

Ron era incapace di parlare. Si alzò e cominciò a camminare insieme ad Hermione verso il castello. Salirono le scale e attraversarono i corridoi velocemente, per non essere visti da nessuno. Poi, con i denti che battevano tra loro, Hermione disse la parola d’ordine e il quadro della signora grassa li lasciò entrare nella sala comune, dove ancora ardeva il fuoco.

-Mettiti davanti al caminetto, vado a prendere due asciugamani- Gli disse, e salì nel suo dormitorio. Scese pochi minuti dopo con in mano un solo asciugamano.

-Tieni, ce n’era uno solo, prendilo tu- Gli disse

-No, usiamolo insieme, vieni qui- Gli rispose lui, aprendo le braccia.

Lei timidamente si avvicinò e lo abbracciò di rimando, stringendolo forte. Ron prese l’asciugamano e lo posò sulle sue spalle per farlo chiudere su quelle di Hermione.

Poi si sedettero su una poltrona vicino al camino.

-Come eri finito li?- Chiese lei dopo alcuni minuti di silenzio.

-Non so. Sono entrato nel mio dormitorio, dove c’era uno specchio, l’ho toccato e mi sono ritrovato nel laghetto sotto il ghiaccio. Secondo me era una passaporta, ma non vedo come possa essere finita li. Qualcuno ce l’ha con Neville, con me, con Dean, con Seamus o con Harry,  perché una passaporta che ti porta sotto un lago ghiacciato non deve avere buone intenzioni. Quello che mi chiedo è chi è stato e come ha fatto ad ottenerla visto che sono controllate dal ministero e solo il ministero le può dare... E tu come mai stavi lì?-

Hermione però sembrava disinteressata.

-Avevo un appuntamento- Rispose.

 Ma oramai aveva perso qualsiasi interesse per la conversazione allora poggiò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi. Ron poggiò le sue labbra sulla sua testa e così rimasero per chissà quanti secondi, fino a che Ron, accortosi che si era addormentata, la poggiò sulla spalliera della poltrona, coprendola con l’asciugamano.

Sbirciò la sua immagine su una brocca di metallo che si trovava su un tavolino. Aveva delle grandi occhiaie ed era tutto sporco di sangue, così decise di salire nel suo dormitorio per lavarsi il viso e cambiarsi gli abiti. Dopo avrebbe svegliato Hermione, quando si sarebbero ripresi da quel momento così intenso e imbarazzante. Mentre saliva le scale per il suo dormitorio diede uno sguardo alle scale del dormitorio femminile. Steso sui gradini, come se fosse nascosto lì, vi era un’ asciugamano.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: hermione5