Le settimane
successive alla Tana non erano esattamente come Harry aveva sperato.
Hermione
li svegliava tutti i giorni alle cinque e mezza del mattino per
studiare, cosa
a cui Ron non riusciva ad abituarsi. Aveva escogitato
ogni trucco possibile per tenerla lontana
dalla loro stanza, ogni tipo di incantesimo anti intrusione, ma lei li
trovava
stimolanti; riteneva che fosse divertente svegliarsi la mattina e dover
escogitare un modo sempre nuovo per abbattere le barriere poste da Ron,
cosa
che poi non richiedeva più di cinque minuti. Harry invece
aveva preso il
programma piuttosto seriamente, spinto dalla determinazione di
diventare Auror.
Ma non era affatto semplice seguire la tabella di marcia che aveva
stilato
l’amica, senza contare che spesso era costretto a lavorare
per ore con Percy
sulle deposizioni. In tutto il giorno erano previste tre pause di
mezz’ora
dedicate ai pasti: colazione, pranzo e cena, e due pause di dieci
minuti per
andare al bagno, una delle quali era destinata alla doccia.
Fortunatamente il
duro lavoro era ripagato dai sabato sera e dalle domeniche che erano
completamente libere.
I lavori in
Grimmauld Place non procedevano molto bene. Charlie era tornato in
Romania
perché si erano schiuse le uova di Longhorn Romeno che era
soggetto ad un programma
di allevamento intensivo. Bill era stato richiamato alla Gringott. I
danni che
Harry, Ron ed Hermione avevano procurato alla struttura centrale
avevano creato
parecchi problemi. Ora la sorveglianza e i meccanismi di difesa erano
stati
triplicati per garantire la sicurezza adeguata ai tesori che giacevano
nelle
camere blindate dei sotterranei. Percy era letteralmente sommerso di
lavoro.
George era tornato subito a Diagon Alley. La signora Weasley sulle
prime si era
dimostrata profondamente preoccupata, ma poi aveva capito che il figlio
aveva
bisogno di distrarsi e gettarsi sul lavoro, almeno per il primo
periodo,
sembrava la soluzione migliore. Ad Harry però, il fatto che
i lavori non
procedessero, non sembrava infastidirlo più di tanto. Il
sabato avevano preso
l’abitudine di andare al fiume insieme a Luna, e spesso
veniva a trovarli anche
Neville, oppure andavano nelle campagne vicine, quelle protette dagli
alberi e
giocavano delle piccole partite di Quidditch. Naturalmente non potevano
rischiare di usare delle palle regolamentari, così
incantavano piccole palle
babbane. Ron stava in porta, mentre Harry e Ginny si scambiavano a
turno i
ruoli di cacciatore e cercatore. Hermione li stava a guardare anche se
la
maggior parte delle volte utilizzava quel tempo per ripassare. Ma la
giornata
preferita da tutti era sicuramente la domenica. Le due coppie ne
approfittavano
infatti per fare lunghe passeggiate lontani da casa. Avevano scoperto
una
radura aldilà degli alberi che si poteva raggiungere
risalendo il fiume. Il
fitto bosco che la precedeva offriva una perfetta barriera da occhi
indiscreti.
-Secondo voi
dovremo dire la verità ai vostri genitori?- chiese Hermione
con aria colpevole
mentre stava fra le braccia di Ron che le accarezzava i capelli.
-Io non ho
nessun
problema, è Harry l’unico a cui non piace
l’idea!- rispose Ginny, che
saltellava sulla riva a piedi nudi schizzando un po’ ovunque.
-Veramente
non sono
l’unico! Anche Ron non è d’accordo!
Inizierebbero tutti a fare un sacco di
domande, mentre noi vogliamo goderci questi ultimi mesi di pace.
-Ben detto
Harry!
La mamma inizierebbe a tempestarci di domande e non ci lascerebbe
più un
secondo da soli! Oppure inizierebbe a piangere perché Harry
diventerebbe
ufficialmente della famiglia!-
-Ma Harry ed
Hermione sono già della famiglia, lo sarebbero anche se non
stessero con noi, e
credete forse che la mamma non abbia già capito tutto?-
-Che male
c’è nel
dire alla signora Weasley che ci frequentiamo? Infondo non facciamo
nulla male
e ai miei genitori l’abbiamo già detto!-
A Ron
iniziarono a
diventare le orecchie rosse e cominciò a farfugliare
–I tuoi sono diversi…se,
ecco insomma, se la mamma sa, se capisce… lei
inizia… yuhu… tra un anno prepara
tutto… e poi bambini… miseriaccia!-
-Ron ti
dispiacerebbe esprimerti in una lingua comprensibile a tutti oppure
inizierò a
pensare che qualcuno ti abbia affatturato la lingua!-
-Lascia
perdere, è
meglio!- Fece una smorfia e Harry gli ricambiò uno sguardo
semi terrorizzato
prima di avvicinarsi a Ginny.
-Che fai? No
Harry…
mettimi giù!- Il ragazzo l’aveva sollevata e
lanciata in acqua. – Adesso me la
paghi!- Iniziarono a schizzarsi come due bambini. Era passato poco
più di un
mese da quando tutto era finito e le ferite iniziavano a fare un
po’ meno male.
Avevano cominciato nuovamente a sorridere, anche se qualche volta si
sentivano
colpevoli della loro momentanea felicità. Certe volte si
aspettavano che
accadesse qualcosa di terribile perché non avevano mai
vissuto dei momenti del
genere. Da quando tutto era iniziato sette anni e mezzo prima era stato
un
susseguirsi di eventi terrificanti, costellati di morti e terrore. Si
erano
così tanto abituati a stare sempre all’erta che
non riuscivano mai a separarsi
dalle proprie bacchette o a non prestare attenzione ad ogni piccolo
rumore. Harry
non era mai stato così felice, guardò Ginny e fu
come se il tempo si fosse
fermato. Come aveva fatto a non innamorarsi di lei prima? La prese tra
le sue
braccia e le spostò i capelli bagnati dagli occhi.
–Ti
arrendi?- Gli
chiese lei ridendo arruffandogli i capelli.
-Ti amo!- Le
parole
gli uscirono dalla bocca senza pensarci, fu una cosa naturale e
così semplice.
Si chiese perché non glielo avesse detto prima,
perché lui la amava, la amava
da così tanto… Ginny smise di ridere e si
passò il dorso della mano sugli occhi
completamente bagnati.
-Co…cosa?-
La
ragazza ci mise qualche secondo prima di recepire le parole di Harry
– Stai
scherzando? Perché se è uno scherzo non
è per nulla divertente!-
-No Ginny,
non è
uno scherzo! Sono stato un vero idiota, ti sono stato lontano un anno
intero e
tu mi hai aspettato! Mi hai capito quando sono stato intrattabile,
perché tu mi
leggi dentro. Amo tutto di te! Amo come arricci il naso quando sei
arrabbiata,
come aggrotti le sopracciglia quando ti sforzi di trovare il boccino
per prima,
quando sorridi perché sei felice, quando…-
Ginny lo
abbracciò
e appoggiò la testa sul suo
petto.
Poteva sentire i battiti del suo cuore fondersi con quelli di Harry.
Rimasero
abbracciati così, senza dire nulla, immersi
nell’acqua fino alla vita.
-Hey voi
due!
Volete restare in ammollo tutto il giorno? È ora di tornare
a casa prima che la
mamma mandi una spedizione a cercarci! È quasi mezzogiorno.-
Fu un
istante,
qualcosa brillò in lontananza. Harry prese di scatto la
bacchetta e strizzò gli
occhi per vedere meglio, ma tutto scomparve. Forse l’ho solo
immaginato, pensò
Harry. Non era abituato a tutta quella calma e non avrebbe voluto
rovinare quel
momento per nulla al mondo, soprattutto per qualcosa che probabilmente
si era
solo immaginato.
-Ron
l’unico motivo
per cui vuoi tornare a casa si chiama pasticcio di rognone!- Hermione
lo
squadrò dalla testa ai piedi con l’aria un
po’ offesa. – È incredibile,
preferisci riempirti lo stomaco piuttosto che restare ancora un
po’ con me!-
-Non
è colpa mia! È
il mio stomaco a reclamare cibo! E comunque tecnicamente
sto con te anche a pranzo!- Ron sorrise compiaciuto della
scappatoia che
era riuscito ad elaborare. Ma Hermione non sembrava averla recepita
nello
stesso modo.
-Allora
perché tecnicamente
d’ora in poi non esci col
pasticcio di rognone!- Si alzò, prese la coperta sulla quale
erano distesi e
iniziò ad incamminarsi verso la Tana.
Harry e
Ginny
scoppiarono a ridere
uscendo dal fiume,
mentre Ron correva dietro ad Hermione chiedendo cosa avesse detto di
male.
Il pranzo
domenicale alla Tana era ogni settimana più ricco e gli
invitati sempre più
numerosi. Quando il quartetto arrivò erano già
presenti Bill e Fleur, Percy,
che seduto al tavolo scriveva freneticamente su una pergamena, ed
Andromeda col
piccolo Teddy.
-Ragazzi si
può
sapere dove eravate andati a finire? C’è ancora la
tavola da apparecchiare.
George ha appena mandato un gufo per avvertire che porterà
un’altra persona,
probabilmente ha chiesto a Lee di venire a casa, so che è un
po’ depresso
perché ha litigato con la ragazza con la quale stava
uscendo!-
-Molly cara,
non mi
sembra sia di nostra competenza indagare sulle situazioni sentimentali
degli
amici di nostro figlio!- Arthur Weasley spalancò la porta
d’ingresso.-
-Oh, ciao
tesoro!
Finalmente sei tornato! Trovo inconcepibile che tu debba lavorare anche
la
domenica e per giunta fino a quest’ora. –
- Purtroppo
la fine
della guerra non ha risanato i problemi creati da Voldemort. Inoltre
ora
bisogna risolvere numerosi cavilli burocratici. Questo è il
periodo più intenso
per il ministero, trovo però che sia stimolante poter
ricominciare tutto daccapo.-
-Il tuo
ottimismo
caro è quasi disarmante!-
Tornò
in cucina e
con un leggero movimento della bacchetta spense il fornello.
- Io sono
d’accordo
con papà. C’è moltissimo lavoro da
fare, è vero, ma è così eccitante!
Inoltre
il ministro Kingsley è decisamente più di larghe
vedute rispetto ai suoi
predecessori…
-Perché
è l’unico
che si ricorda correttamente il tuo nome!- bofonchiò Ron
suscitando uno scoppio
improvviso di risa che Ginny dovette soffocare a sforzo.
Harry corse
in
direzione del figlioccio che immediatamente gli afferrò il
dito con la manina
-Ciao
campione!
Vedo che la forza non ti manca! Se ti vedesse tuo padre…-
Il bambino
come se
avesse recepito in qualche modo le parole di Harry strinse gli
occhietti, e i
capelli, che ormai gli ricoprivano interamente la testa divennero
castani e
ispidi come il pelo di un lupo. Andromeda guardò Harry
accennando un piccolo
sorriso.
- Questa
è una
novità degli ultimi giorni!-
-Io lo trovo
divertente!-.
Quando aveva
visto
Teddy per la prima volta non aveva pensato che si sarebbe potuto
affezionare in
quel modo. Adesso vederlo era diventato come l’ossigeno.
Aspettava con
impazienza i finesettimana, e ogni volta, il bambino, era cresciuto di
qualche
centimetro. Sentiva di essere responsabile di quel minuscolo essere,
che
qualche crudele ragione aveva reso tanto simile a lui. Ma Harry i suoi
genitori
li aveva conosciuti, aveva un intero album di foto a testimoniarlo. Per
un
intero anno era stato coccolato e viziato. Teddy invece non aveva avuto
questa
fortuna. Non ci sarebbe stato nulla a testimoniare l’amore
che Lupin e Tonks
provavano per lui, solo una foto scattata il giorno dopo la sua
nascita: Harry
la guardava spesso. Tonks aveva i capelli del suo colore preferito, un
ciuffo
rosato le ricadeva sugli occhi ma a lei non sembrava importare,
continuava a
guardare il suo piccolo che stringeva tra le braccia, profondamente
addormentato. Lupin aveva i capelli ingrigiti e delle rughe gli
appesantivano
lo sguardo, che appariva profondamente preoccupato, eppure accarezzava
la testa
di suo figlio con delicatezza mentre con l’altro braccio
cingeva la spalla
della moglie.
Ma i
pensieri di
Harry furono interrotti da George che annunciò il suo arrivo
e che fu accolto
tra lo stupore collettivo: accanto a lui non vi era Lee, come tutti si
aspettavano, bensì niente di meno che Angelina Johnson.
Aveva le lunghe
treccine sparse sulle spalle e un accecante vestito giallo faceva
contrasto con
la sua pelle scura. La signora Weasley la osservò tenendo il
mestolo a
mezz’aria. Gli occhi le si riempirono subito di lacrime e la
fronte si corrugò
.
-Per la
barba di Merlino
mamma!- George aveva un’espressione tra lo stupito e
l’arrabbiato. –Potresti
almeno conoscerla prima di fare
quella
faccia. Angie è una ragazza straordinaria e non mi importa
se tu non la reputi
tale! Io sono innamorato di lei e se proprio vuoi saperlo abbiamo
deciso di
sposarci!-
Nella stanza
calò
il gelo, rotto solamente dal rumore metallico del mestolo che sbatteva
sul
pavimento e dai singhiozzi della signora Weasley che iniziò
a piangere come una
fontana.
-Io…
io…- Il signor
Weasley le andò incontro stringendole le spalle.
-Molly cara,
che ti
succede?-
-Io…-
Cercò di dire
tra un singhiozzo e l’altro. –Io…Sono
così felice!!!- e a quel punto corse ad
abbracciare Angelina, più che perplessa e a baciare il
figlio che scoppiò in
una fragorosa risata. Quindi il suo bambino era riuscito ad andare
avanti. Ora
era certa che tutto sarebbe andato per il meglio. A quel punto tutti
seguirono
George in uno scroscio di risa, abbracci e congratulazioni. Alla morte
di Fred
si era spezzato qualcosa e tutti avevano creduto che George non si
sarebbe mai
ripreso. Avevano temuto il peggio quando i giorni seguenti i funerali
era
tornato a Diagon Alley. Non aveva fatto sapere sue notizie per tre
giorni e poi
il negozio era stato riaperto. Gettarsi sul lavoro sembrava la
soluzione ideale
per non pensare, ma ora erano grati che sulla sua strada si fosse messa
Angelina. Sapevano benissimo che la vita di George non sarebbe stata
più la
stessa ma il pensiero che una ragazza, capace di renderlo felice, lo
avesse
distratto e lo aiutasse a superare quel dolore era di sollievo per
tutti.
-Complimenti
per lo
stile!- lo canzonò Ron –Ricordami di non chiamarti
quando dovrò fare un
annuncio importante!-
George gli
fece
l’occhiolino
–Perché?
Hai
intenzione di sposarti presto?- Le orecchie di Ron divennero scarlatte
ed
Hermione iniziò a tossire poiché il succo di
zucca che stava bevendo le era
andato di traverso. Fortunatamente a quel punto la signora Weasley
richiamò l’attenzione
per fare un brindisi e iniziare il pranzo. Tutti sorridevano e si
riempivano i
piatti con ogni succulenta pietanza.
-Di cosa ti
occupi
ora?- Chiese Harry curioso. –Dall’altro lato del
tavolo Angelina sorrise
entusiasta
–Sono
stata presa
come cacciatrice in una squadra minore di Quidditch, spero di
acquistare un po’
di visibilità ed esperienza per entrare nelle Holyhead
Harpies l’anno
prossimo!- A Ginny si illuminarono gli occhi.
–È
fantastico! Non
sai come ti invidio. Naturalmente appena sarà possibile
verremo a vederti
giocare. Avrai tutto il nostro tifo!-
-Come vi
siete fidonsati?-
Fleur battè le mani guardandoli con occhi luccicanti. George
abbozzò una faccia
“di disappunto” notata subito da Bill che gli diede
un calcio sotto il tavolo
facendogli apparire dei grossi lacrimoni agli angoli degli occhi.
–Guordate che
carino! Al ponsiero si è commosso!- A rispondere
fortunatamente fu Angelina.
–Come
sapete ci conosciamo da tanto e ho
trovato George sempre molto divertente e dolce- a
quest’ultima parola tutti
eccetto Fleur, che ascoltava come rapita e la signora Weasley che non
riusciva
a smetter di piangere, scoppiarono a ridere. Ron sembrava colto da
spasmi e
convulsioni e Harry dovette dargli dei colpi sulla schiena per evitare
che soffocasse col
pezzo di patata dolce che
aveva in bocca. –Circa un anno fa ero a Diagon Alley. Avevo
un disperato
bisogno di code di ratto per fare una pozione, mio nonno stava poco
bene. Ero
quasi arrivata al negozio quando sentii
un forte boato alle mie spalle. Due Mangiamorte avevano fatto saltare
in aria
la porta di una bottega poco
più avanti.
Ero come impietrita dalla paura. George stava tornando ai Tiri Vispi
Weasley e
mi trascinò via portandomi al suo negozio. Ero talmente
spaventata che non
riuscivo a dire una parola, ma lui come se nulla fosse successo
iniziò a
mostrarmi le ultime diavoleria che lui e…- Le parole le
morirono in gola.
Nessuno, non si sa se apposta o per caso, pronunciava mai il nome di
Fred. Era
come una parola tabù, troppo dolorosa per essere
pronunciata. George abbassò
gli occhi per non incontrare lo sguardo di nessuno.
–Ecco-
proseguì
Angelina per distrarre l’attenzione – A un certo
punto tirò fuori il prototipo
di un nuovo fuoco d’artificio-
-Che a
proposito è
ancora da perfezionare!- Sentenziò George.
–Lo
credo bene! Gli
scoppiò tra le mani e la sua faccia iniziò a
cambiare colore e dal naso gli
uscirono scintille. Era davvero divertente! Iniziai a ridere senza
nemmeno
accorgermene e non fu facile smettere. Non ridevo ormai da tanto tempo
e
finalmente mi sentii bene e stranamente al sicuro. Così
abbiamo iniziato ad
uscire. Questo mese l’ho aiutato in negozio,
c’è stato un gran da fare. Qualche
giorno fa dopo la chiusura eravamo soli, pronti
ad andare a vedere una partita di
Quidditch, quando si è avvicinato e ha detto…-
Fleur era in
fibrillazione, sporta al massimo verso Angelina. Se non ci fosse stato
il
tavolo di mezzo le si sarebbe seduta sulle ginocchia pur di non perdere
una
parola. In quel momento un grosso gufo dalle piume canute
entrò in cucina
lasciando cadere sul tavolo una copia de “Il settimanale
delle streghe” e
volando via emise uno stridio acuto. Fleur lo prese e lo
lanciò dall’altra
parte del tavolo infastidita dall’interruzione del racconto e
il giornale andò
a cadere proprio davanti agli occhi di Percy che non poté
fare a meno di
sgranare gli occhi. Il suo viso divenne prima rosso, poi viola e poi
nuovamente
rosso.
-HARRY
POTTER!!!-
Urlò alzandosi in piedi lasciando cadere la sedia per terra
ed estraendo la
bacchetta. Tutti si voltarono e Harry non capendo il motivo della furia
improvvisa di Percy cercò di sbirciare la prima pagina del
giornale. Un brivido
gli percorse lungo tutta la schiena e deglutì in maniera
rumorosa capendo cosa
fosse stato il bagliore che l’aveva messo in allarme quella
mattina: Il flash
di una macchina fotografica.
George
iniziò a
ridere. –Ora sei nei guai!-
-HARRY
POTTER!-
Proseguì Percy –GIÚ LE MANI DA MIA
SORELLA!!!-
-SPERO
PROPRIO CHE
SIA UNO SCHERZO!- Proruppe Ginny –ORA BASTA! NON MI PARE
PROPRIO CHE SIANO
AFFARI TUOI, NON SONO AFFARI DI NESSUNO DI VOI!- e
guardò accigliata tutti i fratelli
-OH CERTO!-
ribadì
Percy –ORA CHE È DIVENTATO UN EROE PER TUTTI CREDE
DI POTERTI METTERE LE MANI
ADDOSSO!-
-SE PROPRIO
VUOI
SAPERLO SONO QUASI DUE ANNI CHE MI“METTE LE MANI
ADDOSSO”- e disegnò due
virgolette in aria con le dita. Questo fu troppo.
–DUE
ANNI?- Percy
fece roteare la bacchetta e Harry fece appena in tempo a scansare un
lampo di
luce rossa prima che andasse ad infrangersi sulla sedia distruggendola.
-ORA BASTA!-
La
signora Weasley si alzo in piedi lanciando un occhiataccia al figlio.
–Perce
abbassa quella bacchetta! Sei davvero ingenuo caro, pensavi che non
fossimo a
conoscenza della storia tra tua sorella ed Harry? Certo che lo
sappiamo! Si
guardano come due puffole imbambolate. Con tutto rispetto cari!- e si
girò con
sguardo amorevole verso la figlia ed Harry –Io e Arthur siamo
felici di vedervi
insieme, credo che nostra figlia non avrebbe potuto meritare di meglio-
Ron
ridacchio sotto i baffi vedendo Harry arrossire. –E tu non
fare lo sciocco
Ronald! Credi che non sappiamo anche di te e Hermione?-
-E chi non
lo
sapeva?- Disse Bill –E da quando avevano undici anni che
aspettiamo che quello
zuccone dicesse ad Hermione di essere innamorato di lei!- Tutti risero,
tranne
Ron che divenne di tutte le sfumature del rosso.
–E
poi devo
ammettere che è proprio una bella foto!- Disse la signora
Weasly sorridendo.
Dal giornale si potevano ammirare Harry e Ginny stretti l’uno
all’altra con i
piedi nel lago, mentre si guardavano teneramente negli occhi.
‘–Si
sono
d’accordo! – Ammise Ginny, grata che non avessero
fotografato il momento
successivo, che non so quanto avrebbe tenuto a bada Percy.
Il resto del
pranzo
continuò con più tranquillità, Harry
fece in modo che il giornale sparisse e si
impegnò ad evitare di sfiorare Ginny per non scatenare
nuovamente l’ira di
Percy. Tutto sommato però, ora che la loro storia era uscita
allo scoperto, si
sentiva vagamente meglio. Si era sentito colpevole per aver mentito
alla
famiglia che più di tutti l’aveva adottato. Ora
temeva solo che sarebbe stato
tenuto talmente sott’occhio da non poter più stare
neanche solo un secondo con
Ginny. Alla fine dell’estate lei sarebbe partita per
frequentare il suo ultimo
anno ad Hogwarts e sarebbero stati nuovamente separati.
I peggiori
timori
di Harry si realizzarono, ma non certo a causa della famiglia
Weasley… bensì a
causa di Hermione. Di lì a una settimana ci sarebbero stati
gli esami per
coloro che avevano frequentato l’ultimo anno a Hogwarts e,
nonostante loro
avessero davanti ancora quasi tutta l’estate, questo sembrava
metterle
agitazione, cosa che influenzò l’umore di tutti
quanti. Ron era diventato
intrattabile perché Hermione aveva deciso di intensificare
il, già da pazzi,
piano di studio, ciò significava che non riuscivano mai a
finire un pasto
completo il che rendeva Ron irritabile e nevrotico. Dal canto suo Harry
era
ansioso perché quelli sarebbero stati gli ultimi mesi con
Ginny prima che lei
partisse, ma non voleva neanche trascurare lo studio. Si era ben presto
reso
conto di quanto il programma fosse difficile e vasto. Senza i
professori a
spiegare quei complicati incantesimi impiegavano sere e sere per
riuscire a
venirne a capo. Spesso Hermione stava concentrata sui libri, con gli
occhi
stretti in due fessure mentre si mordicchiava il labbro ed eseguiva
complicati
movimenti con la bacchetta. L’unica cosa che non lo
preoccupava era Difesa
contro le arti oscure. Nell’ultimo anno aveva imparato
più di quello che avrebbe
voluto. Spesso gli sembrava che i libri fossero quasi incompleti. Ma
trasfigurazione e pozioni erano tutta un’altra cosa. Il
livello era molto più
avanzato delle sue possibilità, nonostante tutte le lezioni
svolte con Galatea.
A volte gli serviva un giorno intero solo per memorizzare gli
ingredienti di
una pozione. Alla fine della giornata era talmente esausto che faceva
appena in
tempo a dare un veloce bacio a Ginny prima coricarsi e cadere in
catalessi.
Ma la guerra
scoppiò quando Hermione ritenne che non avevano abbastanza
tempo per sprecare i
fine settimana.
-Per tutti i
gargoyle
Hermione! Non siamo macchine! Se continui a farci lavorare
così moriremo prima
di arrivarci agli esami! Dobbiamo riposarci ogni tanto o la testa ci
salterà in
aria!- Proruppe Ron un sabato.
-Scusa tanto
se
cerco di far entrare qualcosa nella tua testa, forse tra le api
frizzole che ti
ritrovi nel cervello riesci a fare spazio anche per un po’ di
istruzione!-
Ginny
sollevò la
testa dal suo libro sul Quidditch e si sporse verso Harry
–Scommetto tre
galeoni su Hermione!-
-Lo sai che
hai
frequentato troppo i tuoi fratelli vero?- Rispose Harry ridacchiando.
Il battibecco
però non durò a lungo. Ron mise il broncio e
Hermione si immerse nella lettura
di un nuovo libro.
Per tutta la
settimana in cui si svolsero gli esami Hermione e Ron non si parlarono.
Capitava però spesso che lei sollevasse gli occhi dal libro
per fissarlo e
Harry fu certo di vederla arrossire più di una volta e
sorridere vedendo Ron
con la faccia corrugata dallo sforzo. Anche Ron quando era certo che
Hermione
non lo stesse guardando si distraeva a fissare gli occhi di lei o i
riflessi
dei suoi capelli al sole. Harry si era ormai abituato a quei loro
litigi che
non ci faceva neanche più caso, sapeva che non sarebbero
riusciti a tenere il
broncio per molto.
Una mattina,
qualche giorno dopo la fine degli esami, Neville andò a
trovarli di buon
mattino.
-Entra pure
caro.
Che bello vederti!- disse amorevole la signora Weasley. –Hai
già fatto
colazione?-
-Si, la
ringrazio.
Harry Ron ed Hermione sono in casa?-
-Si, sono in
salotto. Vai pure.-
Appena lo
vide
Hermione scatto in piedi. –Devi raccontarmi assolutamente
tutto! Cosa ti hanno
chiesto? Trasfigurazione? Sicuramente un incantesimo avanzato.
Accipicchia mi
manca ancora la parte sulla trasfigurazione umana in animali, non credo
di
riuscirci. E se dovessero chiedermi una delle pozioni di morte
apparente? Su
antiche rune sono tranquilla…- Harry scoppio a ridere.
–Hermione
potresti
almeno lasciargli il tempo di sedersi.-
-O
è superfluo
anche quello?- biascicò Ron.
-Grazie
Harry.-
Disse Neville sedendosi – Ragazzi dovreste vedere Hogwarts-
disse con un velo
di tristezza.
-È
messa così
male?-
-Una buona
parte è
stata ricostruita, il castello ha aiutato. I muri sono talmente intrisi
di
magia che è come una ferita che si cicatrizza. Alcune parti
però non sono
ancora riusciti a sistemarle, soprattutto quelle colpite dalle
maledizioni. È
strano camminare per i corridoi e vedere muri diroccati. E poi ora,
ecco…-
esitò –C’è una
novità…- Harry, Ron ed Hermione si guardarono
preoccupati.
–Cosa
intendi? –
Neville deglutì e cambiò leggermente posizione
sulla poltrona.
–Il
numero dei
fantasmi è triplicato. C’è un atmosfera
strana, i vecchi fantasmi sembrano
infastiditi, il Barone sanguinario è furibondo
perché tra i Serpeverde ora
rivendica la sua casa un Mangiamorte.- Impallidì lievemente
al ricordo –E
Nick-quasi-senza-testa continua a litigare con…Colin Canon!-
-Colin
Canon?-
dissero all’unisono.
–Già.
Colin dice
che ora vuole essere lui il fantasma di Grifondoro perché
era più amico tuo
Harry, ma a Nick questo non va proprio giù. La professoressa
McGranitt non sa
come risolvere la situazione. Inoltre la maggior parte dei fantasmi non
riesce
ad adattarsi alla nuova situazione, alcuni piangono, alcuni fanno
esperimenti
su ciò che possono o non possono fare e questo mette a
disagio gli studenti.-
Nessuno
sapeva cosa
dire. Una cosa era certa: la vecchia Hogwarts non sarebbe
più esistita.
Rimasero in
silenzio per qualche minuto, ognuno rifletteva sulle nuove informazioni
che
avevano ricevuto. Non avevano minimamente pensato che oltre tutti i
danni ad
Hogwarts ci sarebbe potuto essere anche il problema dei fantasmi.
Pensandoci
però non era una considerazione che avrebbero dovuto
tralasciare. Voldemort
stava distruggendo tutto il loro mondo e non solo. Tutti combattevano
ardentemente per la loro libertà, per avere una vita
migliore…alcuni semplicemente
per averla una vita. Morire per i propri ideali senza sapere se tutto
sarebbe
andato a buon fine era logico che creasse una situazione irrisolta che
non gli
aveva permesso di andare oltre.
-E gli altri
come
stanno?- Hermione ruppe il silenzio. Dopo quei cattivi pensieri sperava
di
avere notizie migliori. Lei e Ron erano stati per lungo tempo i
Australia, Harry
era stato impegnato al ministero e Ginny era stata praticamente una
reclusa.
Gli unici contati con l’esterno erano venuti da Luna e
Neville. Ora erano avidi
di notizie. Avevano anche smesso di leggere la Gazzetta del Profeta, si
erano
creati una sorta di prigione dorata che li aveva separati dal resto del
mondo.
Erano stati per così tanto tempo al centro
dell’attenzione che ora volevano
ritagliarsi un po’ di vita privata tutta per loro. Sapevano
che con l’inizio
del processo tutto quello sarebbe finito e le loro facce sarebbero
state
sbattute nuovamente su tutti i giornali, per cui avevano
deliberatamente deciso
di estraniarsi dal resto del mondo.
-Bene, anche
se il
clima era molto strano. Per di più
mi
hanno chiesto di voi. Volevano sapere i particolari della battaglia che
ancora
non sono stati svelati, alcuni di loro mi sembravano realmente
interessati a
voi però, Ernie e Susan sono stati molto carini e
poi…- Neville sembrava a disagio
–Lavanda e Cho vi mandano i loro saluti- parlò a
voce talmente bassa che fu
difficile sentirlo e guardò di sfuggita Ron ed Harry.
-Sfacciate!-
-Galline!-
sia
Hermione che Ginny sbuffarono e cambiarono posizione sulla poltrona,
entrambe
sporgendosi meccanicamente verso i rispettivi ragazzi. Ron
arrossì, pensando
imbarazzato a quella patetica storia mentre Harry cercò di
stare impassibile
sapendo quanto l’argomento Cho rendesse Ginny ipersensibile e
nervosa.
-In
più Seamus ha
mandato un gufo alla McGranitt, ha deciso di non presentarsi agli
esami-
Hermione sgranò gli occhi come se Neville avesse detto la
più grossa bestemmia
del mondo. –Dice che preferisce ripetere il settimo anno per
intero- Hermione
si rilassò
-Non posso
dargli
torto, l’anno scorso non è stato certamente un
anno formativo ad Hogwarts.
Trovo che sia stata una scelta intelligente. Comunque non ci hai ancora
detto
come sono stati gli esami-
-Devo
ammettere che
sono stati piuttosto clementi. In Erbologia credo di aver preso il
massimo,
anche Difesa contro le Arti Oscure è andato piuttosto bene,
Pozioni poi…
diciamo che il professor Lumacorno ha avuto un occhio di riguardo per tutti coloro
che hanno
partecipato alla battaglia-
-Grande!-
Ron fece
un sorriso a trentadue denti che si spense quanto guardò il
viso accigliato di
Hermione.
-Non trovo
per
nulla giusto che vengano fatti dei favoritismi, è giusto che
la nuova società
rinasca a partire da persone preparate e meritevoli!-
-Ma sai che
Lumacorno ha sempre fatto così, il Lumaclub del resto non mi
sembrava il
circolo dell’equità!- Hermione provò a
ribattere ma Harry esasperato li
interruppe
-E la
professoressa
McGranitt?-
-Ovviamente
lei è
stata imparziale, così come il professor Vitious, anche con
i Serpeverde,
persino con Pensy Parkinsone Theodor Nott-
-Vuoi dire
che si
sono presentati anche i Serpeverde?-
-Ron so che
hanno
commesso errori e, credimi, è l’ultima cosa che
avrei pensato di dire ma, per
rispetto al professor Piton, credo che sia giusto che anche loro
abbiano avuto
la possibilità di finire la scuola. Anche il professor
Silente non avrebbe
ceduto a riguardo.- Harry quasi si sorprese delle sue parole, ma sapeva
che era
la cosa più giusta. Silente gli aveva insegnato a dare a
tutti sempre una
seconda possibilità e che non era mai troppo tardi per
pentirsi delle proprie
scelte. Si ritrovò a pensare a Draco Malfoy, come sarebbe
stata la sua vita se
le scelte di suo padre non si fossero ripercosse su di lui. Una buona
parte di
quello che le persone sono e diventano dipende dall’ambiente
in cui crescono e
dall’educazione che gli viene imposta. Provò
ancora più ammirazione per Sirius e
per Andromeda. Loro avevano avuto il coraggio di ribellarsi alla loro
famiglia,
di diventare delle persone fantastiche, leali e coraggiose senza
l’aiuto di
nessuno, e la stessa ammirazione andò a Regulus. Era per
persone come lui che
la casa di Serpeverde ai suoi occhi avrebbe meritato tutto il suo
rispetto
esattamente come quella di Grifondoro, Tassorosso e Serpeverde.
Rimasero tutti
molto colpiti dalle parole di Harry e nessuno ebbe nulla da ribattere.
Nell’ora
seguente
Hermione volle sapere tutti i dettagli sugli esami e riuscirono ad
interrompere
l’interrogatorio solo quando le fecero notare che aveva
obbligato Neville a
ripetere tutto ciò che gli aveva fatto fare la professoressa
McGranitt.
Le settimane
seguenti
volarono e senza accorgersene arrivò il ventisei giugno. Di
li a pochi giorni
sarebbe iniziato il processo il che rendeva tutti nervosi. Percy
sembrava non
dormisse da giorni e continuava a chiedere ad Harry sempre le stesse
cose cercando
nuovi particolari che potevano essergli sfuggiti, cosa che rendeva
Harry
nervoso e irritabile. Il giorno successivo si sarebbero dovuti
presentare
entrambi al cospetto di un funzionario del Wizengamot per rivedere le
deposizioni e ragionare su una linea di accusa.
Arthur
Weasley
tornò a casa molto tardi quella sera e portò con
se delle notizie che avrebbero
suscitato non poche potreste da parte del mondo magico. Erano tutti
seduti a
tavola, tranne Bill e Fleur che avevano deciso di cenare a casa loro e
George, quando
entrò sventolando la Gazzetta del profeta.
-È
ufficiale!- solo
Percy sembrò capire al volo le parole del padre, gli altri
lo fissavano
perplessi.
-Si tratta
di Azkaban-
a quelle parole la signora Weasley ebbe un tremito e anche Ron
poggiò la forchetta
e si avvicinò di più al padre per prestare
maggiore attenzione. Fu invece Percy
a dare spiegazioni.
-È
stato un
argomento piuttosto dibattuto in questi ultimi giorni al Ministero ma
la
richiesta di Kingsley alla fine è stata approvata. Verranno
eliminati i
dissennatori da Azkaban.-
-Ma i
dissennatori
non possono essere uccisi dove andranno?-
-Giusta
osservazione Hermione.- Il signor Weasley si sedette e si tolse gli
occhiali.
Era visibilmente stanco, si massaggiò gli occhi e riprese a
parlare. –Ormai non
c’è il clima il paura che si respirava prima, la
gente inizia nuovamente ad
essere felice, credo che si allontaneranno da queste terre e
smetteranno di
moltiplicarsi. Probabilmente non potendo più nutrirsi si
indeboliranno e se
siamo fortunati si dissolveranno-
-E se questo
non
dovesse accadere?- Ginny era visibilmente preoccupata
-Non devi
temere
tesoro, i dissennatori non potranno più creare il caos.
Trovo la decisione di
Kingsley molto intelligente, e molto umana vorrei aggiungere.-
-Ma come la
prenderanno le persone che non la pensano a questo modo?- Anche
Hermione
concordava con la decisione del ministro ma capiva che molta gente non
sarebbe
stata d’accordo. Ora che tutto era finito volevano dormire
sonni tranquilli,
convinti che i mangiamorte sarebbero rimasti rinchiusi ad Azkaban per
sempre, e
i dissennatori li facevano stare decisamente più al sicuro.
-Forse
inizialmente
avranno da ribattere ma Azkaban rimane la prigione più
sicura, inoltre verranno
aggiunte barriere magiche e raddoppiate le squadre di Auror di
pattuglia-
-E la
Gazzetta come
ha propinato la notizia?- Ron allungò il braccio per
afferrare il giornale e
lesse le prime righe
IL MINISTRO
SHACKLEBOLT ELIMINA I
DISSENNATORI DA AZKABAN
Il Ministro
troppo liberale
rischia di mettere in pericolo la sicurezza dei cittadini
È
stata resa pubblica pochi minuti fa la notizia che, entro poche
settimane,
verranno interamente eliminati, dalla nota prigione di Azkaban, tutti i
dissennatori posti
di guardia. È solo un’altra
delle innumerevoli scelte, forse troppo liberali, del Ministro, ancora
ad
interim, Kingsley Shacklebolt. Sorgono spontanee alcune domande come:
saremo al
sicuro ora che stanno per essere imprigionati alcuni dei maghi
più pericolosi
della storia? E: a pochi giorni dal processo non ci viene il dubbio che
anche
le condanne saranno troppo clementi vista la linea d’azione
che sta assumendo
il ministero? (continua a pagina 3)
-Puah! La
solita
spazzatura- Ron chiuse il giornale e riprese a mangiare la sua zuppa
-A quanto
pare la
redazione non è cambiata. Speravo in qualcosa di nuovo e di
più…- Harry cercò
la parola più adeguata ma Ron lo precedette
-Intelligente?
Imparziale? Veritiero?-
-Già…-
Finirono di
mangiare in silenzio, ognuno era perso nei propri pensieri. Quella
notte difficilmente
Harry sarebbe riuscito a dormire bene. Alle undici lo aspettavano al
Winzegamot
e la cosa lo metteva piuttosto in agitazione.
Salve
a tutti! Volevo prima di tutto
ringraziare tutti coloro che hanno lasciato una recensione, sono tutte
bellissime e ve ne sono immensamente grata, ma in particolare, se posso
permettermi (non me ne vorranno gli altri) vorrei ringraziare elettra1991 (aspetto sempre la tua
recensione che trovo ogni volta molto costruttiva, spero che questo
capitolo ti
sia piaciuto di più ^.^) e giorgetta
che mi ha fatto spuntare il sorriso, ahahah nonostante tutti gli
impegni
cercherò di non mollare! A tale proposito però
volevo avvisarvi che il prossimo
capitolo credo non arriverà tanto presto perché
sono veramente con l’acqua alla
gola tra esami e tirocinio. Prometto però che
farò il massimo per ritagliarmi
ogni tanto un po’ di tempo per scrivere.
Riguardo
questo capitolo so che
potrebbe aver suscitato un po’ di perplessità il
fatto che abbia deciso di mettere
il fidanzamento di George troppo presto. Ma ho sempre pensato che lui
fosse una
persona fuori dagli schemi e impulsiva. Il fatto che abbia deciso di
sposarsi
non vuol dire che abbia esorcizzato il dolore che continuerà
a provare per
sempre per la morte del fratello. Mi piace pensare che sia stato
abbastanza
forte e intelligente per andare avanti, perché lo trovo
sempre originale ed
anticonformista e perché Fred avrebbe certamente voluto che
il fratello
continuasse a divertirsi.
Per
quanto riguarda i nuovi fantasmi
ad Hogwarts, so che la Rowling non ne ha mai parlato ma mi piaceva
l’idea e non
ho resistito.
Finalmente
Harry e Ginny e Ron ed
Hermione sono usciti allo scoperto così Ginny non
dovrà più litigare con
nessuno dei suoi fratelli e Harry non rischierà di essere
affatturato hihihi
Per
chi non l’avesse vista e magari
fosse interessato ho pubblicato la famosa One-Shot su Ron ed Hermione,
so che
sono stata un po’ sdolcinata ma secondo me ogni tanto Ron nei
confronti di
Hermione tira fuori il meglio di se ;p
Che
dire, spero di non essermi dimenticata
nulla, forse mi sono dilungata anche troppo chiedo scusa. Un bacio a
tutti!!!
Ciaoooo