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Autore: Lugxi    17/04/2011    5 recensioni
Non tolleravo l'idea che Harry finisse, così ho deciso di provare a raccontare cosa poteva essere accaduto dopo la morte di Voldemort, di come sarebbe stato il mondo magico dopo la guerra, ma soprattutto come sarebbe continuata la vita di Harry e dei suoi amici. Spero che vi piaccia
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Le settimane successive alla Tana non erano esattamente come Harry aveva sperato. Hermione li svegliava tutti i giorni alle cinque e mezza del mattino per studiare, cosa a cui Ron non riusciva ad abituarsi. Aveva escogitato  ogni trucco possibile per tenerla lontana dalla loro stanza, ogni tipo di incantesimo anti intrusione, ma lei li trovava stimolanti; riteneva che fosse divertente svegliarsi la mattina e dover escogitare un modo sempre nuovo per abbattere le barriere poste da Ron, cosa che poi non richiedeva più di cinque minuti. Harry invece aveva preso il programma piuttosto seriamente, spinto dalla determinazione di diventare Auror. Ma non era affatto semplice seguire la tabella di marcia che aveva stilato l’amica, senza contare che spesso era costretto a lavorare per ore con Percy sulle deposizioni. In tutto il giorno erano previste tre pause di mezz’ora dedicate ai pasti: colazione, pranzo e cena, e due pause di dieci minuti per andare al bagno, una delle quali era destinata alla doccia. Fortunatamente il duro lavoro era ripagato dai sabato sera e dalle domeniche che erano completamente libere.

I lavori in Grimmauld Place non procedevano molto bene. Charlie era tornato in Romania perché si erano schiuse le uova di Longhorn Romeno che era soggetto ad un programma di allevamento intensivo. Bill era stato richiamato alla Gringott. I danni che Harry, Ron ed Hermione avevano procurato alla struttura centrale avevano creato parecchi problemi. Ora la sorveglianza e i meccanismi di difesa erano stati triplicati per garantire la sicurezza adeguata ai tesori che giacevano nelle camere blindate dei sotterranei. Percy era letteralmente sommerso di lavoro. George era tornato subito a Diagon Alley. La signora Weasley sulle prime si era dimostrata profondamente preoccupata, ma poi aveva capito che il figlio aveva bisogno di distrarsi e gettarsi sul lavoro, almeno per il primo periodo, sembrava la soluzione migliore. Ad Harry però, il fatto che i lavori non procedessero, non sembrava infastidirlo più di tanto. Il sabato avevano preso l’abitudine di andare al fiume insieme a Luna, e spesso veniva a trovarli anche Neville, oppure andavano nelle campagne vicine, quelle protette dagli alberi e giocavano delle piccole partite di Quidditch. Naturalmente non potevano rischiare di usare delle palle regolamentari, così incantavano piccole palle babbane. Ron stava in porta, mentre Harry e Ginny si scambiavano a turno i ruoli di cacciatore e cercatore. Hermione li stava a guardare anche se la maggior parte delle volte utilizzava quel tempo per ripassare. Ma la giornata preferita da tutti era sicuramente la domenica. Le due coppie ne approfittavano infatti per fare lunghe passeggiate lontani da casa. Avevano scoperto una radura aldilà degli alberi che si poteva raggiungere risalendo il fiume. Il fitto bosco che la precedeva offriva una perfetta barriera da occhi indiscreti.

-Secondo voi dovremo dire la verità ai vostri genitori?- chiese Hermione con aria colpevole mentre stava fra le braccia di Ron che le accarezzava i capelli. 

-Io non ho nessun problema, è Harry l’unico a cui non piace l’idea!- rispose Ginny, che saltellava sulla riva a piedi nudi schizzando un po’ ovunque.

-Veramente non sono l’unico! Anche Ron non è d’accordo! Inizierebbero tutti a fare un sacco di domande, mentre noi vogliamo goderci questi ultimi mesi di pace.

-Ben detto Harry! La mamma inizierebbe a tempestarci di domande e non ci lascerebbe più un secondo da soli! Oppure inizierebbe a piangere perché Harry diventerebbe ufficialmente della famiglia!-

-Ma Harry ed Hermione sono già della famiglia, lo sarebbero anche se non stessero con noi, e credete forse che la mamma non abbia già capito tutto?-

-Che male c’è nel dire alla signora Weasley che ci frequentiamo? Infondo non facciamo nulla male e ai miei genitori l’abbiamo già detto!-

A Ron iniziarono a diventare le orecchie rosse e cominciò a farfugliare –I tuoi sono diversi…se, ecco insomma, se la mamma sa, se capisce… lei inizia… yuhu… tra un anno prepara tutto… e poi bambini… miseriaccia!-

-Ron ti dispiacerebbe esprimerti in una lingua comprensibile a tutti oppure inizierò a pensare che qualcuno ti abbia affatturato la lingua!-

-Lascia perdere, è meglio!- Fece una smorfia e Harry gli ricambiò uno sguardo semi terrorizzato prima di avvicinarsi a Ginny.

-Che fai? No Harry… mettimi giù!- Il ragazzo l’aveva sollevata e lanciata in acqua. – Adesso me la paghi!- Iniziarono a schizzarsi come due bambini. Era passato poco più di un mese da quando tutto era finito e le ferite iniziavano a fare un po’ meno male. Avevano cominciato nuovamente a sorridere, anche se qualche volta si sentivano colpevoli della loro momentanea felicità. Certe volte si aspettavano che accadesse qualcosa di terribile perché non avevano mai vissuto dei momenti del genere. Da quando tutto era iniziato sette anni e mezzo prima era stato un susseguirsi di eventi terrificanti, costellati di morti e terrore. Si erano così tanto abituati a stare sempre all’erta che non riuscivano mai a separarsi dalle proprie bacchette o a non prestare attenzione ad ogni piccolo rumore. Harry non era mai stato così felice, guardò Ginny e fu come se il tempo si fosse fermato. Come aveva fatto a non innamorarsi di lei prima? La prese tra le sue braccia e le spostò i capelli bagnati dagli occhi.

–Ti arrendi?- Gli chiese lei ridendo arruffandogli i capelli.

-Ti amo!- Le parole gli uscirono dalla bocca senza pensarci, fu una cosa naturale e così semplice. Si chiese perché non glielo avesse detto prima, perché lui la amava, la amava da così tanto… Ginny smise di ridere e si passò il dorso della mano sugli occhi completamente bagnati. 

-Co…cosa?- La ragazza ci mise qualche secondo prima di recepire le parole di Harry – Stai scherzando? Perché se è uno scherzo non è per nulla divertente!-

-No Ginny, non è uno scherzo! Sono stato un vero idiota, ti sono stato lontano un anno intero e tu mi hai aspettato! Mi hai capito quando sono stato intrattabile, perché tu mi leggi dentro. Amo tutto di te! Amo come arricci il naso quando sei arrabbiata, come aggrotti le sopracciglia quando ti sforzi di trovare il boccino per prima, quando sorridi perché sei felice, quando…-

Ginny lo abbracciò e appoggiò la testa sul suo  petto. Poteva sentire i battiti del suo cuore fondersi con quelli di Harry.

Rimasero abbracciati così, senza dire nulla, immersi nell’acqua fino alla vita.

-Hey voi due! Volete restare in ammollo tutto il giorno? È ora di tornare a casa prima che la mamma mandi una spedizione a cercarci! È quasi mezzogiorno.-

Fu un istante, qualcosa brillò in lontananza. Harry prese di scatto la bacchetta e strizzò gli occhi per vedere meglio, ma tutto scomparve. Forse l’ho solo immaginato, pensò Harry. Non era abituato a tutta quella calma e non avrebbe voluto rovinare quel momento per nulla al mondo, soprattutto per qualcosa che probabilmente si era solo immaginato.

-Ron l’unico motivo per cui vuoi tornare a casa si chiama pasticcio di rognone!- Hermione lo squadrò dalla testa ai piedi con l’aria un po’ offesa. – È incredibile, preferisci riempirti lo stomaco piuttosto che restare ancora un po’ con me!-

-Non è colpa mia! È il mio stomaco a reclamare cibo! E comunque tecnicamente sto con te anche a pranzo!- Ron sorrise compiaciuto della scappatoia che era riuscito ad elaborare. Ma Hermione non sembrava averla recepita nello stesso modo.

-Allora perché tecnicamente d’ora in poi non esci col pasticcio di rognone!- Si alzò, prese la coperta sulla quale erano distesi e iniziò ad incamminarsi verso la Tana.

Harry e Ginny scoppiarono a  ridere uscendo dal fiume, mentre Ron correva dietro ad Hermione chiedendo cosa avesse detto di male.

 

Il pranzo domenicale alla Tana era ogni settimana più ricco e gli invitati sempre più numerosi. Quando il quartetto arrivò erano già presenti Bill e Fleur, Percy, che seduto al tavolo scriveva freneticamente su una pergamena, ed Andromeda col piccolo Teddy.

-Ragazzi si può sapere dove eravate andati a finire? C’è ancora la tavola da apparecchiare. George ha appena mandato un gufo per avvertire che porterà un’altra persona, probabilmente ha chiesto a Lee di venire a casa, so che è un po’ depresso perché ha litigato con la ragazza con la quale stava uscendo!-

-Molly cara, non mi sembra sia di nostra competenza indagare sulle situazioni sentimentali degli amici di nostro figlio!- Arthur Weasley spalancò la porta d’ingresso.-

-Oh, ciao tesoro! Finalmente sei tornato! Trovo inconcepibile che tu debba lavorare anche la domenica e per giunta fino a quest’ora. –

- Purtroppo la fine della guerra non ha risanato i problemi creati da Voldemort. Inoltre ora bisogna risolvere numerosi cavilli burocratici. Questo è il periodo più intenso per il ministero, trovo però che sia stimolante poter ricominciare tutto daccapo.-

-Il tuo ottimismo caro è quasi disarmante!-

Tornò in cucina e con un leggero movimento della bacchetta spense il fornello.

- Io sono d’accordo con papà. C’è moltissimo lavoro da fare, è vero, ma è così eccitante! Inoltre il ministro Kingsley è decisamente più di larghe vedute rispetto ai suoi predecessori…

-Perché è l’unico che si ricorda correttamente il tuo nome!- bofonchiò Ron suscitando uno scoppio improvviso di risa che Ginny dovette soffocare a sforzo.

Harry corse in direzione del figlioccio che immediatamente gli afferrò il dito con la manina

-Ciao campione! Vedo che la forza non ti manca! Se ti vedesse tuo padre…-

Il bambino come se avesse recepito in qualche modo le parole di Harry strinse gli occhietti, e i capelli, che ormai gli ricoprivano interamente la testa divennero castani e ispidi come il pelo di un lupo. Andromeda guardò Harry accennando un piccolo sorriso.

- Questa è una novità degli ultimi giorni!-

-Io lo trovo divertente!-.

Quando aveva visto Teddy per la prima volta non aveva pensato che si sarebbe potuto affezionare in quel modo. Adesso vederlo era diventato come l’ossigeno. Aspettava con impazienza i finesettimana, e ogni volta, il bambino, era cresciuto di qualche centimetro. Sentiva di essere responsabile di quel minuscolo essere, che qualche crudele ragione aveva reso tanto simile a lui. Ma Harry i suoi genitori li aveva conosciuti, aveva un intero album di foto a testimoniarlo. Per un intero anno era stato coccolato e viziato. Teddy invece non aveva avuto questa fortuna. Non ci sarebbe stato nulla a testimoniare l’amore che Lupin e Tonks provavano per lui, solo una foto scattata il giorno dopo la sua nascita: Harry la guardava spesso. Tonks aveva i capelli del suo colore preferito, un ciuffo rosato le ricadeva sugli occhi ma a lei non sembrava importare, continuava a guardare il suo piccolo che stringeva tra le braccia, profondamente addormentato. Lupin aveva i capelli ingrigiti e delle rughe gli appesantivano lo sguardo, che appariva profondamente preoccupato, eppure accarezzava la testa di suo figlio con delicatezza mentre con l’altro braccio cingeva la spalla della moglie.

Ma i pensieri di Harry furono interrotti da George che annunciò il suo arrivo e che fu accolto tra lo stupore collettivo: accanto a lui non vi era Lee, come tutti si aspettavano, bensì niente di meno che Angelina Johnson. Aveva le lunghe treccine sparse sulle spalle e un accecante vestito giallo faceva contrasto con la sua pelle scura. La signora Weasley la osservò tenendo il mestolo a mezz’aria. Gli occhi le si riempirono subito di lacrime e la fronte si corrugò .

-Per la barba di Merlino mamma!- George aveva un’espressione tra lo stupito e l’arrabbiato. –Potresti almeno conoscerla prima di  fare quella faccia. Angie è una ragazza straordinaria e non mi importa se tu non la reputi tale! Io sono innamorato di lei e se proprio vuoi saperlo abbiamo deciso di sposarci!-

Nella stanza calò il gelo, rotto solamente dal rumore metallico del mestolo che sbatteva sul pavimento e dai singhiozzi della signora Weasley che iniziò a piangere come una fontana.

-Io… io…- Il signor Weasley le andò incontro stringendole le spalle.

-Molly cara, che ti succede?-

-Io…- Cercò di dire tra un singhiozzo e l’altro. –Io…Sono così felice!!!- e a quel punto corse ad abbracciare Angelina, più che perplessa e a baciare il figlio che scoppiò in una fragorosa risata. Quindi il suo bambino era riuscito ad andare avanti. Ora era certa che tutto sarebbe andato per il meglio. A quel punto tutti seguirono George in uno scroscio di risa, abbracci e congratulazioni. Alla morte di Fred si era spezzato qualcosa e tutti avevano creduto che George non si sarebbe mai ripreso. Avevano temuto il peggio quando i giorni seguenti i funerali era tornato a Diagon Alley. Non aveva fatto sapere sue notizie per tre giorni e poi il negozio era stato riaperto. Gettarsi sul lavoro sembrava la soluzione ideale per non pensare, ma ora erano grati che sulla sua strada si fosse messa Angelina. Sapevano benissimo che la vita di George non sarebbe stata più la stessa ma il pensiero che una ragazza, capace di renderlo felice, lo avesse distratto e lo aiutasse a superare quel dolore era di sollievo per tutti.

-Complimenti per lo stile!- lo canzonò Ron –Ricordami di non chiamarti quando dovrò fare un annuncio importante!-

George gli fece l’occhiolino

–Perché? Hai intenzione di sposarti presto?- Le orecchie di Ron divennero scarlatte ed Hermione iniziò a tossire poiché il succo di zucca che stava bevendo le era andato di traverso. Fortunatamente a quel punto la signora Weasley richiamò l’attenzione per fare un brindisi e iniziare il pranzo. Tutti sorridevano e si riempivano i piatti con ogni succulenta pietanza.

-Di cosa ti occupi ora?- Chiese Harry curioso. –Dall’altro lato del tavolo Angelina sorrise entusiasta

–Sono stata presa come cacciatrice in una squadra minore di Quidditch, spero di acquistare un po’ di visibilità ed esperienza per entrare nelle Holyhead Harpies l’anno prossimo!- A Ginny si illuminarono gli occhi.

–È fantastico! Non sai come ti invidio. Naturalmente appena sarà possibile verremo a vederti giocare. Avrai tutto il nostro tifo!-

-Come vi siete fidonsati?- Fleur battè le mani guardandoli con occhi luccicanti. George abbozzò una faccia “di disappunto” notata subito da Bill che gli diede un calcio sotto il tavolo facendogli apparire dei grossi lacrimoni agli angoli degli occhi. –Guordate che carino! Al ponsiero si è commosso!- A rispondere fortunatamente fu Angelina.           –Come sapete ci conosciamo da tanto e ho trovato George sempre molto divertente e dolce- a quest’ultima parola tutti eccetto Fleur, che ascoltava come rapita e la signora Weasley che non riusciva a smetter di piangere, scoppiarono a ridere. Ron sembrava colto da spasmi e convulsioni e Harry dovette dargli dei colpi sulla schiena per evitare che  soffocasse col pezzo di patata dolce che aveva in bocca. –Circa un anno fa ero a Diagon Alley. Avevo un disperato bisogno di code di ratto per fare una pozione, mio nonno stava poco bene. Ero quasi arrivata al negozio quando  sentii un forte boato alle mie spalle. Due Mangiamorte avevano fatto saltare in aria la porta di una bottega  poco più avanti. Ero come impietrita dalla paura. George stava tornando ai Tiri Vispi Weasley e mi trascinò via portandomi al suo negozio. Ero talmente spaventata che non riuscivo a dire una parola, ma lui come se nulla fosse successo iniziò a mostrarmi le ultime diavoleria che lui e…- Le parole le morirono in gola. Nessuno, non si sa se apposta o per caso, pronunciava mai il nome di Fred. Era come una parola tabù, troppo dolorosa per essere pronunciata. George abbassò gli occhi per non incontrare lo sguardo di nessuno.

–Ecco- proseguì Angelina per distrarre l’attenzione – A un certo punto tirò fuori il prototipo di un nuovo fuoco d’artificio-

-Che a proposito è ancora da perfezionare!- Sentenziò George.

–Lo credo bene! Gli scoppiò tra le mani e la sua faccia iniziò a cambiare colore e dal naso gli uscirono scintille. Era davvero divertente! Iniziai a ridere senza nemmeno accorgermene e non fu facile smettere. Non ridevo ormai da tanto tempo e finalmente mi sentii bene e stranamente al sicuro. Così abbiamo iniziato ad uscire. Questo mese l’ho aiutato in negozio, c’è stato un gran da fare. Qualche giorno fa dopo la chiusura eravamo soli,  pronti ad andare a vedere una partita di Quidditch, quando si è avvicinato e ha detto…-

Fleur era in fibrillazione, sporta al massimo verso Angelina. Se non ci fosse stato il tavolo di mezzo le si sarebbe seduta sulle ginocchia pur di non perdere una parola. In quel momento un grosso gufo dalle piume canute entrò in cucina lasciando cadere sul tavolo una copia de “Il settimanale delle streghe” e volando via emise uno stridio acuto. Fleur lo prese e lo lanciò dall’altra parte del tavolo infastidita dall’interruzione del racconto e il giornale andò a cadere proprio davanti agli occhi di Percy che non poté fare a meno di sgranare gli occhi. Il suo viso divenne prima rosso, poi viola e poi nuovamente rosso.

-HARRY POTTER!!!- Urlò alzandosi in piedi lasciando cadere la sedia per terra ed estraendo la bacchetta. Tutti si voltarono e Harry non capendo il motivo della furia improvvisa di Percy cercò di sbirciare la prima pagina del giornale. Un brivido gli percorse lungo tutta la schiena e deglutì in maniera rumorosa capendo cosa fosse stato il bagliore che l’aveva messo in allarme quella mattina: Il flash di una macchina fotografica.

George iniziò a ridere. –Ora sei nei guai!-

-HARRY POTTER!- Proseguì Percy –GIÚ LE MANI DA MIA SORELLA!!!-

-SPERO PROPRIO CHE SIA UNO SCHERZO!- Proruppe Ginny –ORA BASTA! NON MI PARE PROPRIO CHE SIANO AFFARI TUOI, NON SONO AFFARI DI NESSUNO DI VOI!-  e guardò accigliata tutti i fratelli

-OH CERTO!- ribadì Percy –ORA CHE È DIVENTATO UN EROE PER TUTTI CREDE DI POTERTI METTERE LE MANI ADDOSSO!-

-SE PROPRIO VUOI SAPERLO SONO QUASI DUE ANNI CHE MI“METTE LE MANI ADDOSSO”- e disegnò due virgolette in aria con le dita. Questo fu troppo.

–DUE ANNI?- Percy fece roteare la bacchetta e Harry fece appena in tempo a scansare un lampo di luce rossa prima che andasse ad infrangersi sulla sedia distruggendola.

-ORA BASTA!- La signora Weasley si alzo in piedi lanciando un occhiataccia al figlio. –Perce abbassa quella bacchetta! Sei davvero ingenuo caro, pensavi che non fossimo a conoscenza della storia tra tua sorella ed Harry? Certo che lo sappiamo! Si guardano come due puffole imbambolate. Con tutto rispetto cari!- e si girò con sguardo amorevole verso la figlia ed Harry –Io e Arthur siamo felici di vedervi insieme, credo che nostra figlia non avrebbe potuto meritare di meglio- Ron ridacchio sotto i baffi vedendo Harry arrossire. –E tu non fare lo sciocco Ronald! Credi che non sappiamo anche di te e Hermione?-

-E chi non lo sapeva?- Disse Bill –E da quando avevano undici anni che aspettiamo che quello zuccone dicesse ad Hermione di essere innamorato di lei!- Tutti risero, tranne Ron che divenne di tutte le sfumature del rosso.

–E poi devo ammettere che è proprio una bella foto!- Disse la signora Weasly sorridendo. Dal giornale si potevano ammirare Harry e Ginny stretti l’uno all’altra con i piedi nel lago, mentre si guardavano teneramente negli occhi.

‘–Si sono d’accordo! – Ammise Ginny, grata che non avessero fotografato il momento successivo, che non so quanto avrebbe tenuto a bada Percy.

Il resto del pranzo continuò con più tranquillità, Harry fece in modo che il giornale sparisse e si impegnò ad evitare di sfiorare Ginny per non scatenare nuovamente l’ira di Percy. Tutto sommato però, ora che la loro storia era uscita allo scoperto, si sentiva vagamente meglio. Si era sentito colpevole per aver mentito alla famiglia che più di tutti l’aveva adottato. Ora temeva solo che sarebbe stato tenuto talmente sott’occhio da non poter più stare neanche solo un secondo con Ginny. Alla fine dell’estate lei sarebbe partita per frequentare il suo ultimo anno ad Hogwarts e sarebbero stati nuovamente separati.

 

I peggiori timori di Harry si realizzarono, ma non certo a causa della famiglia Weasley… bensì a causa di Hermione. Di lì a una settimana ci sarebbero stati gli esami per coloro che avevano frequentato l’ultimo anno a Hogwarts e, nonostante loro avessero davanti ancora quasi tutta l’estate, questo sembrava metterle agitazione, cosa che influenzò l’umore di tutti quanti. Ron era diventato intrattabile perché Hermione aveva deciso di intensificare il, già da pazzi, piano di studio, ciò significava che non riuscivano mai a finire un pasto completo il che rendeva Ron irritabile e nevrotico. Dal canto suo Harry era ansioso perché quelli sarebbero stati gli ultimi mesi con Ginny prima che lei partisse, ma non voleva neanche trascurare lo studio. Si era ben presto reso conto di quanto il programma fosse difficile e vasto. Senza i professori a spiegare quei complicati incantesimi impiegavano sere e sere per riuscire a venirne a capo. Spesso Hermione stava concentrata sui libri, con gli occhi stretti in due fessure mentre si mordicchiava il labbro ed eseguiva complicati movimenti con la bacchetta. L’unica cosa che non lo preoccupava era Difesa contro le arti oscure. Nell’ultimo anno aveva imparato più di quello che avrebbe voluto. Spesso gli sembrava che i libri fossero quasi incompleti. Ma trasfigurazione e pozioni erano tutta un’altra cosa. Il livello era molto più avanzato delle sue possibilità, nonostante tutte le lezioni svolte con Galatea. A volte gli serviva un giorno intero solo per memorizzare gli ingredienti di una pozione. Alla fine della giornata era talmente esausto che faceva appena in tempo a dare un veloce bacio a Ginny prima coricarsi e cadere in catalessi.

Ma la guerra scoppiò quando Hermione ritenne che non avevano abbastanza tempo per sprecare i fine settimana.

-Per tutti i gargoyle Hermione! Non siamo macchine! Se continui a farci lavorare così moriremo prima di arrivarci agli esami! Dobbiamo riposarci ogni tanto o la testa ci salterà in aria!- Proruppe Ron un sabato.

-Scusa tanto se cerco di far entrare qualcosa nella tua testa, forse tra le api frizzole che ti ritrovi nel cervello riesci a fare spazio anche per un po’ di istruzione!-

Ginny sollevò la testa dal suo libro sul Quidditch e si sporse verso Harry –Scommetto tre galeoni su Hermione!-

-Lo sai che hai frequentato troppo i tuoi fratelli vero?- Rispose Harry ridacchiando. Il battibecco però non durò a lungo. Ron mise il broncio e Hermione si immerse nella lettura di un nuovo libro.

Per tutta la settimana in cui si svolsero gli esami Hermione e Ron non si parlarono. Capitava però spesso che lei sollevasse gli occhi dal libro per fissarlo e Harry fu certo di vederla arrossire più di una volta e sorridere vedendo Ron con la faccia corrugata dallo sforzo. Anche Ron quando era certo che Hermione non lo stesse guardando si distraeva a fissare gli occhi di lei o i riflessi dei suoi capelli al sole. Harry si era ormai abituato a quei loro litigi che non ci faceva neanche più caso, sapeva che non sarebbero riusciti a tenere il broncio per molto.

Una mattina, qualche giorno dopo la fine degli esami, Neville andò a trovarli di buon mattino.

-Entra pure caro. Che bello vederti!- disse amorevole la signora Weasley. –Hai già fatto colazione?-

-Si, la ringrazio. Harry Ron ed Hermione sono in casa?-

-Si, sono in salotto. Vai pure.-

Appena lo vide Hermione scatto in piedi. –Devi raccontarmi assolutamente tutto! Cosa ti hanno chiesto? Trasfigurazione? Sicuramente un incantesimo avanzato. Accipicchia mi manca ancora la parte sulla trasfigurazione umana in animali, non credo di riuscirci. E se dovessero chiedermi una delle pozioni di morte apparente? Su antiche rune sono tranquilla…- Harry scoppio a ridere.

–Hermione potresti almeno lasciargli il tempo di sedersi.-

-O è superfluo anche quello?- biascicò Ron.

-Grazie Harry.- Disse Neville sedendosi – Ragazzi dovreste vedere Hogwarts- disse con un velo di tristezza.

-È messa così male?-

-Una buona parte è stata ricostruita, il castello ha aiutato. I muri sono talmente intrisi di magia che è come una ferita che si cicatrizza. Alcune parti però non sono ancora riusciti a sistemarle, soprattutto quelle colpite dalle maledizioni. È strano camminare per i corridoi e vedere muri diroccati. E poi ora, ecco…- esitò –C’è una novità…- Harry, Ron ed Hermione si guardarono preoccupati.

–Cosa intendi? – Neville deglutì e cambiò leggermente posizione sulla poltrona.

–Il numero dei fantasmi è triplicato. C’è un atmosfera strana, i vecchi fantasmi sembrano infastiditi, il Barone sanguinario è furibondo perché tra i Serpeverde ora rivendica la sua casa un Mangiamorte.- Impallidì lievemente al ricordo –E Nick-quasi-senza-testa continua a litigare con…Colin Canon!-

-Colin Canon?- dissero all’unisono.

–Già. Colin dice che ora vuole essere lui il fantasma di Grifondoro perché era più amico tuo Harry, ma a Nick questo non va proprio giù. La professoressa McGranitt non sa come risolvere la situazione. Inoltre la maggior parte dei fantasmi non riesce ad adattarsi alla nuova situazione, alcuni piangono, alcuni fanno esperimenti su ciò che possono o non possono fare e questo mette a disagio gli studenti.-

Nessuno sapeva cosa dire. Una cosa era certa: la vecchia Hogwarts non sarebbe più esistita.

Rimasero in silenzio per qualche minuto, ognuno rifletteva sulle nuove informazioni che avevano ricevuto. Non avevano minimamente pensato che oltre tutti i danni ad Hogwarts ci sarebbe potuto essere anche il problema dei fantasmi. Pensandoci però non era una considerazione che avrebbero dovuto tralasciare. Voldemort stava distruggendo tutto il loro mondo e non solo. Tutti combattevano ardentemente per la loro libertà, per avere una vita migliore…alcuni semplicemente per averla una vita. Morire per i propri ideali senza sapere se tutto sarebbe andato a buon fine era logico che creasse una situazione irrisolta che non gli aveva permesso di andare oltre.

-E gli altri come stanno?- Hermione ruppe il silenzio. Dopo quei cattivi pensieri sperava di avere notizie migliori. Lei e Ron erano stati per lungo tempo i Australia, Harry era stato impegnato al ministero e Ginny era stata praticamente una reclusa. Gli unici contati con l’esterno erano venuti da Luna e Neville. Ora erano avidi di notizie. Avevano anche smesso di leggere la Gazzetta del Profeta, si erano creati una sorta di prigione dorata che li aveva separati dal resto del mondo. Erano stati per così tanto tempo al centro dell’attenzione che ora volevano ritagliarsi un po’ di vita privata tutta per loro. Sapevano che con l’inizio del processo tutto quello sarebbe finito e le loro facce sarebbero state sbattute nuovamente su tutti i giornali, per cui avevano deliberatamente deciso di estraniarsi dal resto del mondo.

-Bene, anche se il clima era molto strano. Per di  più mi hanno chiesto di voi. Volevano sapere i particolari della battaglia che ancora non sono stati svelati, alcuni di loro mi sembravano realmente interessati a voi però, Ernie e Susan sono stati molto carini e poi…- Neville sembrava a disagio –Lavanda e Cho vi mandano i loro saluti- parlò a voce talmente bassa che fu difficile sentirlo e guardò di sfuggita Ron ed Harry.

-Sfacciate!-

-Galline!- sia Hermione che Ginny sbuffarono e cambiarono posizione sulla poltrona, entrambe sporgendosi meccanicamente verso i rispettivi ragazzi. Ron arrossì, pensando imbarazzato a quella patetica storia mentre Harry cercò di stare impassibile sapendo quanto l’argomento Cho rendesse Ginny ipersensibile e nervosa.

-In più Seamus ha mandato un gufo alla McGranitt, ha deciso di non presentarsi agli esami- Hermione sgranò gli occhi come se Neville avesse detto la più grossa bestemmia del mondo. –Dice che preferisce ripetere il settimo anno per intero- Hermione si rilassò

-Non posso dargli torto, l’anno scorso non è stato certamente un anno formativo ad Hogwarts. Trovo che sia stata una scelta intelligente. Comunque non ci hai ancora detto come sono stati gli esami-

-Devo ammettere che sono stati piuttosto clementi. In Erbologia credo di aver preso il massimo, anche Difesa contro le Arti Oscure è andato piuttosto bene, Pozioni poi… diciamo che il professor Lumacorno ha avuto un occhio di  riguardo per tutti coloro che hanno partecipato alla battaglia-

-Grande!- Ron fece un sorriso a trentadue denti che si spense quanto guardò il viso accigliato di Hermione.

-Non trovo per nulla giusto che vengano fatti dei favoritismi, è giusto che la nuova società rinasca a partire da persone preparate e meritevoli!-

-Ma sai che Lumacorno ha sempre fatto così, il Lumaclub del resto non mi sembrava il circolo dell’equità!- Hermione provò a ribattere ma Harry esasperato li interruppe

-E la professoressa McGranitt?-

-Ovviamente lei è stata imparziale, così come il professor Vitious, anche con i Serpeverde, persino con Pensy Parkinsone Theodor Nott-

-Vuoi dire che si sono presentati anche i Serpeverde?-

-Ron so che hanno commesso errori e, credimi, è l’ultima cosa che avrei pensato di dire ma, per rispetto al professor Piton, credo che sia giusto che anche loro abbiano avuto la possibilità di finire la scuola. Anche il professor Silente non avrebbe ceduto a riguardo.- Harry quasi si sorprese delle sue parole, ma sapeva che era la cosa più giusta. Silente gli aveva insegnato a dare a tutti sempre una seconda possibilità e che non era mai troppo tardi per pentirsi delle proprie scelte. Si ritrovò a pensare a Draco Malfoy, come sarebbe stata la sua vita se le scelte di suo padre non si fossero ripercosse su di lui. Una buona parte di quello che le persone sono e diventano dipende dall’ambiente in cui crescono e dall’educazione che gli viene imposta. Provò ancora più ammirazione per Sirius e per Andromeda. Loro avevano avuto il coraggio di ribellarsi alla loro famiglia, di diventare delle persone fantastiche, leali e coraggiose senza l’aiuto di nessuno, e la stessa ammirazione andò a Regulus. Era per persone come lui che la casa di Serpeverde ai suoi occhi avrebbe meritato tutto il suo rispetto esattamente come quella di Grifondoro, Tassorosso e Serpeverde. Rimasero tutti molto colpiti dalle parole di Harry e nessuno ebbe nulla da ribattere.

Nell’ora seguente Hermione volle sapere tutti i dettagli sugli esami e riuscirono ad interrompere l’interrogatorio solo quando le fecero notare che aveva obbligato Neville a ripetere tutto ciò che gli aveva fatto fare la professoressa McGranitt.

 

Le settimane seguenti volarono e senza accorgersene arrivò il ventisei giugno. Di li a pochi giorni sarebbe iniziato il processo il che rendeva tutti nervosi. Percy sembrava non dormisse da giorni e continuava a chiedere ad Harry sempre le stesse cose cercando nuovi particolari che potevano essergli sfuggiti, cosa che rendeva Harry nervoso e irritabile. Il giorno successivo si sarebbero dovuti presentare entrambi al cospetto di un funzionario del Wizengamot per rivedere le deposizioni e ragionare su una linea di accusa.

Arthur Weasley tornò a casa molto tardi quella sera e portò con se delle notizie che avrebbero suscitato non poche potreste da parte del mondo magico. Erano tutti seduti a tavola, tranne Bill e Fleur che avevano deciso di cenare a casa loro e George, quando entrò sventolando la Gazzetta del profeta.

-È ufficiale!- solo Percy sembrò capire al volo le parole del padre, gli altri lo fissavano perplessi.

-Si tratta di Azkaban- a quelle parole la signora Weasley ebbe un tremito e anche Ron poggiò la forchetta e si avvicinò di più al padre per prestare maggiore attenzione. Fu invece Percy a dare spiegazioni.

-È stato un argomento piuttosto dibattuto in questi ultimi giorni al Ministero ma la richiesta di Kingsley alla fine è stata approvata. Verranno eliminati i dissennatori da Azkaban.-

-Ma i dissennatori non possono essere uccisi dove andranno?-

-Giusta osservazione Hermione.- Il signor Weasley si sedette e si tolse gli occhiali. Era visibilmente stanco, si massaggiò gli occhi e riprese a parlare. –Ormai non c’è il clima il paura che si respirava prima, la gente inizia nuovamente ad essere felice, credo che si allontaneranno da queste terre e smetteranno di moltiplicarsi. Probabilmente non potendo più nutrirsi si indeboliranno e se siamo fortunati si dissolveranno-

-E se questo non dovesse accadere?- Ginny era visibilmente preoccupata

-Non devi temere tesoro, i dissennatori non potranno più creare il caos. Trovo la decisione di Kingsley molto intelligente, e molto umana vorrei aggiungere.-

-Ma come la prenderanno le persone che non la pensano a questo modo?- Anche Hermione concordava con la decisione del ministro ma capiva che molta gente non sarebbe stata d’accordo. Ora che tutto era finito volevano dormire sonni tranquilli, convinti che i mangiamorte sarebbero rimasti rinchiusi ad Azkaban per sempre, e i dissennatori li facevano stare decisamente più al sicuro.  

-Forse inizialmente avranno da ribattere ma Azkaban rimane la prigione più sicura, inoltre verranno aggiunte barriere magiche e raddoppiate le squadre di Auror di pattuglia-

-E la Gazzetta come ha propinato la notizia?- Ron allungò il braccio per afferrare il giornale e lesse le prime righe

 

IL MINISTRO SHACKLEBOLT ELIMINA I DISSENNATORI DA AZKABAN

Il Ministro troppo liberale rischia di mettere in pericolo la sicurezza dei cittadini

È stata resa pubblica pochi minuti fa la notizia che, entro poche settimane, verranno interamente eliminati, dalla nota prigione di Azkaban, tutti i dissennatori  posti di guardia. È solo un’altra delle innumerevoli scelte, forse troppo liberali, del Ministro, ancora ad interim, Kingsley Shacklebolt. Sorgono spontanee alcune domande come: saremo al sicuro ora che stanno per essere imprigionati alcuni dei maghi più pericolosi della storia? E: a pochi giorni dal processo non ci viene il dubbio che anche le condanne saranno troppo clementi vista la linea d’azione che sta assumendo il ministero? (continua a pagina 3)

 

-Puah! La solita spazzatura- Ron chiuse il giornale e riprese a mangiare la sua zuppa

-A quanto pare la redazione non è cambiata. Speravo in qualcosa di nuovo e di più…- Harry cercò la parola più adeguata ma Ron lo precedette

-Intelligente? Imparziale? Veritiero?-

-Già…-

Finirono di mangiare in silenzio, ognuno era perso nei propri pensieri. Quella notte difficilmente Harry sarebbe riuscito a dormire bene. Alle undici lo aspettavano al Winzegamot e la cosa lo metteva piuttosto in agitazione.

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti! Volevo prima di tutto ringraziare tutti coloro che hanno lasciato una recensione, sono tutte bellissime e ve ne sono immensamente grata, ma in particolare, se posso permettermi (non me ne vorranno gli altri) vorrei ringraziare elettra1991 (aspetto sempre la tua recensione che trovo ogni volta molto costruttiva, spero che questo capitolo ti sia piaciuto di più ^.^) e giorgetta che mi ha fatto spuntare il sorriso, ahahah nonostante tutti gli impegni cercherò di non mollare! A tale proposito però volevo avvisarvi che il prossimo capitolo credo non arriverà tanto presto perché sono veramente con l’acqua alla gola tra esami e tirocinio. Prometto però che farò il massimo per ritagliarmi ogni tanto un po’ di tempo per scrivere.

Riguardo questo capitolo so che potrebbe aver suscitato un po’ di perplessità il fatto che abbia deciso di mettere il fidanzamento di George troppo presto. Ma ho sempre pensato che lui fosse una persona fuori dagli schemi e impulsiva. Il fatto che abbia deciso di sposarsi non vuol dire che abbia esorcizzato il dolore che continuerà a provare per sempre per la morte del fratello. Mi piace pensare che sia stato abbastanza forte e intelligente per andare avanti, perché lo trovo sempre originale ed anticonformista e perché Fred avrebbe certamente voluto che il fratello continuasse a divertirsi.

Per quanto riguarda i nuovi fantasmi ad Hogwarts, so che la Rowling non ne ha mai parlato ma mi piaceva l’idea e non ho resistito.

Finalmente Harry e Ginny e Ron ed Hermione sono usciti allo scoperto così Ginny non dovrà più litigare con nessuno dei suoi fratelli e Harry non rischierà di essere affatturato hihihi

Per chi non l’avesse vista e magari fosse interessato ho pubblicato la famosa One-Shot su Ron ed Hermione, so che sono stata un po’ sdolcinata ma secondo me ogni tanto Ron nei confronti di Hermione tira fuori il meglio di se ;p

Che dire, spero di non essermi dimenticata nulla, forse mi sono dilungata anche troppo chiedo scusa. Un bacio a tutti!!! Ciaoooo

 

 

 

 

 

 

  

  
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