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Autore: _Sihaya    17/04/2011    4 recensioni
Finale alternativo per la saga di Harry Potter!
- Dimenticate l’epilogo di Harry Potter e i doni della morte (Diciannove anni dopo);
- eliminate circa le ultime otto pagine del finale e precisamente fermatevi alle seguenti parole (cito testualmente): “[…] L’alba fu lacerata dalle urla e Neville prese fuoco, immobilizzato. Harry non poté sopportarlo: doveva intervenire… Poi accaddero molte cose contemporaneamente.
- Ora domandatevi: “Quali cose sono accadute? E se fossero state dimenticate?”
[Ai capitoli 13, 19 e 27 trovate un breve riassunto degli eventi!]
Genere: Guerra, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Angelina/George, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Capitolo 22 - Il Lago Nero (I parte)

Lost Memories

(di Sihaya10)

 

* * *

 

Lost Memories continua, nonostante impegni, imprevisti e un calo d’interesse.

Il capitolo è corto, un po’ di stasi, ma necessario per porre delle premesse molto importanti.

Buona lettura!

 

* * *

 

Hai superato i confini della mappa, amico.

Qui, ci sono i mostri.

 

Dal film Pirati dei Carabi - La maledizione della prima luna

Regia di G. Verbinski

 

* * *

 

Capitolo 22 – Il Lago Nero (I parte)

 

Il cielo albeggiante sopra alla valle di Hogwarts era pieno di nuvole stratiformi che oscuravano i freddi raggi solari; pochi e sottili stralci rosa ne spezzavano il grigiore.

Tutt’intorno alla costa del Lago Nero, le nubi erano scese al suolo originando una fitta nebbiolina. Il fenomeno era frequente in inverno e, se sfruttato con sagacia, avrebbe costituito un enorme vantaggio per i ragazzi in missione.

 

Questi erano i pensieri di Neville mentre percorreva il bosco alla guida dei membri dell’Esercito.

 

Usciti dal Rifugio non avevano attraversato la radura, ma avevano imboccato un sentiero che l’aggirava poco più in alto, e si innestava all’incirca nel punto in cui Hermione e Malfoy erano giunti il giorno prima usando il passaggio segreto.

 

Proprio in corrispondenza dell’innesto, il gruppo si unì all’ultimo membro mancante: Dennis Canon. Il ragazzo si stringeva freddoloso nel mantello e aveva gli occhi stanchi per la lunga veglia notturna. I compagni lo salutarono con un roco “buongiorno”; Ginny ed Hermione lo avvicinarono per completare la squadra. Ginny gli ribadì alcuni dettagli della missione: sapeva che Dennis era stato informato dettagliatamente da Hannah Abbott la sera prima, ma quel suo aspetto assonnato non era per nulla rassicurante.

 

Dennis, dal canto suo, si limitò ad annuire e a lanciare un’occhiata fredda e sospettosa a Hermione; la quale si sentì gelare fin dentro le ossa, temendo che quella diffidenza fosse legata alla sua incursione notturna nella tenda di Malfoy: Dennis era di guardia e di certo aveva visto arrivare sia lei, sia Ron.

Per fortuna - si disse - era riuscita a convincere Ron a mantenere il segreto su quello che era accaduto (almeno temporaneamente), altrimenti quella densa tensione fra lei e il compagno di squadra, si sarebbe diffusa a macchia d’olio fra gli altri gruppi, rischiando di compromettere la missione.

 

* * *

 

Nel buio completo della cella il silenzio era spezzato soltanto dal piagnucolare sommesso ed ininterrotto di Katie Bell.

 

Nonostante fosse un lamento terribilmente fastidioso, nessuno osava chiederle di smettere.

 

Zacharias Smith era riuscito persino ad addormentarsi, raggomitolato sulla fredda pietra della prigione.

 

Dean Thomas aveva trovato una scheggia di pietra sul pavimento e la utilizzava per raschiare nervosamente in terra, sempre nello stesso punto, ma l’oscurità non gli permetteva di vedere gli sfregi biancastri che generava.

 

Seamus Finnigan, infine, stringeva tra le mani la preziosa moneta dell’Esercito che Katie gli aveva consegnato, e rifletteva.

 

Rimase di stucco quando nel buio pesto, il galeone s’illuminò fiocamente.

 

C’era una comunicazione in arrivo.

 

Seamus diede uno scossone a Zacharias che si svegliò contrariato, poi richiamò sottovoce l’attenzione di Dean e Katie, mostrando loro il messaggio: i compagni del Rifugio avvertivano che li avrebbero raggiunti e tratti in salvo di lì a poco.

 

Una nuova speranza alimentò i quattro ragazzi. All’improvviso si sentirono più forti, anche se (come fece notare Zacharias) quel salvataggio era umiliante.

 

Dean Thomas, rinvigorito, prese la parola: «Dobbiamo fare qualcosa, » disse risoluto.

« Oh, ma cosa possiamo fare? » si lamentò Katie.

 

« Se solo riuscissimo a capire dove siamo… potremmo dare delle indicazioni a Neville… »

 

Katie lo riportò alla realtà: « Ma è impossibile, ci hanno portati qui bendati(*) e ora non si vede nulla! »

 

Dopo alcuni secondi di silenzio, Seamus diede una nuova speranza: « Mentre ci trascinavano qui, ho sentito uno strano odore nell’aria… » bisbigliò.

 

« Sì, anche io. Era un profumo dolciastro… » confermò Zacharias.

 

« A me ricordava quell’odore che aveva sempre addosso la professoressa Cooman… » disse Katie in un mesto sussurro.

 

* * *

 

L’Esercito di Silente avanzava in fila indiana fra la spoglia vegetazione; Neville era in testa, Hermione in coda, dietro a Dennis e Ginny. Da quella posizione la ragazza poteva vedere chiaramente come l’incedere delle squadre fosse rapido e allo stesso tempo cauto, ne dedusse che dovevano conoscere il bosco come le loro tasche, fin nei suoi sentieri più reconditi.

Giunsero sulla sponda sud-est del Lago Nero tramite un passaggio che scendeva snodandosi fra rocce e grossi massi, districandosi fra betulle e querce dal tronco possente, ben radicate su tutto il versante. La discesa aveva richiesto discrete abilità, garantendo in cambio una copertura quasi totale.

 

In quel punto la riva del Lago aveva una piccola insenatura, coperta da un fitto roveto.

 

Il manipolo si fermò intorno alla pozza melmosa, la cui superficie era parzialmente ghiacciata. Da lì era impossibile vedere il resto della grande distesa d’acqua scura sulla quale volteggiavano minacciosi i Dissennatori, la cui presenza era dimostrata dal freddo pungente e artefatto che saliva dal terreno umido.

 

La comitiva aveva comunicato, fino a quel momento, con i gesti e così continuò Neville, ordinando a tutti di praticare l’incantesimo Testabolla e di scendere uno dopo l’altro nell’acqua.

Hermione si ricordò di quando, durante l’inverno, gli studenti venivano a pattinare sulle acque ghiacciate del Lago, e capì che tra i vantaggi offerti dalla sponda sud c’era quello di gelare più lentamente.

 

Neville doveva aver pensato anche a quello.

 

Eseguì diligentemente l’incantesimo per prima, ma fu l’ultima a scivolare sul terriccio bagnato fin dentro l’acqua. Una serie di brividi l’assalì appena s’immerse, ma cercò di non pensarci concentrandosi sui compagni che facevano strada.

 

Nuotarono seguendo il fondale, sempre più giù, forti della profondità e dell’oscurità delle acque; la lastra di ghiaccio che copriva quasi tutto il Lago fungeva da specchio, impedendo ai Dissennatori di scorgere i loro furtivi movimenti subacquei.

 

Il fondo del Lago era costituito da terra e piccoli detriti; qua e là spuntavano cumuli di sassi, punte rocciose e grotte affollate da miriadi di pesci e animali acquatici tra i più disparati, che Hermione aveva visto, per la maggior parte, soltanto nei libri di scuola.

 

Vi erano tratti nei quali crescevano fitti ammassi di alghe verdi e nere, alte più di due metri; uno molto ampio si estendeva proprio davanti alla comitiva.

 

Neville si arrestò un istante prima di intrufolarsi fra le fronde per raccomandare la massima vigilanza a tutti i compagni. Quel luogo, infatti, era un nascondiglio ottimale non solo per loro, ma per qualsiasi creatura vivesse in quelle acque, preda o predatore che fosse.

 

Hermione entrò per ultima, tesa e guardinga.

Il fatto che i compagni aprissero la strada non bastava a rassicurarla. La bolla gelatinosa intorno alla sua testa riduceva in parte la mobilità, e la visibilità era ridotta a causa della torbidezza delle acque e della scarsa luce che raggiungeva quella profondità.

Dietro la nuca ondeggiavano ribelli gli ultimi riccioli dei suoi lunghi capelli, che non era riuscita a far entrare nella bolla. Più volte s’impigliarono fra le alghe costringendola a strattonarli con dolore.

A un tratto qualcosa l’afferrò per un ricciolo in modo così saldo che Hermione fu costretta a fermarsi; cominciò a trafficare per districarsi, ma più si muoveva e più il nodo si stringeva attorno alla sua chioma. Allora cercò di prendere la bacchetta magica, decisa a recidere quell’alga insidiosa, ma un tentacolo verde pallido le avvinghiò il polso e strinse talmente forte da farle lasciare la presa.

 

La bacchetta cadde sul fondale prima che Hermione potesse recuperarla con l’altra mano.

 

In quel momento scorse un paio d’occhi gialli che la scrutavano aggressivi fra le alghe ondeggianti.

 

Era un Avvincino! (**)

 

Spaventata cominciò a dimenarsi, ma la stretta era terribile.

Fortunatamente, Ginny arrivò in suo aiuto e, tempestiva, recise i tentacoli che la tenevano prigioniera, poi tastò il fondo un paio di volte e recuperò la sua bacchetta.

Hermione non poté scusarsi né ringraziare, perché la compagna aveva ripreso immediatamente a nuotare, raggiungendo gli altri che stavano uscendo dal folto intrico di alghe. Dennis, invece, era fermo poco più avanti e la guardava con disprezzo perché aveva rallentato l’intera squadra (forse, temeva, in modo volontario).

 

Profondamente mortificata, Hermione percorse appena pochi metri prima di incontrare l’ennesima creatura mai vista: un pesce lungo oltre un metro, dalle pinne argentee, il muso arrotondato simile a quello di un coniglio e un solo grande occhio, le tagliò la strada. Aveva una spina rigida issata sulla pinna dorsale che non prometteva nulla di buono (***).

Hermione si fermò per lasciarlo passare, e tirò un profondo sospiro di sollievo quando capì che era innocuo.

 

Fece appena in tempo a riprendere la strada che subito fu costretta a fermarsi di nuovo, rischiando di scontrarsi contro il resto della comitiva.

 

Alzò lo sguardo e vide Neville, George e Luna, bacchetta alla mano, in posizione di difesa; gli altri, subito dietro, pronti ad attaccare.

 

Davanti a loro si ergeva un maestoso Ippocampo (****).

 

Aveva lo sguardo minaccioso e feroce. Scuoteva furiosamente la criniera di alghe impennandosi sulle zampe anteriori e reggendosi sulla possente coda.

 

Era una creatura tanto bella quanto pericolosa…

 

L’ultima che avrebbero voluto incontrare.

 

* * *

 

Quando Madama Chips entrò nella piccola stanza adibita ad infermeria trovò Angelina accovacciata ai piedi del letto.

 

Subito corse in suo aiuto.

 

Le porse il praccio e l’aiutò ad alzarsi in piedi.

 

« Tutto bene? » domandò.

 

Angelina annuì. Aveva il viso imperlato di sudore e il respiro affannato. « Io… io credo che sia il momento, » balbettò.

 

Madama Chips le scostò i capelli dal viso e la fece sedere sul letto.

 

Poi si affacciò alla porta chiamando a gran voce le gemelle Patil: « Cercate Molly e portate dell’acqua! » ordinò per poi tornare subito al fianco di Angelina.

 

In quel momento una nuova contrazione piegò la ragazza che si aggrappò, sofferente, al suo abito.

« Fatti forza cara, appena arriverà Molly prepareremo un infuso di Dittamo, per placare il dolore…» promise Madama Chips con dolcezza.

 

Ma l’unica cosa di cui aveva bisogno Angelina era che George tornasse sano e salvo dalla missione.

 

Al più presto.

 

* * *

 

N.d.A.

Cavoli, ho un po’ di note per questo capitolo…

 

(*) “Bendati” nel senso che su di loro è stato lanciato l’incantesimo Obscuro.

 

(**) Gli Avvincini sono demoni acquatici di cui si parla in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban.

 

(***) Si tratta di un pesce chimera (che esiste veramente!). Nella realtà vive su fondi fangosi molto profondi ed ha un aspetto simile a quello descritto; misura circa un metro di lunghezza, ma può arrivare anche ad un metro e mezzo. La spina che ha sulla prima pinna dorsale è connessa ad una ghiandola velenosa.

 

(****) Non ricordo che in Harry Potter si sia mai parlato di Ippocampo, ma visto il contesto mi sono permessa di inserirlo fra gli abitanti del Lago. Si tratta di una creatura leggendaria della mitologia greca. È un cavallo fino alla pancia, e il corpo si conclude con una coda di pesce. Può avere zoccoli o zampe palmate e, al posto della criniera, una cresta di alghe.

   
 
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