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Autore: InstantDayDream    17/04/2011    1 recensioni
Tony Stark non è più quello di una volta e le Stark Industries nemmeno. La nave sta per andare a fondo, ma, forse, c'è un'ultima possibilità di salvezza...
Genere: Azione, Slice of life, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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2. We were so beautiful


Casa di Tony mi aveva sempre messo un po' di ansia. Un tempo era stata una casa meravigliosa, ma questo era successo molto tempo prima che io cominciassi a lavorare per lui. Oramai assomigliava di più ad un mucchio di rovine abbandonate, che ricordavano un glorioso passato abbandonato da tempo. Entrai nel salone, la cui immensa finestra era stata oscurata, ed era ora illuminata solo da una lampada posta in un angolo. Avevo sempre visto la stanza in quelle condizioni, quindi non fu il buio a sorprendermi, ma la quantità di bottiglie che erano sparse in giro. Arricciai il naso, in segno di disapprovazione: piuttosto che una casa sembrava il magazzino di una distilleria, quello.
«Non fare quella faccia Crys, ricordati perchè siamo qui»
«È l'unica cosa che mi sta impedendo di chiamare la disinfestazione, credimi»
Tony scoppiò a ridere e si avviò al piano di sotto, io lo seguii decidendo che era meglio fargli notare che ero perfettamente seria, per non incominciare un'altra delle nostre famose litigate. Ci voleva cooperazione in quel momento. Tony digitò la password nel pannello del seminterrato e vi entrammo. Quel posto era sempre stato il suo regno, adesso lo era diventato ancora di più. L'auto d'epoca che teneva lì dentro era diventata il suo letto, o magari una di quelle da corsa, in base al suo stato di ubriachezza, e vi erano pannelli del computer aperti dappertutto. Jarvis era l'unico con cui parlasse sempre oramai, il suo lavoro risultava aumentato esponenzialmente.
«Bentorato signore» la familiare voce leggermente metallica dell'apparecchio mi fece sorridere. Non la sentivo da un po'. «Salve Jarvis, la signorina Crys è tornata a trovarci» rispose Tony. «Ciao Jarvis» «Ci sono cattive notizie, vero signorina?»
Sogghignai lanciando a Tony un'occhiata che la diceva lunga: il suo computer pareva essere più sveglio di lui negli affari. Ero piuttosto certa che, se non avesse avuto bisogno d me per non chiudere direttamente l'azienda del padre, mi avrebbe volentieri fatto fuori. Ero sempre stata troppo pragmatica per i suoi gusti e, anche se avevo sopportato - e supportato aggiungerei- tutte le sue peggiori crisi depressive, non mi ero mai fatta troppi problemi a sbattergli in faccia la dura realtà, non appena si era calmato. In quel momento io per lui ero più un problema che altro: l'unico motivo per cui mi aveva portata fin lì era che sperava di risolvere il tutto il prima possibile e di tornare poi alla sua vita.
«Jarvis, ho bisogno che tu mi apra la contabilità dell'ultimo anno e mezzo» chiesi
«Sarà fatto signorina»
«Ma sei pazza? Sai quanto ci vorrà a controllarla tutta?»
«Non troppo Tony, credimi»
Jarvis aprì un paio di schermate, che ingrandii con i polpastrelli. Per aver usato così spesso quella tecnologia tanto avanzata, ero estremamente titubante. Avevo sempre paura di danneggaire qualcosa, e, considerando che la maggior parte delle volte il massimo della compagnia che avevo era Tony ubriaco, direi che era più che giustificata come cosa. Scorsi rapidamente tra le varie cifre, evidenziando con le dita i costi di produzione e i guadagni effettuati, detraendo poi ciò che veniva dato per gli stipendi. Sapevo che Tony leggeva ciò che sottolineavo e sapevo che aveva capito perfettamente qual era il bilancio generale dell'annata: deficit di 3 milioni di dollari. Lasciai che metabolizzasse un po' il concetto da solo, prima di chiedere a Jarvis di aprirmi i bilanci di sei anni prima. Stavolta le schermate furono molteplici, ma io selezionai solo una scritta: Iron Man. Tutte le spese in quell'anno erano state fatte per l'armatura di Tony, ma i guadagni che ci erano stati erano stati tali che avevano permesso, non solo di ammortizzarle, ma addirittura di guadagnarci quasi il doppio. Mi allontanai dalle schermate, lasciando che traesse da solo le sue conclusioni, e mi appoggiai contro la scrivania, attendendo che mi dicesse qualcosa. Osservai Tony attentamente in quei minuti, ricordandomi di tutte quelle volte che l'avevo visto apparire in tv e mi era apparso invincibile. Avevo scelto il mio corso di studi proprio nella speranza di poter lavorare con lui un giorno, era il mio idolo. Lui non lo sapeva, ma era addirittura stato l'argomento della mia tesi di laurea. E adesso lo osservavo lì, perfettamente a portata di mano. Qualche tempo avrei dato di tutto per essere in quella posizione ma, ad ora, mi ero resa conto che l'uomo che avevo idolatrato per tanto tempo era un comunissimo essere umano e, come tutti gli esseri umani crollava a volte.
«Credo di aver trovato una soluzione...» disse improvvisamente, catturando la mia attenzione
«Sapevo che avresti capito Tony! Devi tornare ad essere Iron Man...questo risolverebbe tutto. Certo, molti politici si sono espressi con una certa ostilità in tuo favore, ma sono sicura che saranno pronti a baciare il suolo dove cammini non appe....» mi fermò con un brusco cenno della mano.
«Non ho intenzione di tornare ad essere Iron Man»
«E allora cosa vuoi fare?» mi aveva completamente spiazzata, come suo solito.
«Chiudere»
Lo fissai con espressione sconvolta per circa quindici minuti, senza esagerare. Dovevo aver capito male, tutto questo non poteva capitare proprio a me, proprio ora. Capii che la chiusura delle Stark mi avrebbe tagliato fuori dall'universo di Tony,ma, ancora peggio, lo avrebbe rinchiuso ancora di più nel suo mondo di alcol ed autodistruzione. Non potevo permetterlo in alcun modo.
«È tutto uno scherzo, vero?»
«Al contrario, Crys, domani convocheremo una conferenza stampa in cui dichiareremo la chiusura delle Stark Industries. Hai detto che la Shield ti ha già offerto un contratto, no? Sappi che sarai la benvenuta qui ogni volta che vorrai, in ogni caso.»
«Tu convocherai una conferenza stampa e tu dichiarerai la chiusura delle tue industrie, io non ho intenzione di sembrare d'accordo con questa tua follia!» esclamai, alzando anche la voce. «Il mio lavoro per lei finisce qui, signor Stark. Jarvis, prenotati un volo per Boston, immediatamente.» Sì, me ne sarei tornata a casa, lontano dalle Stark Industries, lontano dalla Shield e da quel mondo che mi aveva assorbito fin troppo tempo.
«Jarvis non lo fare!» esclamò Tony, prevedibilmente. Mi dava contro per il puro gusto di non volermi dare ragione. Non lo sopportavo quando faceva così. «Temo di averlo già fatto signore»
Io e Tony ci guardammo negli occhi per degli interminabili istanti. Se avessimo potuto fulminarci con lo sguardo, in quel momento saremmo morti entrambi, poco ma sicuro. Potevamo tranquillamente capire cosa stavamo pensando a vicenda, visto che erano esattamente le stesse cose.
«Ottimo! Jarvis pagalo dalla mio conto, il viaggio di ritorno glielo pago come liquidazione!»
Nemmeno risposi a quell'ennesima provocazione, uscii semplicemente dal seminterrato, diretta all'aereoporto. Quella era l'ultima volta che avrei mai avuto un qualsivoglia rapporto con lui, ne ero consapevole.

Ero a casa da due giorni, quando mia madre mi venne a tirare già forzatamente dal letto, dicendomi che i giornalisti assediavano casa. Se era quella la tecnica di Tony di vendicarsi non aveva capito niente. Potevo perdonargli tutto, tranne che tirasse la mia famiglia nel mezzo a tutto quello. Aprii la porta intontita, ancora col pigiama addosso, solo per urlare ai giornalisti che non avrei lasciato alcuna dichiarazione. Stavo giusto per sbattergli la porta in faccia, quando una giornalista bionda, con cui Tony era andato a letto molto tempo fa, e che faceva solo servizi su di lui da allora, mi trattenne per un braccio in modo piuttosto brusco.
«Capiamo il suo dolore, signorina Keats, ma non può dirci se ha notato qualcosa di strano negli ultimi giorni, prima che Tony decidesse di suicidarsi?»
Lui....cosa? Lo avevo lasciato che voleva chiudere l'azienda non che si volesse togliere la vita. Ma forse quello era proprio il suo fine ultimo, quello a cui voleva arrivare con la chiusura delle Stark. Mi sentii una stupida per non averlo capito. Alla fine, per quanto non rientrasse in alcun modo tra i miei compiti, ero stata talmente tanto a lungo al fianco di Tony in un periodo così difficile della sua vita che avevo imparato a conoscerlo a fondo. Avrei dovuto capirlo, non sarei mai dovuta tornare a Boston, magari sarei riuscita ad evitare tutto quello.
«Io non...» volevo ribadire che non avrei lasciato alcuna dichiarazione.
«È consapevole che ha lasciato le Stark Industries a lei?» continuò la bionda, insistendo. Lui cosa? Mi aveva lasciato tre milioni di dollari di debiti in eredità? Sapeva che non avrei mai accettato di chiuderle ma che, piuttosto, sarei affondata con loro. Era riuscito a trovare un modo per incastrarmi anche da morto. Tipico di Tony, non mi potevo aspettare altro da lui. Sentii il suono della tv che mia madre aveva acceso dentro casa: il telegiornale annunciava la morte del miliardario Tony Stark.
«Come ho già detto, non sono intenzionata a rilasciare alcuna dichiarazione»
mi chiusi la porta alle spalle prima che qualcun altro mi importunasse. Appoggiai la schiena contro lo stipite e socchiusi gli occhi. Stupido, stupido, stupido Tony, cosa hai fatto? Tirai un pugno contro il muro, furiosa. Non potevo ancora credere a tutto quello, era impossibile. Non so quanto tempo rimasi ferma lì a fare mille congetture, ricordo i miei familiari che provavano a smuovermi a turni, ma io li allontanavo. L'unica cosa che mi riportò alla realtà fu il suono del telefono. Una suoneria personalizzata che mi faceva scattare automaticamente l'impulso di rispondere, indipendentemente dalla situazione. Afferrai il telefono e solo quando lessi sul display chi mi chiamava capii che c'era qualcosa che non andava. Quello era un numero che non avrebbe dovuto cercarmi mai più. Se Tony era morto, perchè in quell'istante mi stava chiamando?

Grazie mille a Silvia_sic1995 per la recensione :) Mi fa piacere che l'inizio della storia ti piaccia! Spero che anche il seguito ti appassioni altrettanto, mi auguro di non deluderti ;)
Per il prossimo capitolo....si va a dopo Pasqua che l'autrice parte per una vacanzina a Berlino!
Leggete e recensite <3
  
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