Il disonore dei Samurai
Capitolo 1.
Mercoledì 26 Novembre 1941 – Isole Kurilii
Abbiamo appena
ricevuto l’ordine di salpare, qualcosa deve essere andato storto ai piani alti.
Circa 400 aerei, sicuramente non è una vacanza quella che ci aspetta alle Hawaii.
Qui in camerata si dice che il Generale sia ancora
disposto al dialogo, ma sono sicuro che quegli yankees
non cambieranno posizione. Orgogliosi.
Abbandonare
l’accogliente base di Kagoshima per stare qui in questa isola dimenticata dal mondo è estremamente
frustrante, il tempo fa schifo, piove a catinelle, e probabilmente mi sono pure
preso l’influenza. Dannata guerra…
“Miroku, sempre lì a perdere tempo con quello stupido diario?” Una voce maschile seguì lo sbattere di una porta.
“E tu sempre a rompere eh?” Rispose il ragazzo alzando la testa dalla piccola scrivania di metallo.
Miroku, ventidue anni, Sergente dell’aeronautica militare giapponese, nato a Tokyo, residente a Tokyo. Abile macchinista, specializzato nella meccanica aerea. Soprannominato da tutti ‘Miroku no huoshi’ per le sue popolari invocazioni ai Kami mentre è in battaglia. Sempre allegro e spensierato, ma al momento giusto sa tirare fuori un coraggio e un controllo eccellenti, già dimostrati nella guerra in Cina. Finite le scuole, si arruolò quasi per gioco.
“Dai vieni su, c’è uno Zero che fa i capricci.” Disse chi era entrato in fretta e furia nella camera di Miroku, andandosene altrettanto velocemente.
‘Caccia Mitsubishi
A 6 M1 ‘Zero’, motore Nakajima Sakae 12 da 925 HP, raggiunge una velocità di
Inuyasha, vent’ anni, Caporale
maggiore dell’aeronautica militare giapponese, nato a Yokohama, residente a
Tokyo. Pilota molto dotato, si occupa soprattutto di bombardieri, ma non
disdegna qualche pericolosa missione a bordo di uno Zero, dopotutto è famoso per la sua determinazione e testardaggine.
Orfano fin da piccolo, di natura scontrosa, irascibile e introversa.
Arruolatosi per disperazione, non essendo stato
accolto da nessuna università in quanto ‘non conforme alle tradizionali
abitudini dell’istituto’. Vuol dire che non
accettavano hanyou.
Inuyasha riprese il suo posto accanto agli altri
piloti, che gia si stavano accordando sulle possibili manovre di attacco da effettuare nel posto. C’era gia chi si illuminava, sicuro che quella volta sarebbe riuscito a
dimostrare il suo valore, la sua fedeltà all’impero.
‘Balle…’ Pensò Inuyasha
sentendo quei discorsi ultrapatriottici. L’impero, la politica, la guerra… a
lui non importava nulla, doveva solo guadagnarsi da
vivere.
Finalmente Miroku emerse dal corridoio che conduceva al vano portaerei. Si sedette accanto a
Inuyasha, avvicinandosi al suo orecchio canino.
“Perché
non lasciamo questi idioti e andiamo a farci una birra?” Sussurrò.
“Perché
non hai così spesso queste ottime idee?” Sorridendo i due si alzarono,
dirigendosi con indifferenza al bar dell’enorme nave.
“La sai una cosa?
Credo che ci stiamo proprio cacciando in un bel guaio…” Disse
Miroku ordinando due birre dal vecchio oste.
“Che
vuoi dire?” Chiese Inuyasha appoggiando i gomiti al
bancone di ferro.
“Lo sai che voglio
dire. Dopo questo, sarà guerra vera… brutto affare.”
Sospirò Miroku.
“Tu pensa a fare il
tuo lavoro. Alla diplomazia ci pensano i pezzi grossi.”
Rispose Inuyasha afferrando con le mani artigliate il
boccale davanti a sé.
Proprio in quel
momento passò di lì un gruppetto di ragazzi, soldati semplici a giudicare dalle
divise, che cantavano a squarciagola un inno all’imperatore, meritandosi un occhiataccia del Caporalmaggiore.
“E’ questo che mi
preoccupa…” Disse
infine Miroku, bevendo un generoso sorso di birra.
“Ma bravi, date proprio l’esempio a tutti.” Una bella donna sui
ventuno anni ammonì da dietro i due militari, gelandoli sugli sgabelli.
Indossava una stretta divisa che lasciava poco spazio all’immaginazione,
evidenziando tutte le sue qualità fisiche, e aveva in mano un blocco di appunti. Doveva essere appena tornata da una riunione
importante.
“Tenente Kikyou…!” Sbuffò Miroku soffocandosi.
Inuyasha si girò dandole le spalle.
“Tu, fila in sala
motori, c’è bisogno di una manutenzione nel reparto 2-D.”
Kikyou ammiccò in direzione del sergente Miroku.
“Sissignora!”
Rispose lui, accennando un breve saluto di rigore e avviandosi verso il reparto
2-D.
“E
tu Caporale…”
“Me ne torno al mio
alloggio…” Anticipò Inuyasha alzandosi. “…Tenente.” Si
allontanò a lunghi passi senza neanche degnarla di uno sguardo.
“…” Kikyou prese mentalmente nota di riferire al Capitano la
cattiva disciplina e lo scarso patriottismo di cui era dotato il
Caporalmaggiore Inuyasha.
Fine Capitolo.