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Autore: Kaimy_11    17/04/2011    1 recensioni
[Era la ragazza più antipatica, viziata, odiosa e saputella che avessi mai conosciuto. Mi batteva nei duelli, era più furba di me. Era migliore di me. Tuttavia, quando capiva di non aver speranza, di aver perso, usava l'arma più crudele, eppure più potente, che conosceva: Le sue lacrime. Anche adesso, io sono qui a dirle che me ne devo andare, che sono un assassino e che non posso stare con lei, ma lei piange. Ed io come faccio a dirle che la amo? Come faccio a dirle che non vorrei lasciarla ma che devo, per il suo bene... Mi basta un suo sorriso per capire che non sono altro che un satellite attratto dalla forza di gravita che esercita su di me il pianete che lei è...] Storia già pubblicata ma cancellata durante un momento di follia. Ovviamente revisionata, spero che vi piaccia rivivere i setti anni ad Hogwarts visti da una ragazza che seguirà la vita di…Draco! Se amate questo personaggio e volete vedere come sono stati i suoi anni a scuola e come ha vissuto la battaglia contro Voldemort…leggete!. (la storia segue i Film e i libri)
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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36. Estremo.

 

 

 

 

-Ti ho chiesto di venire nel mio ufficino non so nemmeno io quante volte. Poi, dopo la nostra discussione per la festa di Lumacorno, mi sono quasi rassegnato all’idea che non mi avresti mai permesso di aiutarti. E adesso, eccoti qui Draco, nel mio ufficio a chiedere il mio aiuto. A cosa devo l’onore?- Disse Piton, la voce melliflua e cadente che lo caratterizzava.

Draco fissò i suoi occhi verde chiaro in quelli neri di Piton. Era arrabbiato ma nascondeva tutto dietro il solito strato di fredda compostezza. –C’è una domanda che mi sto ponendo da qualche giorno.-

-Illuminami.-  Piton si sedette dietro la sua scrivania.

Draco rimase con il mento sollevato, osservandolo dalla sedia di fronte. –Se riesco a fare entrare i Mangiamorte nel castello, loro non si limiteranno ad assistere alla morte di Silente, giusto?-

Pitoni incrociò le mani sotto il mento, fissando il giovane con interesse. –Temo di no.- sospirò, parlando lentamente. –Vuoi limitare i danni, per caso, Draco?-

-Mi basta mettere un limite attorno ad un’unica persona!-

Piton sollevò un sopracciglio ma la sua espressione annoiata non cambiò minimante.

-Se il trambusto scatenato dagli altri Mangiamorte dovesse spingere qualche ficcanaso a scendere di sotto, brandendo bacchette stile Potter, questo qualcuno sarebbe in pericolo, giusto?- chiese Draco.

-Temo di sì.-

-Ma se questo qualcuno fosse al sicuro del suo dormitorio, dormendo magari, avrebbe salva la vita.- concluse, deciso.

Piton si alzò fino ad aggirare per metà la scrivania. Guardò dritto il ragazzo. –Sai benissimo che quel giorno, chiunque intralci il nostro cammino, verrà ucciso. Avevo già pensato all’ipotesi di qualche curioso che salta fuori al momento sbagliato, perciò posso capire che tu voglia tenere a bada questo qualcuno di tua conoscenza, o meglio: questa qualcuno.- 

Draco fissò Piton senza parole, assai stupito.

Piton fece un sorrisino freddo. –Mi hai preso per uno stupido, Draco?- fece una pausa. –Come stavo dicendo, ciò che non capisco è il perché tu sia venuto qui. Non potevi prepararla da solo la pozione? Sei piuttosto bravo….-

-Sta scherzando?- sbottò Draco. –Una pozione di Sognix Felicis, preparata nel modo sbagliato, può portare la persona che la beve dritta al sonno eterno! Me ne serve una preparata da lei, professore.-

Piton fece ancora una volta uno strano sorriso, a dir poco sinistro, guardando il ragazzo dall’alto verso il basso. L’insegnante si avvicinò ad un armadietto alle sue spalle ed iniziò a trafficare cercando qualcosa fino a quando non la trovò.

Draco si trovò sbattuto davanti al naso un’ampolla quadrata che sembrava contenere un confetto, di quanto era piccola.

-Scioglilo in un bicchiere e assicurati che lo beva tutto. Fa effetto dopo un’ora, e la terrà addormentata per cinque ore. Non una di più.- disse Piton.

 

Poiché cercare di farle capire qualcosa era del tutto inutile, e lui per primo non aveva la forza per farlo, Draco capì che l’unico modo che aveva per salvare Areal era ricorrere ad un rimedio estremo.

La ragazza gli era rimasta accanto quando solo due giorni prima era finito in infermeria, a causa di Potter. Ancora Draco faticava a capire quale incantesimo gli avesse scagliato quel maledetto, per fargli aprire tutte quelle ferite così profonde sparse per tutto il corpo. Aveva perso molto sangue, aveva creduto di morire, ma Piton gli aveva richiuso le ferite e lo aveva portato in infermeria. C’era il rischio che gli rimanessero delle cicatrici, e con Areal al fianco aveva fatto battute su che tipo di cicatrici potessero restargli. Lei aveva riso con lui, lo aveva distratto, gli aveva accarezzato la spalla dove era rimasta l’unica cicatrice. Draco poteva giurare che era stato lì che l’attacco di Potter lo aveva colpito, quando si erano affrontati in bagno.

Il ragazzo aveva confidato ad Areal che se Potter non lo avesse colpito per primo, lui gli avrebbe scagliato contro una maledizione senza perdono, la maledizione della tortura, per essere precisi. Areal aveva storto il naso ed i suoi occhi si erano fatti seri. Non accettava alcun tipo di violenza né la magia proibita ma, chissà per quale ragione, non aveva detto una sola parola di disappunto. Forse era davvero arrabbiata per quello che Potter gli aveva fatto.

Draco fece un sorriso amaro mentre spiava Areal seduta al tavolo dei Corvonero, nascosto dietro la grande porta d’ingresso della Sala Grande. Anche se era arrabbiata con Potter per come lo aveva ridotto, non avrebbe mai accettato ciò che sarebbe successo proprio quella sera. Le aveva permesso di entrare con lui nella stanza delle necessità altre tre volte, ma l’aveva fatta sedere lontano da lui costringendola a non guardare ciò che stava facendo e, quando una sola volta la ragazza aveva provato a fare una domanda, l’aveva bruscamente zittita.

Sperava solo che Areal fosse abbastanza forte da superare la cosa, quando lui se ne sarebbe andato per sempre. Entrare nella sua vita era già stato uno sbaglio, considerato il dolore a cui l’avrebbe costretta quando si sarebbe saputo cosa aveva fatto. Chissà come sarebbero stati i suoi occhi blu quando avrebbe scoperto la verità sulla sua missione, chissà se avrebbe pianto per la sua assenza, o se lo avrebbe odiato per il resto della sua vita.

 

Canni sedeva di fronte ad Areal, guardando distrattamente la gente che entrava per la cena. Fu a dir poco stupida di cogliere Draco, nascosto dietro la porta, a farle segni inequivocabili. Abbastanza infastidita dalla cosa, ma capendo di non poter fare altrimenti, si scusò con gli altri e raggiunse Draco di nascosto. Quando arrivò, il ragazzo si fece trovare dietro la statua dell’ingresso.

-Cosa vuoi Malfoy? Perché mi chiamavi di nascosto?-

Draco la salutò con un perfetto sorriso arrogante. –Calmati Longus, sarò breve.-

-Lo spero!-

Il ragazzo piegò il collo di lato osservando la ragazza come se si trattasse di un insetto. –So che non ti piaccio per il male che continuo a fare ad Areal, ma adesso devo aiutarla e non posso farlo senza di te.-

Canni incrociò le braccia al petto e lo guardò scettica. –Tu vorresti aiutarla? Ed io dovrei crederti?-

Draco fece un’espressione furibonda e tremendamente minacciosa. Il suo sguardo verde e penetrante si fissò con decisione negli occhi della ragazza. –Non ti sei accorda che non dorme? Certo che sei davvero una grande amica…-

Canni strabuzzò gli occhi, offesa. Ora che ci pensava Jude le aveva raccontato di essersi svegliata durante la notte per andare in bagno, e di aver trovato Areal sveglia davanti alla finestra.

–Sei quei per accusarmi?-

Draco fece un sorriso maligno e saputello. –No, Longus, solo per darti la possibilità di rimediare…-

Canni stava quasi per voltargli le spalle e tornare alla sua cena, ma il ragazzo continuò a parlare senza darle il tempo di replicare.

-So che non dorme per colpa mia, e voglio rimediare. Domani iniziano gli esami di fine anno, e sai quanto ci tenga Areal a prende il massimo dei voti.-

-E cosa dovremmo fare per aiutarla? Oltretutto, tu ti senti in colpa perché non dorme? Anche adesso che state insieme sembra sempre in pensiero per te, non è ora di lasciarla in pace?-

Draco non cambiò espressione, il suo sguardo era gelido, la mascella contratta e le labbra appena arricciate per il fastidio. –Pensi che se me ne andassi adesso lei smetterebbe di stare male? O pensi che starebbe ancora peggio?-

Canni non rispose.

Draco in realtà aveva sperato che Canni gli dicesse di andarsene per non far soffrire Areal, ma purtroppo entrambi sapevano che le cose sarebbero solo peggiorate. Draco si voltò verso il tavolo dei Corvonero, dove una ragazza dai capelli corvini rideva spensieratamente, ma non sapeva cosa stava per succedere.

Non sapeva che i suoi peggiori incubi si sarebbero avverati.

Il ragazzo rimase ostinatamente voltato, per non dare modo alla ragazza che gli stava di fronte di dubitare della sua freddezza. Un Malfoy deve apparire sempre distaccato, e lui in quel momento lo era anche se sapeva che quella era l’ultima volta che avrebbe visto Areal.

-Cosa devo fare?- chiese Canni, improvvisamente più tranquilla, o forse rassegnata.

Draco tornò in sé, quell’espressione gelida non aveva per un attimo abbandonato il suo volto.

–Assicurati che beva questa, tutta. Fa effetto dopo un’ora, fa in modo che sia nel suo letto per quel momento.- disse porgendole l’ampolla.

Canni lesse il nome sull’etichetta e si infuriò. –Si pazzo? Vuoi farla dormire? Sai quanto è pericolosa questa pozione?-

-Datti una calmata.- Sbottò Draco, lanciando occhiate attorno a lui per assicurarsi che nessuno li avesse notati. –Me l’ha data Piton, non l’ho preparata io.-

-Piton ti ha dato un sonnifero per Areal?-

-Ho detto a Piton che io soffrivo di insonnia!- precisò il ragazzo a denti stretti. Stava perdendo la pazienza, ma purtroppo non aveva alternative.

-Non credo che voglia un sonnifero…- Disse la ragazza.

-Vuoi che domani arrivi agli esami mezza addormentata? Io credo che ti ringrazierà se le regalerai una bella dormita rigeneratrice…-

Canni sospirò profondamente.

 

Qualche minuto dopo, al tavolo dei Corvonero, Areal cercava il suo bicchiere. Aveva allungato distrattamente la mano verso la destra del piatto già una volta, ma niente. Era troppo impegnata a parlare con le sue amiche per perdere tempo a dire che non trovava più il suo bicchiere, e francamente la cosa le sembrava ridicola. Ma i minuti passavano e quella che era stata una leggere voglia di bere si era trasformata in una profonda sete. Si guardò intorno ma il suo bicchiere non c’era. Gli avevano fatto spuntare le ali ed era voltato via? Ormai erano minuti che lo cercava senza dare troppo peso alla cosa, ma adesso che ci faceva caso non c’era proprio più.

-Non ti sei accorta che Luna, passando da qui, ti ha nascosto il bicchiere?- chiese Canni.

Areal la guardò perplessa. –Come?-

Canni fece una risatina. –Luna ti ha preso il bicchiere mentre parlavi, e mi ha detto di nasconderlo. Eccolo qui!- aggiunse facendolo spuntare da sotto il tavolo.

Areal scosse la testa.

-Sete?- chiese Canni, versando nel bicchiere succo di zucca.

-Sì!- disse Areal, alzando le braccia al cielo.

Che assurdità, pensò. Prese il bicchiere dalle mani di Canni e bevve tutto d’un fiato fino a svuotarlo.

Ma mentre la ragazza beveva, Canni si stava mangiando le unghia. Il suo piano aveva funzionato, nascondendole il bicchiere era riuscita a mettervi dentro il sonnifero e a farglielo bere tutto fino all’ultima goccia. Mentre Areal ricominciava a parlare con Emma, Canni si chiese sa avesse fatto la cosa giusta.

Nel frattempo, un ragazzo biondo osservava di nascosto la scena, ed i suoi occhi verdi erano cupi e privi di emozione.

 

E dopo tutto successe tropo in fretta e con troppa crudeltà. Emma e Jude urlavano all’interno della loro stanza, tutti quelli della loro casa stavano scappando dal loro dormitorio e i ragazzi più grandi si assicuravano di portare via i più piccoli. C’erano state diverse esplosioni di sotto, dalle finestre era giunta la voce di qualcuno che urlava al fuoco.

Qualcuno urlava che erano arrivati i Mangiamorte.

Gli intelligenti Corvonero sapevano che in quel caso la cosa migliore da fare era evacuare la scuola, prima che le esplosioni e il fuoco raggiungessero anche la loro torre.

-Perché non si sveglia? Canni, buttala giù da quel letto!- Strillava Emma.

Le quattro ragazze si erano svegliate di soprassalto, si erano rivestite come potevano ed erano pronte a seguire i loro compagni giù dalle scale.

Ma in quella stanza qualcuno non si svegliava.

Canni era inginocchiata davanti al letto di Areal, dopo cena l’aveva riaccompagnata in camera, e la ragazza era crollata sul cuscino senza neanche fare in tempo a mettersi il pigiama. Adesso Canni piangeva, perché si era fidata di quel Serpeverde? Perché? Ma improvvisamente l’illuminazione l’attraversò come un fulmine a ciel sereno. Draco sapeva ciò che sarebbe successo, non c’erano altre spiegazioni. Era figlio di un Mangiamorte, i Mangiamorte erano entrati ad Hogwarts. Il ragazzo aveva fatto in modo che Areal si trovasse al sicuro nel suo letto quella sera, e lui amava Areal.

-Prendila in braccio e andiamo!- Strillò ancora Emma.

-NO!- rispose Canni, voltandosi a guardare le altre due compagne con occhi spalancati. –Non dobbiamo muoverci da qui!-

-Ma che stai dicendo?- chiese Jude.

-Vi dovete fidare di me!- Canni faceva paura tanto era decisa. –Dite agli altri di non scendere da questa torre, qui siamo al sicuro.-

Emma e Jude si scambiarono uno sguardo significativo ma alla fine capirono di dover dare ascolto a Canni. Scesero di corsa in sala comune ed impedirono a più gente possibile di andare in contro ai guai raggiungendo il luogo delle esplosioni.

 

Nel frattempo un gruppo di persone vestite di nero stavano fuggendo via più in fretta che potevano, erano inseguiti e l’unica possibilità di salvezza che avevano era superare i confini di Hogwarts per potersi smaterializzare. Piton correva vicino a Draco, e lo afferrava per la giacca ogni qualvolta questo rallentava. Ma proprio in quel momento Potter saltò fuori con la bacchetta sguainata, era dietro di loro, urlava contro Piton.

Quando a Draco fu ordinato di scappare via, il ragazzo rimase per un solo secondo a guardare Piton che affrontava Harry Potter. In quel momento i suoi occhi cercarono il profilo infuocato di Hogwarts che sembrava stagliarsi contro il cielo come il cadavere di un castello. Guardò dove le finestre della Sala Grande erano state fatte esplodere da sua zia, pensando che non era quello ciò che si era immaginando  quando aveva accettato con onore il marchio nero dal Signore Oscuro. Era stato orgoglioso di sé stesso quando aveva appreso la notizia che Voldemort lo voleva nel suo esercito e che gli avrebbe affidato una missione della massima importanza.

Tutto quello però, era estremo.

Adesso tutto era cambiato, era riuscito solo a metà nella sua impressa e sapeva benissimo quali conseguenza ci sarebbero state per lui. La sua scuola, quella che tanto aveva odiato e disprezzato, era diventata un campo di battaglia.

Silente era morto. Tutto era finito.

Adesso non gli restava altro che fuggire il più lontano possibile. Doveva fuggire dalla sua incapacità di uccidere, fuggire dallo shock di quella morte avvenuta davanti ai suoi occhi, fuggire da sé stesso. Doveva fuggire da quel castello illuminato e dagli anni più spensierati della sua vita per tornare ad essere Draco Malfoy. Doveva tornare ad essere un Mangiamorte che stava per vedersela contro l’ira del suo signore.

Alzò il mento con strafottenza, adesso che Voldemort sarebbe tornato al poter non gli restava altro che sperare nella liberazione di suo padre. Quello sarebbe stato il suo unico scopo e la sua unica consolazione. Al fianco del padre avrebbe ucciso tutti i nati babbani e piegato il mondo al volere dei Purosangue. Doveva andare in quel modo, il destino non si può cambiare e lui ne era pienamente consapevole. I suoi occhi freddi, però, si posarono su una delle torri del castello, senza che la sua espressione mutasse. A dire il vero aveva un’altra consolazione: l’ultima immagine che aveva di lui la ragazza che amava, non sarebbe stata quella di un assassino che scappa.

Tuttavia Draco non poteva immaginare che, proprio in quel momento, nella torre che stava guardando, una ragazza dagli occhi blu si stava svegliando.

 

 

 

 

 

 

Continua…

 

 

Grazie mille a: Nocticula_nott e a BumBj ^^

Scusate per il ritardo ma sono in zona esami a scuola e non ho tempo, :(

Grazie ai lettori, spero che il capitolo sia piaciuto.

   
 
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