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Autore: Nana_Bianca    17/04/2011    5 recensioni
Dal prologo:
"Il maestro sorrise, ma di un sorriso freddo, di quelli che non contagiano gli occhi.
Il sorriso di un assassino.
« Ci sei quasi, Lilian. Ti manca solo un'ultima prova »
La ragazza rimase in silenzio.
« Sai bene di cosa sto parlando, lo sai meglio di me »
[...]
« Lo farò » disse Lilian sollevando lo sguardo e puntandolo con convinzione negli occhi del maestro.
« Ucciderò mio padre » "
Genere: Dark, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Nata per uccidere

Don't they all just look the same inside?

L'aveva rifatto.
Era tornato da lei. Si era sfogato, si era calmato, e poi avevano fatto l'amore.
Sì, l'amore.
Perchè con lei non era mai stato sesso, lo aveva capito fin da subito, quella notte di due anni prima.
Scorpius allora era appena ventenne, fidanzato da tempo con Rose.
Fidanzato, sì. Ma non innamorato.
Rosie era infatuata di lui sin dal loro primo, ma lui aveva sempre fatto finta di niente.
Rose faceva gli occhi dolci? Scorpius distoglieva lo sguardo, imbarazzato.
Rose si offriva di fare i suoi compiti? Scorpius rifiutava.
Rose provava a rimanere sola con lui? Scorpius con una scusa scappava.
Quando poi era entrato a far parte dell'enorme e caotica famiglia Weasley, non aveva più avuto il coraggio di farla soffrire.
Era bastato arrivare al loro quarto anno per cedere alle sue avance.
In fondo, si diceva, un po' glielo doveva.
Era in debito con i Weasley, quella famiglia che lo aveva accolto a braccia aperte, nonostante il suo cognome. Non c'erano pregiudizi, dai Weasley, tutti erano uguali e tutti si volevano un gran bene.
Era tutto così diverso rispetto alla sua vera famiglia.
Sua madre e suo padre si erano sposati subito dopo la guerra, vincolati da un contratto stipulato alla loro nascita dai genitori.
Nonostante tutto, i due erano innamorati. O almeno, Scorpius aveva sempre pensato che lo fossero.
Pochi anni dopo era arrivato lui, il tanto atteso erede, colui che avrebbe dovuto portare avanti la dinastia purosangue dei Malfoy.
Scorpius, nonostante fosse identico fisicamente al padre, era completamente inopportuno per quel ruolo.
Lui voleva essere coccolato, voleva che gli venissero lette le fiabe di Beda il Bardo prima di andare a dormire.
Voleva essere amato, semplicemente.
Gli sarebbe potuta bastare una singola carezza colma di affetto, ma nulla.
Suo padre, e sua madre con lui, era dell'idea che crescendo così Scorpius sarebbe diventato solo una debole preda per tutti quelli che, dalla fine della guerra, avevano preso di mira la famiglia Malfoy.
Fu così che, una volta arrivato ad Hogwarts, Scorpius venne smistato a Grifondoro.
Inutile dire che la mattina dopo una lettera portata dal gufo reale di casa Malfoy gli aveva comunicato di essere il disonore dell'intera famiglia.
“Un Malfoy non si mischia con Mezzosangue e Babbanofili” diceva sempre suo padre.
Beh, Scorpius era ormai stufo delle cose che diceva suo padre.
Voleva vivere, voleva avere degli amici, voleva essere amato.
E a Giugno dello stesso anno, disgustato dalla prospettiva di una gelida estate al Malfoy Manor, Scorpius fece le valigie e, con l'aiuto del suo migliore amico, entrò a fare parte della famiglia Potter-Weasley.
Non si era mai pentito della sua decisione: nei Weasley aveva trovato i parenti che aveva sempre desiderato avere.
Proprio per questo, all'alba del quarto anno, aveva deciso di cedere e iniziare una relazione con Rosie.
All'inizio, come ogni buon adolescente con gli ormoni in subbuglio, aveva pensato che sì, non era stata una cattiva idea.
Rose era bella, con i capelli rossi e gli occhi azzurri. Un po' troppo ligia alle regole ed amante dello studio, forse.
Ma nessuno in famiglia aveva avuto da ridire su di loro, così Scorpius si era convinto.
Erano passati gli anni, la scuola era finita, e lui e Rose erano andati a vivere insieme.
Nonostante quasi sei anni dall'inizio della loro storia, Scorpius non era andato al di là dell'affetto per la bella Weasley.
Le voleva bene, molto bene, ma nient'altro.
E non poteva, né voleva, chiudere con lei
Perchè tutti ormai si aspettavano che convolassero a nozze.
Tutti i Weasley li indicavano come la coppia perfetta, quella da prendere come esempio.
Eppure, tra Rose e Scorpius non era tutto così perfetto come sembrava.
Era vero, non litigavano mai, ma il loro rapporto si basava ormai su delle consuetudini ben radicate.
Dopo una giornata di lavoro, Scorpius rientrava e trovava Rose già a casa, tra i fornelli a preparare la cena. Un leggero e meccanico bacio sulle labbra come saluto e il ragazzo si sdraiava sulla poltrona del salotto per leggere la Gazzetta del Profeta.
La sera, dopo aver cenato tra le chiacchiere di Rosie sui vari pazienti che aveva in cura al San Mungo, Scorpius indossava il pigiama e s'infilava nel letto.
Rose lo raggiungeva poco dopo, un libro tra le mani e gli occhiali da lettura sul naso. Leggeva per venti minuti, poi spegneva la luce e si metteva a dormire.
Era tempo ormai che i due non facevano più l'amore e Scorpius, nonostante ne sentisse la necessità fisica, non riusciva mai ad allungare la mano verso la sua fidanzata, durante la notte.
L'ultima volta che ci aveva provato, Rose si era lamentata della sua stanchezza, così Scorpius aveva lasciato perdere.
Ma la loro storia andava avanti, e i mesi passavano senza che la situazione mutasse.
Tutto iniziò a precipitare, però, quando Lucius Malfoy, il nonno di Scorpius, venne a mancare.
Era accaduto una mattina di Marzo.
I due ragazzi stavano facendo colazione tranquillamente, seduti al tavolo della loro cucina.
Scorpius leggeva la Gazzetta del Profeta, mentre Rose beveva il tè, parlando del più e del meno.
Una delle solite mattine, insomma.
L'armonia era stata spezzata quasi immediatamente, quando il rumore di un gufo aveva fatto voltare Rose verso la finestra della cucina.
Scorpius era rimasto paralizzato alla vista del maestoso animale.
Era il gufo reale dei Malfoy.
Con le mani che tremavano, il ragazzo aveva rotto il sigillo di ceralacca e aveva letto le poche righe riportate sulla pergamena.
Rose era stata subito al suo fianco, abbracciandolo.
“Sei sconvolto, lo so, ma vedrai che tutto passerà” aveva detto, le lacrime agli occhi “Tuo nonno è in un posto migliore. Se vuoi sfogarti fallo, ti capisco, anche io sono stata male quando nonno Arthur è morto”
Ma Scorpius non ne aveva bisogno.
Quella leggera stretta attorno alle spalle era troppo appiccicosa, inutile, ma soprattutto inopportuna.
Perchè Scorpius non sentiva assolutamente nulla.
Non era sconvolto dal dolore, né tanto meno sull'orlo delle lacrime per la perdita. Pertanto perchè doveva essere consolato?
Arthur Weasley era stato suo nonno, non Lucius Malfoy.
Era stato Arthur Weasley colui che lo aveva amato come un nipote, che lo aveva fatto divertire nei tanti pomeriggi d'estate, quando modificavano insieme i più strani congegni Babbani.
Era al funerale di Arthur Weasley che Scorpius aveva versato calde lacrime, due anni prima.
Ma Rose, oh, lei non lo capiva.
Rimaneva della sua opinione, nonostante Scorpius avesse tentato di dirglielo.
Fu così che Scorpius, sentendosi soffocare, aveva preso la giacca e si era smaterializzato,  lontano da quella donna che diceva di amarlo ma che, dopo anni di fidanzamento, non riusciva ancora a comprenderlo.
Aveva passato l'intera giornata a zonzo per la Londra Babbana, osservando le persone vivere la loro vita.
Poi, verso sera, si era rintanato in uno squallido pub di periferia, convinto che solo l'alcool avrebbe potuto aiutarlo.
Le ore passavano e la lucidità di Scorpius se ne andava con loro.
Non voleva tornare a casa, non voleva continuare quella stupida farsa che era la sua relazione con Rose.
Poi era entrata Lei.
All'inizio, Scorpius era rimasto indifferente a quella ragazza dai capelli rossi, la mente altrove. Ma poi aveva iniziato inconsapevolmente ad osservarla.
Come muoveva il busto per stiracchiarsi, come si portava il boccale di birra alle labbra e mandava giù il contenuto, assetata.
Era stato per molto tempo con gli occhi fissi su di lei, fin troppo dato che la ragazza si era voltata e lo aveva guardato male.
Notando che però Scorpius non accennava minimamente a distogliere lo sguardo, la ragazza si era allontanata dal bancone e si era seduta al suo tavolo, irritata.
“Beh, qualche problema?” gli aveva domandato, sfidandolo con lo sguardo.
Aveva un tono di voce leggero, quasi musicale, ma forse quello era dovuto all'elevata quantità di Alcool che circolava nel corpo di Scorpius.
“Cos'è, ti hanno tagliato la lingua?” aveva continuato lei, non avendo ottenuto risposta.
Scorpius, quasi richiamato alla realtà, aveva distolto lo sguardo ed aveva ripreso leggermente coscienza di sé.
E' morto mio nonno” aveva detto poi, come se quella frase fosse sufficiente a rispondere alle sue domande.
La ragazza aveva inarcato un sopracciglio, per poi scrutarlo attentamente.
“Non mi sembri così addolorato”
Gli occhi di Scorpius si erano immediatamente puntati su di lei di nuovo.
“E' proprio questo il punto” aveva detto “Mio nonno non era mio nonno, ma nonno Arthur era mio nonno, hai capito?”
Lei si fece scappare un piccolo sorriso divertito, per poi tornare seria e riprendere ad osservarlo.
“Lascia perdere, è com...”
“Sì”
Il bicchiere di Whisky che Scorpius stava bevendo cadde sul tavolo con un tonfo sordo.
“Come?”
La ragazza lo fissò intensamente negli occhi.
“La persona che è morta non la consideravi tuo nonno, perchè non provavi affetto per lui, mentre consideravi tale Arthur. E sei qui perchè qualcuno a te caro non riesce a capire cosa provi”
Colpito ed affondato.
Scorpius era rimasto shockato dalle parole della sconosciuta dai capelli rossi, tanto che rimase quasi tre ore a parlare con lei, davanti ai numerosi bicchieri vuoti che si erano accumulati.
Scorpius era talmente ubriaco che, ad un certo punto, aveva iniziato a domandarsi come fosse finito in una camera da letto.
Ma la ragazza aveva bloccato sul nascere la sua domanda appoggiando le sue labbra su quelle di lui.
Nel giro di pochi minuti, animato da un impulso a lui sconosciuto, Scorpius l'aveva spogliata ed era entrato dentro di lei, tremante.
Era stato un amplesso lungo ed appagante, non freddo e meccanico come quelli con Rose.
La ragazza era audace e passionale, sapeva come muoversi su di li e aveva immediatamente intuito quali fossero i suoi punti più sensibili, tanto che dopo quelle che erano parse ore, Scorpius finalmente era venuto dentro di lei emettendo un profondo gemito di piacere.
Subito dopo, ritornato lucido, Scorpius l'aveva abbracciata e con dolcezza le aveva sfiorato il capo con le labbra.
“Grazie” le aveva sussurrato, prima di addormentarsi.
Dopo quella notte, Scorpius era tornato a casa più leggero, come se si fosse liberato di un peso, e quando poi era entrato nell'appartamento, Rose, gli occhi cerchiati da occhiaie profonde, gli aveva urlato contro tutta la sua preoccupazione.
Come rinato, Scorpius l'aveva stretta tra le braccia e baciata come da tempo non faceva.
Lei era rimasta senza parole, ma si era trovata a rispondere a quel bacio, che poi si era trasformato in qualcosa di più profondo e urgente.
Avevano rifatto l'amore, dopo mesi.
E mentre stringeva il corpo nudo di Rose fra le braccia, Scorpius sorrideva, ringraziando mentalmente la giovane donna dai capelli rossi.
Nei due anni seguenti, Scorpius aveva continuato a frequentare la ragazza con i capelli rossi, di cui, però, non era mai riuscito a scoprire il nome.
Lei viveva all'interno di un vecchio Hotel sgangherato, nella zona sud di Londra, che si affacciava sulla riva del Tamigi.
Diversamente dalla facciata esterna dell’edificio, la sua stanza era arredata con mobili dall’aria antica e molto costosa, per non parlare dei numerosi monili d’epoca sparsi  per la camera.
Quante volte Scorpius era stato lì da lei... ormai ne aveva perso il conto.
Sapeva tutto di lui, della sua fidanzata, della sua famiglia, di cosa aveva passato in tutti quegli anni.
Era l'unica che lo capiva con una sola occhiata, l'unica che sapeva calmarlo.
Ad una condizione, però: nessuno dei due avrebbe mai dovuto tentare di interferire con la vita dell’altro.
Appena si salutavano, infatti, Scorpius tornava alla sua vita, dalla sua famiglia. Da Rose.
Tra di loro andava tutto a meraviglia: non c'erano più quei discorsi forzati durante i pasti, Scorpius ormai trovava naturale condividere con lei qualsiasi notizia portasse a casa dopo una giornata di lavoro e la stessa Rose aveva smesso di monopolizzare il loro rapporto, lasciandogli più spazio.
Se Scorpius provava senso di colpa?
Affatto.
Quando era con Lei, diventava una persona diversa, completamente dimentico di tutto ciò che stava al di fuori di quella camera d'albergo.
Eppure, nonostante tutto, era sincero. E cosa molto importante, riteneva quella ragazza non solo una semplice amante, ma una confidente preziosa.
Era stata proprio lei la prima da cui si era fiondato alla notizia della morte di Harry.
Harry.
Scorpius aprì gli occhi di scatto, il cuore che batteva a mille.
Harry.
Harry. Era. Morto.
Morto.
Morto!
Colui che ormai considerava un padre se n’era andato, ucciso senza pietà con una fottutissima arma Babbana.
Scorpius sentì il battito del suo stesso cuore accelerare furiosamente, mentre una furia cieca si espandeva dentro di lui.
Avrebbe scoperto chi era il colpevole, poi lo avrebbe ucciso.
Senza alcuna pietà.
Solo allora si sarebbe potuto ritenere soddisfatto.
Harry non doveva morire, non lui. Non l’uomo che aveva sacrificato sé stesso e la propria felicità per il bene degli altri!
Scorpius spalancò la bocca, ma qualcosa dentro di lui gli impedì d’inspirare.
Fu allora che si accorse di non riuscire a respirare.
Iniziò a tirare i primi respiri spezzati, alla ricerca dell’aria che la sua mente si rifiutava di fargli assimilare.
« Guardami »
Scorpius si accorse solo in quel momento della ragazza dai capelli rossi. Era seduta sul letto accanto a lui, l’espressione seria e concentrata.
Gli prese il mento con due dita e lo costrinse a guardarla.
« Fa’ dei respiri profondi, lentamente »
Il ragazzo obbedì, ma quando fu proprio sul punto di riprendersi, la rabbia si trasformò all’improvviso in dolore.
Dolore accecante, che gli dilaniò il petto.
« Dannazione, Biondo! » esclamò lei esasperata, scuotendolo con forza « Hai deciso di andartene all’altro mondo proprio ora? Avanti, lo so che puoi farcela. Pensa alla tua famiglia, non puoi abbandonare tutti ora. Respira profondamente, così »
Scorpius tirò ancora un paio di respiri spezzati, prima di riuscire a stabilizzarsi su un ritmo più o meno normale.
Lei fece un sorriso « Sei stato bravissimo » gli sussurrò, posandogli il capo sul proprio grembo e iniziando a carezzargli i capelli.
« Grazie » mormorò Scorpius, gli occhi ancora socchiusi e un sorriso beato sul volto.
« Ti pare? Vedi di non avere più crisi di panico in casa mia, d’ora in avanti »
Scorpius represse una risata, consapevole di quanto ormai fosse abitudinario per lui andare da lei per superare delle situazioni difficili.
Passarono ancora qualche minuto in quella posizione, finché lei non ebbe dato un’occhiata alla sveglia sul comodino.
« Biondo, è tardi. Saresti dovuto essere a lavoro dieci minuti fa »
« Maledizione! » esclamò lui, scattando in piedi e fiondandosi a cercare i propri indumenti sparsi per la stanza. « Non potevi svegliarmi prima, Rossa? Dove diamine sono i miei calzini?! »
Lei scoppiò a ridere, divertita, per poi scendere dal letto e aiutarlo a ricomporsi per la giornata lavorativa incombente.
Cinque minuti dopo Scorpius era già alla porta, pronto per andare a cercare un vicolo isolato dove smaterializzarsi a lavoro.
« Ci vediamo, Rossa! » esclamò lui, schioccandole un bacio veloce sulle labbra per poi sparire giù dalle scale.
La ragazza scosse la testa divertita, sistemandosi meglio la vestaglia nera di seta, e fece per rientrare.
« Uh, la sesta volta in un mese, non starai esagerando Lilian? »
Lily si voltò di scatto, irritata.
Appoggiato allo stipite della porta c’era un giovane dai capelli chiari, un sorrisino ironico stampato in faccia.
« Non credo siano affari tuoi, Johnatan » ribatté Lily, lo sguardo altezzoso.
« Oh, certo. Ma non riesco a non domandarmi cosa ne direbbe il grande Castor. La sua pupilla innamorata! »
Lily gli fu vicina in meno di un secondo. « Non t’azzardare. Io non sono innamorata, sia chiaro. E’ solo un passatempo »
Nonostante gli arrivasse a malapena al mento, Lily non si fece problemi a sbatterlo contro un muro.
« Oh, ne sono convinto. In fondo dovevi pure trovare un rimpiazzo per il sottoscritto » ghignò ancora Johnatan, per nulla turbato dallo sguardo omicida della ragazza.
Anzi.
« Allora è questo il tuo problema, eh? »
Ora Lily non era più furiosa, ma solo divertita. La sua espressione si distese, mentre sul suo viso si andò formando un sorriso lascivo.
Il ragazzo l’avvicinò di più a se, finché non sentì le curve di Lily premere su di lui.
« E’ da un po’ che non ci facciamo una chiacchierata, io e te » sussurrò lui a due centimetri dall’orecchio di lei.
Lily rabbrividì, eccitata.
Sentì le labbra di lui sfiorarle il collo, tracciando una scia infuocata fino alla spalla coperta dalla vestaglia leggera.
Quando Johnatan si fu fermato, Lily prese in mano la situazione, avvicinando le labbra a quelle di lui, travolgendolo in un bacio famelico.
Una mano si posò sul suo seno, strizzandoglielo con forza e facendola gemere.
« Entriamo » mormorò lei con voce roca, spingendo entrambi nella propria camera.


MY SPACE

Scusate, dovevo pubblicare il capitolo al massimo entro questa mattina, ma ho avuto una serie di  sfighe colossali che non starò qui ad elencare (per vostra fortuna XD)
Beh, che dire, questo capitolo è stato un parto un po' difficile, ma tutto sommato credo sia ventuo abbastanza bene. O almeno lo spero XD
Ecco, per coloro che non l'avevano capito dallo scorso capitolo, il biondastro nel letto di Lily era proprio Scorpius... Tutto il capitolo è praticamente incentrato su di lui, sul suo rapporto con Rose e, soprattutto, con Lily. Spero di non aver urtato le sostenitrici della coppia Rose/Scorpius, ma io rimango e rimarrò per sempre una L/S <3
Qui abbiamo anche una new entry, il caro Johnatan... Anche lui, come spero vi ricordiate, è un assassino del Centro, e da adesso sappiamo anche amante di Lily...
Oddio , queste note di fine capitolo stanno venendo fuori un po' senza senso.. Ma vabbeh XD
Mi scuso per il ritardo, ma come ho detto nelle mie altre fanfiction, con l'esame di maturità alle porte non riuscirò a pubblicare  settimanalmente,  quindi ho deciso di aggiornare ogni settimana una sola storia, in modo regolare. PErciò, settimana prossima sarà il turno di Comatose, quella dopo di Costellazzioni, Manici di scopa e James Potter, poi di Nata per uccidere...
Giuro che appena finiranno (sempre se verrò ammessa :S)  gli esami mi metterò sotto per aggiornare ogni giorno, loggiuro! U__U
Ok, credo di aver detto tutto.
Nel caso, ho creato un account facebook per tutte le eventuali domande, gli spoiler e le immagini dei personaggi.
Lo potete trovare qui:  NanaBianca EFP.
Approposito, vorrei chiedervi un favore enorme: una mia carissima amica ha appena pubblicato una storia nella sezione Originale, Fantasy, e io ne sono la Beta. 
Sono passati anni a quando ha iniziato a scriverla (seconda superiore, bei tempi!) e finalmente sono riuscita aconvincerla a pubblicarla qui su Efp, ve la consiglio perchè è davvero fantastica, con una storia intrigantre e dai riferimenti storici ben precisi.
La potete trovare qui :TWO BLOODS
 Qui
La mia Lily <3 (immagine trovata su deviant art)
Per ultimo, grazie mille alle persone che mi seguono, che recensiscono e che leggono le mie storie. Grazie, davvero, la vostra presenza mi stimola ad andare avanti <3
Un saluto megagigantoso XD

Nana_Bianca 

   
 
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