Nata per uccidere
Don't they all just look the same inside?
L'aveva
rifatto.
Era
tornato da lei. Si era sfogato, si era calmato, e poi avevano fatto l'amore.
Sì,
l'amore.
Perchè
con lei non era mai stato sesso, lo aveva capito fin da subito, quella notte di
due anni prima.
Scorpius
allora era appena ventenne, fidanzato da tempo con Rose.
Fidanzato,
sì. Ma non innamorato.
Rosie
era infatuata di lui sin dal loro primo, ma lui aveva sempre fatto finta di
niente.
Rose
faceva gli occhi dolci? Scorpius distoglieva lo sguardo, imbarazzato.
Rose
si offriva di fare i suoi compiti? Scorpius rifiutava.
Rose
provava a rimanere sola con lui? Scorpius con una scusa scappava.
Quando
poi era entrato a far parte dell'enorme e caotica famiglia Weasley, non aveva
più avuto il coraggio di farla soffrire.
Era
bastato arrivare al loro quarto anno per cedere alle sue avance.
In
fondo, si diceva, un po' glielo doveva.
Era
in debito con i Weasley, quella famiglia che lo aveva accolto a braccia aperte,
nonostante il suo cognome. Non c'erano pregiudizi, dai Weasley, tutti erano
uguali e tutti si volevano un gran bene.
Era
tutto così diverso rispetto alla sua vera famiglia.
Sua
madre e suo padre si erano sposati subito dopo la guerra, vincolati da un
contratto stipulato alla loro nascita dai genitori.
Nonostante
tutto, i due erano innamorati. O almeno, Scorpius aveva sempre pensato che lo
fossero.
Pochi
anni dopo era arrivato lui, il tanto atteso erede, colui che avrebbe dovuto
portare avanti la dinastia purosangue dei Malfoy.
Scorpius,
nonostante fosse identico fisicamente al padre, era completamente inopportuno
per quel ruolo.
Lui
voleva essere coccolato, voleva che gli venissero lette le fiabe di Beda il
Bardo prima di andare a dormire.
Voleva
essere amato, semplicemente.
Gli
sarebbe potuta bastare una singola carezza colma di affetto, ma nulla.
Suo
padre, e sua madre con lui, era dell'idea che crescendo così Scorpius sarebbe
diventato solo una debole preda per tutti quelli che, dalla fine della guerra,
avevano preso di mira la famiglia Malfoy.
Fu
così che, una volta arrivato ad Hogwarts, Scorpius venne smistato a Grifondoro.
Inutile
dire che la mattina dopo una lettera portata dal gufo reale di casa Malfoy gli
aveva comunicato di essere il disonore dell'intera famiglia.
“Un
Malfoy non si mischia con Mezzosangue e Babbanofili” diceva sempre suo padre.
Beh,
Scorpius era ormai stufo delle cose che diceva suo padre.
Voleva
vivere, voleva avere degli amici, voleva essere amato.
E
a Giugno dello stesso anno, disgustato dalla prospettiva di una gelida estate
al Malfoy Manor, Scorpius fece le valigie e, con l'aiuto del suo migliore
amico, entrò a fare parte della famiglia Potter-Weasley.
Non
si era mai pentito della sua decisione: nei Weasley aveva trovato i parenti che
aveva sempre desiderato avere.
Proprio
per questo, all'alba del quarto anno, aveva deciso di cedere e iniziare una
relazione con Rosie.
All'inizio,
come ogni buon adolescente con gli ormoni in subbuglio, aveva pensato che sì,
non era stata una cattiva idea.
Rose
era bella, con i capelli rossi e gli occhi azzurri. Un po' troppo ligia alle
regole ed amante dello studio, forse.
Ma
nessuno in famiglia aveva avuto da ridire su di loro, così Scorpius si era
convinto.
Erano
passati gli anni, la scuola era finita, e lui e Rose erano andati a vivere
insieme.
Nonostante
quasi sei anni dall'inizio della loro storia, Scorpius non era andato al di là
dell'affetto per la bella Weasley.
Le
voleva bene, molto bene, ma nient'altro.
E
non poteva, né voleva, chiudere con lei
Perchè
tutti ormai si aspettavano che convolassero a nozze.
Tutti
i Weasley li indicavano come la coppia perfetta, quella da prendere come
esempio.
Eppure,
tra Rose e Scorpius non era tutto così perfetto come sembrava.
Era
vero, non litigavano mai, ma il loro rapporto si basava ormai su delle
consuetudini ben radicate.
Dopo
una giornata di lavoro, Scorpius rientrava e trovava Rose già a casa, tra i
fornelli a preparare la cena. Un leggero e meccanico bacio sulle labbra come
saluto e il ragazzo si sdraiava sulla poltrona del salotto per leggere la
Gazzetta del Profeta.
La
sera, dopo aver cenato tra le chiacchiere di Rosie sui vari pazienti che aveva
in cura al San Mungo, Scorpius indossava il pigiama e s'infilava nel letto.
Rose
lo raggiungeva poco dopo, un libro tra le mani e gli occhiali da lettura sul
naso. Leggeva per venti minuti, poi spegneva la luce e si metteva a dormire.
Era
tempo ormai che i due non facevano più l'amore e Scorpius, nonostante ne
sentisse la necessità fisica, non riusciva mai ad allungare la mano verso la
sua fidanzata, durante la notte.
L'ultima
volta che ci aveva provato, Rose si era lamentata della sua stanchezza, così
Scorpius aveva lasciato perdere.
Ma
la loro storia andava avanti, e i mesi passavano senza che la situazione
mutasse.
Tutto
iniziò a precipitare, però, quando Lucius Malfoy, il nonno di Scorpius, venne a
mancare.
Era
accaduto una mattina di Marzo.
I
due ragazzi stavano facendo colazione tranquillamente, seduti al tavolo della
loro cucina.
Scorpius
leggeva la Gazzetta del Profeta, mentre Rose beveva il tè, parlando del più e
del meno.
Una
delle solite mattine, insomma.
L'armonia
era stata spezzata quasi immediatamente, quando il rumore di un gufo aveva
fatto voltare Rose verso la finestra della cucina.
Scorpius
era rimasto paralizzato alla vista del maestoso animale.
Era
il gufo reale dei Malfoy.
Con
le mani che tremavano, il ragazzo aveva rotto il sigillo di ceralacca e aveva
letto le poche righe riportate sulla pergamena.
Rose
era stata subito al suo fianco, abbracciandolo.
“Sei
sconvolto, lo so, ma vedrai che tutto passerà” aveva detto, le lacrime agli
occhi “Tuo nonno è in un posto migliore. Se vuoi sfogarti fallo, ti capisco,
anche io sono stata male quando nonno Arthur è morto”
Ma
Scorpius non ne aveva bisogno.
Quella
leggera stretta attorno alle spalle era troppo appiccicosa, inutile, ma
soprattutto inopportuna.
Perchè
Scorpius non sentiva assolutamente nulla.
Non
era sconvolto dal dolore, né tanto meno sull'orlo delle lacrime per la perdita.
Pertanto perchè doveva essere consolato?
Arthur
Weasley era stato suo nonno, non Lucius Malfoy.
Era
stato Arthur Weasley colui che lo aveva amato come un nipote, che lo aveva
fatto divertire nei tanti pomeriggi d'estate, quando modificavano insieme i più
strani congegni Babbani.
Era
al funerale di Arthur Weasley che Scorpius aveva versato calde lacrime, due
anni prima.
Ma
Rose, oh, lei non lo capiva.
Rimaneva
della sua opinione, nonostante Scorpius avesse tentato di dirglielo.
Fu
così che Scorpius, sentendosi soffocare, aveva preso la giacca e si era
smaterializzato, lontano da quella donna
che diceva di amarlo ma che, dopo anni di fidanzamento, non riusciva ancora a
comprenderlo.
Aveva
passato l'intera giornata a zonzo per la Londra Babbana, osservando le persone
vivere la loro vita.
Poi,
verso sera, si era rintanato in uno squallido pub di periferia, convinto che
solo l'alcool avrebbe potuto aiutarlo.
Le
ore passavano e la lucidità di Scorpius se ne andava con loro.
Non
voleva tornare a casa, non voleva continuare quella stupida farsa che era la
sua relazione con Rose.
Poi
era entrata Lei.
All'inizio,
Scorpius era rimasto indifferente a quella ragazza dai capelli rossi, la mente
altrove. Ma poi aveva iniziato inconsapevolmente ad osservarla.
Come
muoveva il busto per stiracchiarsi, come si portava il boccale di birra alle
labbra e mandava giù il contenuto, assetata.
Era
stato per molto tempo con gli occhi fissi su di lei, fin troppo dato che la
ragazza si era voltata e lo aveva guardato male.
Notando
che però Scorpius non accennava minimamente a distogliere lo sguardo, la
ragazza si era allontanata dal bancone e si era seduta al suo tavolo, irritata.
“Beh,
qualche problema?” gli aveva domandato, sfidandolo con lo sguardo.
Aveva
un tono di voce leggero, quasi musicale, ma forse quello era dovuto all'elevata
quantità di Alcool che circolava nel corpo di Scorpius.
“Cos'è,
ti hanno tagliato la lingua?” aveva continuato lei, non avendo ottenuto
risposta.
Scorpius,
quasi richiamato alla realtà, aveva distolto lo sguardo ed aveva ripreso
leggermente coscienza di sé.
E'
morto mio nonno” aveva detto poi, come se quella frase fosse sufficiente a
rispondere alle sue domande.
La
ragazza aveva inarcato un sopracciglio, per poi scrutarlo attentamente.
“Non
mi sembri così addolorato”
Gli
occhi di Scorpius si erano immediatamente puntati su di lei di nuovo.
“E'
proprio questo il punto” aveva detto “Mio nonno non era mio nonno, ma nonno
Arthur era mio nonno, hai capito?”
Lei
si fece scappare un piccolo sorriso divertito, per poi tornare seria e
riprendere ad osservarlo.
“Lascia
perdere, è com...”
“Sì”
Il
bicchiere di Whisky che Scorpius stava bevendo cadde sul tavolo con un tonfo
sordo.
“Come?”
La
ragazza lo fissò intensamente negli occhi.
“La
persona che è morta non la consideravi tuo nonno, perchè non provavi affetto
per lui, mentre consideravi tale Arthur. E sei qui perchè qualcuno a te caro
non riesce a capire cosa provi”
Colpito
ed affondato.
Scorpius
era rimasto shockato dalle parole della sconosciuta dai capelli rossi, tanto
che rimase quasi tre ore a parlare con lei, davanti ai numerosi bicchieri vuoti
che si erano accumulati.
Scorpius
era talmente ubriaco che, ad un certo punto, aveva iniziato a domandarsi come
fosse finito in una camera da letto.
Ma
la ragazza aveva bloccato sul nascere la sua domanda appoggiando le sue labbra
su quelle di lui.
Nel
giro di pochi minuti, animato da un impulso a lui sconosciuto, Scorpius l'aveva
spogliata ed era entrato dentro di lei, tremante.
Era
stato un amplesso lungo ed appagante, non freddo e meccanico come quelli con
Rose.
La
ragazza era audace e passionale, sapeva come muoversi su di li e aveva
immediatamente intuito quali fossero i suoi punti più sensibili, tanto che dopo
quelle che erano parse ore, Scorpius finalmente era venuto dentro di lei emettendo
un profondo gemito di piacere.
Subito
dopo, ritornato lucido, Scorpius l'aveva abbracciata e con dolcezza le aveva
sfiorato il capo con le labbra.
“Grazie”
le aveva sussurrato, prima di addormentarsi.
Dopo
quella notte, Scorpius era tornato a casa più leggero, come se si fosse
liberato di un peso, e quando poi era entrato nell'appartamento, Rose, gli
occhi cerchiati da occhiaie profonde, gli aveva urlato contro tutta la sua
preoccupazione.
Come
rinato, Scorpius l'aveva stretta tra le braccia e baciata come da tempo non
faceva.
Lei
era rimasta senza parole, ma si era trovata a rispondere a quel bacio, che poi
si era trasformato in qualcosa di più profondo e urgente.
Avevano
rifatto l'amore, dopo mesi.
E
mentre stringeva il corpo nudo di Rose fra le braccia, Scorpius sorrideva,
ringraziando mentalmente la giovane donna dai capelli rossi.
Nei
due anni seguenti, Scorpius aveva continuato a frequentare la ragazza con i
capelli rossi, di cui, però, non era mai riuscito a scoprire il nome.
Lei viveva all'interno di un vecchio Hotel sgangherato,
nella zona sud di Londra, che si affacciava sulla riva del Tamigi.
Diversamente
dalla facciata esterna dell’edificio, la sua stanza era arredata con mobili
dall’aria antica e molto costosa, per non parlare dei numerosi monili d’epoca
sparsi per la camera.
Quante
volte Scorpius era stato lì da lei... ormai ne aveva perso il conto.
Sapeva
tutto di lui, della sua fidanzata, della sua famiglia, di cosa aveva passato in
tutti quegli anni.
Era
l'unica che lo capiva con una sola occhiata, l'unica che sapeva calmarlo.
Ad
una condizione, però: nessuno dei due avrebbe mai dovuto tentare di interferire
con la vita dell’altro.
Appena
si salutavano, infatti, Scorpius tornava alla sua vita, dalla sua famiglia. Da
Rose.
Tra
di loro andava tutto a meraviglia: non c'erano più quei discorsi forzati
durante i pasti, Scorpius ormai trovava naturale condividere con lei qualsiasi
notizia portasse a casa dopo una giornata di lavoro e la stessa Rose aveva
smesso di monopolizzare il loro rapporto, lasciandogli più spazio.
Se
Scorpius provava senso di colpa?
Affatto.
Quando
era con Lei, diventava una persona diversa, completamente dimentico di
tutto ciò che stava al di fuori di quella camera d'albergo.
Eppure,
nonostante tutto, era sincero. E cosa molto importante, riteneva quella ragazza
non solo una semplice amante, ma una confidente preziosa.
Era
stata proprio lei la prima da cui si era fiondato alla notizia della morte di
Harry.
Harry.
Scorpius
aprì gli occhi di scatto, il cuore che batteva a mille.
Harry.
Harry.
Era. Morto.
Morto.
Morto!
Colui
che ormai considerava un padre se n’era andato, ucciso senza pietà con una
fottutissima arma Babbana.
Scorpius
sentì il battito del suo stesso cuore accelerare furiosamente, mentre una furia
cieca si espandeva dentro di lui.
Avrebbe
scoperto chi era il colpevole, poi lo avrebbe ucciso.
Senza
alcuna pietà.
Solo
allora si sarebbe potuto ritenere soddisfatto.
Harry
non doveva morire, non lui. Non l’uomo che aveva sacrificato sé stesso e la
propria felicità per il bene degli altri!
Scorpius
spalancò la bocca, ma qualcosa dentro di lui gli impedì d’inspirare.
Fu
allora che si accorse di non riuscire a respirare.
Iniziò
a tirare i primi respiri spezzati, alla ricerca dell’aria che la sua mente si
rifiutava di fargli assimilare.
«
Guardami »
Scorpius
si accorse solo in quel momento della ragazza dai capelli rossi. Era seduta sul
letto accanto a lui, l’espressione seria e concentrata.
Gli
prese il mento con due dita e lo costrinse a guardarla.
«
Fa’ dei respiri profondi, lentamente »
Il
ragazzo obbedì, ma quando fu proprio sul punto di riprendersi, la rabbia si
trasformò all’improvviso in dolore.
Dolore
accecante, che gli dilaniò il petto.
«
Dannazione, Biondo! » esclamò lei esasperata, scuotendolo con forza « Hai
deciso di andartene all’altro mondo proprio ora? Avanti, lo so che puoi
farcela. Pensa alla tua famiglia, non puoi abbandonare tutti ora. Respira
profondamente, così »
Scorpius
tirò ancora un paio di respiri spezzati, prima di riuscire a stabilizzarsi su
un ritmo più o meno normale.
Lei
fece un sorriso « Sei stato bravissimo » gli sussurrò, posandogli il capo sul
proprio grembo e iniziando a carezzargli i capelli.
«
Grazie » mormorò Scorpius, gli occhi ancora socchiusi e un sorriso beato sul
volto.
«
Ti pare? Vedi di non avere più crisi di panico in casa mia, d’ora in avanti »
Scorpius
represse una risata, consapevole di quanto ormai fosse abitudinario per lui
andare da lei per superare delle situazioni difficili.
Passarono
ancora qualche minuto in quella posizione, finché lei non ebbe dato un’occhiata
alla sveglia sul comodino.
«
Biondo, è tardi. Saresti dovuto essere a lavoro dieci minuti fa »
«
Maledizione! » esclamò lui, scattando in piedi e fiondandosi a cercare i propri
indumenti sparsi per la stanza. « Non potevi svegliarmi prima, Rossa? Dove
diamine sono i miei calzini?! »
Lei
scoppiò a ridere, divertita, per poi scendere dal letto e aiutarlo a ricomporsi
per la giornata lavorativa incombente.
Cinque
minuti dopo Scorpius era già alla porta, pronto per andare a cercare un vicolo
isolato dove smaterializzarsi a lavoro.
«
Ci vediamo, Rossa! » esclamò lui, schioccandole un bacio veloce sulle labbra
per poi sparire giù dalle scale.
La
ragazza scosse la testa divertita, sistemandosi meglio la vestaglia nera di
seta, e fece per rientrare.
«
Uh, la sesta volta in un mese, non starai esagerando Lilian? »
Lily
si voltò di scatto, irritata.
Appoggiato
allo stipite della porta c’era un giovane dai capelli chiari, un sorrisino
ironico stampato in faccia.
«
Non credo siano affari tuoi, Johnatan » ribatté Lily, lo sguardo altezzoso.
«
Oh, certo. Ma non riesco a non domandarmi cosa ne direbbe il grande Castor. La
sua pupilla innamorata! »
Lily
gli fu vicina in meno di un secondo. « Non t’azzardare. Io non sono innamorata,
sia chiaro. E’ solo un passatempo »
Nonostante
gli arrivasse a malapena al mento, Lily non si fece problemi a sbatterlo contro
un muro.
«
Oh, ne sono convinto. In fondo dovevi pure trovare un rimpiazzo per il
sottoscritto » ghignò ancora Johnatan, per nulla turbato dallo sguardo omicida
della ragazza.
Anzi.
«
Allora è questo il tuo problema, eh? »
Ora
Lily non era più furiosa, ma solo divertita. La sua espressione si distese,
mentre sul suo viso si andò formando un sorriso lascivo.
Il
ragazzo l’avvicinò di più a se, finché non sentì le curve di Lily premere su di
lui.
«
E’ da un po’ che non ci facciamo una chiacchierata, io e te » sussurrò lui a
due centimetri dall’orecchio di lei.
Lily
rabbrividì, eccitata.
Sentì
le labbra di lui sfiorarle il collo, tracciando una scia infuocata fino alla
spalla coperta dalla vestaglia leggera.
Quando
Johnatan si fu fermato, Lily prese in mano la situazione, avvicinando le labbra
a quelle di lui, travolgendolo in un bacio famelico.
Una
mano si posò sul suo seno, strizzandoglielo con forza e facendola gemere.
«
Entriamo » mormorò lei con voce roca, spingendo entrambi nella propria camera.
MY SPACE
Scusate,
dovevo pubblicare il capitolo al massimo entro questa mattina, ma ho
avuto una serie di sfighe colossali che non starò qui ad
elencare (per vostra fortuna XD)
Beh, che dire, questo capitolo è stato un parto un po'
difficile, ma tutto sommato credo sia ventuo abbastanza bene. O almeno
lo spero XD
Ecco, per coloro che non l'avevano capito dallo scorso capitolo, il
biondastro nel letto di Lily era proprio Scorpius... Tutto il capitolo
è praticamente incentrato su di lui, sul suo rapporto con Rose
e, soprattutto, con Lily. Spero di non aver urtato le sostenitrici
della coppia Rose/Scorpius, ma io rimango e rimarrò per sempre
una L/S <3
Qui abbiamo anche una new entry, il caro Johnatan... Anche lui, come
spero vi ricordiate, è un assassino del Centro, e da adesso
sappiamo anche amante di Lily...
Oddio , queste note di fine capitolo stanno venendo fuori un po' senza senso.. Ma vabbeh XD
Mi scuso per il ritardo, ma come ho detto nelle mie altre fanfiction,
con l'esame di maturità alle porte non riuscirò a
pubblicare settimanalmente, quindi ho deciso di aggiornare
ogni settimana una sola storia, in modo regolare. PErciò,
settimana prossima sarà il turno di Comatose, quella dopo di
Costellazzioni, Manici di scopa e James Potter, poi di Nata per
uccidere...
Giuro che appena finiranno (sempre se verrò ammessa :S)
gli esami mi metterò sotto per aggiornare ogni giorno, loggiuro!
U__U
Ok, credo di aver detto tutto.
Nel caso, ho creato un account facebook per tutte le eventuali domande, gli spoiler e le immagini dei personaggi.
Lo potete trovare qui: NanaBianca EFP.
Approposito, vorrei chiedervi un favore enorme: una mia carissima amica
ha appena pubblicato una storia nella sezione Originale, Fantasy, e io
ne sono la Beta.
Sono passati anni a quando ha iniziato a scriverla (seconda superiore,
bei tempi!) e finalmente sono riuscita aconvincerla a pubblicarla qui
su Efp, ve la consiglio perchè è davvero fantastica,
con una storia intrigantre e dai riferimenti storici ben precisi.
La potete trovare qui :TWO BLOODS
Qui La mia Lily <3 (immagine trovata su deviant art)
Per ultimo, grazie mille alle persone che mi seguono, che recensiscono
e che leggono le mie storie. Grazie, davvero, la vostra presenza mi
stimola ad andare avanti <3
Un saluto megagigantoso XD
Nana_Bianca