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Autore: Carmilla Lilith    19/04/2011    4 recensioni
Tre giovani dame inglesi recatesi nella dimora di campagna di una loro amica in occasione del suo matrimonio, restano bloccate dal maltempo. Ma qualcosa d'inquietante vive in quella casa... Ambientato nella seconda metà dell'800, spero vi piaccia!
Genere: Dark, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A dark passage Il giorno seguente le tre fanciulle si ritrovarono nell’ingresso poco prima di colazione.
Lady Susan e Lady Olympia s’informarono immediatamente sullo stato di salute di Lady Barbara, che le rassicurò: aveva dormito profondamente e serenamente.
“Questi avvenimenti sono decisamente inquietanti, che cosa accadrà ora?” si domandò Barbara, accigliata.
“Non vi è dubbio, questa vicenda è assai misteriosa. Vale la pena scoprire qualcosa in più al riguardo.” intervenne Olympia.
“Proponete d’indagare? E su cosa, di grazia?” domandò Susan, perplessa. Sebbene i vari avvenimenti della nottata precedente sembrassero correlati, la giovane dai capelli corvini non riusciva a trovare alcun collegamento logico.
“Riflettete: tutto ha avuto inizio dopo che Matilda ha narrato la sua storia ieri. A mio avviso la vicenda di Christine ha qualche collegamento con ciò che ci è accaduto!” rispose Olympia. Aveva passato tutta la notte a riflettere ed era più che convinta di non sbagliarsi.
“Lady Olympia! Quale idea bizzarra è mai questa?! Non ti pare di lavorare eccessivamente di fantasia?” domandò Barbara. Quel ragionamento le pareva così assurdo, irrazionale. Doveva esservi una spiegazione logica a quei singolari avvenimenti.
“Non conviene essere scettiche, Barbara! Guarda cosa ho ritrovato nella mia stanza ieri notte!” intervenne Susan, mostrando il bracciale in oro.
“Susan, che cosa stai dicendo?” domandò Lady Barbara, confusa e spaventata.
“Ieri, quando Olympia è venuta a chiamarmi nella mia stanza, io… ho visto, o almeno credo, uno spettro. Era un gentiluomo, pareva alquanto giovane. Ma è stata un’apparizione breve.” spiegò Susan, esitando. La vicenda stava assumendo dei tratti totalmente irrazionali.
“Ve l’avevo detto! In questa vicenda c’è qualcosa che va oltre il mondo sensibile!” esclamò Olympia.
“Non siate ridicola! Probabilmente Susan ha avuto un’allucinazione dovuta al sonno, forse si trovava ancora in dormiveglia!” reagì Barbara, sempre più spaventata dai discorsi delle due giovani.
“Concordo con Lady Barbara! Come osate fantasticare su dei tragici eventi riguardanti la mia famiglia?! Siete delle spudorate!” intervenne, furente, Gwen. Era comparsa all’ingresso senza che le tre fanciulle si accorgessero della sua presenza ed ora era visibilmente adirata.
“Gwen, questa vicenda…” tentò d’intervenire Susan. “Questa vicenda non vi riguarda, impiccione! Sarò lieta di cacciarvi dalla mia dimora non appena sarà possibile!” la interruppe bruscamente Gwen, per poi andarsene.
Barbara, Olympia e Susan si guardarono tra loro, confuse.
 
La colazione si svolse in un’atmosfera ben più tesa rispetto a quella delle giornate precedenti.
Gwen non era soltanto scostante ma aggressiva ed esplicitamente ostile, soprattutto nei confronti del suo promesso sposo e di Barbara, Olympia e Susan.
Non fu possibile decidere sul da farsi finché la giovane non lasciò la sala da pranzo.
“Non so cosa stia accadendo a nostra figlia, ma al momento abbiamo qualcosa di più urgente a cui pensare. Sarebbe una follia sperare di poter ricondurre tutti i nostri ospiti in città, purtroppo, quindi propongo di organizzare dei gruppi di soccorso composti da noi uomini soltanto.” intervenne Mr Green, una volta che la figlia ebbe lasciato la stanza.
“Sono d’accordo, signor Green! Anche se preferirei che a partire fossimo soltanto noi giovani: il tempo è pessimo e non vorrei che qualcuno ne risentisse.” osservò Alan, pensoso.
“A tal proposito, qualcuno ha visto Oliver? Ieri sera mi pareva alquanto pallido, non vorrei che si fosse ammalato!” intervenne Mrs Green, perplessa. In effetti lo zio di Gwen non si era ancora presentato a colazione e così venne chiamato un cameriere per controllarne lo stato di salute.
 
“Sparito?! Tutto ciò è assurdo!” esclamò, confusa, Mrs Green. Il cameriere aveva infatti riferito che Oliver Thompson era scomparso: non c’era alcuna traccia di lui né nella sua stanza né nel resto della casa. Il vedovo della sorella di Mr Green pareva dissolto nel nulla.
“Non può essersi allontanato a piedi! Andate immediatamente a controllare se tutti i cavalli sono ancora nella stalla!” ordinò il padrone di casa, visibilmente agitato.
Tutti, padroni di casa ed ospiti, si trovavano in un profondo stato d’agitazione e nervosismo: tutti quei misteriosi eventi si stavano susseguendo così rapidamente! Sembrava un incubo!
 
“So che non dovrei dirlo, ma c’è un particolare che mi turba.” disse, pensierosa, Olympia.
Lei, Susan e Barbara si erano recate in biblioteca. Stavano tutte leggendo, troppo nervose per pensare di dedicarsi ad attività creative di qualsiasi sorta.
“Non dirmi che si tratta di qualche strano legame sovrannaturale con la scomparsa di Lord Oliver, ti prego!” intervenne, nervosamente, Barbara. Era veramente scossa, sicuramente dopo l’episodio di sonnambulismo era la giovane più provata da quell’inquietante soggiorno.
“Barbara, ieri sera… hai pronunciato anche il nome di Oliver nel sonno!” disse Olympia, anche se con un certo rammarico: le dispiaceva provare nuovamente i nervi della splendida lady.
Barbara sbiancò di colpo, chiudendo di scatto il libro che stava leggendo. “Credo sia il caso che ci raccontiate cos’è accaduto ieri notte, Lady Olympia!” invitò gentilmente Susan, prendendo la mano di Barbara.
Olympia tentò di fornire il più accurato resoconto di ciò che era accaduto a Barbara quando si era agitata nel sonno, compresa l’invocazione del nome di Daniel e la supplica a quello di Oliver.
“L’unico modo che abbiamo per capire cosa sta accadendo è trovare il diario di Christine.” osservò Susan, al termine del racconto di Olympia.
“Certo, meravigliosa idea Lady Susan! Come pensate di trovare un diario scritto cinquant’anni fa, in una casa che non conosciamo e con il rischio di farci scoprire ed uccidere da Gwen?!” osservò, sarcasticamente, Barbara.
“Lady Barbara ha ragione. Abbiamo bisogno della collaborazione di Matilda se vogliamo capire questa situazione, non possiamo rischiare un’altra sfuriata da parte di Gwen. Tanto per cominciare, dubito che saremo delle gradite ospiti quando verrà celebrato il matrimonio.” disse Olympia.
“Amiche mie, rischiamo d’immischiarci in una faccenda più grande di noi!” sospirò Barbara.
“Ormai siamo già coinvolte, mia cara Barbara! Dobbiamo capire cosa sta accadendo per non rischiare tragiche conseguenze, me lo sento!” rispose Susan, per poi coprirsi il viso con le mani.
 
Joshua Abbot attendeva suo fratello all’ingresso. Loro due, Stephen e Richard sarebbero partiti per Londra in cerca di soccorso, ma il giovane biondo si augurava anche di ritrovare Sir Thompson: tutti i cavalli erano nella stalla quindi l’uomo non poteva essersi allontanato più di molto, con quel tempo orrendo e nelle sue condizioni fisiche non eccellenti.
Joshua era turbato come raramente gli era accaduto in precedenza: non solo il soggiorno a casa Green si stava rivelando più terribile del previsto, ma il pensiero di Lady Susan non gli dava tregua.
Non avrebbe saputo dire di preciso cosa lo attraeva di quella timida fanciulla dai capelli corvini, le sue amiche erano ben più appariscenti, eppure sentiva che sotto quell’aspetto da educanda si nascondeva uno spirito indomito, misterioso e dannatamente sensuale: non gli sarebbe affatto dispiaciuto rivelarlo! Sempre che Gwen non decidesse di rovinare tutto: Joshua non era mai stato in grado di perdonarsi il breve flirt che aveva avuto con la perfida bionda, che gli aveva comunque preferito il fratello.
Il fidanzamento con Alan, però, non impediva a Gwen di essere gelosa di Joshua: non voleva assolutamente che frequentasse le sue amiche, come gli aveva detto il mattino precedente a colazione, non appena aveva notato lo scambio di sguardi tra lui e Susan. Joshua sospettava che Gwen invidiasse la personalità e l’estro creativo delle sue splendide amiche: in fondo la maggiore delle sorelle Green non aveva grandi qualità, oltre a ricchezza, bellezza ed una certa facilità di costumi.
Il giovane sospirò: avrebbe tanto voluto parlare con Alan dei dubbi che nutriva riguardo il suo fidanzamento con Gwen, ma temeva che la promessa sposa si vendicasse in qualche subdolo modo. Non sapeva veramente cosa fare!
I pensieri del giovane vennero interrotti dall’arrivo dei suoi compagni di viaggio. “Pronti a partire?” domandò Alan.
I tre giovani annuirono, per poi uscire e dirigersi verso la scuderia.
 
“Stanno partendo.” sospirò lady Susan, osservando il campanello di uomini a cavallo che partiva al galoppo nella nebbia.
“A cos’è dovuta questa malinconia, mia cara Susan?” domandò Olympia, ben lieta di alleviare la mente dalle torbide e cupe riflessioni sugli accadimenti degli ultimi giorni.
Susan arrossì e rimase in silenzio per qualche istante. “Joshua Abbot… è una persona affascinante, non trovate?” disse poi, concedendosi un candido sorriso.
“Lady Susan, finalmente ci rivelate qualcosa!” sorrise lady Barbara, chiudendo il libro che stava leggendo. “E, diteci, come vi siete conosciuti?” incalzò lady Olympia.
Lady Susan tentennò, poi decise di raccontare a quelle che ormai considerava a tutti gli effetti le sue migliori amiche ciò che era accaduto tra lei e Joshua.
“Susan, l’uomo che ti corteggia è davvero affascinante! Sei fortunata!” esclamò lady Barbara, compiaciuta, quando la timida mora terminò il suo racconto.
“Già, ed è ricco! Un ottimo partito!” sorrise lady Olympia, strappando una risata alle altre giovani. “Cara Olympia, dubito che la nostra conoscenza sia sufficiente a far parlare di matrimonio! Temo dovrai attendere i suoi sviluppi!” rispose Susan, divertita.  

L'angolo dell'autrice
  
Comincio con lo scusarmi per l'imperdonabile ritardo con cui ho aggiornato questo povero racconto, trascurato a causa della mia partecipazione a mille mila contest -.- Volevo aspettare ancora per pubblicare un capitolo ancora più sostanzioso, ma un piccolo capitolo "di transizione" mi era necessario, dato che la trama originaria è stata decisamente modificata.
Presto spero di poter revisionare la parte già edita della storia e di aggiungere le citazioni delle canzoni da cui prendono titolo i vari capitoli. Per il momento  sappiate che "Arrival" è tratto dal concept album di King Diamond "Abigail", "Echoes from the Past" da "Those of the Unlight" dei Marduk e "Sleepwalker" da "Wishmaster" dei Nightwish. Per concludere "A Dark Passage" è tratta da "Nightfall in the Middle-Earth" dei Blind Guardian.
Per concludere quest'infinita postilla spero che chi si fosse affezionato a questo racconto (al quale sono molto legata, anche se non sembra) non l'abbia dimenticato a causa degli epici tempi di aggiornamento.  
A presto,
                Carmilla Lilith
 
 
   
 
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