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Autore: Phoenix_619    19/04/2011    4 recensioni
Fan Fic incentrata su Karura, la misteriosa madre del trio della Sabbia. é davvero morta maledicendo il villaggio? ha davvero mai odiato Gaara? con questa fic, forse lo si saprà...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Karura stava aspettando con ansia che comparisse quella dannata lineetta che avrebbe potuto cambiare la sua vita. “avanti...avanti...” non faceva che sussurrare. Finalmente comparve la sospirata linea. Sorrise. Uscì dal bagno. Suo marito il Kazekage stava preoccupato seduto sul letto. “Karura, tesoro... sono venti minuti che sei in bagno. Tutto bene?” Karura sapeva quanto suo marito fosse psicologicamente fragile. Lo rassicurò. “tranquillo, tutto bene... anzi...” sorrideva molto. Ormai il Kage ci era abituato. Sua moglie aveva quel sorriso dolcissimo che sei anni prima lo avevano fatto innamorare di lei. “in che senso anzi?” “sono incinta.” quella sera a cena ne aveva parlato con Temari e Kankuro. Il suo piccolo disse: “Mamma... ma quando nascerà il nuovo fratellino, tu mi vorrai ancora bene?” il kazekage sbiancò, ma non lo notò nessuno. “certo! E tu sarai un bravo fratello maggiore, vero? Gli farai vedere come sei bravo con le marionette...” mentre continuava a fantasticare, Karura non notava il marito farsi sempre più abbattuto. Alla fine, si alzò sbattendo le mani sul tavolo e andandosene in camera sua. Temari e Kankuro guardarono la madre, per chiedere spiegazioni. “... papà è solo molto stanco, tutto qui.” quando Karura arrivò all' ottavo mese, venne portata dal marito al cospetto dei due Fratelli Chiyo e Ebizo, altissimi consiglieri del Villaggio. “é pronta?” chiese la vecchia Chiyo. “Sì, è all' ottavo mese ormai.” “pronta per cosa?!” chiese preoccupata la povera donna. “bene. Mettila sul tavolo.” mentre Karura veniva trascinata a forza sul tavolo in mezzo ad una polverosa sala, vide la Reliquia. Urlò. Aveva capito cosa volevano fare. “NO! Lasciatemi! Non permetterò che mio figlio diventi una forza portante!” urlava mentre veniva posizionata sul tavolo da dei ninja. Piangendo, si rivolse al marito. “ASSASSINO! È tuo figlio! Che tu sia dannato! Assassino!” le guance rigate di lacrime spezzarono il cuore al marito. “é per il bene del villaggio.” disse con ferma convinzione, ignorando il dolore. “Tu sei pazzo! Pazzo!” diceva mentre si dimenava “muori!” la vecchia Chiyo, impassibile, cominciò a sigillare il demone nel feto. Karura svenì. Quando si svegliò, era nella sua stanza. Scoppiò a piangere, stringendo il pancione. Suo figlio, costretto a diventare una forza portante. Era sicura che avrebbe sofferto. Nessuno avrebbe mai voluto diventare amico di qualcuno che aveva un demone. Sarebbe morto giovane, oh, ne era sicura. Cosa sarebbe successo se suo figlio sarebbe nato come tutti i bambini? Era il minore; magari avrebbe avuto i capelli rossi... che meraviglia. E forse, anche gli occhi azzurri... come suo nonno... chissà, magari avrebbe somigliato a lei o Yashamaru. Ma era inutile cullarsi in queste dolci ma tristi fantasie. Suo figlio avrebbe sofferto. Avrebbe dovuto aiutarlo... sapeva che non sarebbe sopravvissuta al parto. Ma come....? il suo nome. Era un aiuto implicito.. sperava che Yashamaru l' avrebbe interpretato bene. Gaara. “demone che ama solo se stesso. ” demone perchè avrebbe dovuto conviverci, e quindi doveva saperlo. “che ama solo se stesso.” nessuno lo avrebbe amato. Avrebbe potuto amare solo se stesso. Se fosse stato egoista, forse sarebbe sopravvissuto... lo sperava. Suo marito entrò nella stanza. Lei volse la testa per non vederlo. Pochi giorni dopo, mentre preparava la cena, venne presa da atroci contrazioni. Non erano mai state così dolorose. Cadde a terra. Temari, terrorizzata, la guardava sulla soglia della cucina. Corse a chiamare lo zio. Yashamaru la raggiunse. L' aiutò a raggiungere l' ospedale. Mentre andava in sala parto, Karura vide il kazekage in sala d' attesa. Mentre suo figlio venne alla luce, sussurrò il nome di suo figlio al fratello. Poi, presa dal dolore, urlò maledizioni contro il villaggio. Malediceva il villaggio che avrebbe fatto soffrire suo figlio. Malediceva il padre che lo costringeva a una vita di dolore. Malediceva il demone. Poi, scivolò lentamente nell' oblio. Vide una luce. Quanto avrebbe voluto vedere almeno il volto del figlio.... “dov' è la mamma?” fu la prima cosa che chiesero Temari e Kankuro quando il kage uscì dalla sala parto. “... è andata via.” “in che senso?” Temari si sporse per vedere nella sala. Ne uscì una barella, coperta da un lenzuolo bianco. Da sotto il lenzuolo scivolò fuori una mano. Kankuro urlò. Riconobbe il bracciale al polso del cadavere. Lo aveva regalato lui alla madre poco tempo prima. Si lanciò sul cadavere, strappando il lenzuolo. Il volto della madre, bianco, poggiava stancamente sul cuscino. Temari corse ad abbracciare il fratello. Entrambi piangevano. Il cadavere fu portato via di tutta fretta, mentre il kage tirò uno schiaffo a Kankuro e tirò Temari per una codina. Li segregò ognuno in camera sua. Temari picchiettò delicatamente al muro. Sentì dei singhiozzi interrompersi bruscamente. Poi, una vocina disse: “Temari... sei tu?” “sì, Kankuro, sono io....” “Tem... la mamma è morta, vero?” disse con voce spezzata. “... sì Kankuro. È morta.” guardò una foto sul comodino. Ritraeva la madre. Pensò al fratellino appena nato. Lui non aveva mai visto la mamma. Uscì sul corridoio. Entrò silenziosamente nella camera di Gaara. Dormiva placidamente, i pochi capelli rossi illuminati dalla luna. Temari posò la foto sul comodino. Così, la mamma avrebbe potuto vegliare su di lui...
   
 
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