questo capitolo è dedicato a LADYSAIKA, TRE 88 e PIMPLEMI_CHAN!
RUFY
Sono
solo, sconfitto come forse non era ancora successo. Mi ritrovo al
capolinea dopo
l’ultimo di una serie di fallimenti fin troppo lunga.
Tuttavia non mi va di
smettere di lottare, non ancora. Ci sarebbero tante soluzioni di fronte
a me,
ma arrendermi adesso è l’unica cosa che non mi va
di fare.
Le
nostre avventure non possono essersi esaurite con questo viaggio, lo
posso
affermare con certezza mentre addento uno strano frutto trovato su uno
degli
alberi dell‘isola poche ore fa. Non so se sia commestibile o
meno, ma non ho
altra scelta. Nessuno cucinerà per me per molto tempo, tanto
vale farci
l’abitudine. Rey passa molto tempo insieme a me, ma per
alcune cose è stato
categorico: devo arrangiarmi da solo, anche questo fa parte
dell’allenamento
per diventare un uomo ed un capitano migliore.
Solo
in questo posto apparentemente dimenticato dalla civiltà mi
alzo e inizio a
camminare, tracciando un bilancio di quella che è stata la
mia vita almeno fino
ad oggi mentre i miei piedi affondano nella sabbia umida. È
sera, ma il sole
non è ancora del tutto tramontato. Sta affondando nel mare
proprio di fronte
alla linea d’orizzonte, colorando il cielo di un bizzarro
accostamento di
colori.
Sono
cresciuto solo, con un nonno troppo aggressivo e dei sogni che andavano
contro
quello che lui aveva deciso per me. Molte volte non lo capivo e lo
odiavo, solo
ora mi rendo conto che lui cercava solo di proteggermi dalla
crudeltà del mondo
che aveva visto da vicino. Ad appena sette anni ho incontrato Shank, mi
sono
illuso che tutto sarebbe cambiato e poi l’ho dovuto guardare
allontanarsi con un
cappello di paglia troppo grande per me stretto tra le mani ed un sogno
ancora
più ingombrante. Ho promesso a me stesso che sarei diventato
come lui,
coraggioso e leale, ma sempre pronto a ridere e mai ad arrendersi. Ace
e Sabo
sono arrivati solo poco dopo nella mia vita, o forse sono stato io a
finire
nella loro. Ancora adesso non mi capacito bene di come sia andata. Il
punto,
come amava ripetere Ace, è che è andata. Ancora
una volta tutto è cambiato, ho
trovato dei fratelli, sono cresciuto con loro ed alla fine li ho visti
morire.
Tutti e due. Ora mi sono rimasti solo i miei compagni sparsi in tante
isole
lontane, una promessa urlata tra le lacrime e la voglia di non
arrendermi
davanti alla marina e al governo mondiale.
Non
rinuncerò ad i miei sogni solo perché sono dei
signori vestiti bene con dei
tristi sorrisi ed un dubbio senso della giustizia a dirmelo.
Il mio
destino è stato tracciato tempo fa, quando ho deciso che il
mare sarebbe stato
la mia vita. Quando ho salvato la vita di Zoro e lui mi ha sorriso
sguainando
la sua spada. Quando ho visto piangere Nami tra le rovine di Arlong
Park,
intorno ad i suoi concittadini sorridenti. Quando ho sentito per la
prima volta
Usop esultare con noi o quando ho combattuto insieme a Sanji su quella
strana
piattaforma galleggiante. E ancora, quando ho sentito la storia di
Chopper o
quella di Bibi. Oppure quando ho accettato Nico Robin nella ciurma e
poi ho
combattuto per lei, disposto a dare anche la mia vita. Senza
dimenticare
Franky, Brook e tutte le avventure vissute insieme in così
poco tempo.
Nonostante
non li veda da tanto, troppo tempo, so che i miei compagni non sono il
mio
passato ma il mio futuro. Loro sono lì fuori, da qualche
parte, che mi pensano
e stanno combattendo ed allenandosi per me. Se hanno ricevuto il
messaggio, se
l’hanno compreso e credono in me allora so per certo che
stanno bene. Riesco
quasi a vederli, sperduti su isole lontane, leggere il giornale,
appallottolarlo,
maledirmi e poi sorridere per la mia imprudenza. Altri mi avrebbero
già
abbandonato, ma loro mi vogliono bene e so che si stanno allenando
proprio come
sto facendo io, insieme al vecchio Rey. Non ho mai dubitato della loro
lealtà,
e non inizierò a farlo nemmeno questa volta.
Con
loro mi aspettano altre avventure, così tante che non riesco
nemmeno a contarle
o ad immaginarmele tutte quante davanti agli occhi. Sirene, mostri
marini e
uomini pesce. E ancora, grandi vulcani, tempeste e bellissime giornate
di sole.
Tutto questo si stende davanti a noi, chiedendoci solo di andare a
prenderlo.
Pensando
ai miei compagni mi viene spontaneo chiedermi cosa avranno pensato di
fronte
alle immagini o al giornale che raccontava della guerra di Marineford e
della
morte di Ace. Sorrido, pieno di amarezza. Loro non lo sanno, e credo
non lo
possano nemmeno immaginare, ma sono stati proprio loro a salvarmi.
Certo, Law
ha salvato il mio povero corpo martoriato dalle infinite ferite, ma
sono stati
loro a restituirmi il sorriso e la voglia di allenarmi per credere nei
sogni
anche senza essere fisicamente presenti al mio fianco. Solo grazie a
loro mi è
tornata la voglia di vivere, di voltare pagina e di andare avanti
facendo i
conti con la morte del mio adorato fratello maggiore, Ace.
Voglio
diventare una persona migliore, per essere alla loro altezza e per
proteggerli
da chiunque cercherà di fare ancora loro del male.
Immerso
nei miei pensieri sono arrivato alla spiaggia senza quasi rendermene
conto. Mi
guardo allo specchio, o meglio, mi specchio nelle cristalline acque del
mare di
quest’isola deserta. C’è poca luce, ma
abbastanza per riuscire a vedere ancora
qualcosa. L’immagine che ho di fronte non è
cambiata poi molto da quella
che ho visto
l’ultima volta che sono
stato sulla mia nave. Sono sempre lo stesso ragazzino di sempre, solo
con una
grossa cicatrice in più che mi attraversa il petto. Ora
assomiglio a Zoro, solo
che io non sono stato ferito dall’uomo che sognavo di
sconfiggere. Al
contrario, la mia ferita è lì a ricordarmi ogni
singolo giorno di come ho perso
mio fratello e come non sono stato forte a sufficienza per evitare che
i miei
compagni mi fossero strappati via uno dopo l’altro.
Quel
segno rappresenta tutti i miei errori ed i miei propositi di non
commetterli ancora
una volta come in passato. Nonostante questo, so di essere cambiato.
Quello
che mi rende diverso però sfugge alla vista. È
qualcosa di più profondo, quasi
intimo. Forse Makino direbbe che sono diventato grande e che sono
maturato, ma
so bene che non è solo quello. Una parte della mia anima non
è mai uscita da
quella prigione, né ha mai fatto ritorno da Marineford.
Pensando a
quell’orribile guerra che ho affrontato solo qualche mese fa
l’unica cosa di
cui sono lieto è di non averci trascinato i miei amici.
La
decisione di andare al quartiere generale della marina da solo, per
quanto
obbligata dal destino, è la migliore che io potessi mai
prendere. La più saggia
e responsabile, seppure possa suonare strano. So bene di essermi
salvato per
miracolo, così come so che non avrei mai potuto proteggere i
miei compagni da
quei terribili colpi.
Sarebbero
morti per me proprio come mio fratello ed
io non avrei mai potuto darmi pace. Non avrei avuto una
ragione per
continuare a vivere ed a sorridere come invece mi impongo di fare
pensato alla
mia ciurma.
Senza
quasi rendermene conto la mia mente è tornata a pensare a
lui, ad Ace, ancora
incapace di registrare del tutto la sua scomparsa. Dopo tutto il mio
fratellone
è sempre stato il mio mito, una specie di super eroe
infallibile ed immortale. Le
leggende non possono essere sconfitte. La sua tragica fine ha fatto
crollare
ogni certezza.
Il
ricordo di Ace, così come la sua assurda morte, è
qualcosa di strano, che non
riesco ancora ad inquadrare del tutto. Certi giorni l’idea di
essere la causa
della sua morte mi fa stare talmente male da togliermi il respiro e da
farmi
desiderare di sparire, mettendo fine a tutto quel dolore. Credo sia il
senso di
colpa di chi sopravvive e qualcosa mi dice che dovrò
imparare a farci i conti;
certe cose non si possono dimenticare, mai.
Altri
giorni mi capita di pensare al mio fratellone e di mettermi a ridere da
solo,
senza una ragione precisa. Ora so che è finalmente libero,
proprio come aveva
sempre desiderato lui. Non è più il figlio del
demonio ma solo un pirata, come
aveva sempre desiderato, e naviga nel cielo. Non so bene dove sia, ma
so con
certezza che se ne a zonzo per qualche mare dove io non posso
raggiungerlo. Non
ancora, almeno. Prima o poi ci incontreremo ancora, ed io
avrò un sacco di
avventure da raccontargli. Lui mi starà ad ascoltare,
attento, poi scoppierà a
ridere e dirà che sono sempre il solito impiastro.
Quello
che mi spinge ad andare avanti sia nei giorni buoni che in quelli
cattivi è la
consapevolezza che solo il corpo di mio fratello è morto. Le
promesse che ci
siamo fatti, i momenti vissuti insieme, le risate, i sogni e i nostri
propositi
sono ancora tutti lì.
Pensando
ad Ace mi viene naturale pensare anche a Sabo ed alla sua altrettanto
assurda
fine. Lui se n’è andato troppo presto, poco
più che bambino.
Appena
Ace è morto ho pensato a lui. Ero quasi geloso. Loro due ora
sono insieme ed io
sono qui da solo. Proprio come quando li ho conosciuti, solo che questa
volta
non posso raggiungerli. Non ancora almeno, per ora il mio posto
è qui con i
miei compagni, i miei fratelli, la mia famiglia. Una famiglia legata
non dal
sangue, ma che mi sono scelto e che sono disposto a difendere con il
sangue.
Improvvisamente
mi dimentico di essere quasi solo su di un isola deserta, alzo le
braccia e mi
metto ad urlare al cielo con tutta la voce che ho.
- Vi
renderò orgogliosi di me. -
Urlare
queste parole mi fa stare meglio. Mi siedo sulla spiaggia e mi perdo a
guardare
quello che rimane dei colori del tramonto, quasi fosse un tesoro
prezioso.
Smettere
di inseguire il mio sogno vorrebbe dire infangare la memoria di Ace.
Almeno,
questo è quello che direbbe Zoro o che mi lascerebbe
intendere il mio
silenzioso amico. Mio fratello è ancora vivo in
tantissime cose che mi circondano; negli amici che ha
lasciato che si
sono fatti in quattro per aiutarmi, così come nei suoi
compagni e persino nei
luoghi dove ha vissuto.
Sanji
invece, se fosse qui con me, cucinerebbe i cibi che preferisco. Forse
smetterebbe anche di fare storie per i furti di cibo oppure
continuerebbe a
prendersela con me per cercare di distrarmi.
Usop
piangerebbe insieme a me, poi lascerebbe che io appoggiassi la testa
sulla sua
spalla e direbbe che gli dispiace. Lo stesso farebbero Nami e Chopper.
Anche
Franky
scoppierebbe a piangere, ma non lo darebbe a vedere. Non di fronte a me
almeno.
Brook si staccherebbe dal gruppo per intonare un canto gioioso e
solitario in
memoria di mio fratello, quell’uomo che non ha mai conosciuto
ma che sa per
certo che non meritava una fine tanto triste.
Robin
invece non direbbe nulla, ma non mi lascerebbe solo nemmeno un attimo.
Non
appena penso ai miei compagni il mio volto si oscura. Non posso fare a
meno di
chiedermi come avranno preso la mia decisione. Di certo non con un
sorriso, non
subito almeno. So che è la decisione più sensata
e sono sicuro che lo hanno
capito anche loro.
Nami
di sicuro sarà la più arrabbiata, forse
perché il mio messaggio l’avrà fatta
sentire abbandonata e sola proprio come quando l’ho
conosciuta. Sicuramente
tutti si staranno preoccupando per me e per il mio dolore, primi tra
tutti Usop
e Zoro. Sono diversi, ma io sono molto legato ad entrambi. Usop
è il mio
migliore amico, nonostante tutte le discussioni e le incomprensioni di
Water
Seven. Zoro invece è il mio secondo, forse la persona con
cui ho in assoluto
parlato di meno ma che mi ha capito di più.
Mi
siedo sulla sabbia, con i piedi a mollo nel mare calmo.
Non
c’è dubbio, passerò questi due anni ad
allenare il mio corpo ma la mia mente
non potrà che restare fissa su quello che ho perso, sulle
mie colpe e sui miei
fallimenti. Devo ripartire da quelli per diventare una persona migliore.
Guardo fisso di fronte a me e so perché devo andare avanti: devo farlo per i miei amici.
ANGOLO DELL'AUTRICE
Per prima cosa, grazie mille per essere arrivati a leggere fino a qui. inizialmente questo doveva essere l'ultimo capitolo, ma per ringraziarvi della pazienza ho deciso di inserirne uno bonus nel quale parlare del ritrovo della ciurma. naturalmente, per non snaturare la storia, anche l'ultimo capitolo verrà narrato in prima persona.. non dico chi sarà il protagonista, ma vi lancio una sfida.
chi ci racconterà l'incontro della ciurma di Cappello di Paglia?
LadySaika: graaazie millee!! per il momento in cui si incontreranno dovrai pazientare, nel frattempo spero che ti sia piaciuto il capitolo di Rufy.
Tre 88: ebbene si, alla fine ho deciso che li farò incontrare. le cose si fanno per bene, o no?
Pimplemi_chan: grazie milleeee!!!