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Autore: sihu    19/04/2011    5 recensioni
Rufy ha lanciato un messaggio ai suoi compagni tramite il giornale, ed ognuno di loro la prende a modo suo. in ogni capitolo ci sarà una piccola storia a se riguardo come se la stanno passando i vari membri della ciurma.
CAPITOLO 1---> Nami.
CAPITOLO 2---> Sanji.
CAPITOLO 3---> Zoro.
CAPITOLO 4---> Usop.
CAPITOLO 5---> Brook.
CAPITOLO 6---> Nico Robin.
CAPITOLO 7---> Franky
CAPITOLO 8---> Chopper
CAPITOLO 9---> Rufy
CAPITOLO 10---> Thousand Sunny
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Franky, Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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questo capitolo è dedicato a LADYSAIKA, TRE 88 e PIMPLEMI_CHAN!

RUFY

Sono solo, sconfitto come forse non era ancora successo. Mi ritrovo al capolinea dopo l’ultimo di una serie di fallimenti fin troppo lunga. Tuttavia non mi va di smettere di lottare, non ancora. Ci sarebbero tante soluzioni di fronte a me, ma arrendermi adesso è l’unica cosa che non mi va di fare.

Le nostre avventure non possono essersi esaurite con questo viaggio, lo posso affermare con certezza mentre addento uno strano frutto trovato su uno degli alberi dell‘isola poche ore fa. Non so se sia commestibile o meno, ma non ho altra scelta. Nessuno cucinerà per me per molto tempo, tanto vale farci l’abitudine. Rey passa molto tempo insieme a me, ma per alcune cose è stato categorico: devo arrangiarmi da solo, anche questo fa parte dell’allenamento per diventare un uomo ed un capitano migliore.

Solo in questo posto apparentemente dimenticato dalla civiltà mi alzo e inizio a camminare, tracciando un bilancio di quella che è stata la mia vita almeno fino ad oggi mentre i miei piedi affondano nella sabbia umida. È sera, ma il sole non è ancora del tutto tramontato. Sta affondando nel mare proprio di fronte alla linea d’orizzonte, colorando il cielo di un bizzarro accostamento di colori.

Sono cresciuto solo, con un nonno troppo aggressivo e dei sogni che andavano contro quello che lui aveva deciso per me. Molte volte non lo capivo e lo odiavo, solo ora mi rendo conto che lui cercava solo di proteggermi dalla crudeltà del mondo che aveva visto da vicino. Ad appena sette anni ho incontrato Shank, mi sono illuso che tutto sarebbe cambiato e poi l’ho dovuto guardare allontanarsi con un cappello di paglia troppo grande per me stretto tra le mani ed un sogno ancora più ingombrante. Ho promesso a me stesso che sarei diventato come lui, coraggioso e leale, ma sempre pronto a ridere e mai ad arrendersi. Ace e Sabo sono arrivati solo poco dopo nella mia vita, o forse sono stato io a finire nella loro. Ancora adesso non mi capacito bene di come sia andata. Il punto, come amava ripetere Ace, è che è andata. Ancora una volta tutto è cambiato, ho trovato dei fratelli, sono cresciuto con loro ed alla fine li ho visti morire. Tutti e due. Ora mi sono rimasti solo i miei compagni sparsi in tante isole lontane, una promessa urlata tra le lacrime e la voglia di non arrendermi davanti alla marina e al governo mondiale.

Non rinuncerò ad i miei sogni solo perché sono dei signori vestiti bene con dei tristi sorrisi ed un dubbio senso della giustizia a dirmelo.

Il mio destino è stato tracciato tempo fa, quando ho deciso che il mare sarebbe stato la mia vita. Quando ho salvato la vita di Zoro e lui mi ha sorriso sguainando la sua spada. Quando ho visto piangere Nami tra le rovine di Arlong Park, intorno ad i suoi concittadini sorridenti. Quando ho sentito per la prima volta Usop esultare con noi o quando ho combattuto insieme a Sanji su quella strana piattaforma galleggiante. E ancora, quando ho sentito la storia di Chopper o quella di Bibi. Oppure quando ho accettato Nico Robin nella ciurma e poi ho combattuto per lei, disposto a dare anche la mia vita. Senza dimenticare Franky, Brook e tutte le avventure vissute insieme in così poco tempo.

Nonostante non li veda da tanto, troppo tempo, so che i miei compagni non sono il mio passato ma il mio futuro. Loro sono lì fuori, da qualche parte, che mi pensano e stanno combattendo ed allenandosi per me. Se hanno ricevuto il messaggio, se l’hanno compreso e credono in me allora so per certo che stanno bene. Riesco quasi a vederli, sperduti su isole lontane, leggere il giornale, appallottolarlo, maledirmi e poi sorridere per la mia imprudenza. Altri mi avrebbero già abbandonato, ma loro mi vogliono bene e so che si stanno allenando proprio come sto facendo io, insieme al vecchio Rey. Non ho mai dubitato della loro lealtà, e non inizierò a farlo nemmeno questa volta.

Con loro mi aspettano altre avventure, così tante che non riesco nemmeno a contarle o ad immaginarmele tutte quante davanti agli occhi. Sirene, mostri marini e uomini pesce. E ancora, grandi vulcani, tempeste e bellissime giornate di sole. Tutto questo si stende davanti a noi, chiedendoci solo di andare a prenderlo.

Pensando ai miei compagni mi viene spontaneo chiedermi cosa avranno pensato di fronte alle immagini o al giornale che raccontava della guerra di Marineford e della morte di Ace. Sorrido, pieno di amarezza. Loro non lo sanno, e credo non lo possano nemmeno immaginare, ma sono stati proprio loro a salvarmi. Certo, Law ha salvato il mio povero corpo martoriato dalle infinite ferite, ma sono stati loro a restituirmi il sorriso e la voglia di allenarmi per credere nei sogni anche senza essere fisicamente presenti al mio fianco. Solo grazie a loro mi è tornata la voglia di vivere, di voltare pagina e di andare avanti facendo i conti con la morte del mio adorato fratello maggiore, Ace.

Voglio diventare una persona migliore, per essere alla loro altezza e per proteggerli da chiunque cercherà di fare ancora loro del male.

Immerso nei miei pensieri sono arrivato alla spiaggia senza quasi rendermene conto. Mi guardo allo specchio, o meglio, mi specchio nelle cristalline acque del mare di quest’isola deserta. C’è poca luce, ma abbastanza per riuscire a vedere ancora qualcosa. L’immagine che ho di fronte non è cambiata poi molto da quella che  ho visto l’ultima volta che sono stato sulla mia nave. Sono sempre lo stesso ragazzino di sempre, solo con una grossa cicatrice in più che mi attraversa il petto. Ora assomiglio a Zoro, solo che io non sono stato ferito dall’uomo che sognavo di sconfiggere. Al contrario, la mia ferita è lì a ricordarmi ogni singolo giorno di come ho perso mio fratello e come non sono stato forte a sufficienza per evitare che i miei compagni mi fossero strappati via uno dopo l’altro.

Quel segno rappresenta tutti i miei errori ed i miei propositi di non commetterli ancora una volta come in passato. Nonostante questo, so di essere cambiato.

Quello che mi rende diverso però sfugge alla vista. È qualcosa di più profondo, quasi intimo. Forse Makino direbbe che sono diventato grande e che sono maturato, ma so bene che non è solo quello. Una parte della mia anima non è mai uscita da quella prigione, né ha mai fatto ritorno da Marineford. Pensando a quell’orribile guerra che ho affrontato solo qualche mese fa l’unica cosa di cui sono lieto è di non averci trascinato i miei amici.

La decisione di andare al quartiere generale della marina da solo, per quanto obbligata dal destino, è la migliore che io potessi mai prendere. La più saggia e responsabile, seppure possa suonare strano. So bene di essermi salvato per miracolo, così come so che non avrei mai potuto proteggere i miei compagni da quei terribili colpi.

Sarebbero morti per me proprio come mio fratello ed  io non avrei mai potuto darmi pace. Non avrei avuto una ragione per continuare a vivere ed a sorridere come invece mi impongo di fare pensato alla mia ciurma.

Senza quasi rendermene conto la mia mente è tornata a pensare a lui, ad Ace, ancora incapace di registrare del tutto la sua scomparsa. Dopo tutto il mio fratellone è sempre stato il mio mito, una specie di super eroe infallibile ed immortale. Le leggende non possono essere sconfitte. La sua tragica fine ha fatto crollare ogni certezza.

Il ricordo di Ace, così come la sua assurda morte, è qualcosa di strano, che non riesco ancora ad inquadrare del tutto. Certi giorni l’idea di essere la causa della sua morte mi fa stare talmente male da togliermi il respiro e da farmi desiderare di sparire, mettendo fine a tutto quel dolore. Credo sia il senso di colpa di chi sopravvive e qualcosa mi dice che dovrò imparare a farci i conti; certe cose non si possono dimenticare, mai.

Altri giorni mi capita di pensare al mio fratellone e di mettermi a ridere da solo, senza una ragione precisa. Ora so che è finalmente libero, proprio come aveva sempre desiderato lui. Non è più il figlio del demonio ma solo un pirata, come aveva sempre desiderato, e naviga nel cielo. Non so bene dove sia, ma so con certezza che se ne a zonzo per qualche mare dove io non posso raggiungerlo. Non ancora, almeno. Prima o poi ci incontreremo ancora, ed io avrò un sacco di avventure da raccontargli. Lui mi starà ad ascoltare, attento, poi scoppierà a ridere e dirà che sono sempre il solito impiastro.

Quello che mi spinge ad andare avanti sia nei giorni buoni che in quelli cattivi è la consapevolezza che solo il corpo di mio fratello è morto. Le promesse che ci siamo fatti, i momenti vissuti insieme, le risate, i sogni e i nostri propositi sono ancora tutti lì.

Pensando ad Ace mi viene naturale pensare anche a Sabo ed alla sua altrettanto assurda fine. Lui se n’è andato troppo presto, poco più che bambino.

Appena Ace è morto ho pensato a lui. Ero quasi geloso. Loro due ora sono insieme ed io sono qui da solo. Proprio come quando li ho conosciuti, solo che questa volta non posso raggiungerli. Non ancora almeno, per ora il mio posto è qui con i miei compagni, i miei fratelli, la mia famiglia. Una famiglia legata non dal sangue, ma che mi sono scelto e che sono disposto a difendere con il sangue.

Improvvisamente mi dimentico di essere quasi solo su di un isola deserta, alzo le braccia e mi metto ad urlare al cielo con tutta la voce che ho.

- Vi renderò orgogliosi di me. -

Urlare queste parole mi fa stare meglio. Mi siedo sulla spiaggia e mi perdo a guardare quello che rimane dei colori del tramonto, quasi fosse un tesoro prezioso.

Smettere di inseguire il mio sogno vorrebbe dire infangare la memoria di Ace. Almeno, questo è quello che direbbe Zoro o che mi lascerebbe intendere il mio silenzioso amico. Mio fratello è ancora vivo in  tantissime cose che mi circondano; negli amici che ha lasciato che si sono fatti in quattro per aiutarmi, così come nei suoi compagni e persino nei luoghi dove ha vissuto.

Sanji invece, se fosse qui con me, cucinerebbe i cibi che preferisco. Forse smetterebbe anche di fare storie per i furti di cibo oppure continuerebbe a prendersela con me per cercare di distrarmi.

Usop piangerebbe insieme a me, poi lascerebbe che io appoggiassi la testa sulla sua spalla e direbbe che gli dispiace. Lo stesso farebbero Nami e Chopper.

Anche Franky scoppierebbe a piangere, ma non lo darebbe a vedere. Non di fronte a me almeno. Brook si staccherebbe dal gruppo per intonare un canto gioioso e solitario in memoria di mio fratello, quell’uomo che non ha mai conosciuto ma che sa per certo che non meritava una fine tanto triste.

Robin invece non direbbe nulla, ma non mi lascerebbe solo nemmeno un attimo.

Non appena penso ai miei compagni il mio volto si oscura. Non posso fare a meno di chiedermi come avranno preso la mia decisione. Di certo non con un sorriso, non subito almeno. So che è la decisione più sensata e sono sicuro che lo hanno capito anche loro.

Nami di sicuro sarà la più arrabbiata, forse perché il mio messaggio l’avrà fatta sentire abbandonata e sola proprio come quando l’ho conosciuta. Sicuramente tutti si staranno preoccupando per me e per il mio dolore, primi tra tutti Usop e Zoro. Sono diversi, ma io sono molto legato ad entrambi. Usop è il mio migliore amico, nonostante tutte le discussioni e le incomprensioni di Water Seven. Zoro invece è il mio secondo, forse la persona con cui ho in assoluto parlato di meno ma che mi ha capito di più.

Mi siedo sulla sabbia, con i piedi a mollo nel mare calmo.

Non c’è dubbio, passerò questi due anni ad allenare il mio corpo ma la mia mente non potrà che restare fissa su quello che ho perso, sulle mie colpe e sui miei fallimenti. Devo ripartire da quelli per diventare una persona migliore.

Guardo fisso di fronte a me e so perché devo andare avanti: devo farlo per i miei amici.

ANGOLO DELL'AUTRICE

Per prima cosa, grazie mille per essere arrivati a leggere fino a qui. inizialmente questo doveva essere l'ultimo capitolo, ma per ringraziarvi della pazienza ho deciso di inserirne uno bonus nel quale parlare del ritrovo della ciurma. naturalmente, per non snaturare la storia, anche l'ultimo capitolo verrà narrato in prima persona.. non dico chi sarà il protagonista, ma vi lancio una sfida.

chi ci racconterà l'incontro della ciurma di Cappello di Paglia?

LadySaika: graaazie millee!! per il momento in cui si incontreranno dovrai pazientare, nel frattempo spero che ti sia piaciuto il capitolo di Rufy.

Tre 88: ebbene si, alla fine ho deciso che li farò incontrare. le cose si fanno per bene, o no?

Pimplemi_chan: grazie milleeee!!!

  
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