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Autore: Chloe88    03/02/2006    1 recensioni
Due anni dopo la fine della quinta serie, Rory è a Parigi per lavoro. Cosa succedderà, quando incontrerà qualcuno a cui credeva di avere detto addio molto tempo prima?
Rory/Tristan. Vi prego leggete e recensite!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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capitolo2

N.d.A.: grazieeeeeeeeeeeeeeeee per le recensioni a Eileen_Prewett, farfallina, silvia, STRAWBERRY, Ran91 e Simo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Rispondo alla domanda di Ran91: sì, è inventata da me… sarebbe la mia versione di un seguito che si svolgerebbe circa due anni dopo la fine della quinta serie! Scusa se ti rispondo qui, invece che con una e-mail, ma non ho fatto in tempo…

Ecco il secondo capitolo… in cui nomino anche qualche cosa successa all’inizio della sesta serie. E scusate per il ritardo… ma nel frattempo, se a qualcuno può interessare, ho scritto una one-shot su Buffy (“Everywhere”).

 

Capitolo 2- Lavanderie e racconti

 

Mi avvicino a Tristan, mostrandogli una manciata di monetine. “Gettoni per la lavatrice, e per l’asciugatrice”.  

“Grazie, tu mi stai viziando. Comunque, non credi che sarebbe una buona idea rimanere un po’ più calma? Dopotutto mi hai anche offerto il pranzo…”. Indica i panini e le bibite posati su un’asciugatrice, in puro stile picnic. … picnic postmoderno, direi.

“È solo che mi sento in colpa…”. Lui sorride, scuotendo la testa, e si volta per aprire una delle lavatrici. Da dietro lo vedo togliersi la camicia macchiata e far partire il lavaggio, prima di girarsi verso di me… che rimango a bocca aperta. Il ragazzo ne ha messi su di muscoli…

Cosa c’è, Mary? Vedi qualcosa che ti piace?”. Okay, cerchiamo di ricomporci. Lo guardo male, prima di prendere in mano uno dei panini.

“Mangiamo”. Obbedisce al mio ordine, e per un po’ rimaniamo in silenzio, finché lui non parla.

“Allora? Cosa fai qui a Parigi?”. Oh, mio principe azzurro, ti confesso di aver ho peregrinato in queste terre remote alla tua ricerca. Scherzo. Meglio non dargli una risposta del genere, dato che di autostima ne ha già così poca…

“Sono qui per lavoro. Ho trovato un impiego in un giornale per parte dell’estate… fino a domani, in effetti. Sto per tornare in America”. Lui si appoggia le mani sul cuore, come se fosse stato appena colpito da una freccia.

“Mi stai forse dicendo che hai intenzione di abbandonarmi così presto?”. Sorrido sadicamente.

“Mi dispiace, ma credo che dovrai rassegnarti e fartene una ragione. Ma ti assicuro che sopravvivrai benissimo anche senza di me”.

In effetti hai ragione. Comunque… cosa mi sono perso andando all’accademia militare? Sei andata ad Harvard?”. Ed ecco che comincia il racconto delle mie meravigliose avventure.

“Veramente no”. Mi guarda sconcertato.

“Sorpresa sorpresa. Vuoi vedere che Rory Gilmore si è decisa a darsi alla pazza gioia? O che la mia partenza l’ha lasciata talmente devastata da non poter realizzare i suoi progetti?”. Come dicevo prima: il ragazzo ha davvero poca autostima. Talmente poca che probabilmente ignora persino il significato della parola.

“Sono semplicemente andata a Yale. Non c’è bisogno che ti illudi in questo modo”. Lui mette il broncio.

“Oh, Mary, donna senza cuore… come puoi ferirmi così?”. Non è adorabile con quel faccino finto-depresso? Ehm… Rory? Non facciamoci strani pensieri, okay?

“I sensi di colpa mi stanno uccidendo. Comunque, se può consolarti, un paio di anni fa ho persino rubato una barca e lasciato il college”. Sorride. Completamente affascinato.

E a quel punto hai deciso di partire per mille avventure?”. Ma è fissato?

“No. Sono tornata all’università qualche mese dopo”. Dopotutto, sono sempre io…

“Tu mi deludi. Insomma, non ti ho lasciato nemmeno un po’ di influenza negli anni che abbiamo trascorso a stretto contatto?”. A stretto contatto… ma non come in questo momento. Tristan, sempre a torso nudo, è seduto accanto a me sull’asciugatrice, con il viso a pochi centimetri dal mio. Lo guardo negli occhi, cercando di formulare una frase di senso compiuto.

“Magari non un esempio… ma un sacco di bei ricordi, tipo…”. Non finisco la frase, ma provvede lui al mio posto.
”Tipo… qualcosa di simile a questo?” sussurra, sfiorandomi il viso con le dita e attirandomi a se. Intanto, io non posso fare a meno di chiudere gli occhi, mentre…

DRIIIIIIIIIIN!

Entrambi sobbalziamo per lo spavento, allontanandoci istintivamente di mezzo metro l’uno dall’altra.

Borbotto un “torno subito”, uscendo dal negozio per rispondere al telefono.

 

***

 

Una volta al sicuro dal fascino ammaliatore di Tristan DuGrey, fuori dalla lavanderia, premo il tasto per accettare la chiamata. “Pronto?”

“Caffè”.  Signore e signori, siete davanti alla prova vivente che la mancanza di caffeina può portare al delirio.

“Ciao, mamma. Oggi sei particolarmente espressiva”. Dall’altro capo della linea mi arriva uno sbadiglio.

“Tu sai che ore sono qui, vero?”. Guardo l’ora e faccio un calcolo velocemente.

Sette e mezza?”. Ma non deve andare al lavoro…
”Appunto”. Espressiva e comprensibile, aggiungerei. Ma, dopotutto, credo di doverle offrire un po’ di comprensione. È appena sveglia e, se la mia teoria è corretta, in astinenza da caffeina. Poveretta.
”Perché sei in piedi a quest’ora?”.

“Avevo voglia di caffè, ma qualcuno (che ha provveduto a fuggire) lo ha fatto sparire”. Davvero?
”Cavolo… sta diventando agguerrito. Ma sei sicura? Perché non può non esserci caffè in casa nostra. È sul manuale: Come riconoscere i segni di un’imminente apocalisse”. Giuro. Lo hanno distribuito nelle case. Voi non lo avete ricevuto?

“C’è caffè… solo che non è degno di questo nome”. Tutto si spiega. La mia teoria era corretta, e non siamo ad un passo dalla fine del mondo.

“Decaffeinato”. Dopotutto, è quello che Luke cerca di fare continuamente. Peccato che non ottenga molti risultati, dato che quando si tratta di caffè mia mamma manifesta doti da segugio. Davvero. La settimana scorsa ha trovato il barattolo del caffè “vero” in garage, dove non entrava da qualche secolo.
”Tu si che mi capisci, mia dolce primogenita, non come quel cattivone”.

“In un certo senso potrebbe essere una cosa carina… considerando che non dovresti berne, in gravidanza”.

“Stai passando dalla parte del nemico? Perché ti assicuro che quando aspettavo te ho bevuto litri su litri di caffè… e a quanto mi risulta tu sei uscita bene”.

“Sì, in effetti non credo che ci sia da lamentarsi”.
”Lo sai? Tutto questo sta iniziando a ricordarmi quel sogno…”. Sogno? Quale sogno?
”Scusa
?”. Giusto perché una piccola spiegazione non sarebbe male…
”Ma sì… quando tu eri a Washington, e ti ho telefonato una mattina perché avevo sognato di essere sposata con Luke, e di aspettare due gemelli”. Fammi pensare… Washington, Paris che farnetica nel sonno… sogno mamma-Luke.
”Ah sì! Sid e Nancy, giusto?”. Che bei nomi.

“Si, ma poi avevo cambiato i nomi in Leopold e Loeb. Il punto è che quello potrebbe essere stato un sogno premonitore”.
”Fantastico! Raccontiamolo in qualche talk-show per casalinghe frustrate, e poi fuggiamo con i guadagni”. Sono o non sono un genio del crimine?

“Sì!”. Visto? Anche lei è d’accordo.

“Scoop straordinario: Una volta ho sognato di essere incinta… e dopo qualche anno si è avverato”. Mi immagino già le luci della ribalta…

“Guarda che io mi riferivo alla storia del caffè”. Ah, ecco. In effetti, questo è più da lei.
”Oh. Certo. Anche perchè, in effetti tu aspetti un bambino solo, giusto? Comunque ti rendi conto che stiamo parlando di un sogno che hai fatto quasi cinque anni fa?”.
”Abbiamo buona memoria”.
”Giusto”. Mi giro, guardando nel negozio attraverso la vetrina. Tristan mi sta osservando, con espressione indecifrabile. “Ascolta… devo andare. Tanto ci risentiamo prima che torno, giusto?”. Sarà senza caffeina, ma almeno sta meglio.

Ma certo… ora torna pure dall’orda di bei ragazzi che ti sta aspettando”. La sento ridacchiare.
”Veramente mi accontenterei di uno solo…” dico
distrattamente, continuando a guardarlo.

“Ragazza fedele, ci sentiamo. Ciao!”. Sapete qual è il problema? Il fatto che stavamo parlando di due cose (o, più probabilmente, persone) diverse.

 

N.d.A.: avete notato il piccolo riferimento alla prima puntata della terza serie, vero? Vi prego recensiteee!!!!!!!!!

  
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