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Autore: Lussissa    21/04/2011    11 recensioni
-James?- Lui alzò lo sguardo su di lei, cercando di non pensare a quanto stesse male, in quel momento. -Mi baci?- James la guardò, sentendo la rabbia che piano piano gli saliva al petto. Ripensò a tutte le volte che aveva sperato di sentire quelle parole uscire da quelle labbra.[...] E lei era lì, calda, invitante, con le labbra che tremavano leggermente, gli occhi verdi velati da un sottile strato di lacrime, i capelli rossi scarmigliati, che dava voce ai suoi desideri più profondi con una semplicità disarmante.[...]Ma non poteva, maledizione. Non adesso, dopo tutto quello che era successo.[...]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Il trio protagonista | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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cap 35 James Potter entrò nella Sala Comune dei grifoni con un sorriso che gli partiva da un orecchio all'altro.
Era sicuro che Emmeline e Remus in quel momento stessero avendo una più che interessante conversazione, e non vedeva l'ora di dirlo anche a Sirius e Peter.
Peter a dire il vero non aveva idea di dove fosse finito, ma Sirius appena era entrato aveva sollevato la testa dal tavolo su cui era seduto, facendogli un cenno col capo.
-Non indovinerai mai chi ho lasciato in infermieria con una bionda di nostra conoscenza!-
Si lasciò mollemente cadere sulla panca accanto a Felpato, senza abbandonare il sorriso.
A quella frase d'esordio, Sirius si limitò ad inarcare un sopracciglio, con fare scettico.
-Chi?-
Il tono di voce era piuttosto atono, come se la cosa non lo riguardasse minimamente.
James aggrottò la fronte, perplesso, ma decise di lasciar correre, troppo curioso di vedere la reazione del suo migliore amico alla notizia del loro lupacchiotto che a quanto pare stava finalmente crescendo anche dal punto di vista ormonale, oltre che mentale.
Ghignò, più che deciso a non farsi scoraggiare dall'umore evidentemente cupo dell'amico.
-Prova a indovinare.-
Felpato alzò gli occhi al cielo, con aria disinteressata.
La curiosità era sempre stato uno dei suoi punti deboli, ma in quel momento, stranamente, sembrava essersi rintanata a far coppia col suo buon umore da qualche parte.
-Dai, Ramoso. Non mi va. Dimmelo e basta.-
James lo osservò, di sottecchi, sentendo tutto l'entusiasmo che gli scivolava via di dosso in un attimo.
Erano giorni ormai che Sirius sguazzava in quell'umore tetro e scorbutico che faceva desistere i più coraggiosi dall'avvicinarglisi. Persino le ragazze più audaci, in quella settimana e mezza, avevano preso ad evitarlo, timorose di essere respinte in malo modo.
Nessuno capiva che cosa passasse nella testa di Sirius Black, probabilmente non lo sapeva nemmeno Sirius Black stesso, e James decise che quello era il momento più consono per scoprirlo.
Che c'entrasse la sua morte prematura o il casino con Lene, Ramoso era più che deciso a pungolarlo fino a quando non sarebbe stato disposto a parlarne e risolvere la cosa.
Si passò una mano tra i capelli.
-Okay- scosse la testa, frustrato. -Sirius, si può sapere cosa sta succedendo?-
Felpato spostò gli occhi sul tavolo, come se lì avesse potuto trovare una risposta alla domanda posta da suo fratello.
La verità era che non sapeva minimamente cosa stava succedendo. Erano giorni che si alzava con un diavolo per capello, si irritava per qualsiasi cosa, e ogni dannata volta che cercava di fare qualcosa finiva sempre col litigare con tutti per i motivi apparentemente più stupidi.
E nemmeno James questa volta avrebbe potuto aiutarlo.
Era solo. Solo, contro tutti.
Lui non lo sapeva ancora, ma in un futuro neanche troppo lontano quella solitudine gli sarebbe piombata addosso come la peggiore delle pugnalate, costringendolo ad essere perennemente in fuga da un mondo che lo avrebbe ritenuto un assassino fino al giorno della sua morte.
-Non sta succedendo niente, Ramoso.-
Potter sospirò, esasperato. A Sirius ci sarebbero potuti volere anni, per ammettere di avere un problema.
-Certo che sta succedendo qualcosa. Avanti, dimmi cosa c'è che non va.-
Sirius lo osservò, irritato da tanta insistenza. Non voleva parlarne. Non voleva che gli venissero poste domande scomode, a cui sarebbero seguite risposte sin troppo scomode.
Non voleva squarciare il velo che gli copriva la realtà.
-Non c'è niente che non va, James.-
Lui lo guardò storto.
-Felpato, ti conosco da sette anni.-
-E allora?-
-E allora so perfettamente quando c'è qualcosa che non va. Cosa ti prende?Sono giorni che sei così.-
Sirius tornò a guardare il tavolo, stringendo i pugni.
Un fiume di parole gli stava per sgorgare dalle labbra, e quel fiume di parole avrebbe potuto farli annegare entrambi, lo sapeva bene.
Perchè non riusciva più a guardare James negli occhi e non pensare che presto quell'uragano dai capelli arruffati non sarebbe stato più al suo fianco.
Perchè si sentiva una persona orribile, quando guardava Lily e pensava che se non ci fosse stata lei, James forse sarebbe stato salvo.
E anche perchè, dannazione, per la prima volta nella sua vita si ritrovava a desiderare qualcuno al suo fianco che non fosse la solita sciacquetta disposta ad aprire le gambe al suo primo schiocco di dita.
E quel qualcuno stranamente aveva un nome e un cognome che non osava pronunciare, perchè pronunciarlo sarebbe stato come ammettere che quel qualcosa che lo legava a lei esisteva davvero.
E lui, che per anni era stato educato suo malgrado alla scuola dei Black che non possono amare, non era ancora pronto ad ammettere una cosa simile.
Non ora, quando si sentiva così arido.
Così poco disposto a quel sentimento che richiedeva necessariamente e inevitabilmente un dare all'altro qualcosa di grande.
Lui dentro era vuoto. Non poteva dare niente, tanto meno amore.
Non poteva ricevere niente, tanto meno amore.
Walburga Black sarebbe stata contenta: almeno una cosa era riuscita a inculcargliela, tra tante idee che Sirius aveva sempre ripudiato.
I Black non possono amare.
Quante volte gli era stata ripetuta quella frase?
Non aveva ancora risposto a James, che lo guardava, cercando di leggergli l'anima.
La consapevolezza che probabilmente ci sarebbe riuscito lo irritò, portandolo al limite della sopportazione.
Perchè sapeva che sarebbe potuto esplodere da un momento all'altro.
E se fosse esploso, avrebbe sicuramente detto qualcosa che avrebbe inevitabilmente ferito Ramoso.
-Sono solo stanco, okay?E ora dimmi chi c'era in infermieria, avanti.-
James strinse gli occhi a fessura.
Li odiava, i comportamenti evasivi.
-Sirius...-
Lui strinse le labbra. Dannazione a James e alla sua insistenza.
Dannazione a James e alla sua fissa di non arrendersi mai.
Eppure si era arreso per quanto riguardava il suo futuro.
Perchè, James?
Perchè vuoi abbandonarmi?
Nessuno dei due si accorse di Lily, che in quel momento stava entrando in Sala Comune con un paio di libri stretti al petto.
Decise di non disturbare i due Malandrini, che parevano totalmente presi dalla discussione.
-Ho detto che non ho niente, maledizione!Che ne dici di lasciare perdere?-
-Non posso lasciare perdere, se so che c'è qualcosa che non va.-
A quel punto, successe quello che Sirius aveva cercato così disperatamente di non far succedere.
Tutto il grumo di emozioni che gli si era impastato nel petto, tutta l'amarezza e la frustrazione, tutta la disperazione e la rabbia, vennero riversate fuori con una violenza tale da far tremare le mura di Hogwarts.
-Non vedo comunque perchè dovrebbe interessarti!-
Vide James aggrottare la fronte, spiazzato.
Tra tutte le cose che Sirius poteva reicriminargli, quella di fregarsene non gli era mai passata per l'anticamera del cervello.
Non era sempre stato pronto ad aiutarlo in ogni occasione?Cosa voleva dire Sirius?
-Cosa...-
-Tanto comunque tu te ne andrai, giusto?Hai già deciso che morirai e che non puoi farci niente, no?Cosa te ne frega se intanto ci lasci tutti qui a marcire nella merda!-
Si alzò in piedi, stringendo labbra e pugni, sentendosi tremare.
Sapeva che non era colpa di James, o di Lily, eppure non poteva fare a meno di chiedersi se Ramoso non avrebbe potuto combattere di più per scampare a quel destino.
James non aveva mai rinunciato a niente nella sua vita, perchè ora si?Perchè aveva deciso di arrendersi?
Continuava a chiederselo.
Ramoso lo guardò, con aria incredula.
Anche se sapeva benissimo che prima o poi Sirius avrebbe fatto venire fuori tutto quel dolore che aveva dentro, non pensava lo avrebbe mai accusato di fregarsene.
Cosa credeva, che a lui non importasse?
Cosa ne sapeva di tutto quello che aveva passato in quei mesi?
-Ma cosa credi, che io sia contento di morire a ventun'anni?Credi che non cambierei tutto questo, se potessi?-
Felpato lo guardò, con rabbia.
-E allora cambialo, maledizione!-
James scosse la testa, digrignando i denti.
-Non posso, Sirius, lo sai!-
-No che non lo so, invece!- aveva le dita ficcate nei palmi talmente in profondità, che se non fosse stato impegnato a litigare con James avrebbe urlato di dolore. -Non so perchè fai tutto questo, perchè hai deciso di non combattere più!Che ne è stato del mio migliore amico?-
Perchè il mio migliore amico ha rinunciato a me, a noi?Ai Malandrini?-
Questa era la vera domanda di Sirius.
Cosa ne sarà di noi senza di te, James?
Non ci puoi lasciare così, semplicemente non puoi. Ce l'hai promesso, ricordi?Hai promesso che i Malandrini ci sarebbero sempre stati, fino alla fine del mondo. L'avevi promesso. James Potter mantiene sempre le promesse.
Avrebbe voluto buttare fuori quelle parole che gli ostruivano la gola.
Avrebbe voluto gridare fino a quando la voce non gli sarebbe mancata.
Anche James si alzò, arrabbiato.
Come poteva Sirius dirgli una cosa del genere?
Lui non aveva rinunciato.
Non avrebbe mai rinunciato ai Malandrini.
-Non ho smesso di combattere porca puttana!Se tu non l'avessi notato là fuori c'è un pazzo assassino che tenta di ucciderci tutti, e a quanto pare mio figlio sarà quello che ci libererà dalla persecuzione di Voldemort!Cosa dovrei fare secondo te, dire no io me ne levo fuori arrivederci e grazie?-
E fu allora che Sirius Black si lasciò sfuggire una cosa di cui si sarebbe immediatamente pentito.
La peggiore cosa che avrebbe potuto dire a James.
-Potresti lasciare Lily.- La voce di Felpato era uscita come un flebile sussurro che non avrebbe mai dovuto lasciare la sua bocca. Gli occhi blu che non osavano spostarsi dal terreno per vedere il nocciola sussultare ferito.
Che cosa ci può far dire, la disperazione?
Quanto male possiamo fare agli altri, guidati da questo sentimento tormentato?
James impallidì, di botto, e Sirius seppe di essere riuscito a ferire in maniera indelebile la persona che più gli era stata vicina in quegli anni.
Ma bravo, Sirius, complimenti. Ci sei riuscito. Ti senti abbastanza sporco, adesso?Abbastanza marcio?
-Cosa?- anche James aveva sussurrato, troppo sconvolto per gridare ancora.
Era convinto di aver sentito male.
Doveva per forza aver sentito male, Sirius non gli avrebbe mai detto una cosa del genere. Lui sapeva quanto avesse penato per farsi amare da Lily, lui sapeva quanto poco riuscisse a stare senza di lei.
C'era a ogni suo no, c'era a ogni sua caduta, c'era quando cercava di rimettersi in piedi.
Doveva per forza aver sentito male.
Una pugnalata simile poteva aspettarsela da chiunque, ma non da suo fratello.
Lui finalmente ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi.
Con una fibrillazione dettata solo dalla disperazione di chi tenta il tutto per tutto, Sirius parlò, sapendo bene che si stava scavando una fossa da cui sarebbe stato difficile riemergere.
-Lasciala. La dimenticherai, col tempo puoi farlo, ne sono certo, adesso magari ti sembra impossibile, ma in fondo il tempo guarisce tutto, no?Oppure anche no, può anche non essere una soluzione definitiva, appena finisce la guerra se la ami ancora puoi sempre ritornarci insieme.-
Appena vide la faccia di James, avrebbe voluto solamente mordersi la lingua e ritirare tutto quello che aveva detto.
Ramoso aveva spalancato gli occhi, ferito come non lo aveva mai visto.
Cosa aveva fatto?
James lo fissò. A bassa voce, dicendolo più a se stesso che a Felpato, mormorò:
-Non posso credere che tu l'abbia detto davvero.-
Lo guardò ancora, aspettandosi qualcosa.
Qualsiasi cosa.
Una negazione. Una risata.
Gli sarebbe andata bene qualsiasi cosa.
Ma Sirius stava zitto.
E quel silenzio a James fece ancora più male di quanto si fosse aspettato.
Perchè non diceva nulla?
Sirius abbassò lo sguardo, sentendosi come il più infimo degli esseri.
La verità era che nemmeno lui, poteva credere di aver detto una cosa simile.
Sapeva di aver appena pugnalato James con un'arma ben peggiore di un coltello.
Sapeva quante James ne aveva passate, lo sapeva, eppure non era riuscito a tenere cucita quella stupida boccaccia.
Si divertiva, a ferire gli altri per ferire se stesso?Cosa c'era che non andava, in lui?
Il punto era che non voleva perdere James.
Solo l'idea gli faceva male.
Voleva trovare una soluzione, dannazione.
-Cosa...- James aveva ripreso a parlare, passandosi una mano tra i capelli. -Cosa credi che stessi cercando di fare l'anno scorso, eh?Tu...- si bloccò. Faceva quasi fatica a parlare, dalla delusione che gli attanagliava le viscere. -Tu hai visto com'ero, l'anno scorso, senza di lei, tu non...- strinse i denti, ancora sconvolto. -Non posso credere che tu mi stia chiedendo una cosa simile.-
Si ripassò una mano tra i capelli, scuotendo la testa.
Sirius stava zitto, tenendo gli occhi bassi.
Riconosceva la delusione del suo amico come se fosse la sua. La poteva percepire in quel volto pallido e in quegli occhi quasi spenti, la poteva sentire nell'aria pesante che si era creata tra loro.
Solo un'altra volta era riuscito a deludere così tanto il suo amico, quando aveva rivelato a Mocciosus come arrivare alla Stamberga Strillante.
Poteva reggere la rabbia di Ramoso, poteva reggere le litigate e forse persino l'indifferenza, ma la delusione, quella mai.
James continuava a fissarlo.
Aveva voglia di andarsene o urlargli contro.
Scelse la peggiore: ferirlo.
Non sapeva nemmeno lui come definire la sensazione che lo stava rodendo dentro.
Parlò senza pensare, perchè in quel momento l'unica cosa che riusciva a concepire era che Sirius gli aveva imposto una scelta che si era giurato di non rifare mai.
-Fino a un anno fa non avrei mai ritenuto possibile che uno di voi, uno qualsiasi dei miei migliori amici, sarebbe riuscito a tradirmi. Tu è come se lo avessi appena fatto, e poi ci sarà anche...Non ci posso crederere, davvero. Evidentemente, noi Malandrini non siamo così uniti come diciamo di essere.-
Sirius per poco non sussultò. Lo guardò, sbalordito e ferito.
Cosa voleva dire James?
Lui non lo vrebbe mai tradito, James lo sapeva!
Cosa stava dicendo?
Lui non...
James scosse la testa, con aria quasi disgustata.
-Me ne vado.-
Sirius avrebbe voluto fermarlo. Chiedergli scusa, chiedergli che cosa diavolo volesse dire con quella mezza frase che si era lasciato sfuggire.
Ma non lo fece.
Si limitò a rimanere con gli occhi bassi, mentre James si allontanava senza più degnarlo di uno sguardo, avviandosi verso il dormitorio maschile.
Sirius non alzò gli occhi nemmeno quando sentì la porta del loro dormitorio sbattere.
-Black?-
Lui sobbalzò, riconoscendo la voce.
Oh, cazzo.
Alzò gli occhi, per trovarsi davanti niente popò di meno Lily Evans, che lo fissava con aria imbarazzata.
-Evans?- gli era uscito un tono lievemente isterico. -Da quanto sei qui?-
Lily si schiarì la gola, guardandosi attorno, giusto per non guardare lui.
Non c'era una maniera carina per dirgli che aveva assistito a tutto il litigio.
-Da...un po'-
Lui sembrò comprendere, perchè improvvisamente nei suoi occhi blu passò un lampo di imbarazzo.
-Oh.-
-Già.-
Sirius riabbassò lo sguardo, sentendo piano piano il senso di colpa farsi largo dentro di sè.
Non solo aveva ferito mortalmente James, ora con tutta probabilità Lily lo avrebbe odiato per tutta la vita.
Perchè non riusciva a farne una giusta, ultimamente?
Lily lo osservò, di sottecchi, cercando di capire cosa gli stesse passando per la testa.
L'aria attorno a loro si era caricata di imbarazzo e di silenzio.
Improvvisamente a Lily Sirius fece quasi tenerezza, vederlo lì, con aria abbattuta e afflitta.
Era vero, aveva fatto soffrire Lene, ed era vero, aveva appena detto a James che sarebbe stato meglio mollarla, ma, seriamente, quale amico non l'avrebbe fatto?
Fu strano come lo realizzò, semplicemente guardando quegli occhi blu che tentavano di sfuggire ai suoi.
Sirius aveva semplicemente paura di perdere James. Una paura tremenda di ritrovarsi di nuovo solo, dopo tanti anni che finalmente era riuscito a trovare un po' di pace in se stesso.
Stava solo cercando un modo di salvarlo, di tenerlo al sicuro.
Lei non sarebbe vissuta a lungo senza James, ma come si sarebbe sentito invece Sirius, che prima di riabbracciarlo avrebbe dovuto vagare per anni senza una casa e un posto dove stare?
Anche lei, se fosse stata in lui, si sarebbe odiata, probabilmente.
Tutto quello non era giusto, non solo per lei e per James, ma anche per Sirius e per Remus, e per tutte le persone a loro care.
Decise che doveva parlare con Sirius a tutti costi.
Non erano mai andati granchè d'accordo, loro due, nè si erano mai stati particolarmente simpatici.
Ma lui era la persona di cui James si fidava più al mondo, forse addirittura più di lei, e questo doveva pur valer qualcosa.
Evidentemente, Sirius aveva la stessa maschera di menefreghismo e arroganza che aveva James fino al quinto anno, solo più spessa e decisamente più dura da sciogliere.
Ma perchè non tentare comunque di scoprire chi veramente c'era, dietro quella maschera?
Già si era sbagliata su James, probabilmente si era sbagliata anche su Sirius.
Perchè se c'era una cosa che aveva capito da tutta quella litigata, era che Sirius non avrebbe mai permesso che succedesse qualcosa a James: piuttosto sarebbe morto lui.
Non avrebbe mai accettato la sua morte, mai, così come forse non avrebbe mai accettato che la causa indiretta della sua morte fosse un furgoletto non ancora nato in grado di salvare il mondo.
Sospirò.
-Black...-
Provò, senza particolare successo: Sirius teneva gli occhi ancorati al pavimento.
-Black?- riprovò, ma Felpato pareva essersi immerso nelle sue riflessioni di sensi di colpa.
Questa volta emise uno sbuffo.
-Sirius!-
Finalmente lui parve riscuotersi, almeno in parte. La guardò, con aria assente.
Lei si mordicchiò le labbra, non sapendo bene cosa dire, l'imbarazzo che ancora si poteva palpeggiare tra di loro.
Ma doveva farlo. C'era James, di mezzo.
-Possiamo parlare?-
-Ascolta, Evans, io non ho...-
-Nulla di personale contro di me, ma ho fatto già troppe volte soffrire James, quindi io non piaccio a te e tu non piaci a me?-
Sirius sgranò gli occhi mentre lei sorrideva, ironica, stupendosi del fatto che Lily si ricordasse ancora quella conversazione che pareva avessero avuto secoli prima.
Lily intanto annuì, sempre sorridendo.
-Lo so.- poi prese un largo respiro. -Ascolta, Sirius, io non ho niente contro di te. E so che non approvi la scelta di James, e che in parte me ne dai la colpa.-
Felpato si limitò a stringere le labbra. Si era lasciato sfuggire sin troppe parole, quel giorno.
La rossa si morse il labbro, di nuovo.
Non sapeva bene come continuare. Non era brava con le parole, lei, non lo era mai stata.
E Sirius in quel momento era un muro in cui doveva assolutamente far breccia.
Doveva sconfiggere quella diffidenza naturale che Sirius aveva nei suoi confronti.
Decise di cambiare approccio.
-Quando ho incontrato Harry- fece, stando bene attenta alla sua reazione. -lui mi ha...mi ha parlato molto di te, sai?-
Questo riuscì a scalfire il muro, almeno in parte. Il Malandrino la guardò, curioso e stupito da quella rivelazione. Non aveva mai considerato il figlio di James più di tanto, fino a quel giorno. Lo considerava solo l'ennesimo ostacolo che avrebbe portato il suo migliore amico alla morte. Per quello quelle parole catturarono la sua attenzione.
-Il fatto è- continuò Lily, a voce più bassa. -che quando io e James moriremo, tu sarai la sola famiglia su cui potrà contare. Sarai..il padre che James non potrà mai essere.-
Sirius la guardò, sorpreso.
Sbagliava, o aveva sentito una nota leggermente incrinata, nella voce della rossina?
Notò che gli occhi smeraldini non guardavano più lui, ma si erano fissati su un punto imprecisato della Sala Comune.
Come se stessero cercando in tutti i modi di nascondersi.
Come se stessero cercando in tutti i modi di non piangere.
Forse lui e Lily erano più simili di quanto pensasse.
-Lui...lui ti voleva bene. A te più di chiunque altro.- fece una pausa. Le veniva ancora difficile parlarne con scioltezza, senza suonare triste e piena di rimpianti. Era una parte che le faceva ancora male. -Il fatto è che io e James non avremmo mai la possibilità di stargli vicino, Sirius. Mentre tu...tu si.-si morse il labbro inferiore, sentendosi vacillare.
Quante cose di suo figlio si sarebbe persa, quanti momenti avrebbe rimpianto.
-E so che...so che è quello che vuole anche James. Che sia tu a stargli vicino, intendo. Non darebbe a nessun altro il compito di stare accanto a suo figlio se non a te, Sirius. Sei...la persona su cui conta di più, su cui ha sempre contato di più e su cui conterà sempre di più. E...e io mi fido di James, se lui dice che tu sei la persona più adatta a prendersi cura di lui. James ha...bisogno che tu sia con lui, per seguire il suo destino. Ha bisogno che tu gli stia accanto, fino alla fine. Non ce la farebbe senza di te, lo so che non ce la farebbe, nonostante probabilmente ci metterebbe qualche secolo ad ammetterlo.-
Sirius la fissò, e per la prima volta da quando James aveva posato gli occhi su di lei, vide cosa lui aveva visto in quella rossa che l'aveva fatto tanto dannare.
Per un attimo, vide.
Vide in quegli occhi verdi un amore smisurato per suo fratello, e per un attimo quasi ebbe voglia di distogliere lo sguardo, timoroso di violare quel sentimento così intimo, così profondo e incomprensibile.
Vide anche, sotto strati di verde, quello sguardo che spesso aveva visto negli occhi della signora Potter, negli occhi della signora Lupin, quello sguardo che a lui era sempre stato negato.
Era lo sguardo di una madre.
Una madre che però non avrebbe mai visto crescere suo figlio.
Per la prima volta, si ritrovò a considerare il punto di vista di Lily.
Come doveva stare lei a sapere quello che le sarebbe successo?
Cosa la spingeva a sacrificarsi ad occhi chiusi per una creatura che ancora non era stata concepita?
Amore. Soltanto amore.
Quell'amore che lui forse non avrebbe ricevuto mai.
Ecco, cosa poteva spingersi a fare un genitore, cosa sarebbe stato disposto a fare per proteggere il frutto di un amore precedente ma non meno importante. Il sacrificio estremo sarebbe avvenuto senza esitazioni da parte di un genitore, se la vita del figlio era messa a repentaglio.
E Sirius capì che James non lo faceva per Lily, non lo faceva perchè voleva smettere di combattere.
Capì che James si sarebbe sacrificato proprio in nome di quell'amore che avrebbe avuto un nome e un cognome, capelli spettinati e occhi smeraldini.
E niente gli avrebbe fatto cambiare idea, perchè in fondo, l'amore di un genitore a volte supera qualsiasi cosa.
E lui, in quanto suo migliore amico, non poteva permettersi che il sacrificio di James fosse vano. Era suo dovere fare in modo che Harry crescesse amato e protetto, proprio come avrebbero voluto i suoi genitori.
Tutti avevano bisogno dell'amore di una famiglia.
Soprattutto il figlio di James.
Per questo si sarebbe dovuto prendere cura di lui.
Allora ripensò a quello che gli aveva detto Lily.
Lui ti voleva bene, più che a tutti gli altri.
Allora forse il sacrificio di James non sarebbe stato vano.
Suo figlio sarebbe davvero cresciuto sapendo cos'è una famiglia, l'avrebbe promesso a James. E a Lily.
-Io...ci sarò sempre, per James.-
Con quello, voleva dire che aveva capito.
Voleva dire che aveva accettato.
Lei sorrise. Un velo di amarezza a coprirle gli occhi.
-Lo so.-
Con quello, voleva dire che si fidava di lui.
Con quello, voleva dire grazie.
Fu quello sguardo triste a riportare Sirius alla realtà, in un attimo.
C'era qualcosa che James gli stava tenendo nascosto.
-Cosa...cosa voleva dire James, prima?quando...quando ha detto che i Malandrini non sono così uniti...e poi...poi stava per dire qualcos'altro, ma non ha concluso la frase.-
La rossina distolse lo sguardo, come se fosse combattuta.
E lo era.
Diavolo, se lo era.
Aveva visto anche lei l'espressione con cui James aveva pronunciato quell'ultima frase.
In quel momento aveva solo avuto voglia di stringerlo a sè per cercare di spazzargli via tutto il dolore che covava negli occhi.
-James in fondo è ingenuo, e tende troppo a fidarsi delle persone sbagliate.-
Era una frase uscita a mezza bocca, che poteva significare tutto e niente.
-Che cosa significa?- ringhiò lui, non vedendoci affatto chiaro.
Lily stava forse insinuando che James aveva ragione, che i Malandrini non erano poi così uniti?
Che basi aveva per osare fare un'affermazione simile?
Aveva davvero delle basi per dirlo?
Cos'era che James non gli aveva detto?
-Sirius- Lily chiuse gli occhi, stanca. -Per favore, non fare domande.-
-Come diavolo faccio a non fare domande?Lui ha...-
-Lui- la rossa lo guardò, questa volta dritto negli occhi. -lui ha basato tutta la sua esistenza sulla vostra amicizia, Sirius. Per questo se uno di voi lo tradisse, per lui sarebbe la fine. La fine dei Malandrini significherebbe la fine di James Potter. Se voi vi divideste ora- per un attimo Lily stette in silenzio, cercando le parole da usare. -se vi divideste ora, a James farebbe troppo male. E' proprio ora che ha più bisogno di voi, ha bisogno di sapere che ci siete. Per questo dovete stare uniti, perchè in qualche modo lui deve sapere che non sarà mai solo ad affrontare il suo destino. Certo, io ci sarò sempre, ma il problema è che io non basterò, non basterò mai, da un lato perchè so com'è James, non mi accollerà mai i suoi problemi, per quanto io possa cercare di convincerlo a farlo, dall'altro perchè è sempre stato così, ha fatto sempre affidamento su di voi. Gli servite voi, per andare avanti.- Lily sapeva che quello era un colpo basso: Sirius non avrebbe mai fatto del male a James. -Per questo ti chiedo di dimenticarti quello che ha detto. Fai finta che quella frase non ci sia mai stata, va bene?Adesso lui ha bisogno che stiate uniti, ha bisogno di vivere ancora felice. Io e lui abbiamo così poco tempo...vorrei...vorrei solo che almeno questi ultimi anni lui li passasse nel modo migliore. Con me, e con voi.-
Sirius non sapeva bene cosa dire.
Aveva sempre visto quanto James tenesse a Lily, ma non si era mai accorto fino in fondo di quanto il sentimento fosse reciproco.
Era strano vedere quell'amore da un altro punto di vista, ma gli permise di capire quanto in fondo davvero quei due fossero fatti per stare insieme.
Non sarebbero mai stati capaci di stare l'uno lontano dall'altra.
Capì quanto Lily in quel momento fosse preoccupata per James, e quanto fosse disposta a nascondere il suo dolore, i suoi dilemmi, solo per lui, per assicurarsi che non smettesse mai di sorridere per così farla brillare di luce riflessa.
-Quante cose ancora ci nascondete, tu e James?-
La sua bocca si piegò in una smorfia amara.
-Non tante, davvero.-
Solo il nome del nostro assassino.
Avrebbe avuto almeno un altro milione o due di domande da porle, ma lei aveva messo in ballo la felicità di James.
E su quella non si discuteva.
Se suo fratello aveva fatto una scelta, lui l'avrebbe rispettata, e non avrebbe fatto domande.
Anche se prima o poi quelle domande gli sarebbero tornate in mente.
Sospirò.
-E così, avremo un piccolo Potter che gironzola qua e là per far danni.- Era ancora sconcertato da quella notizia e stava a malapena iniziando ad accettarla, ma gli sembrava comunque un buon argomento per sminuire la tensione.
Infatti Lily si rilassò visibilmente, e sorrise.
-Si ma aspetta un attimo, fammi finire Hogwarts prima!-
-Si si, come se non sapessero tutti cosa fate per delle giornate intere tu e James nella stanza dei caposcuola...-
-Non facciamo nulla che tu disapproveresti, credimi.-
Lui ghignò, finalmente a suo agio.
-Appunto.-
-Black, sei il solito pervertito!-
Lui sorrise. Forse non avevano stretto chissà quale amicizia, ma quella sicuramente era una tregua.
E chissà che in quella tregua non si sarebbero conosciuti meglio, stabilendo così finalmente un'amicizia tanto sognata e sperata da James.
-Evans adesso vado. Voglio risolvere tutto questo casino con James, ma prima vorrei parlarne anche con Remus.-
Lily annuì, sorridendo.
Contenta, perchè adesso capiva davvero la fiducia incondizonata che James dava a Sirius.
Mentre il Malandrino stava per andarsene, le venne in mente una cosa.
In fondo, le pareva la cosa più giusta da fare.
-Sirius, un'altra cosa.-
Lui si girò, e vide che lei non aveva ancora abbandonato il sorriso.
-Ti andrebbe di fare da padrino a Harry?-

James, intanto, era entrato in dormitorio come una furia.
Non ci poteva credere.
Forse quella litigata era stata solo un incubo, da cui si sarebbe risvegliato a momenti.
Doveva per forza essere così, era troppo innaturale che lui e Sirius litigassero in quel modo.
Per cosa, poi?Nemmeno si ricordava cosa aveva scatenato l'inizio della discussione.
O meglio, se lo ricordava, ma non poteva credere che quella colossale litigata fosse nata da qualcosa di così stupido.
-James?Che succede?-
Immerso nei suoi pensieri, non si era accorto della presenza di Peter nella stanza, che ora lo osservava, con gli occhietti piccoli perplessi e confusi.
Doveva avere una faccia totalmente sconvolta.
Sbuffò.
Non che avesse poi così tanta voglia di parlarne con Peter, visto che in quel momento era perfettamente conscio del fatto che se Codaliscia se ne fosse stato buono e zitto, lui e Lily sarebbero vissuti, e il diverbio con Sirius non avrebbe proprio avuto le basi per esistere.
D'altro canto, aveva anche un bisogno spasmodico di sfogarsi, e Peter in quel momento era l'unica persona presente.
Inoltre fare finta di nulla non sarebbe servito a granchè: persino Peter poteva accorgersi del suo volto pallido e dei suoi occhi furenti.
-Ho litigato con Sirius.-
Disse, lasciandosi cadere sul letto, senza nemmeno pensarci più di tanto.
Peter si mosse, a disagio, spostando il peso da un piede all'altro.
Non era bravo, in queste cose. Era Remus il mediatore, di solito. Lui tendeva molto di più a starsene fuori da qualsiasi discussione, irrazionalmente timoroso di inemicarsi o una parte o l'altra.
Però si fece forza, pensando che James in quel momento aveva solo bisogno di qualcuno con cui parlare.
-Come mai?-
-Mi ha chiesto di lasciare Lily. Non ci posso ancora credere!Non avrei mai pensato che proprio lui mi potesse chiedere una cosa del genere. Insomma, di solito magari sono le ragazze, no?Che dicono "scegli tra i tuoi amici e me", e a quel punto tu le mandi a cagare e...basta. Ma Sirius!E poi ha anche osato insinuare che non me ne freghi niente di voi!Come può dirlo, dopo tutti questi anni?-
Si rendeva conto che il suo discorso non aveva un grande filo logico. Erano parole più dettate dalla rabbia e dalla delusione, e si sarebbe stupito se Peter ci avesse capito qualcosa, in tutta quella serie di frasi sconclusionate.
Eppure Codaliscia parve capire, perchè abbassò gli occhi a terra.
-Forse...forse è solo preoccupato, James. Noi tutti siamo preoccupati. Non vuole che tu muoia...nessuno di noi, lo vuole.-
Le parole gli uscirono incerte, come se avesse avuto paura della reazione di James.
Quando sollevò gli occhi, vide che Ramoso si era improvvisamente trasformato nel ritratto dello stupore più puro.
Gli occhi nocciola gli erano schizzati fuori dalle orbite, come se non potesse credere a quello che aveva appena sentito.
Peter arrossì. Aveva detto qualcosa di male?
-Cioè...-farfugliò, tentando di rimediare. -Non sto dicendo che lui ha ragione a dirti di lasciare Lily. Dico solo che potresti provare a metterti nei suoi panni...-
James lo fissò, incredulo.
Non lo stava minimamente ascoltando, ancora sconvolto per quello che aveva detto prima.
Non era stata una buona idea, quella di sfogarsi con Peter.
In quel periodo, Codaliscia non faceva altro che confonderlo.
Perchè diavolo lui stesso pareva così preoccupato per lui, se poi non ci avrebbe pensato due volte, a venderlo?Cosa lo avrebbe spinto a cambiare così tanto?
Non capiva. Non capiva proprio.
Si accorse che aveva smesso di parlare solo quando Peter lo richiamò alla realtà, sussurrando un timido -James?-
Cercando di non farsi prendere troppo dallo stupore, si impegnò per dare una risposta almeno sensata.
Pensndo a quello che Codaliscia gli aveva detto, stupore a parte, si accorse che in effetti non aveva tutti i torti.
Sirius stava solo cercando di sviare il destino.
Poteva davvero biasimarlo?
Per un momento si sentì in colpa. Avrebbe dovuto cercare di spiegargli meglio il suo punto di vista, cercare meglio di capire Sirius stesso, prima di andarsene così, con la voglia solo di ferirlo quanto lui lo aveva ferito.
In fondo, la paura più grande di Sirius era quella di essere nuovamente abbandonato dalle persone che più avrebbero dovuto volergli bene.
Come aveva fatto a non capirlo subito?
Sospirò.
-Vorrei...vorrei solo che se ne facesse una ragione.-
Peter annuì, ora più sicuro di sè: vedeva che James si era calmato, almeno in parte.
Contento che non si fosse arrabbiato, decise di continuare a dirgli il suo punto di vista. Forse poteva essere lui, per una volta, ad aiutarlo.
-Lo so, ma puoi anche capire che è difficile.-
Sul volto del moro apparve di nuovo quell'aria stupefatta, come se non potesse credere a quello che stava sentendo.
Lo vide mormorare qualcosa di incomprensibile tra sè.
Poi parve riscuotersi.
Annuì debolmente, sapendo che in fondo aveva ragione.
Si passò una mano tra i capelli, sbuffando. Avrebbe dovuto parlare il prima possibile con Sirius.
Peter fece un sorriso timido.
-Tranquillo Ramoso, tanto si sa che risolverete.-
Il Malandrino lo osservò, curioso.
-Come fai ad esserne così sicuro?-
Peter scrollò le spalle, con naturalezza. Arrossì un po'. Non era abituato ai grandi discorsi.
-Quelli come voi non si dividono, James.- poi parve rifletterci un attimo. -Quelli come noi non si dividono, neanche con una cosa del genere. Perchè in fondo i Malandrini rimarranno amici per sempre, anche se le vite ci cambieranno, ci separeranno e ci opporranno. Rimarremo amici per sempre, anche quando le feste finiranno e saremo costretti a morire.-
James aprì la bocca.
La richiuse.
La riaprì di nuovo, incredulo.
Sentiva che gli occhi potevano schizzargli via dalla testa da un momento all'altro, da tanto era lo stupore.
Chi diavolo è questa persona che mi sta davanti?
Non poteva essere.
Semplicemente, quella persona non poteva essere la stessa che lo avrebbe tradito, non poteva proprio essere.
Già non sapendo cosa sarebbe successo in futuro si sarebbe stupito per un discorso del genere da parte di Peter, solitamente sempre schivo a esprimere opinioni così forti, ma ora lo trovava proprio inconcepibile.
La cosa strana era che Codaliscia ci credeva davvero, alle parole che aveva detto. Credeva a ogni singola sillaba.
E allora perchè?
Perchè avrebbe fatto una cosa tanto ignobile?
Quand'è che Peter Minus si sarebbe trasformato nel Peter Minus descritto da Harry?
Che cos'aveva che non andava, dannazione?
Doveva assolutamente parlare con Lily. Non sarebbe resistito un momento di più, non con Codaliscia davanti che pareva in tutto e per tutto ancora uno dei suoi migliori amici.
Cosa avrebbe dovuto rispondergli?
Si srebbe sentito un filino ipocrita, a ringraziarlo per quelle parole che sarebbero valse probabilmente per tutta la vita per lui ma sicuramente non per Peter.
Quelli come noi non si dividono.
Perchè proprio Peter?
Perchè in fondo i malandrini rimarranno amici per sempre.
Perchè non poteva essere qualcuno che non fosse uno di loro, a tradirlo?
Anche se le vite ci cambieranno, ci separeranno e ci opporranno.
Peter non aveva idea di quanto avrebbe dovuto prendere letteralmente le sue stesse parole.
Non ne aveva proprio idea.
Rimarremo amici per sempre, anche quando le feste finiranno e saremo costretti a morire.
James avrebbe voluto ridere.
Oppure anche spiattellargli tutto e chiedergli se davvero dopo aver saputo tutto quelle parole avevano ancora un senso.
Perchè non ce l'avevano.
Aveva assolutamente bisogno di aria.
E di Lily. Aveva assolutamente bisogno anche di Lily, magari lei sarebbe riuscita a ragionare con più lucidità.
Peter intanto continuava a fissarlo, chiedendosi come mai Ramoso avesse perso l'uso della parola all'mprovviso.
Lo vide spostare gli occhi nocciola su un punto imprecisato della stanza.
-Io...devo andare.-
E, come una furia, esattamente come era entrato, James uscì, lasciando Peter a chiedersi cosa diavolo fosse passato nella testa del Malandrino così, da un momento all'altro.

-Lo capisci?Come può dire una cosa del genere e non aspettarsi di gettarmi nel panico?E' vero- James fermò il suo lungo vagare in circolo per la Sala Comune, per annuire un secondo, giusto per poi riprendere a camminare, cercando molto probabilmente di creare un solco laddove i suoi piedi stavano passando da dieci minuti buoni. -lui non sa nulla del futuro, quindi tecnicamente non poteva aspettarselo. Ma..ma si è messo a parlarmi così di lealtà e amicizia e amicizia che dura per sempre come se ci credesse con tutto se stesso!Cosa diavolo dovrei fare?Cosa diamine dovrei dirgli?!-
Lily fece un lungo sospiro, guardando con rimpianto il suo compito mai concluso di Trasfigurazione.
L'indomani avrebbe dovuto tirare fuori tutte le sue doti recitatorie e il suo rammarico più profondo con la Professoressa Mcgranitt: aveva già capito che per quella sera ormai era decisamente escluso continuare a cercare di svolgere i compiti.
Si sarebbe inventata qualcosa.
Ora era troppo impegnata a osservare James che pareva un'anima in pena.
Non credeva di averlo mai visto così nervoso. A dire il vero, non credeva di aver mai visto James Potter nervoso.
Era sceso dal dormitorio maschile a rotta di collo con un'aria pallida e sconvolta.
Sarebbe stato uno spettacolo quantomeno insolitamente interessante, se non fosse stato per il fatto che stava parlando a macchinetta da più di dieci minuti, aumentando così il suo mal di testa.
-James...- provò, senza successo.
Il moro non aveva la benchè minima intenzione di fermarsi, a quanto pareva.
-Ma perchè proprio Peter, mi chiedo?Cosa diavolo gli passerà per la testa!Come può una persona passare dall'essere il tuo migliore amico al tradirti senza rimpianti?Vorrei davvero capire, giuro, ma non riesco a cavarne un ragno dal buco.-
-James?-
-Tutta questa storia mi sta mandando fuori di testa.-
Lily alzò un sopracciglio, trattenendosi dal fare un commento sarcastico, e tentò invece per la terza volta di attirare la sua attenzione.
-Potter, ascoltami bene...-
-Come se non bastasse poi devo ancora trovare il modo di risolvere il casino con Sirius...non posso credere di non aver minimamente considerato come potesse sentirsi lui, in tutta questa storia...certo lui poteva anche evitare di fare certi suggerimenti, però sono il suo migliore amico, diamine, avrei dovuto capire immediatamente qual'era il vero problema!-
La rossa capì che bisognava immediatamente fermarlo in qualche modo, o si sarebbero trovati all'alba dei MAGO ancora lì.
-..come faccio a guardare in faccia Peter come lo guardavo prima?E come faccio a fare pace con Sirius pur...-
-James, ho chiesto a Sirius di fare da padrino a Harry.-
Ecco.
Questa era una bomba abbastanza potente da farlo bloccare in mezzo alla stanza e strabuzzare gli occhi verso di lei, quasi certo di aver sentito male e di essere ormai inevitabilmente impazzito.
Lily roteò gli occhi al cielo.
-Oh, grazie a Merlino finalmente sono riuscita a farti tacere.-
L'incredulità sul viso di James si dipinse con ancora più chiarezza, facendola sorridere con insolita tenerezza.
-James- decise di alzarsi per prenderlo per mano, e guidarlo con calma a sedersi dove prima era lei. Lui l'assecondò senza proferire verbo, per poi limitarsi a fissarla mentre lei rimaneva in piedi di fronte a lui, capendoci sempre meno. -Sai, sono sempre stata un po' diffidente nei confronti di Black. Non riuscivo proprio a inquadrarlo, perchè da come lo descrivevi tu a come invece lo vedevo comportarsi c'era un distacco enorme. Poi oggi ho assistito al litigio.- Prima che James potesse aprire bocca, annuì, guardandolo di sbieco. -Si, ero in Sala Comune dall'inizio della litigata, e no, nemmeno Black se n'era accorto.- James chiuse la bocca che aveva aperto per parlare, pensando che doveva essere proprio preso male, se nemmeno si accorgeva della presenza della sua rossa. -Comunque- continuò lei, nel frattempo. -ho capito...ho capito davvero quanto Sirius sarebbe disposto a sacrificarsi per le persone che ama. Ho capito cos'aveva lui da renderlo tanto speciale ai tuoi occhi. Non c'è persona migliore che potrebbe prendersi cura di Harry quando non ci saremo più. Lui stesso sarà disposto a morire per nostro figlio. Sarà un ottimo padrino.-
-Per quanto riguarda Peter..- Fece vagare lo sguardo per la stanza, prendendo fiato. -Ti ricordi...quella sera in cui mi hai chiesto di non chiederti mai di scegliere tra me e i malandrini?-
Lui increspò le labbra in un sorriso.
-Certo.-
Lily annuì.
-Io ti risposi che non l'avrei mai fatto. Il punto è che non lo farei mai anche perchè so benissimo che la risposta srebbe scontata.-
James la continuò a fissare, perplesso. A quanto pare quella notte sarebbe andato a dormire con la testa piena di domande irrisolte.
-Il punto è che tu sceglierai sempre loro, sempre, e questo lo so perfettamente. E tra loro ci sarà sempre anche Peter, James, per quanto tu non lo voglia ammettere e per quanto razionalmente sia frustrante. I Malandrini sono nati con Peter, e tu non smetterai mai di vederli con Peter. Siete in quattro e in quattro rimarrete, fino alla fine. In fondo..in fondo quello che sei diventato fin'ora è anche grazie a Peter, per quanto io non riuscirò mai a non detestarlo cordialmente. Non sappiamo ancora quando diventerà un Mangiamorte, ma ora come ora non lo è, è ancora il Peter che conosci tu, con cui sei cresciuto. Devi solo cercare di guardarlo come lo vedevi prima, anche se è difficile.-
Ramoso la guardò un po', riflettendo e chiedendosi se Lily fosse sempre stata così saggia.
Non sapeva quante ragazze avrebbero accettato così di buon grado il fatto che lui, effettivamente, avrebbe sempre scelto i Malandrini.
Lei non sapeva, e forse lui non gliel'avrebbe mai confessato, quanto questo suo non mettere in discussione la sua decisione avrebbe sicuramente reso molto più ardua la scelta di quanto lei si immaginasse: in fondo, persino i Malandrini avrebbero concordato su quanto lasciare andare una ragazza simile sarebbe stato uno spreco.
Per fortuna lui non aveva la benchè minima intenzione di lasciarsela scappare, non più.
Lily lo guardò, sorridendo appena.
Aveva un'aria totalmente concentrata, con un misto però di divertimento che le fece chiedere cosa stesse passando per quella testa spettinata.
-A che pensi?-
Lui scosse la testa.
-Niente, solo che hai ragione.-
Lily rizzò la schiena, fingendo un'aria superiore.
-Certo che ho ragione. Sono una donna, ho ragione anche quando ho torto.-
Le nocciole si fecero stupite, seppur ormai avessero assunto quell'aria divertita sintomo che erano pronte anche loro a stemperare l'aria.
-E poi sarei io il bulletto arrogante e montato, Evans?-
-Oh, avanti, staresti forse insinuando che non ho sempre ragione, Potter?-
-A contraddirti ci sarebbero un paio di cose, come per esempio il fatto che dicevi che mai e poi mai saresti caduta ai miei piedi, e alla fine l'hai fatto.-
-A dire il vero in giro c'è chi ancora dice che mi hai irrietito facendomi bere un filtro d'amore.-
-Ah, quindi non dicono più che ti sei messa con me esclusivamente per fare un torto a Severus Piton?-
-Ma James!- scosse una mano, fintamente scocciata. -Quello era il pettegolezzo del mese scorso, devi aggiornarti!-
Lui rise, avvolgendole le braccia alla vita, per attirarla a sè.
-Per essere una che non ama stare al centro dell'attenzione, direi che te la cavi piuttosto bene, Evans.-
Lily scrollò le spalle.
Le malelingue ci sarebbero sempre state, ma lei non era certo una di quelle che si faceva abbattere da certe sciocchezze come una ragazzina viziata.
-In fondo non posso lamentarmi, certo, se escludiamo i membri del tuo fanclub che vanno in giro continuamente con bamboline wodoo terribilmente simili a me e piene di aghi ficcati ovunque...a proposito, credo che qualcuna stia persino ottenendo qualche discreto successo: ieri mi si è spezzata un'unghia.-
James scoppiò definitivamente a ridere, per poi sollevare la testa e coinvolgerla in un bacio che le avrebbe spezzato il fiato per un po'.
A volte si chiedeva come avesse fatto tutto quel tempo senza Lily.
Sorrise sulle sue labbra, mentre sentiva le sue mani infilarsi tra i suoi capelli, rendendoli ancora più scombinati e pazzi di quanto fossero già.
Quando si staccarono, sorrideva anche lei.
-Alla prossima unghia che ti si spezza, ti do il permesso di ucciderle una a una senza pietà.-
-Sai che lo farei anche senza il tuo permesso. Aspetta che ti si avvicinino troppo, e faccio uno sterminio di massa. Poi potremmo portarle giù alle cucine: le oche sono squisite da mangiare, con un po' di patate di contorno.-
-In questo momento vorrei farti una battuta su quanto sei carina quando fai la gelosa, ma l'unica cosa che mi viene in mente è che sei una donna estremamente violenta e spaventosa.-
Lily alzò gli occhi al cielo.
-Come se questo non ti piacesse.-
-Sin da piccolo mi hanno rinfacciato di essere masochista, in effetti.-
La rossa gli tirò una leggera botta con la mano ancora infilata tra i suoi capelli, ridendo.
-Sei un idiota.-
James ghignò, sapendo perfettamente di avercela in pugno.
-Come se questo non ti piacesse.-
-Ehi!Non puoi usare così le mie battute!-
-Evans, non farei mai una cosa tanto ignobile e crudele!-
Lo guardò male, per scherzo.
-Forse dovrei iniziare a mettere in pratica il pettegolezzo che gira negli ultimi tempi, ovvero che mi sarei messa con te giusto per arrivare a fare orgie selvaggie con tutti i Malandrini. Sai, non sarebbe un'idea poi così malvagia. Ma non so se Remus sarebbe molto d'accordo.-
Il moro roteò gli occhi.
-Ma certo, preoccupiamoci che Remus non sia d'accordo.- mormorò. Poi fece un sorrisetto. -Evans, sei un'egoista comunque. Così godresti solo tu, ma e noi?-
-Ma come- si stupì fintamente lei, sbattendo le ciglia con innocenza. -credevo non vedessi l'ora di avere una scusa plausibile per confermare la tua bisessualità e coronare finalmente il tuo sogno d'amore con Sirius.-
La guardò malissimo.
-Non mi pare di averti mai dato modo di lamentarti, da quel punto di vista.-
-Per questo ho detto bisessualità e non omosessualità, dovresti essermi grato, per una volta che ho deciso di essere clemente.-
-Evans ammettilo- roteò gli occhi -tu sei un piccolo diavoletto dai capelli rossi mandato da qualcuno solo per tormentarmi.-
Lei si chinò su di lui, sorridente e malandrina, scompigliandogli ancora i capelli.
Incredibile come una volta li detestasse tanto.
-Come se questo non ti piacesse.- sussurrò di nuovo, prima di chinarsi del tutto e baciarlo, trasmettendogli così tutta quella giocosità prima emessa solo a parole con la bocca e con la lingua, conquistandosi così la vittoria su quel loro solito punzecchiamento di ruotine.
Vittoria che in fondo James le concesse volentieri: come poteva lamentarsi della sconfitta, quando aveva un sapore tanto simile alla vittoria?










Buon giorno!XD
Come al solito sono passati secoli, e come al solito mi scuso, mi prostro ai vostri piedi ricomparendo con un capitolo leggermente di cacca ma quanto meno lungo XD Al solito non sono scusabile, inoltre questo capitolo è piuttosto noioso (a parte la parte James/Lily, ma solo perchè adoro questi due XD)
A proposito, qualcosa da dire sulla parte James/Lily: credo che la gente abbia sempre voglia di sparlare di qualcuno, quindi sicuramente figuratevi se la popolazione di Hogwarts non si è divertita a fare del gossip sull'ultima coppia formata. Per i vari pettegolezzi che si rinfacciano James e Lily devo ammettere di aver preso da certe idee assurde che noto girano spesso ultimamente su efp: Lily che va con tutti i Malandrini, James che ricatta Lily o le da una pozione d'amore, Lily che si mette con James solo perchè è il peggiore nemico di Piton...di cose se ne sentono a bizzeffe XD con questo non volevo offendere nessuno, sia chiaro: semplicemente, io sono dell'idea che Lily e James si amassero per davvero, punto e fine. Per quanto riguarda il pettegolezzo "ti sei messa con me solo per fare un torto a Piton" Lily non ha il minimo sospetto che potesse avere un fondo di verità(ovvero, che Piton davvero fosse innamorato di lei), per questo si permette di scherzarci sopra, perchè lo considera un pettegolezzo come un altro.
Poi...uhm, ormai dovreste sapere come la penso su Peter: qui gli ho dato apposta un ruolo "importante", perchè ancora per un po' lui sarà un Malandrino a tutti gli effetti. Il difetto di peter è quello di essere timoroso e  facilmente condizionabile, e sarà questa la sua fregatura: fino a che non c'è ancora niente che lo minacci, si considera ancora un Malandrino e incapace di tradire: e ci crede, ci crede davvero a quello che dice.
Il problema è che non riuscirà mai a far corrispondere le parole ai fatti: e ce ne sono tantissime di persone così, che fanno grandi promesse credendosi chissà cosa e poi alla minima difficoltà scappano con la coda tra le gambe e ti tradiscono, ne ho avuto esperienza anche ultimamente, e non con persone sconosciute e antipatiche, ma con persone che proprio non pensavo mi avrebbero mai e poi mai tradito.
Credo sia tutto o.O adoro tutti voi, chi recensisce dopo tutto questo tempo restandomi ancora vicino, chi segue, chi ricorda, chi legge XD
Grazie di tutto, davvero, e scusate come sempre il ritardo!




  
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