Era perlomeno ridicolo che si sentisse nervoso al pensiero di rivedere la sua migliore amica.
Certo, il fatto che fosse ancora indeciso sul da farsi poteva annoverarsi tra i buoni motivi per cui essere agitato, ma Teddy continuava a non capacitarsene.
Aveva solamente deciso di lasciare che le cose seguissero il loro corso, e di vedere se la situazione si sarebbe sbloccata da sé. Sostanzialmente non aveva fatto una scelta.
E così si ritrovava in piedi al freddo davanti all'ingresso di Mielandia, combattuto tra il desiderio di restare e quello di scappare.
 Sperava in un segno che lo avrebbe aiutato a capire quale fosse la scelta giusta da fare.
Rivalutò per l'ennesima volta i pro e i contro delle due possibilità: Victoire era una splendida ragazza, molto elegante, anche se a volte eccessivamente gelosa, e fra di loro la distanza di età era minima.
 L'amava, o perlomeno l'aveva amata, questo era certo.
Sarebbe stato perfetto se negli ultimi mesi non l'avesse sentita sempre più distante, e se non avesse cominciato a vedere Lily in quel modo. Lily... La sua migliore amica, la ragazza più divertente e spontanea che conoscesse.
Era uno spirito libero, quasi totalmente privo di inibizioni, e soprattutto affine al suo.
 Non sapeva esattamente quando aveva cominciato a interessarsi a lei, magari all'inizio non se ne era nemmeno reso conto, magari l'aveva considerato un amore fraterno.
Il vero ostacolo alla loro relazione era la differenza di età che lo separava, oltre al suo essere praticamente parte della famiglia Potter, e Teddy non era certo che avrebbero preso bene una loro relazione.
 In più non era nemmeno sicuro che lei ricambiasse i suoi sentimenti, anche se come capita a volte, le sensazioni che ci arrivano da una persona sono azzeccate.
Le sue riflessioni furono interrotte dall'arrivo di Albus, in dolce compagnia di una Serpeverde come lui.
- Ciao Al - lo salutò sorridendo.
- Ted! - rispose entusiasta il giovane Potter abbracciandolo.
- Sai a che punto è lei? - domandò dando per scontato che si parlasse di sua sorella.
- Sta arrivando. Eccola, è in fondo alla strada. Ci vediamo dopo - concluse allontanandosi con la sua compagna.
Ted si voltò nella direzione indicatagli dall'amico, un sorriso sul volto, i capelli rosso acceso, mossi dal freddo vento di Novembre.
Essendo leggermente miope impiegò un po' di tempo a identificare la figura indicatagli da Albus, ma quando lo fece, un senso di delusione si impossessò di lui.
Mentre Victoire gli veniva incontro salutandolo con un mano, gli venne da indietreggiare. E poi subito dietro di lei vide una testa rossa, illuminata da un sorriso allegro, che si sbracciava per salutarlo.
E lì capì. Non sarebbe stato facile certo, ma ne sarebbe valsa la pena.
Avanzò di qualche passo, e quando si ritrovò accanto a Victoire, che dovette percepire qualcosa nel suo sguardo, poiché lo prese per un braccio, dopo aver seguito la direzione dei suoi occhi, e gli disse poche, semplici parole.
- Non farlo. Io so cosa vuoi - bisbigliò, interiormente conscia dell'inutilità del suo tentativo.
- Lily - rispose lui, perso negli occhi della rossa, e avvolto da quella nuova consapevolezza che l'aveva colpito come una scossa: sì, voleva Lily.
La bionda ritrasse la mano come scottata, e si allontanò di corsa. In un secondo momento Teddy l'avrebbe cercata, si sarebbe scusato e avrebbero parlato a lungo di ciò che era cambiato fra loro.
Ma in quel momento vedeva solo la ragazza che continuava ad andargli incontro, gli occhi illuminati dalla comprensione di ciò che era appena accaduto.
Era felice, non sarebbe più stata seconda a sua cugina. Per una volta sarebbe stata la prima in qualcosa: non era la prima figlia, la prima della classe, la migliore giocatrice della squadra di Quiddich. Ma era la prima per Ted, e questo le bastava.
Teddy fece per parlare, ma lei lo precedette - C'è tempo, tutto il tempo del mondo -
Sorrise, felice, e posò per un attimo le labbra sulle sue, e poi la strinse a se'. Non sapeva quando lei avesse cominciato a provare i suoi stessi sentimenti, ma gli bastava che fosse così, per il momento.
Come sempre Lily aveva ragione: avevano tutto il tempo del mondo.