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Autore: Martin Eden    21/04/2011    1 recensioni
Ciao a tutti!! Sono nuova in questo sito ma ormai scrivo da anni e ho sempre avuto la curiosità di sapere che ne avrebbero pensato dei lettori esterni. Questa è la prima di una lunga serie... :))
Da sempre appassionata di Signore degli anelli e simili, vi regalo una storia che parla di tante cose: di guerra...di avventura....e di amore! Ovviamente con i nostri beniamini...che si ritroveranno loro malgrado a combattere fianco a fianco con un singolare personaggio, di cui nemmeno sapevano l'esistenza.Leggete e divertitevi!! Commenti, messaggi e recensioni sono ben accetti. Grazie!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Compagni di Sventura'
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3 - Presagi
 

Dopo essersi arrampicati su un'ardua collina, i compagni si fermarono sulla cima  per riposare un po' e per permettere a Gandalf di trovare un passaggio verso le montagne. Lilian scrutava il cielo, preoccupata: qualcosa di terribile era in arrivo. Se lo sentiva addosso.
Si accoccolò in cima a una roccia a guardare pensosa l'orizzonte: una nuvola ne-ra avanzava, ma non era una vera e propria nuvola carica di pioggia. Andava controvento ed era troppo grossa per essere una normale nube.
Boromir, Aragorn e i quattro hobbit non sembravano preoccuparsene: stavano duellando per gioco, anzi, stavano litigando per un colpo sleale di Boromir.
Anche Legolas aveva capito che qualcosa di strano era in arrivo, e pure Gan-dalf... se ne stavano seduti a scrutare il cielo, perlessi e indecisi sul da farsi. Quando la strana nuvola fu a un paio di miglia da loro, Lilian capì: non era pioggia, ma un enorme stormo di corvi, e non semplici corvi, ma i corvi di Mor-dor.
- Al riparo!- urlò agli altri della Compagnia.
Subito ci fu un gran fuggi-fuggi: in un battibaleno tutti scomparirono tra le fen-diture delle rocce o in mezzo ai cespugli. I corvi arrivavano veloci come il vento.
Lilian rimase per un attimo a fissarli avanzare, senza riuscire a muoversi: bran-diva l'arco, ma non sarebbe servito a niente usarlo.
Una mano l'afferrò da dietro la schiena e la trascinò tra le fronde di un cespu-glio:
- Resta qui, è più sicuro..- la voce di Legolas giunse alle sue orecchie poco prima che lei si rannicchiasse accanto a lui.
Il nugolo di uccelli arrivò sulla collina in pochi minuti: fece tre ampi giri, sfioran-do la terra e lanciando grida acute e penetranti. Poi sparì nell'aria proprio com'era arrivato.
- Guardiani di Mordor..- mormorò Gandalf, uscito dal suo nascondiglio - Eviden-temente il confine sud è sorvegliato. Allora l'unica via che ci resta è il passo di Caradhras..- indicò la montagna - E il cancello Cornorosso..-
- O attraverso le Miniere di Moria!- propose il nano- Mio cugino Balin sarebbe fe-lice di ospitarci..-
- No Gimli, non passeremo per le Miniere: da tempo non sono più un luogo sicu-ro...-
- Che storie sono mai queste? Moria è un posto sicurissimo!-
- Io non ne sarei tanto certa..- sussurrò Lilian. Aragorn, accanto a lei, la guardò incuriosito: colse lo sguardo triste della compagna, era chiaro che sapeva qual-cosa di terribile ma non aveva il coraggio di dirlo apertamente.
Gandalf s'incamminò verso la montagna, appoggiandosi al vecchio bastone ma-gico: i quattro hobbit lo seguivano incespicando.
Percorsero un grande tratto a piedi, poi il Caradhras si presentò con le sue alte e ripidissime pareti rocciose da scalare. Lilian si offrì di andare per prima e trovare così appigli sicuri per superarle: due volte rischiò di cadere da un'altezza vertigi-nosa, ma non conosceva la paura, era abituata a fare cose di quel genere.
Man mano che salivano il clima iniziò a farsi sempre più freddo.
Dopo molte ore erano ai piedi del ghiacciaio: la neve cominciò a cadere fitta e a ricoprire quella minima traccia di sentiero che portava al valico e verso Mordor. Lilian camminava facilmente sulla neve e ora era lei a guidare la Compagnia.
La seguiva Legolas, che come la ragazza aveva la capacità di non sprofondare.
Gli altri avanzavano faticosamente, stretti nei loro mantelli.
Il vento iniziò a soffiare forte, e tra gli ululati, si potè distinguere una voce: quella di Saruman, il mago supremo che si era schierato dalla parte di Sauron, il signore del male.
Gandalf iniziò a parlare in una lingua strana, anzi, a gridare contro un nemico che purtroppo era distante molte miglia: Lilian era sicura che si stessero af-frontando, in un certo senso.
- Non arriverete mai a Mordor!- concluse la voce tenebrosa.
La bufera sembrava aumentare: Lilian fu costretta a fermarsi.
D'un tratto, dalle rocce soprastanti, si staccarono grossi blocchi di neve, e in men che non si dica seppellì Gandalf e tutti gli altri; la voce ghignava soddi-sfatta.
Legolas non perse tempo: aiutandosi con le mani, si creò una via di uscita e poco dopo respirava di nuovo fuori dalla coltre di neve.
Uscì in fretta da quella che sarebbe dovuta essere la sua tomba, e Lilian fece lo stesso poco dopo: entrambi andarono ad aiutare gli altri a liberarsi.
- Maledetti elfi!- tuonò ancora una volta Saruman, e altre pietre si staccarono dall'alto.
Lilian sfoderò l'asta e riuscì a mandare in frantumi molte delle rocce che le cade-vano addosso, utilizzando magie tipiche della sua gente e lasciando tutti di stuc-co per qualche minuto.
Ma nemmeno lei poteva contrastare la forza di Saruman: altre pietre piombava-no con troppa violenza, ed erano molte.
Quando tutti furono liberi dalla neve, si appiattirono contro la parete rocciosa della montagna, per evitare almano i massi più grandi che continuavano a ca-dere come pioggia.
Frodo stringeva la vita di Aragorn: nelle mani serrava l'Anello, spaventato.
Non potevano resistere a lungo in quelle condizioni, Gandalf lo sapeva meglio di tutti; nonostante ciò continuava a combattere, non si voleva arrendere.
Frodo tentò di avvicinarsi a lui..; si staccò da Aragorn, e quello fu il suo sbaglio più grande.
Una pietra gli sbarrò il passo,...un'altra gli cadde addosso.
L'hobbit fu spinto verso il ciglio del burrone, dove si accasciò incapace di capire che fosse accaduto: in quel momento, una grande massa di neve lo travolse, e lo trascinò con sè oltre la fine la fine del pendio.
Aragorn cercò di afferrarlo, ma Frodo stava era già fuori dalla sua portata; anche gli altri si affacciarono allo strapiombo, ormai Saruman aveva esaurito la sua collera.                                                         
- Frodo!!- stava urlando Sam, quando un'ombra gli passò accanto, legò qualcosa a una roccia e si calò oltre il burrone....Lilian!
- Ma che fa? E' impazzita?- si lasciò sfuggire Boromir mentre osservava il corpo affusolato della ragazza sparire più in basso, assicurato alla corda.
Lei si lasciò cadere finchè la fune non raggiunse la sua massima lunghezza: poi, dopo aver abbandonato la corda, ora troppo corta, cercò appigli sicuri per scendere un altro po'.
La parete rocciosa era irta di speroni e sporgenze. Lilian sperò ardentemente che Frodo si fosse impigliato lì, da qualche parte, e che si fosse salvato.
Scese ancora, e si fermò su uno sperone abbastanza robusto: si guardò attorno.
Poco più in basso una massa scura penzolava inerte. Lilian la raggiunse a fatica: la figura si muoveva appena, e le pareva di sentirla gemere.
- Frodo? Non ti muovere!-
La sagoma oscillò pericolosamente. La ragazza l'afferrò, tenendosi ben aggrap-pata alla roccia; poi la tirò su, faticosamente.
Frodo le si abbarbicò alla vita e Lilian, lentamente, cominciò a risalire:
- Non sai quanto sei fortunato!- disse all'hobbit- Non sempre sono in vena di simili esibizioni..-
Muovendosi cautamente, trovò lo sperone dove prima si era fermata: riprese fia-to e poi salì ancora. Finalmente raggiunse la fune.
Sempre con Frodo aggrappato alla vita, la ragazza si assicurò ad essa.
Gandalf e gli altri, sul bordo del precipizio, videro la corda oscillare: ne rimasero stupefatti.
- Ma che diamine sta succedendo?- domandò Pipino avvicinandosi di più.
Legolas capì al volo: iniziò a tirare la fune con quanta forza aveva nelle braccia, trascinando tutti nell'impresa: Lilian e Frodo, più in basso, avvertirono l'aiuto dei compagni, che rendeva più facile la loro salita.
L'hobbit pensava: ma che strana ragazza è mai questa? Mi fa sentire il suo odio e poi mi salva la vita?
Una volta che tutti e due furono arrivati sul ciglio del burrone, Aragorn li aiutò a mettersi al sicuro: Sam, Merry e Pipino abbracciarono Frodo, contenti di riaverlo con loro, mentre gli altri ringraziavano Lilian e si complimentavano con lei per la coraggiosa prontezza d'animo.
- Non fateci l'abitudine....- si limitò a dire la ragazza mentre recuperava la sua corda.
- Forza, se stiamo tutti bene rimettiamoci in marcia!- gridò Gandalf mentre ri- prendeva il cammino.
- Ma hai visto anche tu cos'è successo! Se continuiamo per questo sentiero mori- remo di certo per le magie di Saruman: passiamo per le Miniere di Moria!- Gimli riprese a parlare delle sue amate grotte da nano.
- No, è più sicuro sfidare la montagna che andare sotto terra!-
Gimli insisteva, e per Gandalf era solo una perdita di tempo stare lì a discutere: chiese a Frodo che volesse fare. Dopotutto, era il Portatore dell'Anello che do-veva decidere il da farsi.
L'hobbit strinse ancora una volta l'oggetto che teneva al collo: perchè doveva decidere lui la sorte della Compagnia? Era forse saggio quanto Gandalf?
Non ne era convinto, ma sapeva che il luogo dove si trovavano non era affatto sicuro: forse Gimli non aveva tutti torti...
- Passeremo per le Miniere!- esordì dopo alcuni minuti di riflessione.
Il mago lo guardò esterrefatto, ma poi si convinse che Frodo avrebbe potuto a-vere anche ragione: era comprensibile che volesse tentare l'altra strada, dato che quella che serpeggiava sulla montagna stava diventando troppo rischiosa.
Il vecchio stregone invertì la marcia, senza guardare negli occhi il suo piccolo amico; poco dopo gli altri lo seguirono e tutti scomparvero nel turbinìo dei fiocchi di neve.
Lilian si avviò con riluttanza, Frodo incrociò di sfuggita il suo sguardo severo: eb-be l'impressione che, per quella decisione, lei lo odiasse ancora di più.
Il vero perchè, tuttavia, lo ignorava.
 
Per i giorni di cammino che seguirono l'hobbit si chiese incessantemente che cosa rimuginasse quella ragazza nei suoi fitti pensieri: l'aveva salvato da una morte sicura, rischiando anche la propria vita...eppure lui sapeva che per un'o-scura, strana ragione, lei non poteva sopportarlo.
Nella tarda sera del quinto giorno, finalmente raggiunsero la loro meta:
- Eccoci qua, finalmente siamo arrivati a Moria!- comunicò Gandalf ai compagni quando raggiunsero un'alta parete rocciosa.
In quello spoglio paesaggio non esistevano alberi, l'acqua del lago che costeggia-va la roccia era scura quanto la notte che era sopraggiunta. Nell'aria aleggiava un odore di morte.
Gimli sembrava contento: si sentiva finalmente a casa, anche se non lo era nel vero senso della parola.
Il portone per accadere alla Reggia dei Nani era davanti a loro, illuminato dalla luna.
Mentre la Compagnia si riposava, Gandalf decifrò i caratteri in elfico antico incisi nella roccia: c'era scritto di pronunciare una parola amica e passare. Ma quale parola? Un enigma.. ..ci mancava solo quello per degli stanchi viaggiatori!
Lo stregone si sedette su una pietra a pensare come entrare nelle Miniere; pro-
vò anche a fare qualche incantesimo, ma fu tutto inutile.
Gli hobbit si annoiavano a morte: Sam iniziò a tirare sassi nelle acque scure del lago, Merry e Pipino confabulavano.
Aragorn e Boromir non si sentivano affatto tranquilli: quel posto aveva un qual-cosa di sinistro.
- Non saremmo mai dovuti venire qui...- mormorò Lilian mentre accarezzava il suo arco.
- Perchè dici così? Avresti preferito congelarti lassù?- ribattè Legolas.
- Non sei affatto divertente, elfo. Io sto parlando di cose serie.-
- Anch'io...-
La loro discussione si fece più accesa: entrambi cominciarono a parlare veloce-mente in elfico antico. Gli altri non riuscivano più a capire un'acca.
Poi, all'improvviso, il portone di Moria si aprì con fragore: la luce filtrò un poco nel primo salone.
I quattro hobbit, Gandalf e i due uomini si voltarono verso gli altri due com-pagni:
- Ho solo detto " Senti, amico!"...- si giustificò Lilian con tono imbarazzato.
-...sei grande, ragazza! Hai indovinato la parola giusta! Sei proprio uno scrigno di sorprese..-
Lei si girò a guardare Legolas, che la stava osservando sorpreso e compiaciuto.
La Compagnia oltrepassò veloce la soglia di Moria; lo stregone accese magica-mente una pietra che usò per illuminare il cammino.
Lilian afferrò l'asta magica, mormorando poche parole in elfico, ed essa si accese come una piccola torcia: ma quale fu la terribile sorpresa!
- Ma, ma...che è successo qui?- esclamò Gimli appena ebbe modo di guardarsi un po' attorno...atterrito.
L'interno della Reggia era come caduto in rovina, le ragnatele stavano oramai ricroprendo tutto; nugoli di polvere si alzavano qua e là ad ogni minimo movi-mento della Compagnia.
Per terra, decine di scheletri in armatura giacevano inermi sulle lastre grigie del pavimento, infilzati da frecce: le luci delle torce illuminavano i loro volti privi di ogni espressione.
- Queste sono frecce di orchi..- constatò Legolas, estraendo da uno dei cadaveri un lungo bastoncino appuntito.
- Come è possibile? Gli orchi non si spingerebbero mai fin qui, a combattere con-tro dei Nani..- replicò Lilian.
Stava anche per aggiungere altro, ma preferì non continuare: il volto attonito di Gimli la fissava come se le chiedesse di dirgli che era solo un incubo.
Una pietra caduta mandò tutti nel panico: la Compagnia si ritirò in gran fretta al di là del portone dal quale erano entrati con un grido di terrore a malapena sof-focato nella notte.
Senza che nessuno se ne accorgesse, una misteriosa creatura si mosse.
Poi, dopo poco, Frodo si sentì afferrare per la vita e trascinare indietro: si voltò, un'orribile specie di polpo gigante guardava l'hobbit come se si trattasse della sua cena.
Aragorn sfoderò la spada, ed iniziò a recidere il tentacolo del mostro; Merry, Pipino e Sam lanciavano sassi a non finire contro l'orribile creatura.
Gimli cominciò a far roteare la possente ascia, e la fece cadere dritta sui tenta-coli della creatura: ma quella non aveva la minima intenzione di lasciare andare Frodo.
Mentre Legolas lanciava frecce per coprire le spalle ai propri amici, Lilian si piaz-zò in un posto dove il mostro potesse vederla bene, e iniziò a beffeggiarlo, sotto gli occhi sorpresi di tutti.
La creatura s'infervorò, afferrò l'"indisponente" ragazza con un tentacolo e la sol-levò per aria: nonostante Legolas continuasse a colpirlo, continuò a stringere la presa.
Era proprio quello che Lilian voleva: mentre il mostro l'avvicinava alla bocca, lei estrasse l'arco e puntò una freccia verso gli occhi del nemico.
L'accecò; la creatura, rabbiosa, l'avvicinò ancora di più alla bocca, ma...:
- Ecco, bravo, aprila...- mormorò Lilian.
Appena fu abbastanza vicina, la ragazza scoccò un'altra freccia nella gola del nemico, che la catapultò contro Aragorn; insieme capitombolarono poco lontano; ora Frodo era libero, ma il mostro era più infuriato che mai.
- Non ce la farete, è troppo forte!- urlò Gandalf- Per salvarci dobbiamo entrare a Moria!-
Si diresse dentro la Reggia in rovina, poco dopo gli altri lo seguirono; ma il mo-stro fece altrettanto. Con i tentacoli che gli rimanevano si mosse fino al portone di Moria e tentò di entrare; Lilian non glielo permise.
Agitò l'asta magica, causando un raggio di luce azzurra che fece crollare l'en-trata: una nube di fumo scuro invase il macabro salone per parecchi minuti.
- Ma che diamine ha combinato quella ragazza?- esclamò Gimli, tossendo rumo- rosamente.
- Ha fermato il nemico, penso..- rispose Gandalf mentre la nebbia di polvere si diradava.
Ora l'entrata per Moria non esisteva più: al suo posto c'era un cumulo di pietre che aveva inghiottito il mostro come se niente fosse.
Dei chiari colpi di tosse rauca ruppero il silenzio tombale.
Fra le rocce, poco dopo, la figura slanciata di Lilian fece capolino, strisciando tra i massi:
- Ecco dov'eri finita..- disse Pipino avvicinandosi- Cominciavo a credere che fossi morta là sotto!-
- Siamo a corto di ottimismo a quanto vedo..- replicò lei sgusciando fuori dai massi fino alla vita, poi la ragazza fu obbligata a fermarsi: non ci passava più.
- Allora, che aspetti? Vieni!- la esortò Legolas.
- Non so se l'hai notato, ma...avrei un problema.-
L'elfo le si avvicinò:
- Non riesci più a venire fuori?-
- Tu cosa ne dici?-
Lui la prese per le braccia e iniziò a tirare:
- Lo sapevo, avrei dovuto dimagrire...- mormorò la ragazza mentre tentava di disincastrarsi.
- Non dire sciocchezze, per me tu stai benissimo così! E' solo questione di tem-po, vedrai che ti faremo uscire..-
Dietro a Legolas apparvero anche i quattro hobbit e i due uomini, che comincia-rono a rimuovere i massi intorno alla ragazza.
Lilian avvertiva qualche miglioramento: di lì a poco avrebbe dovuto liberarsi.... Ed infatti, improvvisamente, finì a capofitto addosso a Legolas, che la stava ancora tirando:
- Scusa, non l'ho fatto apposta...- sussurrò lei, togliendosi da quella imbarazzante posizione 
  
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