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Autore: Psplik    22/04/2011    1 recensioni
Non avrebbe potuto tenerlo con sé per sempre, eppure voleva provarci. Non le sembrava giusto rinunciare così.
Ne valeva la pena, di questo era assolutamente certa.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Volevamo durare per sempre.
Che rumore fa un cuore quando va in frantumi?

 

A lampadina, perché mi incoraggia sempre.
Grazie, ti voglio bene.

È come un grido. Solo un po' più acuto.
È come un vaso di vetro che cade a terra senza rompersi sul colpo, ma riempiendosi di crepe fino a scomparire nella polvere di se stesso.
È doloroso. È estenuante. È lento.
Un semplice rumore può fare così male?
Forse era tutta suggestione.
Probabilmente, si diceva, avrebbe dovuto dare la colpa solo a se stessa. Ma non ci riusciva.
Soffriva in silenzio perché piangere sarebbe stato troppo poco.
Non era successo niente, dopotutto.
Se n'era andato e basta, senza dare spiegazioni.
Perché avrebbe dovuto? Loro, teoricamente, non stavano insieme.
Loro, teoricamente, erano solo amici. Buoni, buonissimi amici.
Un amore troppo forte per essere definito, secondo lei.
Paura di dare alle cose il giusto nome, secondo lui.
E le mancava già. “Non è giusto” aveva detto, prima di salire sul treno.
No, non era giusto. Per niente. Ma se lui avesse aspettato qualche secondo in più, lo sarebbe diventato. Lei avrebbe “dato alle cose il giusto nome”.
Forse era giunta l'ora di farlo.
Ma il tempo non bastava. Il tempo non basta mai.
-Scusa.- e adesso sentiva anche la sua voce. Non bastavano i ricordi, a farle sentire il dolore ancora più vivo. Ora anche la sua voce, ed il suo profumo. E l'osso di gomma verde al polso magro. Allucinazioni. Visive, olfattive, uditive. Non faceva differenza.
Sempre allucinazioni erano.
-Sono stato uno scemo, io, ecco, io, mi dispiace, non...non c'è bisogno di dare un nome a questa...questa cosa, insomma, tu ci sei...cioè, va bene così.- lo conosceva davvero bene, per riuscire a costruire quelle frasi sconnesse esattamente come avrebbe fatto lui.
Lo conosceva davvero troppo bene. Sorrise, avrebbe voluto riascoltarle, quelle parole.
O almeno convincersi che fossero reali.
Si riscosse dai suoi pensieri e guardò avanti.
Lui era lì, affannato dalla corsa, spettinato come sempre.
Non se l'era immaginato. La sua voce. Il suo profumo.
Era davvero con lei, in quel parchetto dimenticato dal mondo.
-Volevamo durare per sempre, così. Non ce la possiamo fare. Io non sono capace di amarti come dovrei.- sussurrò, quasi più a se stessa che al ragazzo che si trovava davanti.
-Il mio amore compenserà le tue mancanze, vedrai.- mormorò, cercando di rassicurarla, sedendole accanto sulla panchina e abbracciandola.
-Andrà tutto bene...- la ragazza scosse la testa sorridendo.
-Non sei mai stato bravo a mentire.-
Il ragazzo la strinse ancora di più a sé.
Voleva proteggerla. La verità faceva male.
La verità era dura da affrontare. La verità li avrebbe distrutti.
Mentire a volte è la cosa migliore.
In quel momento lo era. Per tutti e due.

  
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