Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: kresbiten    22/04/2011    7 recensioni
Cos'è l'amore? E' quel brivido che ti attraversa la spina dorsale nel momento in cui incroci i suoi occhi, nel momento in cui ti sfiora? No, l'amore è sofferenza, sono lacrime versate, è dolore. L'amore è solo un'illusione che ti aiuta ad andare avanti, a crescere e a diventare la persona che sei o sarai un giorno.
La professoressa Isabella Swan decide di tornare a Forks, dopo precisamente quattordici anni. Tutto è cambiato nella sua vita, lei per prima. E' convinta di essersi lasciata tutto alle spalle, anche se gli occhi di sua figlia la riportano troppe volte indietro nel tempo. Ma cosa succederà quando, in un tranquillo giorno scolastico, non saranno gli occhi di sua figlia a farle ricordare, ma il soggetto stesso dei suoi ricordi?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buongiornoooooo!!!! eccoci qui con un nuovo capito... visto come sono puntuale..?? eheheheh O:) io sono brava :P
allora... vedimao cosa si nasconde dietro quella porta..
sfortunatamente devo fare un avviso spiacevole!!! questo è il TERZULTIMO capitolo che ho a disposizione di questa storia!!! l'altra ff mi ha tolto parecchio tempo... e ho perso la così detta ispirazione!!! ultimamente sono troppo drammatica e se continuassi a scriverla contro il mio volere.. 1° verrebbe uno schifo e 2° rischierei di far succedere qualcosa di veramente brutto!!!!! ma ascoltate bene: LA STORIA NON E' INTERROTTA!!!!!!
posterò più raramente ma prometto di farlo!!!! ci tengo a questa storia....
adesso mi rimane solo da ringraziarvi e da augurarvi una..


BUONA PASQUA!!!!!!

CAPITOLO 14
<< Pronto?>> parcheggiai la macchina di fronte casa di Edward per rispondere al telefono che non cessava di suonare e che rimbombava nella mia testa dolorante. Renesmèe aveva visto il mittente ma segnalava un numero che non conoscevamo. Di sicuro non era James perché avevo finito di parlare con lui un’ora fa e non credo che sia tanto preoccupato per la mia salute, visto che gli avevo detto di non sentirmi bene, da chiamarmi di nuovo.
<< Bella? Sono Alice>> sospirai.
<< Oh ciao Alice. Dimmi>>
<< Dove sei?>> chiese affannata. Che stava succedendo??
<< Davanti casa di.. tuo fratello. Perché, che è successo? Se non posso venir..>> mi bloccò prima che potessi finire di parlare o fare qualsiasi pensiero.
<< No, niente. Solo... prima di entrare respira profondamente, ti conosco ormai>>
<< Cos..>> To, to, to. Aveva attaccato. Mah! Chi avrebbe mai capito quella ragazza.. donna.
<< cosa è successo?>> mi chiese mia figlia, al mio fianco. Era emozionatissima di dover affrontare la prima lezione. Sorrisi a quel pensiero. Tornai con i piedi per terra e scossi il capo, facendo spallucce.
<< Boh! Non capirò mai Alice. Su, andiamo>> scendemmo dalla macchina, chiudendola con l’allarme e ci dirigemmo verso casa di Edward. mi picchiai sulle gambe per stirare il pantalone stretto grigio scuro che si era stropicciato stando seduta e aprii il cappotto facendo travedere la maglietta bianca scollata e ricoperta con una sciarpa dello stesso colore del pantalone. Salimmo i quattro scalini che portavano alla porta d’accesso di casa sua e... la porta mi si aprì improvvisamente davanti, senza aver bussato o chissà cosa. In quello stesso momento, a vedere quella scena mi si bloccò il respiro e capii immediatamente a cosa si riferiva prima Alice, quando mi aveva detto di prendere un respiro profondo, che non avevo preso.. Accidenti!
Distolsi lo sguardo da quelle due persone davanti ai miei occhi, che come me mi guardavano sbalordite e incredule e guardai un po’ più indietro di loro, dove potevo vedere la figura contratta di Edward. aveva la mascella serrata, proprio come i suoi pugni, tanto da far diventare le nocche bianche. Ritornai con lo sguardo sui miei osservatori, che oltre a guardare me.. osservavano mia figlia. Istintivamente allungai un braccio, avvolgendolo attorno al suo fianco e facendola avvicinare a me. avevo paura di quelle persone. Decisi di salutare come se niente fosse e da persona educata.
<< Buonasera signori Cullen>> riuscii a dire dopo aver titubato un po’. Fortunatamente il mio tono uscì deciso e fermo, anche se chi mi conosceva bene poteva ben intravedere il leggero tremolio della mia voce.
<< Tu??>> chiese l’uomo: Carlisle. Il suo viso era contratto e sembrava che mille punti interrogativi circondassero il suo viso. Sua moglie non era da meno. Mi guardava con disprezzo e odio, come se  fossi chissà cosa o chissà chi.
<< Sì, signor Cullen, sono io.. Bella. Sono felice di.. rivederla>> dissi lentamente e un’espressione di disgusto molto probabilmente si dipinse sul mio viso. Sono sempre stata una pessima attrice..
<< Imparagonabile alla felicità che proviamo noi nel rivederti>> disse visibilmente ironica sua moglie Esme. Risi amara.
<< Immagino>> mi scappò di bocca. Mannaggia alla mia linguaccia! La tensione che ci circondava era pazzesca, tesa come la corda di un violino. Io ancora non avevo respirato, anche perché erano passati solo pochi secondi eppure sembrava che fossero passate ore.
<< Che ci fa lei qui?>> chiese quasi urlando il padre a suo figlio, guardandolo e abbandonando lo spirito ironico che sua moglie aveva intrapreso. Edward era ancora rigido e si avvicinò a loro, con passo duro e pugni serrati.
<< Questi non sono affari vostri. Adesso vi prego di uscire da casa mia!>> disse sorprendendomi sia a causa delle parole che del tono di voce che aveva usato nei confronti dei suoi genitori.
<< Non puoi cacciare i tuoi genitori!>> disse Esme offesa e arrabbiata.
<< Posso da quando loro hanno cacciato me>> rispose lasciandomi spaesata. Cosa avevano fatto i suoi genitori?? Avevo sentito male forse..
<< Non ti abbiamo cacciato. Non cercare di fare bella figura con Isabella e...>> suo padre usò il mio nome per intero per sottolineare il disprezzo e la freddezza che avevano da sempre usato nei miei confronti. La sua frase non era stata completata e guardavano Renesmèe.
<< mia figlia>> provvedetti a continuare la sua frase. Li vidi strabuzzare gli occhi.
<< Vedo che ti sei data da fare!? Lo hai subito rimpiazzato, in fondo sapevo che sei sempre stata una gran...>> iniziò a dire Esme e suo figlio la bloccò subito.
<< Smettila! Non ti permettere di usare questo tono e queste parole nei confronti di Bella! Va bene? E adesso andate via! Non voglio più rivedervi>> urlò come un matto e subito intervenne Alice che lo preso con un braccio e lo portò nell’altra stanza. i suoi genitori mi passarono di fianco guardandomi con disprezzo.
<< Siamo riusciti a portartelo via una volta, ci riusciremo di nuovo>> sussurrò piano, da far sentire solo a me, Carlisle. Se ne andarono e dopo poco sentii un rombo di una macchina, che dopo pochi secondi partì. Rimasi bloccata davanti alla porta per qualche secondo, cercando di dare un senso alle parole che poco prima mi aveva detto quell’uomo.
Siamo riusciti a portartelo via una volta... Cosa voleva dire con questa frase? Noi non ci eravamo lasciati a causa loro, ma a causa del loro figlio..
Siamo riusciti a portartelo via una volta... Io lo avevo lasciato perché lui mi aveva tradito..
Siamo riusciti a portartelo via una volta... Io lo avevo lasciato perché lo avevo trovato a letto con una ragazza..
Siamo riusciti a portartelo via una volta... Mi avevano sempre odiato, cosa volevano direcon Siamo riusciti a portartelo via una volta...??
Ci riusciremo di nuovo.. Lo avevano già fatto..
Ci riusciremo di nuovo.. Pensavano ch volessi riprendermelo..
Ci riusciremo di nuovo.. Avevano qualcosa in mente.. qualcosa che avevano anche fatto in passato. Ma cosa? Perché Edward non rivolgeva la parola ai suoi genitori? Cosa era realmente successo?
Tutto iniziò a girare. Le domande nella mia testa, le risposte certe che erano poche, ma soprattutto le risposte incerte, a cui non sapevo dare una risposta. Oltre a questo, iniziò a girare tutto intorno a me. le pareti e tutto ciò che vedevo. Portai una mano sugl’occhi per cercare di calmare il giramento di testa, mentre con l’altra mi poggiai allo stipite della porta d’entrata. Lentamente mi ci poggiai anche con un fianco, cercando di riprendere il controllo e le forme precise e iniziali di quello che mi circondava. Tutto ciò accadde in pochi secondi e sentii anche le forze venirmi meno nelle gambe; iniziarono a tremare e sentii di star per perdere il controllo di esse e di me stessa. Scivolai lentamente lungo lo stipite della porta, fino a quando sentii il pavimenti di pietra freddo e duro sotto di me e poggiai la testa contro la porta e chiusi gli occhi. Tutto girava, dentro e fuori di me..
<< Mamma!>> mi chiamò mia figlia e sentii che si era abbassata verso di me. aprii gli occhi per rassicurarla, ma appena lo feci sentii che mi si voltavano gli occhi. Tutto girava dentro e fuori di me...
<< Mamma! Che ti succede?>> continuò a chiamarmi spaventata.
<< Sto b- b- bene>> riuscii a dire con un sussurro e un sospiro finale.
<< Mamma! Edward? Edward? vieni!>> mia figlia stava chiamando Edward. aveva visto che stavo male. Dovevo cercare di riprendermi, ma non ci riuscivo.
Sentii dei passi veloci, segno che qualcuno stesse correndo.
<< Che succede Renesmèe? Bella!>> urlò catapultandosi al mio fianco.
<< Non so cosa è successo. Si è seduta a terra e..>> sentii un singhiozzo. La mia piccola non doveva piangere.. io stavo bene.. scossi il capo.
<< R- Renesmèè, a- amore... mip, sto.. b.. bene>> riuscii a dire.
<< Non ti preoccupare Renesmèe>> la rassicurò Edward..
Sentii delle mani vigili spostarmi i capelli e togliermi il cappotto lentamente. Ma che stava facendo?
<< Sto cercando di farti prendere un po’ d’aria>> rispose alla mia domanda mentale. Era sempre stato così.. con le mani mi toccò la fronte e poi gli zigomi.
<< Bella!>> sentii Alice avvicinarsi. << cos’ha?>> chiese spaventata.
<< Un leggero mancamento, nulla di preoccupante. Adesso la porto dentro>> sobbalzai a quell’informazione e spalancai gli occhi.
<< Sto già meglio, sul serio>> sussurrai. Ma non era vero. Aiutandomi con un suo braccio, cercai di alzarmi. Tutto continuava a girare ma cercai di far finta di niente. Quando mi alzai le mie gambe decisero di non voler collaborare e le sentii venir meno. Fortunatamente o sfortunatamente, Edward mi prese al volo circondandomi i fianchi con un braccio e con l’altro le spalle. Il mio petto contro il suo, ma soprattutto i nostri visi vicinissimi. Mi scostai subito col viso.
<< forse è meglio se rimango un altro po’ seduta>> annunciai chiudendo gli occhi. Improvvisamente mi sentii sollevare da due braccia, uno tra le piede delle gambe, dietro le ginocchia e uno sotto alle spalle. Sobbalzai e aprii gli occhi.
<< F- fammi scen.. dere>> sussurrai. Iniziò a camminare.
<< Ti porto solo sul divano>> mi rassicurò e io decisi di cedere, perché primo, non ce la facevo a tenere gli occhi aperti e a stare all’in piedi e secondo, c’era una strana calamita che mi diceva di stare ferma e zitta. Istintivamente posai la testa tra la sua spalla e il suo petto, beandomi del suo profumo. Ma cosa pensi Bella? E riecco la mia vocina. Zitta vocina, zitta. Adesso zitta.
Dopo aver salito delle scale e aperto una porta, sentii poggiarmi su qualcosa.. un divano. Non ce la facevo ad aprire gli occhi e quindi li tenni chiusi. Lo sentii allontanarsi e poi riavvicinarsi.
<< Renesmèe?>> chiamai. Sentii accarezzarmi una guancia, con delle dita fredde.
<< E’ di là con Alice. Non ti preoccupare>> mi rassicurò Edward, ma tutto fece tranne quello.
<<  Che vuoi fare>> urlai e mi ritrassi sedendomi, ma un nuovo capogiro mi colpì. Rise.
<< Non userò né aghi né niente e non vedrai sangue, non preoccuparti. Voglio solo misurarti la febbre e la pressione. Ora Alice ti porterà un po’ d’acqua>> mi rassicurò e io annuii.
Come detto, mi misurò la pressione che avevo leggermente bassa e la febbre, che avevo leggermente alta. Dopo dieci minuti il giramento di testa iniziò a rallentare e riuscii a sedermi. Andò a prendere lui stesso il bicchiere d’acqua a cui aggiunse anche un’aspirina per alleviare il mal di testa ed evitare la febbre alta. Feci tutto quello che mi disse di fare e dopo mezz’ora potetti dire che stavo molto meglio.
<< In cosa ti sei laureato precisamente?>> gli chiesi improvvisamente facendogli abbassare lo sguardo per guardarmi. Stava posando gli attrezzi nella sua borsa da medico.
<< Pediatria. Ho uno studio a Sattle e ogni tanto vado in qualche ospedale, da cui mi chiamano>> rispose fiero di sé ma nello stesso momento molto modesto.   
<< Dopo quanti anni di università?>>
<< cinque più due di specializzazione. Diciamo che a trent’anni ho aperto il mio studio a Sattle >>
<< Complimenti>> dissi e lui mi sorrise.
<< e tu invece?>> wow io e Edward stavamo dialogando.
<< Mi sono laureata in lettere classiche inglesi in sei anni. Volevo farlo prima ma la bambina mi rubava molto tempo..>> spiegai e lui annuì.
<< Ehi! Io non avrei mai retto. Complimenti anche a te! Come hai fatto con lei? La tenevano i tuoi?>> chiese chiaramente curioso.
<< No. L’ho tenuta con me. i primi mesi di gravidanza sono andata a lezione poi... ho avuto dei problemi>> mi interruppe.
<< Che genere di problemi?>> mi chiese preoccupato, sedendosi al mio fianco.
<< Stress. A causa dello stress rischiavo un distacco della placenta e sono stata gli ultimi due mesi a riposo assoluto>>
<< come hai fatto?>>
<< Sono stata dai miei per quei due mesi. Dopo un mese dalla nascita sono tornata all’università. La mattina la lasciavo al nido e il resto della giornata con me. per fortuna è sempre stata molto tranquilla quindi non ho avuto problemi. Però comunque rallenta i tempi previsti..>>
<< Certo>>
<< Per fortuna c’era James con me. non so come avrei fatto senza di lui>> pensai ad alta voce.
<< James?  L’uomo con cui eri l’altro giorno a scuola?>> chiese interessato. Annuii.
<< Eravamo amici all’università. Da quando sono tornata e ha scoperto della bambina, se n’è innamorato e mi ha aiutato sempre. Non ci siamo mai separati e lui si è affezionato davvero molto a Renesmèe>> sussurrai con un sorriso sul volto. Sul suo vedevo malinconia e tristezza.
<< Edward?>> lo chiamai e lui si girò. << Come mai hai trattato così i tuoi.. genitori? Non dovevi>>
<< A proposito, scusami, non avevano il diritto di dirti quelle cose>> si scusò sinceramente.
<< Non ti preoccupare, ci sono abituata>> e feci spallucce. << come mai.. avete litigato?>> insistetti.
<< E’ successo tanti anni fa. È una storia lunga che ti dovrei raccontare con calma e che di sicuro farò.. ma te l’ho detto, è una cosa che dovrò dirti con calma. È difficile crederci. Io l’ho fatto subito perché..>> abbassò lo sguardo.
<< scusami. Non volevo metterti a disagio>>
<< non mi metti a disagio. La vicenda è orribile da ricordare, anche per te..>> mia accigliai alla sua risposta.
<< Anche per me?>> ora ero confusa.
<< Bella.. io e i miei sono quindici anni che non ci rivolgiamo la parola>> sussurrò abbassando lo sguardo e io non ci misi niente a fare dei rapidi calcoli matematici. Quindici anni fa noi ci siamo lasciati..
<< Quindici anni fa..??>> chiesi titubante e tremante. Tutto gira dentro e fuori me.. Lui annuì.
<< Te l’ho detto.. è una cosa che devo spiegarti con calma, è difficile capire e crederci>>
<< Ma..>> mi interruppe.
<< Il tuo mancamento forse è stato causato anche da un gran stress. Dovresti prenderti qualche giorno a lavoro>> disse cambiando discorso.
<< Edward non cambiare discorso..>>
<< Te ne parlerò, su questo non c’è ombra di dubbio. Ma adesso non devi stressarti. Prenditi qualche giorno>> disse triste. Aveva abbassato lo sguardo.
<< Perché quella faccia?>> mi scappò di bocca. Perché quando sei con lui non riesci a controllarti??  Non lo so.. è sempre stato così, ma adesso non è sempre..
<< Nonostante tu ne abbia bisogno, se prenderai qualche giorno.. non ti vedrò..>> sussurrò. Cosa?? Le mie orecchio si stavano inventando tutto? << E mi mancherai..>> continuò stupendomi interamente. Non riuscii a parlare e a muovere un solo muscolo.
<< Comunque ne hai bisogno>> continuò. Scossi il capo.
<< Non posso. Devo accompagnare Renesmèe a scuola>> spiegai.
<< Non c’è problema. Posso passarla a prendere io la mattina e te la riporterò sana e salva il pomeriggio>> quasi mi misi a piangere..
Possibile che un padre avesse una calamita che lo portasse a sua figlia?? Possibile che potesse sentire un qualche potere di possessione su sua figlia anche se non sapeva che lo fosse?? Possibile che le volesse bene come se fosse sua figlia, senza sapere che lo è davvero?? Avrebbe mai potuto volerle davvero bene come un padre a sua figlia, ma senza che entrambi lo sapessero??
In questo momento mi sentivo la persona più meschina, crudele ed egoista al mondo. stavo negando ad un padre la propria figlia, ma soprattutto stavo negando un padre ad una figlia.. mia figlia. In teoria tra di loro stava nascendo un bel rapporto, ma che si sarebbe basato sempre su una semplice amicizia o rapporto professore- alunna, ma mai come un rapporto padre- figlia, a meno ché non avessi detto tutto a tutti..



SPOILER:

<< Una cosa però non me l’hai detta..>> pensò ad alta voce.
<< Che cosa?>>  chiesi ironica.
<< Promettimi di rispondere sinceramente>> mi chiese e io mi preoccupai. Forse era seria..
<< O- okay>> risposi balbettando.
<< Bella, tu lo ami??>>
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: kresbiten