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Autore: Lils__L7    22/04/2011    8 recensioni
E se Lumacorno decidesse di far produrre ai suoi studenti del settimo anno una pozione che prevede un procedimento.. particolare? Dopotutto, nessun uomo sano di mente imporrebbe James Potter come compagno di pozioni di Lily Evans, no?!
E' la mia prima fic.. siate clementi! :D
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lui e lei che stanno insieme solo con la colla.'
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First day.

«Risulta evidente quanto siam diversi,
quanto son diversi i tempi del percorso,
ma sono giorni in cui suona più vicina
tutta quella tua incazzatura..»
[L.Ligabue - Caro il mio Francesco]


Il soffitto della Sala Grande quel giorno era di un nero spaventoso, come se il peggiore degli incubi del mondo magico si fosse realizzato. E in un certo senso era proprio così.
Gli studenti del settimo anno (ebbene sì: Lumacorno aveva assegnato lo stesso ingrato compito anche a Corvonero e Tassorosso) si erano presentati quella mattina a colazione come se fossero invece diretti al patibolo, e squadravano ringhiando tra i denti ora il professore di Pozioni ora l’odiato compagno con il quale avrebbero dovuto lavorare per ben quattordici giorni.
Silente, quasi a farlo apposta, era stato talmente divertito da quella bislacca idea di Lumacorno da decidere di fondere gli stemmi delle quattro Case a coppie proprio come nel compito: e così, sui tavoli rossi e verdi spiccavano grifoni dalla lingua e le zampe serpentesche, e su quelli gialli e blu animaletti rotondeggianti con orecchie da tasso e becco da corvo.
«Mooolto simpatico!» sibilò Sirius Black digrignando i denti, sedendosi al suo solito posto sulla panca vicino a James. Il quale, dal canto suo, sembrava davvero essere l’unico studente del settimo anno di buon umore.
«Non trovate sia una giornata fantastica?» esclamò infatti rivolto ai suoi amici mentre si serviva di succo di zucca. «Oggi dovremo metterci d’accordo con il nostro compagno per la pozione di Lumacorno!».
«Proprio per questo è una giornata di m..» sbraitò Sirius, ingozzandosi di bacon e marmellata.
«James, facci il favore di smetterla!» lo interruppe Remus, stropicciandosi gli occhi con le mani. «Ho la luna piena tra una settimana e Mulciber da tenere alla larga, non infierire!».
«Ooh, come sei pesante, Lunastorta! Dovresti essere orgoglioso del tuo James che presto conquisterà la sua bella!».
«Non vedo proprio chi dovresti conquistare, Potter.».
I Malandrini si voltarono insieme verso la persona che doveva aver parlato, individuando con poca sorpresa la rossa Caposcuola, che batteva un piede contro il pavimento a braccia serrate.
«Ehi, Evans!» esclamò James, passandosi una mano tra i capelli corvini. «Sei qui per il compito di Lumacorno?».
«Sicuramente non per piacere, Potter. Allora, ci vediamo oggi pomeriggio alle tre nell’ultima aula dei sotterranei. Puntuale!» rispose lei, categorica.
«Va bene,» annuì lui, «a dopo!».
La bella rossa girò sui tacchi e a passo spedito tornò a sedersi al tavolo, accanto ad Alice.
«Ramoso, smettila di fare quella faccia da ebete.».
«Oh avanti Pete, non vedi com’è bella?!» sospirò James, appoggiando il mento sul tavolo con fare teatrale. «Non funzionerà mai, vero?».
Remus, il più comprensivo dei Malandrini, si intenerì a guardarlo e assestò una gomitata ben piazzata nelle costole di Sirius che stava per rispondergli con un violento “NO!”. «Se parti scoraggiato, Jam, non raggiungerai mai il tuo scopo!».
Gli occhi del moro si illuminarono di gioia. «Hai ragione Rem! Sono o non sono il magnifico James Potter?!».
Remus dovette ammetterlo: a volte avrebbe davvero fatto meglio a starsene zitto.

«Sei qui, Evans?».
James entrò nell’ultima aula del corridoio dei sotterranei in cui agli studenti era permesso riunirsi; effettivamente Lily non aveva specificato in quale direzione del corridoio dovesse cercarla, perciò lui le aveva provate tutte.
«Sì, Potter.».
Ed era lì, infatti. James ebbe il terrore di essere rimasto per due minuti buoni a fissarla imbambolato come quella mattina a colazione, ma come avrebbe potuto evitarlo? La Caposcuola aveva raccolto i capelli rossi in una larga treccia laterale fermata da un laccetto dello stesso verde dei suoi bellissimi occhi, e arrotolato le maniche della camicia fino ai gomiti, in modo che non la impicciassero. Il maglione della divisa giaceva abbandonato su un banco in fondo all’aula, con la cravatta; non ricordava di aver mai visto Lily Evans così poco perfetta.. e così dannatamente bella.
Era stupenda mentre sistemava gli ingredienti per la pozione sul tavolo in ordine di come le sarebbero serviti, storcendo le labbra se qualcosa non era esattamente dove avrebbe voluto che fosse.
Era meravigliosa mentre si scostava con uno sbuffo scocciato alcune ciocche di capelli che le erano ricadute sugli occhi, mentre sfogliava il libro alla ricerca del procedimento da eseguire.
Era fantastica anche con le sopracciglia aggrottate e le labbra serrate così strette da sembrare unite, in una smorfia di pieno disappunto.
..Disappunto?
«Potter, ma sei diventato sordo, oltre che scemo?! Ti sto chiamando da tre ore!».
«Merlino, scusa Evans, scusa. Mi ero distratto.».
«Ho notato! Sbrigati, vieni qua; mettiti a sbucciare queste radici e dopo tagliuzzale in parti uguali.».
«Sì, Lily.».
«Evans, Potter. Sono Evans per te.».
«Hai ragione Evans, scusa.».
Passarono almeno dieci minuti in silenzio, mentre lui sbucciava quelle maledette radici e lei preparava nel calderone uno strano intruglio che avrebbero dovuto aggiungere alla pozione in seguito.
«Perché non posso chiamarti Lily?» chiese James all’improvviso.
Lei lo guardò come se avesse visto Ruf ballare un valzer con Morgana in persona. «Perché dovresti chiamarmi Lily, Potter?».
«Gli amici si chiamano per nome.».
«Dici bene, gli amici. Ti risulta che noi due siamo amici?».
«Beh no, ma.. potremmo diventarlo. Che male ci sarebbe?».
«La nostra pozione non varrebbe uno zellino in quel caso, Potter. Zitto e sbuccia.».
James rise. «Quando vuoi Evans, sei simpatica.».
«Oh, che onore, Potter. Detto da te poi, che sei la simpatia fatta persona!» disse lei sbuffando, contorcendosi nelle smorfie più buffe per convincere un ciuffo di capelli a togliersi da davanti ad uno dei suoi occhi, avendo le mani impegnate e non potendole assolutamente spostare dal mestolo.
«Aspetta,» sussurrò James, «ti aiuto».
Non aspettò una sua risposta (non sarebbe sicuramente stata affermativa) e le si avvicinò in due falcate, raggiungendola e afferrando la ciocca di capelli che era sfuggita al suo controllo; con un movimento lento, le mani tremanti per la vicinanza al suo viso, gliela portò dietro l’orecchio sinistro, sfiorandole uno zigomo col pollice in una sorta di carezza improvvisata.
Lei scosse la testa, piano, per allontanare la sua mano. Era arrossita. «Grazie.», disse, abbassando lo sguardo.
Passarono altri dieci minuti senza dire una parola e senza guardarsi. James aveva finito ormai di tagliuzzare tutte le radici e aveva preso ad affettare uno degli altri ingredienti, triste per come stavano andando le cose tra loro due.
«Anche tu quando vuoi non sei così male».
Era sicuro di aver capito male. «Come, scusa?!».
«Hai capito benissimo, Potter. Sei in silenzio da quindici minuti. Non sei poi così male, quando ti impegni.», disse Lily, abbozzando un sorriso.
«Attenta alla pozione, Evans.. se vuoi una E, non devi dirle certe cose.» cercò di sdrammatizzare lui.
Lei ridacchiò. «Giusto. Beh, in questo caso, ti odio.».
Lui le sorrise, teso. Toccava a lui dire qualcosa, adesso. «Dai, parlando seriamente. Perché ce l’hai così tanto con me?».
«E me lo chiedi, Potter? Sei sempre il solito buffone!».
«No, sono cambiato!» ribatté lui, spalancando le braccia e urtando il contenitore delle radici, che cadde.
«Accio radici,» disse Lily, ricomponendo l’ingrediente. «E’ vero, ma solo esteriormente. Sono sicura che dentro sei ancora il solito bambino.».
«Sono cambiato, ti dico, ho fatto come volevi! Dammi una possibilità, Lily, una sola.».
«Non ci penso neanche, Potter! Merlino, finiamo questo lavoro in fretta così posso continuare ad evitare di rivolgerti la parola.».
«Oh, avanti.. l'ultimo desiderio si nega solo ad Azkaban!» gemette lui facendo gli occhioni dolci.
Lily alzò gli occhi al cielo, cercando di mantenere un'espressione accigliata nonostante la faccia ridicola che James aveva messo su.
«Ho detto no, Potter. Qui è molto peggio di Azkaban.».
«Tu sei molto peggio di Azkaban!».
«Con te sicuramente! Vuoi finire di affettare quella roba o no?!».
«No, per la barba di Silente!» esclamò lui, esitando poi un attimo nel timore che l'onnisciente e onnipresente Preside l'avesse sentito. «Non fino a quando non mi spiegherai perchè ce l'hai così tanto con me!».
«Perchè sei pedante, Potter! Appena ti do un briciolo d'attenzione ritorni appiccicoso come la colla!».
«La.. che?!» chiese lui, dimenticandosi per qualche secondo del discorso che avevano intavolato. «Oh, insomma, come sarebbe a dire 'pedante'?».
«Potter, io e te siamo diversi; troppo diversi. Quando qualcuno dice "no, Lily", io smetto di insistere, mentre tu non hai la minima idea di cosa questa parola voglia dire.. perchè sei viziato, sbruffone e prepotente!» urlò la rossa, diventando dello stesso colore dei suoi capelli per la foga.
James parve rabbuiarsi.
«Non ti sei neanche accorta di quanto sono cambiato.», biascicò.
«Ti sbagli Potter, me ne sono accorta. E' per questo che ho accettato di venire qui; ci sono altre persone che non sopporto all'interno di questa scuola, sai? Non sei l'unico!» ribatté Lily, puntandogli un dito contro. «Ma mi stai dimostrando ancora una volta che mi sbagliavo su di te!».
Detto questo, la Caposcuola radunò tutti gli ingredienti usati e non con un incantesimo, e li fece sparire ordinatamente all'interno di un armadio. Spense il calderone in assoluto silenzio, ringraziando Morgana e gli altri maghi che la proteggevano dall'alto che Potter stesse finalmente zitto, e con un incantesimo di Appello richiamò a sé maglione e cravatta.
Si voltò verso di lui, corrucciata.
«Domani alla stessa ora, Potter.».
«Allora ci rivediamo!» esclamò lui contento, riesplodendo nel suo sorriso aperto. «Buon pomeriggio, Evans!».
Lily girò sui tacchi e se ne andò a passo svelto, non riuscendo a trattenere un mezzo sorrisetto; tenace, quel Potter! Ma aveva trovato in lei pane per i suoi denti, quello era sicuro!


Capitolo 2 rivisto e modificato, mi era uscita una Lily credo troppo OOC che mi ha tormentato per tutte le vacanze di Pasqua! xD
Grazie mille a chi ha recensito, a chi ha aggiunto la storia tra le preferite/seguite e anche a chi ha solo letto.. Al prossimo capitolo! :D
L7!

  
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