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Autore: Grii    23/04/2011    4 recensioni
“Tu, ragazza in reggiseno!”
Tirai un urletto, voltandomi, e notando un ragazzo biondo che mi fissava con due occhi di ghiaccio. Cercai disperatamente la mia maglia, cadutami per terra per lo spavento e, una volta afferratala, cercai di coprirmi ma con scarsi risultati.
“È inutile che ti copri, ragazzina. Si vede tutto. Approposito... che fai nel bagno degli uomini mezza nuda? C'è per caso un sedicenne arrapato qui in giro?”
“Io ne ho diciassette di anni, scemo!” la cosa più stupida che potevo dire, ovviamente, la dissi.

***
Avere un talento particolare è sempre una cosa bella, ma quando questo talento viene sfruttato per cose che non ci piacciono è sempre spiacevole. Il doversi poi ritrovare davanti a una persona che non ne vuole saper proprio niente di te e innamorarsene è ancora peggio, perchè sai che ci rimarrai per forza male. Ma se le due cose si unissero? È lì che stai il vero problema.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo Secondo: Problemi interni e proposte indecenti


Federico, Federico Crestani, diavolo!”

Anche avendolo voluto ardentemente, non riuscii a nascondere l'intera faccenda dell'ingenuo bacetto ad Eva che naturalmente mi assaliva come una bestia inferocita. Intanto ero riuscita a identificare biondino occhi di ghiaccio, che portava il tanto nobile nome di Federico.

Federico, o più comunemente Cre per gli amici, era il più rinomato sexy idol della scuola, conosciuto da tutti manco che da me. Aveva la bellezza di due anni in più di noi ed era stato bocciato l'anno prima per cause a tutti sconosciute. La raccolta dati di Eva racchiudeva anche un piccolo particolare essenziale di lui: era un asociale nato. Da quando la sua bocciatura l'aveva costretto a retrocedere e a mischiarsi tra i 'più piccoli' si era chiuso completamente, perchè gli altri erano indegni di parlargli. Alcuni invece raccontavano che quelle erano tutte balle e che avesse subito uno shock talmente grande da diventare scorbutico al massimo. Nei suoi anni d'oro, però, il ragazzo fu conosciutissimo per le sue doti atletiche, la sua camminata da figo, il suo coraggio da vero uomo, il suo fondoschiena da urlo eccetera eccetera... ma la cosa che lo contraddistingueva era senz'altro il suo umore contagioso e misterioso che lo rendeva appunto un idol.

Sul serio vuoi dirmi che non avevi mai sentito parlare di lui?!” Eva intanto continuava a saltarmi addosso e io replicavo sempre con qualche mugugno disperato e sofferente.

Però, dopo aver sentito la sua descrizione a regola d'arte, non potevo dire di non sapere chi fosse ma solo di averne sentito parlare.

Boh” risposi “forse si, forse no. Ne ho sentito parlare, ma non ne sono sicura...” un ennesimo sbuffo di Eva mi costrinse a tacere. Poveretta, lei si che era sotto shock, ma il suo grande cuore l'aiutava a non riempirmi di botte.

Comunque, sei riuscita a parlare con Clive?”

Storsi il naso, leggermente disprezzante, e scrollai il capo in segno di no.

Dovresti parlargli”

Oh, grazie, non ci ero arrivata.

Il problema era che avevo una strizza terribile di farmi vedere di la, nel corridoio del bacio, perchè avrei potuto incontrare lui e fare qualche altra brutta figura.

Ci parlerò oggi a casa” borbottai.

Ed effettivamente quel pomeriggio con Clive ci parlai, ma fu una discussione non molto avvincente.

Ehi Cliv” si voltò aspettandomi sul vialetto della casa di papà, notevolmente nervoso.

Senti Sere, riguardo ad oggi...”

Bah lascia stare, non me la sono presa. O per lo meno, non più di molto” dissi con sguardo truce rivolta nella sua direzione “ma volevo sapere come avevi intenzione di far evolvere la faccenda”

Domani diciamo a tutti che ci siamo mollati” rispose secco senza prestarmi troppa attenzione e sedendosi sul dondolo di legno “mi molli tu, così puoi andare a vantarti con le amichette che hai mollato quel figo di Clive Stevanin, tanto nessuno sa che sono tuo fratello”

Ogni tanto la logica di Clive mi stupiva e rallegrava, un piano così non era da tutti i ragazzi di mia conoscenza. Volli però soffermarmi su un particolare “Cos'è questa storia di 'quel figo di Clive', eh?”

Si scostò il ciuffo dagli occhi con il suo fare annoiato, e sorridente continuò a dondolarsi “Secondo le ragazze della mia classe sono un gran bel partito” io annuì e mi lasciai scappare un sorriso lievemente disgustato “un paio hanno pure menzionato il portarmi a letto” qui il mio sorriso divenne un solco di sdegno.

Beh, mi basta andare a dire in giro che quel gran fico di Clive...”

Figo” mi corresse inutilmente lui.

È uguale, cazzo! Dov'ero rimasta? An si... che quel gran figo di Clive a letto non dura meno di dieci secondi, vedrai come ti verranno ancora dietro”.

Vi ricordato quando ho detto che la conversazione non risultò molto avvincente? Ovviamente mi riferivo alla faccenda scolastica, gli argomenti interessanti c'erano eccome.

Ah, sentitela questa!” il fratellastro adorato si era alzato e gironzolava avanti e indietro per la veranda abbastanza scosso “E tu che ne sai, mica ci sei stata a letto con me, o dimentico qualcosa?”

Gli risi in faccia con tutto il sadismo che potevo metterci “Credo non ci sia molta differenza tra quando vieni a letto e quanto vieni masturbandoti”

Lui, d'un tratto divenne tutto rosso e si rimise a sedere nervoso come non mai. Si torturò le mani e poi tornò alla carica, questa volta incazzato nero “Ti sei messa a spiarmi per caso?!”

Abbiamo la camera in comune, mio caro” cinguettai soddisfatta di averlo fatto infuriare “Sei dotato si, ma il tuo problema è che vieni troppo infret-...” non mi lasciò concludere la frase che fui scaraventata a sedere sul vecchio dondolo, mentre mi contorcevo dal ridere.

Stai zitta!” ringhiò “vuoi che mi metta a spiarti pure io?!”

Sarebbe stata una cosa molto divertente, lo ammetto. Ma Clive non era assolutamente il tipo di persona che si metteva a spiare qualcuno, tranne in casi estremi. Quando faceva qualcosa che non voleva fare diventava molto maldestro e finiva per rompere qualsiasi cosa gli capitasse a tiro.

Lascia stare Cliv, non ci riusciresti” ammise la sconfitta grugnendo, dandomi le spalle e mettendo il broncio.

Oh, non fare così” dissi avvicinandomi a lui con aria dolce. L'ho già detto che era carinissimo quando arrossiva o faceva finta di arrabbiarsi? “Cliv, non me la sono presa con te” cominciai ad accarezzargli i capelli e a spostargli delle ciocche dietro le orecchie, sentendolo sospirare al tocco. Sapevo che lo stavo facendo impazzire “Non andrò a dire niente a nessuno, non preoccuparti. Potrai andare a letto con tutte le ragazze che vuoi...”

Eddai Sere non scherzare” cambiò bruscamente posizione, tornando alla vecchia sedia, e lasciandomi leggermente confusa “Lo sai che io non cerco questo” il suo sguardo si era fatto serio e non potei far altro che sorridere languidamente, davanti al carattere amabile di quel piccolo principe.

Potreste non credermi, ma più di una volta quando cercavo di immaginarmi il ragazzo perfetto (che in realtà non esisteva mai) mi veniva in mente lui. E lui esisteva, era questo il bello. Ma allora perchè non riuscivamo ad andare così d'amore e d'accordo?

Comunque i ragazzi della mia classe hanno detto che sei carina e alcuni mi hanno chiesto se potevano avere il tuo numero”

E tu che hai detto?”

Che hai una tariffa molto cara”

Ecco perché.

Oh Clive, il tuo sarcasmo e il tuo umorismo mi sono mancati in tutti questi anni in cui non ti ho conosciuto. Sai dovresti...”

Mi bloccai vedendo la Spider rientrare dal portone principale.

Ah, Lucille è tornata” mi girai verso Clive e vidi il suo sguardo rabbuiarsi “Stai bene?” fece cenno di si, rimanendo cupo, e buttando indietro la testa si mise a dondolare.

Ho bisogno di una sigaretta”

Tu non fumi” gli feci notare

Questi sono i momenti in cui vorrei iniziare” mi prese un colpo a sentire quelle parole, sentendomi come presa in giro.

Non scherzare, tu odi anche solo l'odore del fumo”

Non mi rispose. Rimase zitto zitto, a guardare il tramonto che stava soggiungendo, e una donnina vestita di tutto punto che risaliva il vialetto. Faceva strani soffi, cercando di imitare i ragazzi che fanno gli anelli con il fumo delle sigarette, ma quello che ne veniva fuori era una patetica scusa per chiudere il discorso.

Questo ti spiazzava di lui, era riservato da morire, ma allo stesso tempo molto loquace. Quando voleva, interrompere una discussione, però, non c'era altra via.

Intanto Lucy camminava, o per meglio dire saltellava, venendoci in contro, proprio come una bambina di sei anni a cui avevi regalato un palloncino ed ora era tutta contena che veniva a saltarti in braccio.

Cliv, tesoro” la sua vocina tutta miele era quasi stomachevole “scusa se sono stata via per così tanto ma sono andata in agenzia per i biglietti della vacanza di quest'estate”

Ovviamente si riferiva a 'i biglietti per tonare nel loro regno' e la prima cosa che mi venne da pensare fu come avrebbe potuto comprare i biglietti per un posto che non esisteva. In ogni caso, lei non era stata in agenzia, e questo lo sapeva anche Clive.

Sally, amore, ci sei anche tu!” sorrisi forzatamente “vedrai dobbiamo portarti con noi quest'estate. Ti potremo mettere nella camera degli ospiti – sai il palazzo è molto grande – e Clive potrebbe farti vedere il lago e il boschetto... ma perchè no! Potrebbe portarti anche in città!”

Quelli erano momenti in cui avrei voluto tagliarla in due, perchè di essere presa in giro non ne avevo per niente voglia. Da Clive ancora ancora, ma da lei, una persona adulta che dovrebbe essere stata responsabile, matura e via dicendo, non mi andava proprio.

Allora tesoro che ne dici?”

Si, ma'” aveva un tono completamente rassegnato e uno sguardo perso ne vuoto. Mi rattristai molto vedendolo così. Quando vedi una persona sempre allegra con quello sguardo è naturale rattristasi, credo, come ai funerali.

Ma bravo il mio amore” si chinò e gli diede un bacetto veloce entrando in casa e sbattendo violentemente la porta.

Silenzio. Imbarazzante, molto imbarazzante. Oramai ci avevo fatto l'abitudine.

Smettila di mentire a te stesso, sai benissimo quello che sta succedendo, perchè non le parli?!” cercai di essere il più convincente possibile, ma fu inutile, infatti continuò ad avere lo stesso sguardo vacuo.

Ormai era più che noto a tutti i componenti della famiglia che la signorina Lucy aveva un amante, oltre a mio padre. Ma nessuno sapeva chi fosse. Papà quando l'aveva scoperto, non aveva detto niente e non aveva voluto neanche saperne il nome; prese solo qualche vestito e non tornò per quattro giorni. Intanto Lucille continuava la sua vita serena, senza pensieri, o almeno così voleva far credere.

Ma il più sconvolto era Clive. Non aveva mai avuto una famiglia come si deve, e quando sua madre si era risposata con mio padre venendo ad abitare qui, era il ragazzo più felice del mondo. Quando aveva scoperto il tradimento però, gli si era spezzato il cuore, ma non voleva farlo notare, ovvio.

Rispondi, cazzo!”

Lasciami in pace, che te ne frega?!”

Avrei tanto volto dirgli “Ma Cliv, tu sei mio fratello!” ma credo mi avrebbe riso in faccia.

E avrebbe avuto ragione, per come lo trattavo.

La sera, incredibilmente, eravamo tutti e quattro a casa – io, Clive, papà e Lucille – ma la situazione non era delle migliori. La tensione era alta, e nessuno osava aprire bocca, compresa Lucille che di solito aveva la lingua fin troppo lunga. Avrei preferito una delle sue chiacchierate, perchè quel silenzio era veramente pesante da sopportare. Alla fine della cena aiutai a sparecchiare e mi sbarrai in camera dove Clive mi stava aspettando.

Eccomi sono ventata a spiarti” dissi per tirargli su il morale. Con mio grande piacere non feci cilecca e la sua risposta fu una sonora risata.

Ti prego non scherzare, adesso ho solo voglia di farmi un a bella dormita”

Allora vado a farmi una doccia, così dopo spegniamo le luci”

Forse l'unica cosa decente della nostra camera era il bagno personale. Avevamo un altro bagno in corridoio ma quello non lo usava mai nessuno, perchè tutti preferivano stare vicini alla loro camera. Così entrai e chiusi la porta scorrevole, sentendo Clive che dall'altra parte si stava togliendo i vestiti e ficcandosi sotto il piumone invernale.

Ehi Sere” avevo accesso l'acqua e facevo fatica a sentirlo, così urlò più forte “EHI SERE!”

Che c'è?!” la seconda volta era quella buona.

Oggi, dopo il nostro – ehm... – piccolo inconveniente Crestani è venuto a parlare con me”

Chi?!” certo che quando ero sotto la doccia ero sorda come una campana, eh.

FEDERICO CRESTANI! 5^Ag. Accidenti!”

Un brivido mi percosse da capo a piedi “Ah, e che voleva?” risposi stavolta tendendo l'orecchio

Mi ha detto che secondo lui siamo una bella coppia 'Siete due morosetti simpatici' ha detto. Ma aveva un aria un po' bastonata” Mi trattenni dal dire che l'avevo notato anche io, e cercai di sembrare del tutto disinteressata.

Cosa dovrebbe importarmi scusa?”

Come non è il sexy idol della scuola?” scommisi con me stessa che quella bocca larga di Eva aveva parlato “Mike mi ha detto che pure sua sorella di 1^ liceo lo conosce” a questo punto dovrei parlarvi di Mike, ma sforerei troppo con la storia, quindi lascio perdere “Ma Gianluca della 5^B dice che sono tutte balle solo perchè ha un bel viso e che in realtà lui è ancora vergine e cose così...”

Che hai contro i vergini, Cliv?” cambiai argomento senza neanche accorgermene, e poi mi morsi la lingua ammettendo di aver fatto la domanda sbagliata al momento sbagliato.

N-Niente” non avevo intenzione di parlare di queste cose, non in quel momento, e cercai di liquidare il discorso in fretta.

Comunque... che stavi dicendo di Mike? Sua sorella conosce...AAAAAAHHH! UN INSETTO, UN INSETTO!” urlai con tutto il fiato che avevi in gola, perchè in quell'esatto istante un insettaccio simile a un millepiedi gigante si era intrufolato nella doccia e si avviava verso di me con fare minaccioso. Tutto soggettivo, ovviamente.

Clive, con il suo coraggio da principino eroico, per poco non sfondò la porta e con la spazzola del water – tenuta appositamente a mo' di spada – si lanciò all'attacco aprendo il separé della doccia e scaricando quella bestiaccia nella fogna comunale.

Subito dopo, tutto orgoglioso per la sua così eroica impresa, si voltò verso di me e perse il sorriso vedendomi senza niente addosso, tutta bagnata, proprio davanti a lui. Io ricominciai ad urlare e – coprendomi come meglio potevo – lo spedii fuori a calci.

Papà si fiondò in camera sentendomi urlare, ma Clive lo rimandò indietro dicendo che era tutto apposto e che io avevo solo visto un insetto. Magari fosse stato solo l'insetto! Mi sentivo un verme completo e tutta rannicchiata mi appoggiai alla parete della doccia vergognandomi da morire. Ma anche il caro fratellino non doveva sentirsi molto ok, perchè respirava pesantemente dall'altro lato del muro e si sentiva chiaramente che gli batteva il cuore a mille.

Quando ebbi finito, mi infilai a letto in punta di piedi, cercando di fare il più piano possibile, ma andai comunque addosso alla gamba del letto, procurandomi un ematoma non poco notevole.

Ma porca...” mi trattenni vedendo che Clive stava cercando di dormire, cosa che purtroppo non riuscì facile neppure a me.

Clive...” sussurrai immersa nel buio, fissando la finestra dalla quale si intravedevano le stelle “sei ancora sveglio?”

Credo di si”

Ecco... mi dispiace per prima. È la prima volta che la nostra divisione dei bagni non va a buon fine”

Ed è la prima volta che ti trovi in un così grande pericolo” okay adesso stava ironizzando, ma cavoli, io ero seria.

Non fare lo scemo! È stata una cosa abbastanza anormale...”

Non preoccuparti, non sei la prima ragazza che vedo nuda” la cosa cominciò ad incuriosirmi.

Ti riferisci a Lucille?”

No” risposte secco.

...no? Ma io credevo...” la cosa mi confondeva e non poco. Avevo sempre creduto che Clive fosse sporco solo a parole, ma in realtà fosse un ragazzino casto e gentile, ma in quel solo attimo stava distruggendo tutte le mie certezze.

C'era una ragazza, Dawn, a casa mia, era la figlia di un'amica di mia madre. Facevamo il bagno insieme ogni tanto ed è stata anche la mia ragazza. Le nostri madri avevano in mente un matrimonio, così Dawn sarebbe diventata la mia regina quando mi avrebbero promosso da principe a re. Ma poi loro due hanno litigato e mamma è venuta qua e mi ha detto che avrei trovato una ragazza più degna per regna-...”

Okay, ho capito”

Proprio non mi andava di sentir farneticare Clive sulla sua stramba idea del futuro re, spensi il cervello e cercai di addormentarmi. Facevo una fatica tremenda, e anche il ragazzo accanto a me sembrava farne.

Sospirava, come se dovesse togliersi un grosso peso.



Il primo mese del nuovo anno scolastico era passato in un batter di ciglio. Possiamo dire che tutto era tornato alla normalità: io e Clive non eravamo più chiamati con il nomignolo di 'la coppietta del corridoio' e a casa tutto trascorreva lento e impassibile, come al solito. Di situazioni imbarazzanti non ce n'erano più state e l'ultimo sabato del mese sembrava anche troppo vicino.

Prepari le valigie per andare da tua madre?”

Uh hu” annui cercando di afferrare una felpa sul ripiano più alto dell'armadio senza riuscirci, così che ci pensò Clive.

Ecco, tieni” sibilai un gelido 'grazie' e ricominciai a farmi i fatti miei “Mi saluti Mike quando arrivi?”

Ovvio” ecco, ora forse potrei parlare di Mike, ma molto brevemente. Lui era quello che si poteva considerare l'amico d'infanzia, quello che tutte le tue cazzate e figuracce le sa a memoria. Un tipetto alto quasi quanto me, dai capelli rossi e lo sguardo furbo; deciso testardo e impiccione, ma tanto fedele e coccolone. Non so perchè, ma lui e Cliv avevano fatto subito amicizia.

Magari vengo anche io a fare un giro”

Buona idea” cercai di essere naturale, ma non mi riusciva molto bene; solo il pensiero di trovarmi il fratellastro tra i piedi anche da mamma era insopportabile.

Alle sette e mezza, puntuale come un orologio, Lucille ci portò fino a scuola e poi partì per chissà dove pronta a fare chissà cosa. Clive si disperse tra i suoi compagni e io mi sedetti al solito posto, sotto il grande arco aperto appoggiata ad una colonna insieme ad Eva.

Guarda chi arriva!” disse tutta sghignazzante.

Un uomo sulla trentina aveva appena salito le scale, occhiali da sole, camicia hawaiana, bermuda, scarpe da ginnastica (inevitabilmente firmate) e la borsa portata a tracolla. Tutti gli sguardi si puntarono su di lui, alcuni divertiti e altri scioccati, nonostante quella non fosse una delle sue prime apparizioni. E apparizioni era la parola giusta. Paul (letto letteralmente Paùl, e non Pool) Angeli era il nostro nuovo professore d'italiano, storia e letteratura ed era il più eccentrico personaggio (nonché il più influente) della scuola. Si vestiva come un ragazzino e si comportava come un ragazzino, usava più ironia lui che tutta la nostra classe e sembrava in preda ad un'imitazione dell'Attimo Fuggente ogni volta che apriva bocca.

Nonostante tutto mi stava simpatico. Ci faceva scrivere molto, e io adoravo scrivere, essendo anche piuttosto brava e amando le materie che insegnava. Tra di noi c'era un adorazione reciproca, dato che io ero in perfetta sintonia con il suo sistema di spiegazioni e lui con il mio sistema di scrittura. Ci fermavamo dopo le lezioni a chiacchierare e ci scambiavamo consigli su libri da leggere e altre cose apparentemente intellettuali.

Buongiorno signorine!” salutava tutti e tutte, accessoriando con un inchino tutti i suoi buongiorno.

Giorno, prof.” lo salutammo in coro io e l'amica “Quello è un mito, veramente” anche Eva aveva molta simpatia per lui, nonostante i suoi voti non fossero brillanti come i miei.

Proprio quella mattinata avevamo due ore di italiano più una di supplenza, che fanno tre. La lezione non era mai troppo pesante e la maggior parte di noi si asteneva dal lamentarsi.

Paul si sedette sulla cattedra e tirò fuori dalla tracolla una cartellina verde, dove teneva i nostri temi “Bravi ragazzi, vi sapete esprimere molto bene, state migliorando tutti e siamo solo all'inizio dell'anno. Se andate avanti così tra poco possiamo iniziare i saggi brevi in preparazione all'esame di quinta” da segnare sul calendario:

Oggi sabato 29 settembre ci hanno minacciato con gli esami di maturità. E siamo al primo mese della quarta”

Il prof. intanto ridacchiò tra se e se “Scherzavo, cari miei, non preoccupatevi. E ora venite a ritirare il vostro tema quando vi chiamo... Serena, mia stella, avvicinati”

Tutta contenta arrivai a passo di danza alla cattedra e non potei fare a meno di sorridere vedendo il simpatico 10 stampato sul davanti “Se continui così diventerai anche più brava di me” io arrossì e ringraziando tornai gongolando al mio posto.

Cazzo che secchiona sei Sere” ormai questi commenti mi scivolavano addosso senza neanche rendermene conto, sapevo di non essere così secchiona, infatti andavo bene solo in italiano.

La prima ora fu un delirio totale, una chiacchiera continua – ma d'altronde alla consegna dei temi si faceva sempre così – e la ricreazione la passai nel corridoio dei geometri costretta da Eva, che doveva andare a parlare con il suo Clive. Ormai mi conoscevano tutti, e quello che aveva detto il moretto era vero: lo consideravano veramente un ragazzo giusto, e non c'era persona che non sapesse il suo nome. Si era fatto un sacco di amici e aveva più di qualche ragazza che gli faceva il filo. Questa era la causa del 99.9% delle mie visite, in altre parole tenere d'occhio Clive per conto di Eva e non lasciare che nessuna ragazza gli si avvicinasse. Le ragazzine (erano più che altro di 1^e 2^, qualche volta di 3^) appena sentivano che arrivavo tremavano e sgusciavano via, perchè a quanto pare ero una ex molto temuta.

Eva e Clive si scambiarono i loro soliti saluti languidi e io mi appoggiai al muro guardano che accadeva li attorno. C'erano due che pomiciavano, li conoscevo entrambi, uno che faceva il cretino con i suoi amici, il prof. di geografia che parlava con quella d'inglese... e occhi di ghiaccio che ascoltava una discussione apparentemente non interessante.

Erano lui, due ragazzi e una ragazza accanto alla porta del bagno femminile, seduti su degli scalini. Devo ammettere che da quando l'avevo incontrato era diventata una mia abitudine fissarlo quando ne avevo l'occasione. Era molto bello con gli occhi in contro luce, con quel visino parzialmente interessato dove talvolta sbocciavano maglifici sorrisi. Ogni vola che sorrideva automaticamente sorridevo pure io, come la prima volta, aveva la risata terribilmente contagiosa.

Eva mi chiese di accompagnarla proprio al bagno, e all'inizio fui un po' titubante – cioè, proprio doveva portarmi – ma alla fine acconsentii.

Mentre si sistemava allo specchio, mi appoggiai alla porta e per puro caso intercettai uno dei loro discorsi.

...allora è entrato da sotto il palco con la chitarra in mano e ha cominciato a suonare ad una velocità sensazionale! Sembrava indemoniato, dio santo! Avrà saltato da un altezza di due metri ed è piombato su un trampolino, cazzo che salto che ha fatto...”

Gigi, al prossimo concerto della band dei tuoi amici posso venire anche io?”

Certo che puoi venire, dico bene Fab?”

Ovvio. Noi tre, io, te e la Giada. Anzi noi quattro, Cre sei dei nostri, no?”

Si, nessun problema”

Che tipo di musica ti piace, Cre?”

La conversazione si interruppe un attimo, e girandomi notai che il signorino aveva una aria un po' pensierosa. La ragazza, Giada a quanto pare, lo fissava con sguardo confuso e lo stesso gli altri due. Fabio – Fab – sembrava il più carino, alto, capelli neri corti scalati e fisico da palestrato, mentre l'altro Luigi – Gigi – era un metallaro purosangue dai capelli lunghi e i vestiti scuri.

Dopo un considerevole lasso di tempo il biondino ebbe una risposta “Non so, non ho nessun genere preferito”

Oh, Cre tutti hanno un genere preferito! Che c'è ti piace la musica classica e hai vergogna di dirlo?”

Luigi era quello più vecchio, e si vedeva benissimo. Avrà avuto si o no un anno più di Federico e aveva frequentato la scuola in un altro paese prima di venire da noi.

Ma che dici?! È solo che non impazzisco per niente...”

Il mio tentativo di spionaggio fu interrotto da Eva che mi fece cenno di venire fuori.

Se quando eravamo entrate il gruppetto non mi aveva notato ora mi stavano fissando tutti. Ci passammo molto vicino e scambiai uno sguardo di fuoco con il signorino biondo che perso nei suoi pensieri aveva finito per guardare verso di me, attirando così l'attenzione dei suoi compagni. Luigi mi guardo scettico, Fabio confuso e Giada con aria superiore.

Ma non riuscirono ad distruggere la catena formata dai nostri sguardi, come se entrambi cercassimo di tirare fuori qualcosa dall'altro.

Seeerena!” sobbalzai interrompendo quel momento così sospeso e mi ritrovai il braccio di Paul attorno al collo “E tu, Federico, vieni qui” il cuore aveva cominciato a battermi, e la mente mi si stava offuscando. Non sapevo più quello che stava accadendo, e in men che non si dica fui nell'aula professori a braccetto con Crestani, pure lui notevolmente scioccato.

Figlioli miei, vi presento. Lei è Serena e lui è Federico” ci scambiammo una rapida stretta di mano, senza neanche accennare al nostro primo incontro, come due completi sconosciuti “Sapete perchè siete qui?” entrambi facemmo no con la testa “Bene! Spieghiamo tutto dall'inizio...” la campanella suonò, ma noi rimanemmo immobili, muti e a nessuno venne in mente di dire che la lezione stava per ricominciare “Io insegno in entrambe le vostre classi e vi ho osservato per bene. Tu” disse rivolgendosi a me “sei una studente eccezionale, con ottimi voti nella mia materia e sei molto sveglia, si capisce subito quello che dici e le tue metafore non sono mai complicate da capire. Mentre tu” stavolta si stava rivolgendo a Federico “nella mia materia fai schifo e hai una media del tre sia in letteratura che in scrittura e sei un grande scansafatiche, fai discorsi contorti e non si capisce niente di quello che vuoi dire” sbarrai gli occhi, rilevando il colpo basso che il professore aveva inflitto al biondino affianco che digrignava i denti e sbuffava come per dire 'non sono cazzi miei' “Quiiindi, ho pensato 'Ma perchè non li faccio lavorare insieme questi due? Magari il signorino Crestani potrebbe essere ammesso all'esame quest'anno'” un altro colpo basso. Federico scivolò sullo schienale della sedia e incrociò le braccia indignato. Poverino, doveva essere dura sentirsi continuamente rimproverato.

Che me ne faccio io di una secchiona di seconda?!” sbuffò, e in quel momento ritirai tutti 'poverino' che mentalmente gli avevo detto, sbuffando a mia volta e accavallando le gambe, vogliosa di andarmene.

Paul si fece serio e appoggiò entrambe le mani sul tavolo. Si fiutava aria di tempesta.

Primo, la signorina è di quarta; Secondo, è l'alunna più brava di tutto il triennio, quinte comprese; E terzo... se non accetti la proposta di aiuto da un professore partirai svantaggiato anche quest'anno”.

La cosa lo colpì, si fece attento e mi guardò un tantino nervoso “Ma se non funziona la cosa, me la posso levare di torno?”

Il prof. annuì “Se impegnandoti il tuo reddito non salirà, ammetterò di aver fallito e così avrà fallito anche la signorina Elisi, a cui verrà abbassato il voto, ma se migliorerai oltre all'entrata all'esame ti guadagnerai anche una mia nota di merito”

Stavo per protestare, riguardo al 'a cui verrà abbassato il voto', ma prima che potessi aprir bocca Federico era già in piedi che tendeva la mano al professore.

Okay, facciamolo”.

***

Allor~

questo capitolo è un po' più lungo dell'altro, ma non credo che questo basti per scusarmi dell'enorme ritardo ^^''

Nella prima parte con l'imbarazzante discorso tra Serena e Clive ho cercato di sottolineare come il loro rapporto sia anormale (non so voi, ma io non mi metterei MAI a parlare di queste cose con mio fratello, non ne avrei il coraggio), mentre nella loro discussione su Lucille volevo evidenziare il carattere talvolta chiuso del giovane geometra. La scena della doccia mi sono divertita un mondo a scriverla, perchè è successa anche a me la stessa cosa (sempre più o meno...). Quella volta presi una paura tale che non volli più farmi la doccia... a volte la mia fobia per gli insetti è un po' fastidiosa.

La storiella di Clive re verrà approfondita più avanti, così come quella di Lucille. Che siano solo fissazioni miste a pura follia o verità?

Un'altra cosa buffa è che il professore descritto – il dolce Paùl – esiste realmente, anche se non insegna italiano e non si chiama così. Ma i primi dell'anno è venuto vestito proprio come descritto sopra (tranne per la camicia Hawaiana, aveva una felpa della West Coast).

Ci tengo a precisare che io non sono minimamente come Serena quando si parla di scuola, infatti non sono una cima nelle materie in cui lei primeggia e se nei prossimi capitoli ci saranno citazioni da alcuni famosi libroni di scrittori italiani, potrebbero contenere alcuni errori o interpretazioni strettamente personali. Infondo è tutta una storia di fantasia, ma se qualcuno ci trova errori gravi o grandi dimenticanze, può benissimo farmelo sapere.

In ogni caso, cercherò di informarmi il più possibile.

Per finire il mio commento, so che può sembrare strano che una ragazza di quarta dia ripetizioni ad un ragazzo più grande di lei, ma vi prego, datemela buona ^^



Ringrazio tutte le persone che hanno recensito o inserito la storia tra i preferiti/seguiti/ricordati!

La parte iniziale del capitolo precedente non è altro che uno spezzo di un capitolo futuro, è messo li apposta per fare confusione >:D

Detto questo la storia è capibile anche senza leggere quel punto, perchè lo si rincontrerà più aventi.

Ancora grazie a tutte, spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento :)



Grii

  
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