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Autore: starliam    05/02/2006    3 recensioni
Dopo la sconfitta di Voldemort, Harry e Piton faccia a faccia. La stessa situazione osservata dai due personaggi. Così lontani in apparenza, così vicini nella sostanza.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La situazione è alquanto bizzarra. In altre circostanze forse l'avrei trovata divertente; ma dopo tutto ciò che è successo negli ultimi mesi anche il mio particolare senso dell'umorismo sembra esaurito.
Di certo è esaurito Potter, a giudicare da come mi sta sbraitando contro, seduto sul suo letto d'infermeria proprio dietro di me.
Non c'è da stupirsi, appena ieri sera è riuscito a sconfiggere e uccidere Lord Voldemort, ponendo fine all'incubo più grande che il mondo magico, e lui stesso, abbiano mai affrontato. E' comprensibile che adesso abbia bisogno di sfogarsi di tutta la tensione accumulata, e ovviamente lo fa su di me, il professore più odiato.
Siamo stati anche incredibilmente fortunati: nessuno dei nostri ci ha lasciato le penne, anche se molti sono un po' acciaccati, fra cui Potter stesso; abbiamo catturato vivi un gran numero di Mangiamorte, che potranno essere interrogati, e io sono stato riconosciuto innocente per l'uccisione di Silente. Innocente proprio no, perché effettivamente sono stato io ad ucciderlo, e ne porterò i segni per sempre. Ma tutti hanno riconosciuto, dopo le mie spiegazioni, che era un piano deciso da noi due, che era stato Silente a chiedermi di ucciderlo, qualora le circostanze lo avessero richiesto.
Ed è proprio su questo punto che il giovanotto sta battendo ora. Lascio un attimo gli unguenti curativi che sto sistemando negli scaffali, e mi volto a guardarlo. Gli occhi verdi fiammeggiano dietro gli occhiali, le guance sono rosse ed è sudato per lo sforzo. E la cicatrice è scomparsa. Sta urlando.


- PERCHE'NON ME L'AVETE DETTO?? PERCHE' NON L'AVETE FATTO? AVEVO IL DIRITTO DI SAPERLO!!

Si riferisce proprio alla morte di Silente. Al fatto che non è stato messo al corrente del piano.

- Non essere sciocco, sai benissimo perché non potevamo dirlo, né a te né a nessun altro. Voldemort – sì, adesso riesco a pronunciare il suo nome - avrebbe potuto scoprirlo con una semplice Legilimanzia, su di te o su altri. E visto che non sei mai stato così abile in Occlumanzia...

Sogghigno beffardo. Dopotutto il mio senso dell'umorismo perverso è ancora lì.

- Ma io dovevo saperlo! Ero io che dovevo uccidere Voldemort! Dovevo essere a conoscenza di tutto, come avete potuto tacermi una cosa così importante?

- Te l'abbiamo taciuta, piccolo arrogante, perché Silente ha deciso così. Perché era la cosa più giusta da fare. Era l'unica cosa da fare affinché Voldemort si fidasse ciecamente di me, così avrei potuto aiutarti nello scontro finale, esattamente come è avvenuto! Credi che a me abbia fatto piacere uccidere in quel modo l'unica persona che si è fidata di me quando nessun altro l'ha fatto? Credi che non mi porterò dietro il rimorso per tutta la vita? E a dirtela tutta, ti sono stati lanciati dei messaggi chiarissimi: quando non ho permesso che i Mangiamorte ti torturassero, per esempio. Quando ti ho rivelato che ero io il Principe Mezzosangue, sapendo quanto lo ammiravi. E tanti altri ancora. Erano messaggi criptati che ti ho dato nella speranza che tu capissi, non è colpa mia se non hai spirito d'osservazione. E adesso datti una calmata, che ti si riaprono le ferite.

- Ma quindi lei...voi...avete cercato di avvertirmi...
- Bravo, ci sei arrivato, dieci punti a Grifondoro!

Mi volto di nuovo verso gli scaffali, ma sento che non è finita qui.
E infatti:


- Lei, lei...lei ha causato la morte di Sirius! Non faceva altro che prenderlo in giro perché stava chiuso in casa, per questo lui è venuto al Ministero! Se non fosse stato per lei sarebbe ancora vivo!
Ah, ecco. Allora ha proprio bisogno di tirare fuori tutto. Bene, bene, mocciosetto, hai trovato pane per i tuoi denti. Ho commesso tanti errori in vita mia, e non ci sto a farmi anche accusare per cose che non ho fatto.

- Ah si? io non penso proprio. Credi davvero che le mie opinioni fossero così importanti per Black da spingerlo a fare una cosa del genere? Sirius ha scelto da solo, e l'ha fatto solo per te, perché sapeva che eri in pericolo. Anzi, io gli avevo detto di restare dov'era, ma non mi ha ascoltato. Sapeva benissimo cosa rischiava, ma ha scelto di venire ugualmente. Piuttosto, non è che cerchi di scaricare la colpa su di me per usarmi come capro espiatorio? Per non dover sentire il TUO di senso di colpa?

Forse mi sono spinto troppo in là. Ma sento che è bene parlare di queste cose una volta per tutte, almeno poi ci mettiamo una pietra sopra. Come immaginavo, la sua reazione non si fa attendere, e sembra davvero ferito.

- Che...che vuol dire?

- Voglio dire che so come ti sei sentito dopo la sua morte, so cosa devi aver pensato. Ti sarai dato tutte le colpe del mondo, avrai pensato che se avessi studiato meglio Occlumanzia non avresti mai fatto quel sogno ingannevole, che se non ti fossi infilato nel camino della Umbridge non saresti stato costretto a uscire allo scoperto, che se non fossi andato al Ministero...no, non fraintendermi, non sto dicendo che è colpa tua, perché non lo penso.
Ma conosco i sensi di colpa assurdi che vengono in questi casi, e so che pur di non sentirli si scaricherebbero su chiunque; ed è quello che stai facendo ora.
In più, caro il mio Prescelto, non tieni minimamente conto del fatto che in tutti questi anni ti ho letteralmente salvato il culo un sacco di volte, vero? No, certo, non conta che io abbia rischiato anche di farmi scoprire da Voldemort per stare dietro a te. Non pensi al fatto che più e più volte ho dovuto inventarmi bugie sempre più grosse per allontanare i sospetti dei Mangiamorte, a rischio della vita!
Non pensi al fatto che oltre ad occuparmi di te, ho sorvegliato e protetto Draco impedendogli di commettere l'errore di diventare Mangiamorte!
Ma no, tutto questo non conta, l'unica cosa importante per te è che prendevo in giro Sirius, e quindi mi merito il tuo odio!

Sembra sinceramente sbalordito. Torno a sentirmi un po' cattivo; ma davvero questo ragazzino ha il potere di farmi saltare i nervi. Alle volte ha delle intuizioni geniali, come nello scontro finale contro Voldemort. Anche se ovviamente abbiamo partecipato tutti, e ognuno ha fatto la sua bella parte, lui è stato capace di tirare fuori delle trovate che hanno letteralmente spiazzato il Signore Oscuro; e per spiazzare lui ce ne voleva. Poi viene fuori che non ha capito cose elementari, come tutti i messaggi che gli ho mandato io, o questo discorso su Sirius. Davvero, comincio a pensare che abbia una doppia personalità.

- Ma come si permette di dirmi queste cose dopo quello che ha fatto ai miei?? E' stato lei a rivelare la profezia a Voldemort! Lei ha fatto uccidere i miei genitori! AVREBBE POTUTO FAR UCCIDERE ANCHE ME!!

Stringo forte il vasetto che ho fra le mani. Ecco qualcosa per cui sentirmi davvero in colpa. Ecco qualcosa che io stesso non riuscirò mai a perdonarmi. Qualcosa che sentirò rinfacciarmi per sempre, e l'unica persona che non lo faceva è morta, uccisa proprio da me. Respiro a fondo prima di rispondere. Vorrei non farlo, ma ormai non posso evitarlo. Buffo, come il destino abbia trovato i modi più disparati per legarci.
Mi volto verso di lui e lo fronteggio, con lo sguardo più fiero che riesco a sfoderare.


- Si, hai ragione, è stata colpa mia. Se non avessi rivelato quella profezia a Voldemort forse i tuoi sarebbero ancora vivi. O forse no, sono convinto che l'avrebbe saputa comunque.
A quell'epoca io ero un suo sostenitore, e non ho voluto perdere l'occasione di mettermi in buona luce con lui. E a onor del vero, non avevo idea che quella parte di profezia potesse essere interpretata in quel modo, non ci avevo dato troppo peso.

Mi fermo e lo guardo, aspettandomi qualche reazione; ma non parla, e allora continuo.

- Sai che James mi stava antipatico, e molto. Aggiungerei non per colpa mia, ma questa è un'altra storia. Comunque sia, c'è differenza fra provare antipatia per una persona e volerla morta; e qualunque cosa se ne dica io non ho mai voluto morto tuo padre. Tua madre poi mi piaceva, era una ragazza simpatica e sempre disponibile. No, non avevo davvero capito che riferendo quella profezia a Voldemort li avrei condannati a morte.
Non mi è minimamente venuto in mente che potesse essere riferita a loro...

-Perché, se avesse riguardato qualcun altro, qualcuno che lei non conosceva, sarebbe stato diverso??
Guardo quegli occhi ancora così infantili. Ha affrontato il Male in persona, e lo ha sconfitto; ma ancora non ha imparato a riconoscere le varie sfaccettature della malvagità, del dolore, del senso di colpa. Che bello sarebbe avere ancora la sua età, quel tipo di innocenza...

- Sì, sarebbe stato diverso. Non guardarmi così, adesso ti spiego. Finché le cose riguardano, o ci sembrano riguardare, persone lontane da noi, che per noi non hanno volto né nome, non ci interessa di loro. E' brutto da dirsi ma è così. Per uno come me, poi, che serviva il male già da tempo...no, non me ne importava niente. Sarebbero state semplicemente altre vittime, da aggiungere a quelle già uccise.
E’ quando capisci che ci stanno andando di mezzo persone che conosci, che la percezione delle cose cambia. Non volevi, non vuoi, che James e Lily vengano uccisi, non vuoi che il loro bambino muoia. Ti trovi finalmente a capire che anche le altre persone, che non conoscevi e non ti importava di uccidere, avevano un nome, un volto, una famiglia, anche se tu non lo sapevi e non ti importava di saperlo. Che erano tanti James e Lily. Sembra un concetto banale e scontato, ma lo è meno di quanto si creda.

Faccio una pausa. Mi sta guardando attento. Nei sui occhi non c'è ombra di rabbia o rancore, solo curiosità e voglia di sapere. Sì, Harry, ascolta attentamente, ho bisogno che tu capisca.

- Ed ecco che capii finalmente lo sbaglio che avevo commesso, tutto il dolore che avevo provocato decidendo di servire Voldemort, e mi precipitai da Silente raccontandogli tutto, sperando che ci fosse un modo per salvare i tuoi genitori, per riscattare almeno in parte tutto il male che avevo fatto. Bè, sai come è andata...
Naturalmente questo ci ricollega anche al nostro rapporto. Il motivo per cui io ho sempre dimostrato un'antipatia quasi eccessiva verso di te non era tanto a causa del fatto che mi ricordavi le angherie di tuo padre. No, era perché ogni volta che ti guardavo non potevo fare a meno di pensare che eri orfano anche a causa mia. Ed esorcizzavo il senso di colpa sforzandomi di trovarti antipatico.

Mi volto di nuovo. Se non mi sbrigo a travasare questi unguenti si sciuperanno. Sento dei gemiti, ha iniziato a piangere piano. E' un bene, piangere lo aiuterà a sfogarsi; e almeno ha smesso di parlare!
Mi stupisco di me stesso, ma mi ha fatto piacere affrontare quest'argomento con lui. E' stato giusto così, e per me è stato in un certo senso catartico, un po' come affrontare i miei fantasmi. Anche se non potrò mai sconfiggerli del tutto.
I gemiti sono aumentati di intensità, sta decisamente singhiozzando adesso. Lo guardo. Si è tolto gli occhiali e piange disperatamente con il volto fra le mani, il petto squassato da singhiozzi sempre più forti.

All'improvviso lo vedo per quello che è: un ragazzino di 17 anni che ha affrontato cose ben più grandi di lui. Che è sempre cresciuto solo, senza genitori, e senza qualcuno che si prendesse cura di lui come avrebbero fatto un padre e una madre. Qualcuno in grado di dargli una punizione solo quando se la meritava, o un bell'abbraccio quando sembrava averne bisogno. Come sembra averne bisogno adesso.
Mi avvicino a lui quasi senza volere, e prima ancora di rendermene conto, le parole mi escono da sole dalla bocca:


- Oh, andiamo, smettila di piangere...vieni qui...
  
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