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Autore: Tinotina    24/04/2011    6 recensioni
Voldemort e Bellatrix, nulla più che semplice passione - solo questo - sfociata però in una bellissima bambina, non voluta, abbandonata, ma mai lasciata.
E quando si ritroveranno, su schieramenti opporti, cosa scegliere?
Cosa fare? Chi essere?
Questa è una Fanfic On Demand presa dal forum di EFP. Idea originale di jaybree88
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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4.Senza Una Figlia

 

Cara signorina Hermione Granger,
Siamo lieti di informarLa che, con la presente, Lei è stata ammessa alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Hogwarts è una scuola storica e molto famosa in tutta l'Inghilterra ma, certamente, Lei non ne è a conoscenza.
Per noi e soprattutto per Lei, è di fondamentale importanza che Lei venga    a studiare nella nostra scuola.
Per evitare che possa prendere in considerazione un eventuale rifiuto, le   annunciamo che domani alle ora 16.30 un nostro insegnante verrà nella vostra abitazione per comunicarvi ulteriori dettagli e per rispondere alle vostre domande.


Cordiali Saluti
Minerva McGranitt
Vice-preside
 

Tutto è cominciato con quella lettera.
L'inizio della sua vita in un mondo così diverso da quello a cui era stata abituata, un mondo normale, lei che normale non era per nulla.
Sconcertanti verità, un nuovo mondo, era stato aperto ad una mente di soli undici anni da quel colloquio di sette anni fa.
Una donna dal cipiglio severo si era presentata all'incontro. Aveva detto di chiamarsi Minerva McGranitt, la vice-preside, ed era venuta per spiegare la situazione all'intera famiglia.
 

- Hermione è una strega, signori Granger – aveva detto con fare assolutamente grave – e pertanto è assolutamente necessario che lei venga a studiare nella nostra scuola. Vi posso assicurare che se la signorina Granger rimanesse nel vostro mondo non si sentirebbe mai a proprio agio poiché lei non ne fa parte.-
Il signor Granger prese la parola: - Mi dica solo una cosa. Lei è convinta, non solo dell'esistenza delle “streghe” ma addirittura che la nostra Hermione sia una di loro.-
- Esattamente -
- Questo è assurdo! - sbottò il padre di famiglia.
La signora Granger  cercò di placare il marito, appoggiando leggermente la sua mano destra sulla spalla del consorte, e contemporaneamente di non sembrare scortese nei confronti di quella donna che aveva l'aria cosi terribilmente seria.
- Signora McGranitt … – iniziò piano.
- Professoressa – corresse lei – professoressa McGranitt -
- Oh, mi scusi. - disse imbarazzata, prima di poter continuare. - Professoressa McGranitt, francamente io non credo nell'esistenza di streghe e maghi, e poi, solo per rassicurarla, noi viviamo con la nostra Hermione da ben undici anni, le posso assicurare che lei si trova molto bene qui da noi. Non deve andare in nessuna “scuola speciale”, lei è perfettamente in grado … -
- Signora Granger – interruppe la strega – lei ha mai visto Hermione fare delle cose, cose che normalmente nessuno è in grado di fare, quando è arrabbiata o spaventata? -
Alla domanda i signori Granger ammutolirono; perché loro avevano visto, sono a conoscenza della straordinarie capacità di Hermione e rimasero stupefatti dal fatto che anche quella donna sapeva  e che, stranamente, ne parlava con una pacata tranquillità.
- Come pensavo – continuò – Dunque sapete già dell'esistenza dei poteri da strega della signorina Granger. Posso solo dirvi che quei poteri hanno la necessità di essere tenuti sotto controllo, altrimenti le conseguenze saranno troppe e troppo preoccupanti anche solo per poterne parlare. Hermione deve essere educata alla nostra scuola di magia, per il bene di se stessa e degli altri.-
- Professoressa McGranitt, lei ci consiglia di lasciare Hermione in quella scola per quanti... troppi anni. Io non posso stare cosi a lungo senza avere notizie della mia bambina. Mi dispiace -
- Signora Granger, lei non capisce, è l'unica scelta possibile e sicura per il futuro di Hermione. L'unica possibilità per una giovane strega come lei. E poi tornerebbe qui ad ogni estate, senza poi contare le vacanze natalizie -
I signori Granger stavano per ribattere che non era una questione di feste, quando nella sala dove stava avvenendo l'incontro entrò la piccola Hermione.
- Mamma, papà, chi è questa signora? Cosa vuole da me? -
- Tesoro – disse la signora Granger non appena la vide arrivare, così graziosa nella sua gonnellina rossa – vieni qui da mamma. Questa signora è la professoressa McGranitt e ci stava parlando di una scuola molto speciale dove ti invitano ad andare -
- Ma tu e papà non volete che io ci vada- disse tranquillamente.
- Tesoro perché dici questo? - la interrogò il padre.
- Mamma è triste, e siete rimasti qua a parlare per tanto tempo. -
- Amore, la mamma non è triste, è solo che è preoccupata per te, non sa se ti troverai bene in quella scuola -
- Perché non dovrei trovarmi bene? -
- E' una scuola per ragazzi speciali e … -
- Hermione – chiamò il padre – Io e tua madre siamo solo preoccupati per il tuo futuro. È una cosa da genitori non trovi? -
- Beh, si. Lo penso anch'io – ammise – Però io sono forte! E sono speciale. Starò benissimo mamma. E voglio andarci. -
 


Sorrideva Hermione a quel pensiero, come aveva sorriso da piccola mentre con convinzione dichiarava a gran voce il suo desiderio di introdursi in quel mondo pieno di persone con poteri speciali, proprio come lei, che la reclamava a gran voce.
Forse fu proprio per quel sorriso spontaneo e sincero che i coniugi Granger  approvarono l’ingresso di Hermione ad Hogwarts.
Ormai erano trascorsi ben sette anni dalla prima volta in cui aveva messo piede nel grande castello, dove aveva conosciuto ed instaurato ottimi rapporti, in special modo con Harry Potter e Ronald Weasley, i suoi due migliori amici.
Insieme a loro aveva vissuto innumerevoli avventure: sconfitto cani a tre teste, camere segrete, dissennatori, tornei stregati … ma ora, ora basta.
Era giunto il momento di prendere in mano il destino e di combattere.
Si, combattere.
Combattere per i propri ideali e le proprie idee.
Combattere per il futuro del mondo magico.
Combattere per la propria vita e il proprio futuro.
Combattere perché Lord Voldemort era risorto e aveva dichiarato guerra; e il suo primo obiettivo era proprio Harry Potter, il bambino che lo aveva sconfitto anni orsono, il bambino sopravvissuto.
Ora tutto il mondo magico era in attesa di una mossa, da ambo le parti, mentre lentamente cadeva in rovina; solo che Harry doveva agire in segreto, muoversi velocemente su ordine di Silente.
Solamente lei e Ronald potevano accompagnarlo in quell’impresa disperata, e per questo si era preparata già da mesi, raccogliendo libri utili, imparando nuovo incanti.
Ed ora doveva compiere l’ultimo atto prima di poter uscire da quella casa e raggiungere i suoi amici.
Doveva cancellare la memoria ai suoi genitori.
L’unica soluzione per salvarli.
L’unica scelta possibile per permettergli di vivere. Senza di lei.
Scese le scale e li raggiunse il salotto, dove i suoi stavano organizzando un loro viaggio in Australia.
Non l’avevano sentita scendere.
Erano intenti a sfogliare i deplian e a confrontare le offerte migliori.
Meglio così. Dirgli addio sarebbe stato impossibile.
Così, con un tremolante movimento del polso, pronunciò quell’incantesimo che avrebbe fatto dimenticare loro l’esistenza di una figlia.
Subito dopo lasciò quella casa e quella famiglia che non aveva mai avuto una figlia. 

  
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