Prologo
Acqua. Acqua, acqua, acqua dappertutto. E' acqua quella che circonda il corpo? Di chi è quel corpo, è il suo? E' suo quel corpo?
Il senso del tatto arriva piano, subito prima che l'essere apra gli occhi di scatto; bruciore, brucia, brucia, brucia tutto, va tutto a fuoco.
Freddo; freddo, sensazione di freddo. Il corpo intirizzito, quel corpo che non riconosce, che rifiuta ma sente d'esser suo, quel corpo che trema sospeso nell'acqua.
Luce, tanta luce, troppa luce; una figura nera in mezzo la luce, un'ombra tra la luce. La sagoma s'ingrandisce, taglia la luce con la sua oscurità, una mano si appoggia sul suo corpo, non toccandolo davvero.
Dolore; brucia, brucia, brucia tutto. Cos'è quello, chi è quello? Chi è lui, che è lui? Occhi sbarrati nell'acqua; freddo, freddo, freddo. Dolore.
I sensi a intermittenza; dove sono gli altri sensi? Sa parlare, sa sentire con le sue orecchie? Sa odorare, con il suo naso? Vede davvero, è forse un sogno, un incubo? Cos'è un uncubo, cos'è un sogno, cos'è lui?
La figura è vicinissima, riuscirebbe a vedere i suoi occhi se quella luce accecante non le impedisse il riconoscimento, vedrebbe le sue labbra che si muovono e saprebbe, in qualche modo, per qualche istruzione pre stabilita nel suo corpo, qualche informazione incisa nella sua mente, che si tratta di magia.
Gli occhi si chiudono, il freddo scompare sostituito dal nulla, se non da un forte bruciore.
Brucia, brucia, brucia. Brucia tutto.