Titolo: Beneath you
Autore: Cinnamon
Traduttrice: Gilraen88
Rating: R
Categoria: slash
NOTA DELLA
TRADUTTRICE.
Ciao tutti !
Ecco a voi un’altra
fic.
L’originale è
inglese e vi premetto che non tiene conto dei fatti accaduti nel quinto libro.
Ho fatto il possibile
per renderla al meglio in italiano e spero ne sia uscito qualcosa di decente.
Vi lascio l’e-mail di Cinnamon, l’autrice di questa fic, nel caso la voleste contattare (ovviamente in inglese) : shadowmysts@hotmail.com
Per chi avesse bisogno di contattarmi la mia e-mail è cleo922@hotmail.it
Cap 7 parte II
Destiny
is not a matter of chance, it is a matter of choice; it is not a thing to be
waited for, it is a thing to be achieved.
-William Jennings Bryan
Due giorni dopo,
mentre aspettavano che iniziasse la lezione di Pozioni, Hermione picchiettava
nervosamente le unghie sul tavolo, Ron era più pallido del solito e lanciava ad
Harry occhiate compassionevoli.
- Sarà
maledettamente severo nel darti il voto. -
- Non sono
preoccupato, Ron. – disse Harry tranquillamente.
- Non avrebbe
dovuto fartelo fare ! – ringhiò Hermione. – Eri solamente malato. -
- Hermione,
davvero, andrà tutto bene. -
Piton camminò altezzoso
all’interno della classe con un cipiglio fiero.
Si piazzò davanti a
tutti, girando lentamente lo sguardo da una parte all’altra, sbatté il tema di
Harry sulla cattedra ed abbaiò. – Chi di voi Grifondoro lo ha aiutato ? -. I
suoi occhi erano fissi su Hermione, ormai orribilmente pallida.
- Nessuno di loro,
signore. Perché, l’ho fatto bene ? – chiese il moretto.
Draco, che sedeva
in prima fila, ghignò al di sopra della sua spalla ed Harry sorrise.
- Sta dicendo la
verità, signore. – disse improvvisamente il biondino e sembrò che, per la prima
volta, volesse uccidere il suo studente preferito.
- E come fai a
saperlo, Malfoy ? – chiese invece con voce suadente.
Malfoy fece
spallucce. – L’ho visto, signore. Ha fatto delle ricerche, da solo. Mi creda,
se avessi sorpreso uno di questi sporchi Grifondoro ad aiutarlo anche solo una
volta glielo avrei detto. Come sa bene, non c’è nulla che mi piace di più del
fare in modo che quel cretino venga cacciato dalla scuola. In ogni caso, - si
accigliò con aria di disgusto – non ha fatto nulla di male. Il tema è fatto
bene ? -. C’era appena un accenno di ansi nell’ultima domanda che però tutti
interpretarono come desiderio che Harry avesse fallito; in ogni caso
quest’ultimo seppe interpretarlo correttamente.
- Cosa fa ? Ti
difende ? – sibilò Hermione, ma Harry non rispose.
Piton sbattè il
compito sul tavolo di Harry e si allontanò senza una parolo.
- Una B ? – disse
Harry a voce un po’ troppo alta, sorpreso.
- Oh, non
preoccuparti, Harry ! – disse Hermione in tono rassicurante – una B non è poi
così male. -
- E’ dannatamente
magnifico ! – urlò Harry, che mirava unicamente a passare, rubando la frase
preferita di Ron, che a sua volta ridacchiava apertamente.
- Lo è. – fu
d’accordo il rosso e Piton lanciò uno sguardo malevolo al di sopra della sua
spalla.
Draco teneva lo
sguardo basso, fisso sul suo banco, nel tentativo di nascondere il sorriso, per
paura che qualcuno scoprisse che era contento del fatto che Harry fosse
passato.
Era contento, ma
questa non era la cosa più grave.
§§§§
Quella notte Harry
diede da mangiare ad Hedwige e legò la lettera che aveva scritto prima per
Sirius alla sua zampa, per poi guardarla volare via nella notte.
Dopo, dolorante x
la stanchezza, si accoccolò sotto le coperte, addormentandosi quasi
all’istante.
Sognò dita diafane,
fatte di ombra, con artigli che lo graffiavano su tutto il corpo, i bordi netti
delle unghie in contrasto con la massa nebulosa di oscurità.
Cominciò a
sfregarsi le braccia nel sonno, cercando di allontanare quelle fredde ombre
affilate dalla sua pelle.
Si svegliò in modo
così improvviso che, in un primo momento, Harry pensò che fosse stata la sua
cicatrice dolorante a svegliarlo.
Portò una mano alla
fronte, ma non sentì dolore.
Guardò attraverso
l’oscurità della stanza.
C’era qualcuno in
piedi accanto a lui.
Harry balzò in
piedi così veloce che per poco la sua testa non andò a scontrarsi con quella
dello sconosciuto.
Cercò nello stesso
tempo di afferrare la bacchetta e gli occhiali, ma, prima che potesse
raggiungerli, questi caddero dal comodino.
Harry finì nel
panico.; dopotutto non poteva combattere contro un nemico che non vedeva.
Prima che potesse
urlare, gli occhiali gli vennero infilati improvvisamente, in modo piuttosto
rude, storti, poi, in modo un po’ più gentile, spinti fino all’incavo del naso.
Sbattè le palpebre
nell’oscurità, cercando di capire chi fosse lo sconosciuto.
Era Draco, che
ridacchiava come se fosse stato pazzo.
- Cosa stai facendo
qui ? – strillò Harry.
Dean si girò nel
sonno e cominciò a mormorare.
- Shh.. – sibilò
Draco – Vieni, voglio farti vedere una cosa. -
Afferrò la mano di
Harry e lo tirò con forza; entrambi non si curarono di quel gesto, mentre Harry
si lasciava tirar fuori dal letto.
- Cosa vuoi farmi
vedere ? – mugolò con voce assonnata, inciampò, scalzo, fuori dalla stanza e
lungo le scale di pietra.
Draco non rispose.
La finestra dalla
quale si era arrampicato era ancora aperta e grossi ed umidi fiocchi di neve
entravano, vorticando nel vento freddo.
- Ti sei
arrampicato sul muro. – disse Harry senza parole, fissando la neve che
velocemente si stava depositando sul pavimento.
Il biondino
sogghignò. – Mi hai spiegato come farlo. Non scorderei mai il modo in cui Pansy
e Weasley sono scappati dalla torre, non è vero ? Vieni. –
Uscirono dalla finestra,
percorrendo il muro, e raggiunsero la torre; i piedi nudi di Harry scivolavano
sulle pietre coperte di neve, ma non ci fece caso.
Era ancora mezzo
addormentato, aveva indosso il pigiama e Draco lo stava tenendo per mano.
Per qualche strano
motivo tutto il resto non aveva importanza.
Draco lo spinse
sulla cima della torre.
- Guarda. –
bisbigliò, la parola fu una nuvoletta di condensa dalle sue labbra.
Grossi e merlettati
fiocchi di neve turbinavano dalle nuvole, racchiudendo i due in un mondo di pizzi
bianchi e vento frddo.
I fiocchi si
scioglievano nell’istante stesso in cui si posavano sul viso di Harry.
- Cosa ? – chiese
distrattamente. Stava guardando in basso dove la mano di Draco ancora stringeva
la sua.
- Sta nevicando. –
disse Draco.
Aveva l’aspetto di
un ragazzino, con il viso entusiasta; Harry realizzò di non aver mai visto sul
suo viso un simile sguardo di pura esaltazione non nascosto da una casuale
sogghigno o da una smorfia sarcastica.
Si girò per
guardare la neve, determinato, questa volta, a guardarla come faceva Draco.
- Va bene. – disse
alla fine, mentre le dita di Draco si muovevano sulla sua mano.
Sperava che il
biondino non si rendesse conto di stringerla e che non la lasciasse andare,
così si era messo a parlare per distrarlo.
- Va bene cosa ? –
chiese Draco.
- Sta nevicando. -
Draco lo guardò di
sbieco e scoppiò a ridere.
La risata suonò
affilata nell’aria ed il biondino silenziosamente pensò di aver riso molto di
più in questi ultimi giorni con Harry, che in tutto il resto della sua vita.
Harry spostò lo
sguardo per poi fermarsi al viso di Draco.
Si sentiva ancora
piuttosto barcollante e la neve si era sciolta sui suoi occhiali, dando ad ogni
cosa un aspetto vago, quasi da sogno; più o meno come quei sogni su lui e Draco
di quando era ammalato, come quel sogno, che certamente non poteva essere
reale, in cui baciava Draco.
Il Serpeverde
lasciò cadere all’indietro la testa, guardando la neve cadere, poi riportò lo
sguardo su Harry.
- Mia madre aveva
una “sfera di neve”. – disse alla fine – Mio padre gliela regalò ad un loro
appuntamento, quando ancora frequentavano questa scuola. L’aveva comprata ad
Hogsmeade; è una cosa di poco valore…per questo sono rimasto sorpreso di
trovarla in una scatola, l’estate in cui avevo otto anni. Siamo ad Hogwarts ,
perciò la neve all’interno della sfera è incantata per vorticare così, per
sempre, senza fermarsi mai. Non so dove sia andata a finire, ma era molto
simile a tutto questo. -
- Non riesco ad
immaginare Lucius che per un suo appuntamento compra qualcosa che costa poco. –
commentò Harry.
Draco sorrise. – Lo
so. E non riesco ad immaginare mia madre che accetta qualcosa di poco valore.
E’ strano. –
- Mi hai svegliato
per portarmi quassù a guardare la neve, perché tuo padre comprò per tua madre
un dono di poco valore. -
- Mmm…sì…e…mi
sentivo solo. – scrollò le spalle, sembrando distante. – Sono venuto qui a
pensare. -
Improvvisamente si
accorse che i piedi di Harry stavano diventando blu per il freddo.
- Merda, Harry !
Non hai preso le scarpe ! -
- Non me ne hai
dato il tempo ! – protestò Harry, che sembrava leggermente nervoso mentre Draco
gli sollevava uno per uno i piedi e fece comparire delle scarpe incantate per
tenere caldi i piedi, poi apparve una coperta di pile e la drappeggiò sulle
spalle di Harry.
Rabbrividendo
mentre se la stringeva addosso, il moretto sorrise di gratitudine.
- E’ così bella… -
disse guardandosi intorno. – La neve, intendo. -
Draco sorrise. – Mm
Mm –
- Mi fa piacere che
tu mi abbia svegliato. -
Ci fu silenzio per
un po’, quel tipo di silenzio lieve, non imbarazzante, e che non ha bisogno di
essere riempito.
Harry, al caldo
sotto la coperta che Draco aveva fatto comparire, si perse nei propri pensieri
e alla fine chiese. – Quando dovrai scegliere qualcuno con cui passare il resto
della tua vita pensi che sceglierai qualcuno come te o… -
- O cosa ? -
- O qualcuno che ti
completi ? -
Draco rimase in
silenzio per un momento, poi disse – Dipende da cosa vuoi. Se vuoi che le cose
siano calme e tranquille e che tutto sia perfetto e chiaro scegli qualcuno come
te, così la sua debolezza sarà la tua, la tua forza sarà la sua e non ci
saranno lotte per il dominio o per la superiorità, perché ogni cosa sarà
uguale. –
Harry si accigliò.
– E se uno non vuole questo ? sembra piuttosto noioso. –
- Come vuoi che sia
allora ? -
Forse era la neve
che dava alle cose un aspetto fantastico.
Forse erano le
gocce sugli occhiali che rendevano tutto come un sogno.
Qualsiasi cosa
fosse fece socchiudere gli occhi ad Harry mentre studiava Draco nel buio.
I fiocchi di neve
rimanevano impigliati nelle ciglia di Draco ed Harry guardò affascinato il
biondino sbattere le palpebre e farli scomparire nell’attimo stesso in cui
toccavano il viso.
Messo a disagio da
quello sguardo, Draco si girò ed aprì la bocca per dire qualcosa, qualsiasi
cosa.
Harry non gliene
diede l’opportunità.
Si avvicinò e con
la punta delle dita sfiorò la mandibola di Draco, facendo una leggera
pressione.
Draco si girò di
nuovo verso di lui, con gli occhi spalancati e qualcosa nell’espressione che
suggeriva paura (Draco Malfoy spaventato da Harry Potter ? Assurdo).
Harry studiò il suo
viso per alcuni secondi senza fine prima di chiudere gli occhi e baciarlo
gentilmente.
Era sembrata la
cosa giusta da fare, perché aveva così freddo e Draco sembrava così caldo…e
perché sicuramente Draco non poteva baciare in modo così perfetto come nei suoi
sogni febbrili nella foresta.
Draco rimase
immobile, quasi come se avesse paura che se si fosse mosso avrebbe spaventato
Harry.
Il suo petto tremò
come se si fosse lasciato sfuggire un respiro che tratteneva da tempo e che gli
aveva fatto girare la testa e si condensò fra di loro.
Harry sorrise, un
sorriso veloce, di sbieco, che Draco sentì formarsi contro le sue labbra, poi
gli si avvicinò, stringendolo di più.
Il contatto fu
gentile, più un’esplorazione ed un esperimento che un bacio, solo labbra contro
labbra, lo sfiorare delle dita sulle guance, sui colli e sulle gole.
Davvero fragile, si
era creato uno scenario al di fuori del mondo, nel turbinare della neve.
Draco spalancò gli
occhi, poi li richiuse al primo contatto della lingua di Harry sul suo labbro
inferiore ed alla fine si mosse, rispondendo ad una cosa a cui all’inizio non
aveva saputo come rispondere.
Aprì la bocca ed
Harry fece ancora più pressione, ad occhi chiusi allora e con il respiro
veloce, quasi nervoso.
Non fu un bacio
lungo, solo un semplice assaggio, poi Harry si allontanò, con la punta della
lingua si leccò le labbra in un inconscio tentativo di prolungare il bacio.
Draco deglutì –
Pensavo che non te ne saresti ricordato. – disse con voce roca.
Gli occhi di Harry
si assottigliarono. – Ho pensato che fosse stato solo un sogno. –
Un rapido sorriso
incurvò le labbra di Draco, ma scomparve altrettanto velocemente, poi ci fu
silenzio, mentre entrambi si sforzavano di pensare alla situazione nel modo più
veloce possibile.
Il cuore di Harry
martellava; poteva sentire il gusto di Draco nella sua bocca e il suo sapore
rendeva difficile pensare e persino il respirare.
Tutto quello che in
quel momento sapeva era che voleva gustare quel sapore un’altra volta e questa
volta ancora più a fondo.
Sapeva anche che,
se l’avesse fatto, ne sarebbe uscito distrutto, perché non aveva mai provato
nulla che lo facesse sciogliere come il bacio di Draco faceva.
Indescrivibile.
Si sorprese a
fissare in modo desideroso le labbra di Draco e si sforzò per guardare altrove.
C’erano…c’erano
delle ripercussioni a cui pensare…e non era nemmeno sicuro di cosa stesse
facendo.
Ma sapeva che
voleva farlo.
- Mi hai chiesto
cosa volessi fare. – disse ad un tratto.
Draco lo guardò in
silenzio, cauto.
- Non lo so.. –
disse Harry alla fine – ma so che voglio che sia con te. -
- Harry. –
- Cosa ? -
Draco inclinò la
testa in modo pensieroso, studiando Harry nell’oscurità.
- Non penso tu
sappia cosa vuol dire questo… -
- E tu ? -
- No. -
- E allora a chi
importa ? -
- Harry. -
- Vaffanculo,
Draco, stai zitto, chi se ne frega ! Hai mai fatto qualcosa senza senso solo
perché avevi voglia di farla e ti sembrava una buona idea ? -
Draco sbattè le
palpebre, sopreso. – Harry, credo che questo, sono io il selvaggio ed
imprevedibile Serpeverde, ricordi ? –
- Ecco !
Dannazione, allora comincia a recitarla bene quella parte ! -.
Harry suonò come un
piccolo, petulante bambino, ma non vi fece caso.
Si sentiva respinto
ed odiava queste situazioni.
- Non sempre tutto
va a finire nel modo in cui pensi tu. -
Prima che Draco
potesse replicare, Harry si spostò leggermente e scivolò sul tetto ghiacciato
fino al margine.
Appena si sentì
cadere sussurrò un incantesimo in grado di addensare l’aria e mentre si
avvicinava al suolo, questo cominciò ad avere effetto e fu come atterrare su
una pila di cuscini.
Toccò con cautela
il terreno, cadendo di schiena sulla neve.
Era stato facile
dopotutto e questo era l’importante.
Era persino stato
divertente, precipitare fra i fiocchi di neve come una stella cadente.
- Harry ! – strillò
Draco, guardando giù, oltre il margine del tetto della torre. – Dannazione,
cosa c’è che non va in te ? Stai bene ? Merda ! -
Harry saltò in piedi,
ridendo – Pensi che sia tentato suicidio ? Sinceramente, Draco, è difficile che l’essere respinto da te mi
induca a questo ! –
Draco era
esasperato. – Non ti ho respinto, Harry, ho solo… - si passò una mano fra i
capelli – Come diavolo hai fatto a non spiattellarti sul terreno ? –
- Ho rallentato la
caduta con un incantesimo. Ho addensato l’aria fino a quando è diventata
abbastanza resistente da rallentarmi prima di toccare il terreno. -
Draco sembrò
affascinato. – Ed è stato divertente ?
Cadere in quel modo ? –
- Oh sì…quasi come
dovrebbe sentirsi una stella cadente, immagino. -
- Le stelle cadenti
non ha sensazioni, Potter. – disse Draco distrattamente.
Harry si ricordò
improvvisamente che il biondino aveva paura delle altezze.
- Ti prenderò. – disse
sottovoce – te lo prometto. -
Draco scivolò o
forse saltò, in seguitò non potè ricordarlo…tutto quello che riuscì a ricordare
fu il momento in cui era seduto sul tetto, vedendo Harry da lontano, ed il
momento seguente in cui stava cadendo, roteando come una trottola o persino
come una stella cadente.
Harry lo prese
prima che toccasse terra; l’aria si addensò, facendolo sobbalzare un poco, per
poi calmarsi a circa quattro piedi da terra, proprio sopra ad Harry che dal
basso lo guarò per alcuni secondi.
I loro respiri si
mescolarono nell’aria che li divideva.
- Avresti dovuto
avvertirmi che volevi saltare. – sussurrò Harry – Per poco non sono riuscito a
fermarti. -
Draco sorrise – Non
mi avresti fatto cadere. –
Harry lo calò nella
neve e Draco si stese accanto a lui e per un bel po’ rimasero in silenzio.
La neve cadeva
intorno a loro e i respiri si
condensavano nell’aria.
Una palla di neve
arrivò da chissà dove e colpì Harry sul viso.
Nel mentre che
l’urlo oltraggiato del moretto si spegneva, Draco era già scattato in piedi
ridendo e correndo via.
Borbottando
scocciato fra se, Harry raccolse un po’ di neve fra le dita congelate e lo
imitò, dopo che Draco incantò le palle di neve in modo che fossero più veloci e
più precise.
Colpì Draco sulla
nuca, interrompendo bruscamente la sua risata.
Divenne una guerra
vera e propria.
Era impossibile
dire chi stesse vincendo, mentre si inseguivano a vicenda, tirandosi palle di
neve.
Entrambi si stavano
infradiciando, avevano i capelli sgocciolanti e i visi arrossati, mentre
ridevano senza fiato.
Harry non si
accorgeva del freddo, sebbene avesse indosso solo il pigiama, mentre la coperta
di Draco l’aveva lasciata lontana, sul tetto.
Draco aveva appena
colpito Harry nella schiena con una palla di neve enorme, facendolo cadere con
la faccia nella neve.
Il moretto raccolse
tutta la neve che potè, raggruppandola in una grande palla.
Scattò in piedi e
ridacchiò leggermente, senza farsi vedere cominciò a guardarsi intorno per
cercare Draco.
Lo trovò e cominciò
a rincorrerlo, raggiungendolo solo perché le sue gambe erano lunghe e nello
stesso tempo sembrava che Draco non si impegnasse più di tanto a scappare.
Questa volta Harry
non voleva usare la magia; la vendetta sarebbe stata più dolce senza l’aiuto di
essa.
Stava per lanciare la
neve sulla testa di Draco quando quest’ultimo si spostò improvvisamente,
prendendolo per il polso e cercando di obbligarlo a far cadere la neve.
Harry combattè,
calciando i polpacci di Draco, ridendo, mentre cercava di scappare, ma pochi
momenti dopo smise di lottare, ansimando vistosamente ed ormai immobilizzato
con la schiena stretta contro il petto di Draco e una delle sue braccia attorno
al collo.
- Va bene. – ansimò
– Hai vinto. -
- Lasciala. –
ordinò Draco.
Le dita di Harry si
contrassero, mentre per poco non fece come gli era stato comandato, ma poi,
all’ultimo secondo, lanciò la palla all’indietro, al di sopra della sue testa,
colpendo quella di Draco.
Imprecando
oltraggiato, mentre la neve scivolava lungo la maglia, Draco strizzò gli occhi,
nascose il viso dietro la spalla di Harry, aspettando che il freddo bruciante
passasse.
Quando fu a posto,
ringhiò – Oh, me la pagherai per questo Potter. –
Harry girò il capo,
mentre Draco era ancora appoggiato alla sua spalla.
Le labbra del moretto per poco non sfiorarono
la guancia dell’altro.
- Lo farai, non è
vero ? – replicò Harry in tono canzonatorio.
Il braccio di Draco
era ancora intorno al suo collo ed una mano era stretta al suo braccio
sinistro.
La neve ancora
colava lungo il viso di Draco, sgocciolando sulla spalla di Harry.
- Sì.- replicò
Draco con voce profonda, spostandosi improvvisamente, sebbene non avesse fatto
nessun movimento per allontanarsi.
I suoi occhi si
fissarono in quelli di Harry, poi scivolarono sulle sue labbra, così vicine
alle proprie.
Ci fu un’esitazione
che durò un battito del cuore, ma passò e Draco sbattè le proprie labbra contro
quelle di Harry.
La posizione era
scomoda, il collo di Harry in tensione mentre era girato, la schiena ancora
contro il petto del Serpeverde, ma tutto ciò rendeva la situazione più rude,
selvaggia ed erotica.
Non fu un assaggio,
ma un atto di possessione, mentre Draco forzava Harry ad aprire la bocca e vi
infilava la lingua, leccando la neve sciolta che si era fermata sul suo labbro
inferiore.
Le sue dita corsero
fra i capelli di Harry, giù sulla schiena, sulle spalle e quando la posizione
scomoda divenne ancora più disagevole, volle essergli più vicino, così, con le
dita sulle spalle di Harry, lo fece girare rudemente.
Il moretto non ci
fece caso.
Era una sorta di
lotta per il dominio, dopotutto, proprio come ogni cosa che c’era sempre stata
fra loro.
Questa era una
guerra come qualsiasi altra cosa, una guerra combattuta con i denti e
lingua e mani che palpavano e
strappavano vestiti.
Harry ansimò mentre
Draco interrompeva il bacio e si chinava per mordere il collo del moretto,
abbastanza forte da far apparire un livido.
- Mmm. – mormorò
distrattamente Harry, tremando per il freddo, anche una sensazione di delirio
correva nelle sue vene – Freddo. -
Draco alzò lo
sguardo dal segno rosso che aveva lasciato sul collo di Harry.
I suoi occhi erano
offuscati. – Cosa ? –
- Fa freddo. -
Draco si guardò
attorno e i suoi occhi si assottigliarono. – Oh, sta nevicando. – suonò
leggermente sorpreso, come se se ne fosse dimenticato.
Harry sorrise,
alzando gli occhi al cielo e rabbrividendo. – Sì . –
Allontanandosi con
passo tremante, Draco disse con voce persa – Harry. Io…maledizione !
Riabbottonati il pigiama, ti ammalerai di nuovo. –
Ora la sua voce
suonava arrabbiata ed Harry rise, anche se le sue dita riabbottonavano
frettolosamente il pigiama; uno dei bottoni mancava.
Draco sembrò
pensieroso, il viso arrossato dal freddo.
- Cosa… - Harry si
umettò le labbra – Cosa farai ? -
Draco sembrò
sorpreso – Ora ? –
- Sì. – si spostò
un poco.
- Conoscendomi, ti
scoperei fino a quando sarai costretto a dimenticare il tuo nome e ad invocare
il mio. – sogghignò – Almeno così fanno tutti quelli con cui lo faccio io. -
Harry spalancò gli
occhi – Oh. – si schiarì la gola. – Hai fatto…hai già gatto cose del genere
prima ? –
- Non esattamente
come…questo… -
- Qual è la
differenza allora ? -
- Il fatto che
nevichi. Il fatto che non sia mai andato fino in fondo. – a questo punto fece
una smorfia – E il fatto che tu non sia una femmina. -
- Tu potresti… -
- Cosa ? -
- Andare fino in
fondo. Se…vuoi. – Harry sembrò distante.
- Idea a dir poco
favolosa, Harry, sesso selvaggio e passionale nella neve, per poi morire di
polmonite o ipotermia. Penso che stiamo andando un po’ oltre cercando di provare
che il destino sbaglia. -
- E se non stessi
cercando di provare ciò ? -
Ci fu un lungo
silenzio e Draco cercava disperatamente una scusa, qualsiasi scusa, poiché era
terrorizzato dalla solenne fiducia che leggeva negli occhi di Harry.
“Non dovresti fidarti
di me ! “ avrebbe voluto gridare.
Come poteva Harry
fidarsi di lui quando persino lui stesso non si fidava di se ?
- C’è freddo. –
sussurrò debolmente.
Harry tirò fuori la
bacchetta e mormorò un breve incantesimo.
L’aria intorno a
loro si intiepidì, ma solo loro percepivano quel calore, che invece non aveva
effetto sulla neve.
- Ora non più. –
commentò lievemente Harry.
- Fottiti. –
bisbigliò Draco, perché solitamente otteneva ciò che voleva senza alcuna
razionalizzazione.
E ora questo era
decisamente troppo per la sua natura.
Harry realizzò di
aver vinto e sorrise lentamente. – Magnifico. – disse con quieto trionfo,
avvicinandosi – Baciami ancora, allora. –
Draco non potè far
nulla, ma acconsentì e ricambiò il bacio, sfiorandogli le labbra.
Non perse tempo
questa volta e subito la maglia di Harry rimase dimenticata sulla neve e Draco
cominciò a sfiorargli la schiena.
Harry gemette
leggermente, rabbrividendo, e lasciò che le sue gambe cedessero sotto di lui,
insinuando le dita fra i capelli di Draco e tirandolo giù.
Inginocchiandosi e
aggrappandosi l’uno all’altro, Harry chiese senza fiato, mentre Draco gli
mordeva una spalla.
- Sai cosa stai
facendo ? -
- Sto per farti
urlare. – fu la distratta risposta di Draco, mentre Harry lo spingeva indietro.
- No, voglio dire…
- le parole di Harry furono interrotte da un gemito, mentre si sdraiava nella
neve, che bruciava, gelida, contro la sua schiena nuda, ma il si scordò del
freddo pochi secondo dopo quando Draco si mise a cavalcioni sul suo petto
comunicandogli un bianco calore rovente.
- Taci. – mormorò
Draco, sfiorando il petto del moretto con le dita.
Harry tremò.
- Non l’hai mai
fatto prima. – ansimò Harry, mentre il biondino si abbassava su di lui per
baciarlo ancora.
Haary per poco non
aveva dimenticato le sue parole quando Draco si allontanò e disse – Non mi
importa. L’unica cosa che voglio è essere sopra di te. Dentro di te. Non mi
importa. Voglio farti gridare. –
- E’ sempre stato
così. – disse Harry; la sua voce era distante, mentre sfiorava con la punta
delle dita il petto di Draco, tracciandovi linee. – Fin dall’inizio hai sempre
cercato di stare sopra di me, dentro di me, e di farmi urlare… -
La voce si spense a
poco a poco, ansimando in un tremante respiro, mentre Draco scendeva sempre di
più, la bocca che seguiva il sentiero prima tracciato dalle sue dita sul petto
del moretto.
- Solo che era
diverso prima. – mormorò, chiudendo gli occhi e lasciando cadere la testa
all’indietro.
Draco alzò lo
sguardo, ciocche di un biondo argenteo gli ricaddero sugli occhi.
Sorrise perverso e
disse – Pensavo di averti detto di stare zitto, Potter. –
Harry aprì gli
occhi ed osservò Draco sdraiato sopra di lui.
Sorrise e senza
nemmeno pensarci allontanò i capelli dal suo viso. – Siamo stati amanti ancora
prima di saperlo. –
Draco non rispose e
le parole di Harry furono le ultime che si udirono prima di un lungo silenzio.
Quando si udì
nuovamente un suono nell’aria fu un innocente gemito che Draco trattenne fra le
labbra e, poco dopo, un grido che fu abbastanza roco da soddisfare Draco, per
niente preoccupato di zittirlo.
Il suono fece eco e
morì e , per un lungo momento, gli unici rumori furono sospiri e bisbigli nella
neve che cade.