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Autore: Gilraen88    06/02/2006    6 recensioni
Ciao a tutti ! Volevo innanzi tutto informarvi che questa è una traduzione e l'originale, in inglese, appartiene a Cinnamon. Draco avrebbe mai potuto immaginare che le ripercussioni, createsi dall'aver rubato il diario di Harry ed averlo infilato nella tasca dei suoi pantaloni, fossero così estreme ?? Una trama disastrosa, il rituale d'accoppiamento Serpeverde, incantesimi doppiogiochisti e molto altro.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Beneath you

Autore: Cinnamon

Traduttrice: Gilraen88

Rating: R

Categoria: slash

 

NOTA DELLA TRADUTTRICE.

Ciao tutti !

Ecco a voi un’altra fic.

L’originale è inglese e vi premetto che non tiene conto dei fatti accaduti nel quinto libro.

Ho fatto il possibile per renderla al meglio in italiano e spero ne sia uscito qualcosa di decente.

Vi lascio l’e-mail di Cinnamon, l’autrice di questa fic, nel caso la voleste contattare (ovviamente in inglese) : shadowmysts@hotmail.com

Per chi avesse bisogno di contattarmi la mia e-mail è cleo922@hotmail.it

 

 

 

 

 

 

Cap 7 parte II

 

 

Destiny is not a matter of chance, it is a matter of choice; it is not a thing to be waited for, it is a thing to be achieved.
-William Jennings Bryan

 

 

Due giorni dopo, mentre aspettavano che iniziasse la lezione di Pozioni, Hermione picchiettava nervosamente le unghie sul tavolo, Ron era più pallido del solito e lanciava ad Harry occhiate compassionevoli.

- Sarà maledettamente severo nel darti il voto. -

- Non sono preoccupato, Ron. – disse Harry tranquillamente.

- Non avrebbe dovuto fartelo fare ! – ringhiò Hermione. – Eri solamente malato. -

- Hermione, davvero, andrà tutto bene. -

Piton camminò altezzoso all’interno della classe con un cipiglio fiero.

Si piazzò davanti a tutti, girando lentamente lo sguardo da una parte all’altra, sbatté il tema di Harry sulla cattedra ed abbaiò. – Chi di voi Grifondoro lo ha aiutato ? -. I suoi occhi erano fissi su Hermione, ormai orribilmente pallida.

- Nessuno di loro, signore. Perché, l’ho fatto bene ? – chiese il moretto.

Draco, che sedeva in prima fila, ghignò al di sopra della sua spalla ed Harry sorrise.

- Sta dicendo la verità, signore. – disse improvvisamente il biondino e sembrò che, per la prima volta, volesse uccidere il suo studente preferito.

- E come fai a saperlo, Malfoy ? – chiese invece con voce suadente.

Malfoy fece spallucce. – L’ho visto, signore. Ha fatto delle ricerche, da solo. Mi creda, se avessi sorpreso uno di questi sporchi Grifondoro ad aiutarlo anche solo una volta glielo avrei detto. Come sa bene, non c’è nulla che mi piace di più del fare in modo che quel cretino venga cacciato dalla scuola. In ogni caso, - si accigliò con aria di disgusto – non ha fatto nulla di male. Il tema è fatto bene ? -. C’era appena un accenno di ansi nell’ultima domanda che però tutti interpretarono come desiderio che Harry avesse fallito; in ogni caso quest’ultimo seppe interpretarlo correttamente.

- Cosa fa ? Ti difende ? – sibilò Hermione, ma Harry non rispose.

Piton sbattè il compito sul tavolo di Harry e si allontanò senza una parolo.

- Una B ? – disse Harry a voce un po’ troppo alta, sorpreso.

- Oh, non preoccuparti, Harry ! – disse Hermione in tono rassicurante – una B non è poi così male. -

- E’ dannatamente magnifico ! – urlò Harry, che mirava unicamente a passare, rubando la frase preferita di Ron, che a sua volta ridacchiava apertamente.

- Lo è. – fu d’accordo il rosso e Piton lanciò uno sguardo malevolo al di sopra della sua spalla.

Draco teneva lo sguardo basso, fisso sul suo banco, nel tentativo di nascondere il sorriso, per paura che qualcuno scoprisse che era contento del fatto che Harry fosse passato.

Era contento, ma questa non era la cosa più grave.

 

 

§§§§

 

 

Quella notte Harry diede da mangiare ad Hedwige e legò la lettera che aveva scritto prima per Sirius alla sua zampa, per poi guardarla volare via nella notte.

Dopo, dolorante x la stanchezza, si accoccolò sotto le coperte, addormentandosi quasi all’istante.

Sognò dita diafane, fatte di ombra, con artigli che lo graffiavano su tutto il corpo, i bordi netti delle unghie in contrasto con la massa nebulosa di oscurità.

Cominciò a sfregarsi le braccia nel sonno, cercando di allontanare quelle fredde ombre affilate dalla sua pelle.

Si svegliò in modo così improvviso che, in un primo momento, Harry pensò che fosse stata la sua cicatrice dolorante a svegliarlo.

Portò una mano alla fronte, ma non sentì dolore.

Guardò attraverso l’oscurità della stanza.

C’era qualcuno in piedi accanto a lui.

Harry balzò in piedi così veloce che per poco la sua testa non andò a scontrarsi con quella dello sconosciuto.

Cercò nello stesso tempo di afferrare la bacchetta e gli occhiali, ma, prima che potesse raggiungerli, questi caddero dal comodino.

Harry finì nel panico.; dopotutto non poteva combattere contro un nemico che non vedeva.

Prima che potesse urlare, gli occhiali gli vennero infilati improvvisamente, in modo piuttosto rude, storti, poi, in modo un po’ più gentile, spinti fino all’incavo del naso.

Sbattè le palpebre nell’oscurità, cercando di capire chi fosse lo sconosciuto.

Era Draco, che ridacchiava come se fosse stato pazzo.

- Cosa stai facendo qui ? – strillò Harry.

Dean si girò nel sonno e cominciò a mormorare.

- Shh.. – sibilò Draco – Vieni, voglio farti vedere una cosa. -

Afferrò la mano di Harry e lo tirò con forza; entrambi non si curarono di quel gesto, mentre Harry si lasciava tirar fuori dal letto.

- Cosa vuoi farmi vedere ? – mugolò con voce assonnata, inciampò, scalzo, fuori dalla stanza e lungo le scale di pietra.

Draco non rispose.

La finestra dalla quale si era arrampicato era ancora aperta e grossi ed umidi fiocchi di neve entravano, vorticando nel vento freddo.

- Ti sei arrampicato sul muro. – disse Harry senza parole, fissando la neve che velocemente si stava depositando sul pavimento.

Il biondino sogghignò. – Mi hai spiegato come farlo. Non scorderei mai il modo in cui Pansy e Weasley sono scappati dalla torre, non è vero ? Vieni. –

Uscirono dalla finestra, percorrendo il muro, e raggiunsero la torre; i piedi nudi di Harry scivolavano sulle pietre coperte di neve, ma non ci fece caso.

Era ancora mezzo addormentato, aveva indosso il pigiama e Draco lo stava tenendo per mano.

Per qualche strano motivo tutto il resto non aveva importanza.

Draco lo spinse sulla cima della torre.

- Guarda. – bisbigliò, la parola fu una nuvoletta di condensa dalle sue labbra.

Grossi e merlettati fiocchi di neve turbinavano dalle nuvole, racchiudendo i due in un mondo di pizzi bianchi e vento frddo.

I fiocchi si scioglievano nell’istante stesso in cui si posavano sul viso di Harry.

- Cosa ? – chiese distrattamente. Stava guardando in basso dove la mano di Draco ancora stringeva la sua.

- Sta nevicando. – disse Draco.

Aveva l’aspetto di un ragazzino, con il viso entusiasta; Harry realizzò di non aver mai visto sul suo viso un simile sguardo di pura esaltazione non nascosto da una casuale sogghigno o da una smorfia sarcastica.

Si girò per guardare la neve, determinato, questa volta, a guardarla come faceva Draco.

- Va bene. – disse alla fine, mentre le dita di Draco si muovevano sulla sua mano.

Sperava che il biondino non si rendesse conto di stringerla e che non la lasciasse andare, così si era messo a parlare per distrarlo.

- Va bene cosa ? – chiese Draco.

- Sta nevicando. -

Draco lo guardò di sbieco e scoppiò a ridere.

La risata suonò affilata nell’aria ed il biondino silenziosamente pensò di aver riso molto di più in questi ultimi giorni con Harry, che in tutto il resto della sua vita.

Harry spostò lo sguardo per poi fermarsi al viso di Draco.

Si sentiva ancora piuttosto barcollante e la neve si era sciolta sui suoi occhiali, dando ad ogni cosa un aspetto vago, quasi da sogno; più o meno come quei sogni su lui e Draco di quando era ammalato, come quel sogno, che certamente non poteva essere reale, in cui baciava Draco.

Il Serpeverde lasciò cadere all’indietro la testa, guardando la neve cadere, poi riportò lo sguardo su Harry.

- Mia madre aveva una “sfera di neve”. – disse alla fine – Mio padre gliela regalò ad un loro appuntamento, quando ancora frequentavano questa scuola. L’aveva comprata ad Hogsmeade; è una cosa di poco valore…per questo sono rimasto sorpreso di trovarla in una scatola, l’estate in cui avevo otto anni. Siamo ad Hogwarts , perciò la neve all’interno della sfera è incantata per vorticare così, per sempre, senza fermarsi mai. Non so dove sia andata a finire, ma era molto simile a tutto questo. -

- Non riesco ad immaginare Lucius che per un suo appuntamento compra qualcosa che costa poco. – commentò Harry.

Draco sorrise. – Lo so. E non riesco ad immaginare mia madre che accetta qualcosa di poco valore. E’ strano. –

- Mi hai svegliato per portarmi quassù a guardare la neve, perché tuo padre comprò per tua madre un dono di poco valore. -

- Mmm…sì…e…mi sentivo solo. – scrollò le spalle, sembrando distante. – Sono venuto qui a pensare. -

Improvvisamente si accorse che i piedi di Harry stavano diventando blu per il freddo.

- Merda, Harry ! Non hai preso le scarpe ! -

- Non me ne hai dato il tempo ! – protestò Harry, che sembrava leggermente nervoso mentre Draco gli sollevava uno per uno i piedi e fece comparire delle scarpe incantate per tenere caldi i piedi, poi apparve una coperta di pile e la drappeggiò sulle spalle di Harry.

Rabbrividendo mentre se la stringeva addosso, il moretto sorrise di gratitudine.

- E’ così bella… - disse guardandosi intorno. – La neve, intendo. -

Draco sorrise. – Mm Mm –

- Mi fa piacere che tu mi abbia svegliato. -

Ci fu silenzio per un po’, quel tipo di silenzio lieve, non imbarazzante, e che non ha bisogno di essere riempito.

Harry, al caldo sotto la coperta che Draco aveva fatto comparire, si perse nei propri pensieri e alla fine chiese. – Quando dovrai scegliere qualcuno con cui passare il resto della tua vita pensi che sceglierai qualcuno come te o… -

- O cosa ? -

- O qualcuno che ti completi ? -

Draco rimase in silenzio per un momento, poi disse – Dipende da cosa vuoi. Se vuoi che le cose siano calme e tranquille e che tutto sia perfetto e chiaro scegli qualcuno come te, così la sua debolezza sarà la tua, la tua forza sarà la sua e non ci saranno lotte per il dominio o per la superiorità, perché ogni cosa sarà uguale. –

Harry si accigliò. – E se uno non vuole questo ? sembra piuttosto noioso. –

- Come vuoi che sia allora ? -

Forse era la neve che dava alle cose un aspetto fantastico.

Forse erano le gocce sugli occhiali che rendevano tutto come un sogno.

Qualsiasi cosa fosse fece socchiudere gli occhi ad Harry mentre studiava Draco nel buio.

I fiocchi di neve rimanevano impigliati nelle ciglia di Draco ed Harry guardò affascinato il biondino sbattere le palpebre e farli scomparire nell’attimo stesso in cui toccavano il viso.

Messo a disagio da quello sguardo, Draco si girò ed aprì la bocca per dire qualcosa, qualsiasi cosa.

Harry non gliene diede l’opportunità.

Si avvicinò e con la punta delle dita sfiorò la mandibola di Draco, facendo una leggera pressione.

Draco si girò di nuovo verso di lui, con gli occhi spalancati e qualcosa nell’espressione che suggeriva paura (Draco Malfoy spaventato da Harry Potter ? Assurdo).

Harry studiò il suo viso per alcuni secondi senza fine prima di chiudere gli occhi e baciarlo gentilmente.

Era sembrata la cosa giusta da fare, perché aveva così freddo e Draco sembrava così caldo…e perché sicuramente Draco non poteva baciare in modo così perfetto come nei suoi sogni febbrili nella foresta.

Draco rimase immobile, quasi come se avesse paura che se si fosse mosso avrebbe spaventato Harry.

Il suo petto tremò come se si fosse lasciato sfuggire un respiro che tratteneva da tempo e che gli aveva fatto girare la testa e si condensò fra di loro.

Harry sorrise, un sorriso veloce, di sbieco, che Draco sentì formarsi contro le sue labbra, poi gli si avvicinò, stringendolo di più.

Il contatto fu gentile, più un’esplorazione ed un esperimento che un bacio, solo labbra contro labbra, lo sfiorare delle dita sulle guance, sui colli e sulle gole.

Davvero fragile, si era creato uno scenario al di fuori del mondo, nel turbinare della neve.

Draco spalancò gli occhi, poi li richiuse al primo contatto della lingua di Harry sul suo labbro inferiore ed alla fine si mosse, rispondendo ad una cosa a cui all’inizio non aveva saputo come rispondere.

Aprì la bocca ed Harry fece ancora più pressione, ad occhi chiusi allora e con il respiro veloce, quasi nervoso.

Non fu un bacio lungo, solo un semplice assaggio, poi Harry si allontanò, con la punta della lingua si leccò le labbra in un inconscio tentativo di prolungare il bacio.

Draco deglutì – Pensavo che non te ne saresti ricordato. – disse con voce roca.

Gli occhi di Harry si assottigliarono. – Ho pensato che fosse stato solo un sogno. –

Un rapido sorriso incurvò le labbra di Draco, ma scomparve altrettanto velocemente, poi ci fu silenzio, mentre entrambi si sforzavano di pensare alla situazione nel modo più veloce possibile.

Il cuore di Harry martellava; poteva sentire il gusto di Draco nella sua bocca e il suo sapore rendeva difficile pensare e persino il respirare.

Tutto quello che in quel momento sapeva era che voleva gustare quel sapore un’altra volta e questa volta ancora più a fondo.

Sapeva anche che, se l’avesse fatto, ne sarebbe uscito distrutto, perché non aveva mai provato nulla che lo facesse sciogliere come il bacio di Draco faceva.

Indescrivibile.

Si sorprese a fissare in modo desideroso le labbra di Draco e si sforzò per guardare altrove.

C’erano…c’erano delle ripercussioni a cui pensare…e non era nemmeno sicuro di cosa stesse facendo.

Ma sapeva che voleva farlo.

- Mi hai chiesto cosa volessi fare. – disse ad un tratto.

Draco lo guardò in silenzio, cauto.

- Non lo so.. – disse Harry alla fine – ma so che voglio che sia con te. -

- Harry. –

- Cosa ? -

Draco inclinò la testa in modo pensieroso, studiando Harry nell’oscurità.

- Non penso tu sappia cosa vuol dire questo… -

- E tu ? -

- No. -

- E allora a chi importa ? -

- Harry. -

- Vaffanculo, Draco, stai zitto, chi se ne frega ! Hai mai fatto qualcosa senza senso solo perché avevi voglia di farla e ti sembrava una buona idea ? -

Draco sbattè le palpebre, sopreso. – Harry, credo che questo, sono io il selvaggio ed imprevedibile Serpeverde, ricordi ? –

- Ecco ! Dannazione, allora comincia a recitarla bene quella parte ! -.

Harry suonò come un piccolo, petulante bambino, ma non vi fece caso.

Si sentiva respinto ed odiava queste situazioni.

- Non sempre tutto va a finire nel modo in cui pensi tu. -

Prima che Draco potesse replicare, Harry si spostò leggermente e scivolò sul tetto ghiacciato fino al margine.

Appena si sentì cadere sussurrò un incantesimo in grado di addensare l’aria e mentre si avvicinava al suolo, questo cominciò ad avere effetto e fu come atterrare su una pila di cuscini.

Toccò con cautela il terreno, cadendo di schiena sulla neve.

Era stato facile dopotutto e questo era l’importante.

Era persino stato divertente, precipitare fra i fiocchi di neve come una stella cadente.

- Harry ! – strillò Draco, guardando giù, oltre il margine del tetto della torre. – Dannazione, cosa c’è che non va in te ? Stai bene ? Merda ! -

Harry saltò in piedi, ridendo – Pensi che sia tentato suicidio ? Sinceramente, Draco,  è difficile che l’essere respinto da te mi induca a questo ! –

Draco era esasperato. – Non ti ho respinto, Harry, ho solo… - si passò una mano fra i capelli – Come diavolo hai fatto a non spiattellarti sul terreno ? –

- Ho rallentato la caduta con un incantesimo. Ho addensato l’aria fino a quando è diventata abbastanza resistente da rallentarmi prima di toccare il terreno. -

Draco sembrò affascinato. – Ed è stato divertente  ? Cadere in quel modo ? –

- Oh sì…quasi come dovrebbe sentirsi una stella cadente, immagino. -

- Le stelle cadenti non ha sensazioni, Potter. – disse Draco distrattamente.

Harry si ricordò improvvisamente che il biondino aveva paura delle altezze.

- Ti prenderò. – disse sottovoce – te lo prometto. -

Draco scivolò o forse saltò, in seguitò non potè ricordarlo…tutto quello che riuscì a ricordare fu il momento in cui era seduto sul tetto, vedendo Harry da lontano, ed il momento seguente in cui stava cadendo, roteando come una trottola o persino come una stella cadente.

Harry lo prese prima che toccasse terra; l’aria si addensò, facendolo sobbalzare un poco, per poi calmarsi a circa quattro piedi da terra, proprio sopra ad Harry che dal basso lo guarò per alcuni secondi.

I loro respiri si mescolarono nell’aria che li divideva.

- Avresti dovuto avvertirmi che volevi saltare. – sussurrò Harry – Per poco non sono riuscito a fermarti. -

Draco sorrise – Non mi avresti fatto cadere. –

Harry lo calò nella neve e Draco si stese accanto a lui e per un bel po’ rimasero in silenzio.

La neve cadeva intorno a  loro e i respiri si condensavano nell’aria.

Una palla di neve arrivò da chissà dove e colpì Harry sul viso.

Nel mentre che l’urlo oltraggiato del moretto si spegneva, Draco era già scattato in piedi ridendo e correndo via.

Borbottando scocciato fra se, Harry raccolse un po’ di neve fra le dita congelate e lo imitò, dopo che Draco incantò le palle di neve in modo che fossero più veloci e più precise.

Colpì Draco sulla nuca, interrompendo bruscamente la sua risata.

Divenne una guerra vera e propria.

Era impossibile dire chi stesse vincendo, mentre si inseguivano a vicenda, tirandosi palle di neve.

Entrambi si stavano infradiciando, avevano i capelli sgocciolanti e i visi arrossati, mentre ridevano senza fiato.

Harry non si accorgeva del freddo, sebbene avesse indosso solo il pigiama, mentre la coperta di Draco l’aveva lasciata lontana, sul tetto.

Draco aveva appena colpito Harry nella schiena con una palla di neve enorme, facendolo cadere con la faccia nella neve.

Il moretto raccolse tutta la neve che potè, raggruppandola in una grande palla.

Scattò in piedi e ridacchiò leggermente, senza farsi vedere cominciò a guardarsi intorno per cercare Draco.

Lo trovò e cominciò a rincorrerlo, raggiungendolo solo perché le sue gambe erano lunghe e nello stesso tempo sembrava che Draco non si impegnasse più di tanto a scappare.

Questa volta Harry non voleva usare la magia; la vendetta sarebbe stata più dolce senza l’aiuto di essa.

Stava per lanciare la neve sulla testa di Draco quando quest’ultimo si spostò improvvisamente, prendendolo per il polso e cercando di obbligarlo a far cadere la neve.

Harry combattè, calciando i polpacci di Draco, ridendo, mentre cercava di scappare, ma pochi momenti dopo smise di lottare, ansimando vistosamente ed ormai immobilizzato con la schiena stretta contro il petto di Draco e una delle sue braccia attorno al collo.

- Va bene. – ansimò – Hai vinto. -

- Lasciala. – ordinò Draco.

Le dita di Harry si contrassero, mentre per poco non fece come gli era stato comandato, ma poi, all’ultimo secondo, lanciò la palla all’indietro, al di sopra della sue testa, colpendo quella di Draco.

Imprecando oltraggiato, mentre la neve scivolava lungo la maglia, Draco strizzò gli occhi, nascose il viso dietro la spalla di Harry, aspettando che il freddo bruciante passasse.

Quando fu a posto, ringhiò – Oh, me la pagherai per questo Potter. –

Harry girò il capo, mentre Draco era ancora appoggiato alla sua spalla.

 Le labbra del moretto per poco non sfiorarono la guancia dell’altro.

- Lo farai, non è vero ? – replicò Harry in tono canzonatorio.

Il braccio di Draco era ancora intorno al suo collo ed una mano era stretta al suo braccio sinistro.

La neve ancora colava lungo il viso di Draco, sgocciolando sulla spalla di Harry.

- Sì.- replicò Draco con voce profonda, spostandosi improvvisamente, sebbene non avesse fatto nessun movimento per allontanarsi.

I suoi occhi si fissarono in quelli di Harry, poi scivolarono sulle sue labbra, così vicine alle proprie.

Ci fu un’esitazione che durò un battito del cuore, ma passò e Draco sbattè le proprie labbra contro quelle di Harry.

La posizione era scomoda, il collo di Harry in tensione mentre era girato, la schiena ancora contro il petto del Serpeverde, ma tutto ciò rendeva la situazione più rude, selvaggia ed erotica.

Non fu un assaggio, ma un atto di possessione, mentre Draco forzava Harry ad aprire la bocca e vi infilava la lingua, leccando la neve sciolta che si era fermata sul suo labbro inferiore.

Le sue dita corsero fra i capelli di Harry, giù sulla schiena, sulle spalle e quando la posizione scomoda divenne ancora più disagevole, volle essergli più vicino, così, con le dita sulle spalle di Harry, lo fece girare rudemente.

Il moretto non ci fece caso.

Era una sorta di lotta per il dominio, dopotutto, proprio come ogni cosa che c’era sempre stata fra loro.

Questa era una guerra come qualsiasi altra cosa, una guerra combattuta con i denti e lingua  e mani che palpavano e strappavano vestiti.

Harry ansimò mentre Draco interrompeva il bacio e si chinava per mordere il collo del moretto, abbastanza forte da far apparire un livido.

- Mmm. – mormorò distrattamente Harry, tremando per il freddo, anche una sensazione di delirio correva nelle sue vene – Freddo. -

Draco alzò lo sguardo dal segno rosso che aveva lasciato sul collo di Harry.

I suoi occhi erano offuscati. – Cosa ? –

- Fa freddo. -

Draco si guardò attorno e i suoi occhi si assottigliarono. – Oh, sta nevicando. – suonò leggermente sorpreso, come se se ne fosse dimenticato.

Harry sorrise, alzando gli occhi al cielo e rabbrividendo. – Sì . –

Allontanandosi con passo tremante, Draco disse con voce persa – Harry. Io…maledizione ! Riabbottonati il pigiama, ti ammalerai di nuovo. –

Ora la sua voce suonava arrabbiata ed Harry rise, anche se le sue dita riabbottonavano frettolosamente il pigiama; uno dei bottoni mancava.

Draco sembrò pensieroso, il viso arrossato dal freddo.

- Cosa… - Harry si umettò le labbra – Cosa farai ? -

Draco sembrò sorpreso – Ora ? –

- Sì. – si spostò un poco.

- Conoscendomi, ti scoperei fino a quando sarai costretto a dimenticare il tuo nome e ad invocare il mio. – sogghignò – Almeno così fanno tutti quelli con cui lo faccio io. -

Harry spalancò gli occhi – Oh. – si schiarì la gola. – Hai fatto…hai già gatto cose del genere prima ? –

- Non esattamente come…questo… -

- Qual è la differenza allora ? -

- Il fatto che nevichi. Il fatto che non sia mai andato fino in fondo. – a questo punto fece una smorfia – E il fatto che tu non sia una femmina. -

- Tu potresti… -

- Cosa ? -

- Andare fino in fondo. Se…vuoi. – Harry sembrò distante.

- Idea a dir poco favolosa, Harry, sesso selvaggio e passionale nella neve, per poi morire di polmonite o ipotermia. Penso che stiamo andando un po’ oltre cercando di provare che il destino sbaglia. -

- E se non stessi cercando di provare ciò ? -

Ci fu un lungo silenzio e Draco cercava disperatamente una scusa, qualsiasi scusa, poiché era terrorizzato dalla solenne fiducia che leggeva negli occhi di Harry.

“Non dovresti fidarti di me ! “ avrebbe voluto gridare.

Come poteva Harry fidarsi di lui quando persino lui stesso non si fidava di se ?

- C’è freddo. – sussurrò debolmente.

Harry tirò fuori la bacchetta e mormorò un breve incantesimo.

L’aria intorno a loro si intiepidì, ma solo loro percepivano quel calore, che invece non aveva effetto sulla neve.

- Ora non più. – commentò lievemente Harry.

- Fottiti. – bisbigliò Draco, perché solitamente otteneva ciò che voleva senza alcuna razionalizzazione.

E ora questo era decisamente troppo per la sua natura.

Harry realizzò di aver vinto e sorrise lentamente. – Magnifico. – disse con quieto trionfo, avvicinandosi – Baciami ancora, allora. –

Draco non potè far nulla, ma acconsentì e ricambiò il bacio, sfiorandogli le labbra.

Non perse tempo questa volta e subito la maglia di Harry rimase dimenticata sulla neve e Draco cominciò a sfiorargli la schiena.

Harry gemette leggermente, rabbrividendo, e lasciò che le sue gambe cedessero sotto di lui, insinuando le dita fra i capelli di Draco e tirandolo giù.

Inginocchiandosi e aggrappandosi l’uno all’altro, Harry chiese senza fiato, mentre Draco gli mordeva una spalla.

- Sai cosa stai facendo ? -

- Sto per farti urlare. – fu la distratta risposta di Draco, mentre Harry lo spingeva indietro.

- No, voglio dire… - le parole di Harry furono interrotte da un gemito, mentre si sdraiava nella neve, che bruciava, gelida, contro la sua schiena nuda, ma il si scordò del freddo pochi secondo dopo quando Draco si mise a cavalcioni sul suo petto comunicandogli un bianco calore rovente.

- Taci. – mormorò Draco, sfiorando il petto del moretto con le dita.

Harry tremò.

- Non l’hai mai fatto prima. – ansimò Harry, mentre il biondino si abbassava su di lui per baciarlo ancora.

Haary per poco non aveva dimenticato le sue parole quando Draco si allontanò e disse – Non mi importa. L’unica cosa che voglio è essere sopra di te. Dentro di te. Non mi importa. Voglio farti gridare. –

- E’ sempre stato così. – disse Harry; la sua voce era distante, mentre sfiorava con la punta delle dita il petto di Draco, tracciandovi linee. – Fin dall’inizio hai sempre cercato di stare sopra di me, dentro di me, e di farmi urlare… -

La voce si spense a poco a poco, ansimando in un tremante respiro, mentre Draco scendeva sempre di più, la bocca che seguiva il sentiero prima tracciato dalle sue dita sul petto del moretto.

- Solo che era diverso prima. – mormorò, chiudendo gli occhi e lasciando cadere la testa all’indietro.

Draco alzò lo sguardo, ciocche di un biondo argenteo gli ricaddero sugli occhi.

Sorrise perverso e disse – Pensavo di averti detto di stare zitto, Potter. –

Harry aprì gli occhi ed osservò Draco sdraiato sopra di lui.

Sorrise e senza nemmeno pensarci allontanò i capelli dal suo viso. – Siamo stati amanti ancora prima di saperlo. –

Draco non rispose e le parole di Harry furono le ultime che si udirono prima di un lungo silenzio.

Quando si udì nuovamente un suono nell’aria fu un innocente gemito che Draco trattenne fra le labbra e, poco dopo, un grido che fu abbastanza roco da soddisfare Draco, per niente preoccupato di zittirlo.

Il suono fece eco e morì e , per un lungo momento, gli unici rumori furono sospiri e bisbigli nella neve che cade.

  
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