Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: 48crash    25/04/2011    5 recensioni
In seguito ad un avvenimento che già mi dava da riflettere di per sé, mi sono trovata a camminare da sola per un giardino in cui sono cresciuta, in un luogo a cui sono particolarmente legata. Qui mi sono lasciata andare ad alcune riflessioni sulla mia vita, su me stessa, e sulla persona coinvolta nell'episodio accaduto poco prima. Appena arivata ho potuto, ho deciso di scrivere tutto quello che mi passava per la mente, nero su bianco, ascoltando ininterrottamente 3 canzoni: "Babe, I'm Gonna Leave You" dei Led Zeppelin, "Liar" dei Queen, e "Wake Me Up When September End" dei Green Day, che esprimevano, per un motivo o per un altro, il mio stato d'animo del momento. Inizialmente il tutto aveva una parvenza d'ordine, e sono partita rivolgendomi direttamente alla persona di cui parlavo prima, poi però le cose sono precipitate in uno strano flusso di coscenza che mi ha portato all'unica soluzione possibile.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cammino qui, dove ho camminato così tante volte da non ricordarmele più.
Ricordo tutto quello che è successo qui, quando ero piccola, e camminavo tra questi alberi così alti pensando di poter trovare un passaggio per un mondo segreto, o chissà che cosa.
Sono successe così tante cose da allora. Sicuramente ho perso l'innocenza che avevo, e anche qualcos'altro.
Ora sfioro la corteccia di questi alberi che non mi sembrano più così alti sperando di ritrovare quel mondo magico perso da tempo, dove la sofferenza non esisteva.
Sì, ho sofferto anche io, anche se non sempre l'ho esternato. Non sei stata male, non stai male solo tu, amica mia.
Ho sofferto pure io. E so che se andrò avanti per la strada che ho scelto soffrirò ancora, inevitabilmente, forse di più degli altri.
Ma se mi fermassi qui, non avrei speranze; e se tornassi indietro troverei solo il vuoto ad aspettarmi.
Allora continuo per la mia strada, tanto non l'avrei cambiata comunque.
E ora sto per lasciarti per sempre. No, forse non per sempre, ma di sicuro non tornerò per molto.

Bugiarda.
Ho nascosto al mondo, e credo anche a te, molte delle cose che ho provato. Ma non hai comunque il diritto di credermi una traditrice.
Ricordo quando giocavo in questo giardino, quando ci giocavi anche tu. Quando bastava questa siepe a ripararmi dal mondo esterno.
I miei passi risuonano cupi sul letto d'aghi di pino secchi.
Sono sola.
Non mi seguire, non voglio nessuno. Dammi solo due minuti per pensare in santa pace.

Lo so che non sono facile da capire, anzi sono quasi impossibile. Ma qualche volta mi hanno capita. E tu non hai il diritto di credere che stia mentendo solo perché non capisci ciò che cerco di dirti da sempre.

Ho un debole per la poesia, non posso evitare le metafore. Forse perché senza nascondermi dietro di esse non riesco a parlare.
Devi essere un poeta per capirmi.

Lo sai, no? Lo sai che ti sto lasciando ora, prima dell'estate.
Il disco si è inceppato, la canzone è sempre la stessa; la chitarra malinconica produce lo stesso suono che produrrebbe la mia anima, se avesse un suono, l'urlo invece è anche il mio, adesso.
Spero che fuori non mi sentano, ma ora che cresciuta so che la siepe non evita al mondo esterno di sapere che ci sono io, qui dentro.
Tante cose sono cambiate in questo giardino, tutti dicono che sono cambiata anche io.

Bugiardi.
La gente resta sempre uguale, eravate voi a dovere oltrepassare la siepe per vedermi.
Troppo tardi ora, sono uscita io allo scoperto. E quello che vi dirò non sempre vi piacerà, ma solo perché è la pura verità: e la verità fa sempre male, in qualsiasi modo venga fuori, perciò è inutile cercare di indorare la pillola.

Vattene. Via, lontano da me.
Voglio sentire solo il rumore dei miei passi, in questo giardino.

Io spero di stare sognando, ma so che è tutto vero.
La cose qui sono in continuo mutamento, e non c'è un punto sicuro a cui appoggiarsi.
Non posso nemmeno piangere, cosa ne sarebbe di me?

So che non avrei dovuto, ma non potevo dirti cosa stavo pensando sul serio. Mi ha messo in crisi la tua domanda.

Ricordo quando salivo su quell'altalena, e la mia unica preoccupazione era quella di volare più in alto di mia sorella.
Ora i miei pensieri sono ben altri, tra cui quello di difendermi dal mondo, forse anche da te. E chi l'avrebbe mai detto?

Questo giardino rappresenta quella parte di me che mi sta scivolando via dalle dita, mentre volo inesorabilmente verso l'ignoto, che mi attrae e al contempo mi spaventa.
Gli alberi, le foglie, la terra dove ora sono inginocchiata sono tutto ciò che di spensierato c'era in me, e che non riesco a fermare.
Ho cercato invano di trattenere la mia innocenza e la mia parte fiduciosa nel prossimo, ma mi si sono staccate di dosso con la forza.
Mi hanno abbandonato, e ora io abbandono te.

Non pensavo di arrivare a questo punto, ma ne abbiamo bisogno entrambe ora.
Babe, I'm gonna leave you.

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: 48crash