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Autore: funkia    26/04/2011    8 recensioni
Non mi sentivo più una bambina. Mi sentivo una donna in tutto e per tutto, con i problemi che hanno gli adulti, con l’esperienza necessaria per poter dire di aver lasciato l’adolescenza a tutti gli effetti. Avevo studiato e adesso avevo un lavoro da adulta, con tutte le responsabilità che l’essere adulto comporta. Ero più posata, più ragionevole. Avevo imparato a plasmarmi a seconda delle situazioni. Non era rimasto niente della vecchia Rose. Pensavo di averla lasciata per sempre, pensavo di essere cambiata. Ma soprattutto, pensavo di non amarlo più.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Il giorno dopo ero più nera che mai e non riuscivo a concentrarmi sul lavoro

DON’T TELL DAD

 

16. If I never see your face again

 

 

you've gone somewhere else
Far away
I don't know if I will find you (Now find you, find you)
But you feel my breath
On your neck
Can't believe I'm right behind you (right behind you)
'Cause you keep me coming back for more
And I feel a little better than I did before
And if I never see your face again
I don't mind
'Cause we gone much further than I thought we'd get tonight

 

 

 

Il giorno dopo la cena disastrosa a casa degli zii ero a dir poco furiosa. Non riuscivo assolutamente a concentrarmi sul lavoro ed era tutta la mattina che fissavo nel solito punto senza neanche sapere cosa stesse succedendo attorno a me. Erano arrivati due gufi per me, ma non mi ero neanche preoccupata di leggere la posta dato che sapevo perfettamente che provenivano da Lily.

 

“I tuoi pezzi non si scriveranno da soli, Rose.” Aveva detto Betsy ridacchiando come al suo solito con la bocca chiusa.

 

Io mi ero voltata annoiata. “Ma tu non te li fai mai gli affari tuoi, mh?”

 

Si era voltata stizzita ed era tornata, fortunatamente, al suo lavoro. Io avevo ripreso la mia attività di fissare un buco sul muro, come se fosse la cosa più interessante dell’intero universo. Sarebbe stata una giornata decisamente lunga.

 

“Aspetti! Ho detto aspetti!”

 

La segretaria di Jordan urlò dal fondo del corridoio e mi fece quasi venire un infarto. Mi riscossi e mi voltai insieme a tutti i miei colleghi d’ufficio, per capire cosa stesse succedendo. La segretaria non si vedeva ancora ma diavolo se potevamo sentire la sua voce.

 

“Ho detto che non può entrare, ma insomma! Jordan riceve solo sotto appuntamento! Deve andarsene!”

 

“Non è per Jordan che sono qui.”

 

Quella voce mi mozzò il fiato. Erano mesi che non la sentivo, ma avrei potuto distinguerla anche in mezzo ad una piazza affollata. Rimasi immobile, con gli occhi spalancati, mentre Malfoy entrò nel mio orizzonte visivo tallonato dalla segretaria di Jordan che cercava di farlo ragionare. Marciò lungo tutto il corridoio fino alla mia scrivania, mi prese per un polso stringendo forte e mi trascinò dietro di lui costringendomi a seguirlo.

 

“Ma sei impazzito?!” Urlai arrossendo sotto allo sguardo incredulo di tutti. “Che diavolo stai facendo? Lasciami subito andare!”

 

Malfoy non disse neanche mezza parola e, nonostante io cercassi di divincolarmi in tutti i modi, tenne stretta la sua mano attorno al mio polso, marciando fiero per tutto il corridoio della morte fino ad arrivare all’ufficio di Jordan. Non si fece troppi problemi neanche davanti alla porta, semplicemente la aprì senza bussare e mi ci scaraventò dentro.

 

Non appena si assicurò che ormai fossi in trappola e non potessi andare da nessuna parte, lasciò andare la presa sul mio polso che io lo massaggiai stando quiete in un angolo. Jordan alzò un sopracciglio, aldilà della scrivania, e ci fissò un po’ interdetto.

 

“Devi ridarmi la Weasley, il mio ufficio ha bisogno di lei!”

 

Jordan rimase un attimo in silenzio e mi mandò un breve sguardo. Unì le mani. “E’ il tuo ufficio o sei tu che hai bisogno di lei?”

 

Malfoy sembrò preso alla sprovvista e con le parole al perso, ma dopo una confusione iniziale si schiarì la gola. “Entrambi.” Disse sicuro. Io sentii il cuore martellare nel petto.

 

Jordan allargò le braccia. “Beh, se il problema è per il tuo ufficio, posso vedere di fare qualcosa per aiutarti, ma temo proprio che la Weasley debba essere d’accordo a riprendere il posto.” disse. “Per il resto, credo che dovrai cavartela da solo.”

 

Sia Malfoy che Jordan si voltarono verso di me, in attesa di una risposta. Io arrossii e scossi la testa abbassando gli occhi. “Io rimango alla mia Rubrica del Gossip.”

 

Malfoy mi fissò quasi scandalizzato. “Cosa? Tu odi il Gossip!”

 

Jordan venne in mio soccorso. “Mi dispiace, Malfoy, ma la signorina Weasley ha espresso chiaramente il suo desiderio di rimanere in questo ufficio.”

 

Malfoy mi guardò quasi pregandomi. “Non puoi dire sul serio, tu adoravi lavorare con me!”

 

Io guardai dovunque tranne che verso di lui. Non ero mai stata così a disagio. “Io adoravo lavorare all’Ufficio Misteri.” Lo corressi. “Ma tornare a lavorare per lei non sarebbe più professionale e occorre una certa etica.”

 

“Adesso mi dai del lei?” Chiese Malfoy come se lo stessi prendendo in giro. Si voltò supplichevole verso il mio capo. “Keith…”

 

Jordan scrollò le spalle scotendo la testa. “Mi dispiace, ho le mani legate.”

 

“Cazzate…” sussurrò Malfoy. “Da quando ti preoccupi di quello che pensano i tuoi dipendenti?”

 

“Mi dispiace.” Disse di nuovo Jordan.

 

Malfoy fece per ribattere di nuovo, ma si fermò. Si leccò le labbra e annuì tra sé, riconoscendo la sconfitta. “Va bene. Torno nel mio Dipartimento, ho troppe cose da sbrigare e poco tempo da perdere. Mi serve comunque qualcuno, Jordan.”

 

Il mio capo annuì. “Vedrò di mandarti qualcuno non appena possibile.”

 

Malfoy annuì e mi mandò un’ultima occhiata prima di uscire dall’ufficio di Jordan. Io non dissi niente fino a che non se ne andò. Sospirai profondamente e mi voltai verso Jordan che non sembrava essere neanche un po’ scomposto dalla situazione.

 

“Grazie.” Dissi prima di incamminarmi per il mio ufficio.

 

“Weasley.” Mi richiamò indietro. Io mi voltai. “Nessuno del Ministero si è mai scomodato di venire fin qui per richiedere qualcuno. Lavorare all’Ufficio Misteri è una grande opportunità. Qualunque siano le ragioni della sua richiesta, fossi in te ci penserei su.”

 

Io mi morsi un labbro, poi sospirai. “Come posso tornare a lavorare per lui?” Dissi come stessi parlando con mio padre. “Nessuno mi prenderebbe più sul serio.”

 

Jordan mi fissò. “Da quando ti importa di quello che pensa la gente?”

 

Scossi la testa. “Non lo so. So solo che non mi piace stare al centro dell’attenzione e tornare in quell’ufficio non è proprio il modo migliore per passare inosservata.”

 

“Il tempo passa e la gente dimentica, Weasley.” Disse Jordan. “Ma le opportunità non tornano indietro.”

 

 

**

 

 

“E’ veramente un’idiota!”

 

Al scosse la testa dopo che gli avevo raccontato quello che era successo quella mattina. Io feci una smorfia guardandolo. “Non ti stancherai mai di ripeterlo, vero?”

 

“Oh, no di certo!” disse. “Non se ci riferiamo a Malfoy.”

 

Io accennai un piccolo sorriso ma ero ancora un po’ scossa. Non lo vedevo da mesi e non mi aspettavo di rivederlo, in tutta sincerità. Insomma, ci eravamo evitati per anni. Cercai di cambiare discorso per non pensarci più.

 

“Vanessa?”

 

“Sta dormendo.” Fece Al lanciando un’occhiata verso la camera da letto. “E’ sempre stanca per via della gravidanza, deve riposare il più possibile. Ma non preoccuparti di far rumore, non la sveglierebbe neanche un concerto rock.”

 

Io ridacchiai. “Ancora qualche mese e poi sarai tu a voler dormire dovunque.” Al diventò verde. “Andiamo, sto scherzando!”

 

“Beh, non è divertente!” disse offeso.

 

Io scrollai le spalle. “Cominciavo a pensare che ormai ti fossi abituato all’idea. Non avevi detto di voler sposare Vanessa? Spero per te che tu non ci stia ripensando, Al, perché non ho per niente voglia di vederti di nuovo su un letto d’ospedale prima che tu ti decida a…”

 

“Non ho cambiato idea.” Disse Al guardandomi male. “Ma ogni cosa a suo tempo.”

 

“Certo…” Feci io scocciata. “Aspetta ancora un po’, così magari Vanessa incontrerà di nuovo Gill Ryan e chi può dire cosa succederà.”

 

Al scoppiò a ridere e scosse la testa. “Mi sembra un po’ improbabile, dopo tutti questi anni.”

 

“Sì, è quello che pensavo di Malfoy.”

 

Al si rabbuiò e mi fissò per un po’ prima di rispondere. “Dì un po’, ma sei venuta fin qua a fare la iettatrice?”

 

Io sbuffai e scossi la testa, lasciandomi andare contro la spalliera del divano. “Ma no, Al. Stai tranquillo, te e Vanessa siete a prova di bomba. E’ solo che anche io avevo tutto quello che avevo sempre desiderato e in un secondo mi si è sbriciolato tra le dita… e ho la paura maniacale che possa succedere a tutti quelli che mi circondano.”

 

“Guarda che ti sbagli.” Fece Al.

 

Io alzai un sopracciglio. “Beh, lo spero.”

 

“No…” Disse Al scotendo la testa. “Quello che voglio dire è che non è vero che avevi tutto quello che avevi sempre desiderato.”

 

Lo fissai allibita. “Cosa?”

 

“Rose, tu non hai mai voluto un uomo pieno di soldi che potesse mantenerti così che tu potessi stare a casa con i tuoi figli. Non hai mai voluto un uomo calmo e posato che ti dà ragione su tutto. Non hai mai voluto rimanere alla tua rubrica del gossip accontentandoti del tuo lavoro. Il fatto che ti piacesse una vita del genere, non vuole dire che fosse quello che volevi.”

 

Ero rimasta a bocca aperta. “Al, ma cosa… come puoi dire una cosa del genere?”

 

Al mi guardò negli occhi. “Perché io ti conosco, Rose. Ti ho vista crescere. Maturare. E per quanto mi dolga ammetterlo, non ti ho mai visto una scintilla negli occhi se non quando parlavi di Malfoy.”

 

Io sbuffai una risata. “Al… avevo diciassette anni ed ero stupida.”

 

“Non sei mai stata stupida, Rose.” Disse Al serio. “E hai sempre saputo quello che volevi.”

 

Io lo fissai seria, non sapevo più che cosa dire. Ero totalmente ammaliata e anche un po’ sorpresa dalle parole di Al. Lui tirò su col naso e scrollò le spalle distogliendo lo sguardo.

 

“Insomma, tu hai bisogno di un uomo che ti lasci vivere la tua vita come una donna indipendente, un uomo che ti faccia dannare e che ti stimoli con le discussioni, un uomo a cui non importa se lavori fino a tardi.” Si schiarì la gola. “Beh, Rose, ti serve uno come… come…”

 

Scossi la testa incredula. “Non lo stai suggerendo davvero!”

 

“Come Malfoy.” Disse infine sospirando.

 

“Tu hai ancora del veleno in circolo.” Dissi io annuendo tra me. “Perché non puoi essere cosciente e dire una cosa del genere.”

 

“Senti Rose, lui non mi piace.” Fece Al sospirando di nuovo. “Voglio dire, io credo davvero che sia un idiota. Ma per qualche strano motivo quando siete insieme tirate fuori il meglio di voi. E per qualche strano motivo preferisco lui a Jack.”

 

Alzai un sopracciglio. “Ma Jack non ti ha mai portato a prenderti a pugni a causa mia.”

 

Al fece una smorfia. “Sì… beh… questo non riguarda me, non credi?”

 

Sospirai. “Sono ancora troppo arrabbiata. Sia con me stessa che con lui. Non ho voglia di rivederlo.”

 

“E Lily?”

 

Io mi voltai verso Al. Ero sicuramente furiosa con Lily, ma la conoscevo bene e sapevo che non avrebbe mollato la presa fino a quando non le avrei dato ascolto. I gufi a lavoro erano solo l’inizio di una lunga serie.

 

“Non lo so.” Dissi scrollando le spalle. “Sono arrabbiata anche con lei. Insomma, siamo seri, Zabini?”

 

Al fece una smorfia. “Sì, neanche io ne sono troppo felice… sembra che tutte le donne della mia vita si schierino col nemico…”

 

Alzai un sopracciglio. “Ma non hai appena detto che dovrei stare con Malfoy?”

 

“Sì. Ma è e rimarrà pur sempre un Serpeverde!” Sospirò. “Dovresti parlare anche con Lily. Sono sicuro che ha le sue ragioni. Ragioni che non voglio neanche lontanamente immaginare, ma sono sicuro che le ha.”

 

“Pensi che mi darà scelta?”

 

“Conoscendo Lily?” Fece Al con una smorfia. “No, non credo proprio.”

 

 

**

 

 

“Sono a casa!”

 

Urlai abbassando la testa per entrare nel mio salotto dal camino. In casa c’era un silenzio innaturale, il che significava che né papà né mamma erano ancora tornati da lavoro. Lasciai la mia roba sul divano e me ne andai di sopra per sdraiarmi sul mio letto. Magari avrei fatto un pisolino, ne avevo davvero bisogno.

 

“Ehi!”

 

Sobbalzai e mi voltai di scatto portandomi una mano sul cuore. “Hugo, ma sei diventato matto!”

 

Lui scrollò le spalle. “Scusa.” Mi porse una lettera. “L’ha mandata Lily.”

 

Io alzai gli occhi al cielo. “Non mi interessa, non voglio leggerla.”

 

“Ne ha mandate una ventina. Ed è stata qui tre volte oggi, nonostante le abbia ripetuto che non saresti tornata da lavoro molto presto.”

 

Io feci una smorfia. “E’ stata qui con il suo fidanzato?”

 

Hugo scoppiò a ridere. “Chi? Zabini? Per favore, come se gli avrei permesso di entrare. Non ho niente contro di lui, personalmente, ma sono pur sempre tuo fratello.”

 

Io gli sorrisi riconoscente e gli feci cenno di entrare nella mia camera. Io mi stesi sul letto, gonfiando il cuscino con una mano, e Hugo si sedette cavalcioni sulla sedia alla mia scrivania. Era proprio uguale a papà quando era giovane, in quel momento capii cosa voleva dire la mamma quando diceva che papà emanava positività.

 

“Grazie.” Dissi. “Parlare con te mi fa sempre sentire meglio.”

 

Lui ridacchiò e si grattò la nuca. “Beh, riconosco che Lily questa volta ha esagerato, per quanto poi possa davvero essersi innamorata di Zabini. Ma non avrebbe neanche dovuto iniziare ad uscirci. Per rispetto nei tuoi confronti. E non è stato per niente carino quello che ha detto ieri, una cena orribile… anche se il polpettone era delizioso.”

 

“E’ la prima volta che non ti sento appoggiare Lily.” Dissi.

 

Hugo sorrise. “Riconosco solo quello che è giusto o meno. Non ti meritavi quelle parole, Rose.”

 

“James è riuscito ad andare da Linda?”

 

Hugo scoppiò a ridere e scosse la testa. “Oh, neanche per idea! Zia Ginny era così arrabbiata che ha preteso che tutti stessero incollati alla propria sedia per il dolce ed il caffè. Non ha neanche permesso a zio Harry di alzarsi per andare in bagno!”

 

Io risi insieme a Hugo. “Adoro zia Ginny!”

 

La porta della mia stanza si aprì e la testa fulva di papà fece capolino, sottolineata dal suo bel sorriso e i suoi occhi color cielo.

 

“Oh, siete tutti qui!” Esclamò. “Che mi sono perso?”

 

“Chiacchiere tra fratelli.” Feci io ridente. “Vuoi partecipare?”

 

Fece una smorfia. “Mi piacerebbe tanto, tesoro, ma mamma mi ha mandato un gufo a lavoro dicendomi che farà tardi e devo andare di sotto a preparare la cena.”

 

“Tu?” Fece Hugo scettico. “Da quando sai cucinare?”

 

“Non so cucinare.” Fece papà allegro. “Andrò da nonna Molly a farmi dare qualcosa, faccio sempre così quando la mamma non c’è. Ma non diteglielo!”

 

Io e Hugo scoppiammo a ridere. “Non credi che prima o poi si renderà conto che non sai cucinare?” Chiesi io.

 

Papà scrollò le spalle. “Questa balla regge da almeno vent’anni, credo che potrò andare avanti per un altro po’.” Disse. “Qualche preferenza?”

 

“Polpettone!” Fece subito Hugo.

 

Papà aggrottò le fronte. “Ma non ne hai già mangiati cinque piatti ieri?”

 

“Il polpettone non è mai abbastanza.”

 

“Sante parole.” Fece papà annuendo. “Rosie?”

 

“Va bene qualunque cosa, papà.” Dissi.

 

“Ok.” Fece un gran sorriso e fece per chiudere la porta poi ci ripensò. “Oh, Rosie, tutto bene?”

 

Io annuii facendo un piccolo sospiro. “Me la cavo.”

 

Anche papà annuì. “Bene.”

 

Quando papà chiuse la porta e si sentirono i suoi passi lungo il corridoio, Hugo si voltò verso di me con una smorfia divertita.

 

“Lo sapevo che mentiva, le sue crocchette di patate erano troppo buone per essere opera sua!”

 

 

 

 

**

 

Ragazzi!!!

 

Uff, so che è veramente un secolo e mezzo che non posto ma è stato un periodo totalmente da cancellare, se non mi hanno rinchiuso alla neuro finora posso stare tranquilla per il resto della mia vita!

Ogni volta che prometto di postare presto finisce che faccio sempre super ritardi, perciò non prometterò più niente!

Ad ogni modo, le cose sembrano essersi sistemate per il meglio (sembra!) e dato che da domani per una settimana mi assenterò completamente dal pc e dalla tecnologia in generale per motivi personali, mi è sembrato giusto postare questo capitolo che in realtà era già finito da un sacco di tempo…

 

Al prossimo capitolo con “Every rose has its thorn”!

Zia funkia <3

   
 
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