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Autore: thecarnival    26/04/2011    0 recensioni
STORIA IN FASE DI REVISIONE
Marta è una ragazza di 23 anni: dolce, sensibile e a volte anche fragile. Nata e cresciuta in Sicilia, appunto per questo, è anche molto testarda, permalosa e gelosa. Ama danzare e per questa sua grande passione si trasferisce a Milano per studiare danza classica; questo suo grande amore per la disciplina la rende troppo “perfettina”. A Milano, oltre a frequentare l’università, entra a far parte di un’importante compagnia di ballo “School of Dancing” e incontra Giorgio. Lui è tutto il suo l’opposto, molto “vivi e lascia vivere”: è anche lui iscritto all’università ma solo per le feste e per accontentare il padre. Lui balla perché lo rende felice: perché quando lo fa è completo. Giorgio e la danza moderna sono una cosa unica, così come Marta e la danza classica. I due non si sopportano perché sono i due poli opposti di una calamita. Riusciranno a cambiare idea?
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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17.Dolci dolori.

Era trascorsa una settimana dal loro arrivo, Marta era completamente rilassata. Non aveva più litigato con la madre da quella sera, anche perché cercava di stare il meno possibile in casa. La mattina dormiva, il pomeriggio stava in spiaggia e la sera fino a notte tarda, era in giro con Giorgio ed altri amici. Non aveva intenzione di chiarire con la madre, anche perché provare a chiarire significava, aumentare la gravità della situazione. Quella mattina però, qualcosa andò storto. Non si sveglio come era solita fare, verso l’ora di pranzo, ma molto prima, stava male, alle 9 era già in bagno a contorcersi per uno strano mal di pancia. Aveva addirittura pensato che qualcosa mangiato la sera prima, le avesse fatto indigestione, ma aveva mangiato mozzarella ed insalata, quindi non riusciva a capire la fonte di quel dolore atroce. Si sentì meglio, quando, il water diventò suo amico. Aveva rigettato anche l’anima. Si spostò in cucina come se fosse un automa, e preparò della camomilla mettendo dentro delle foglie d’alloro.

-Cosa succede?

-Che ci fai sveglio a quest’ora?

-Ti ho sentita in bagno… Stai meglio ora?

-Penso di non aver digerito qualcosa ieri sera.

-Non hai neanche mangiato. Prova a fare colazione. Non guardarmi così, mangia qualcosa e ti sentirai meglio.

-Prendo prima la camomilla però.

 

§§§§

 

Marta aveva trascorso tutto il pomeriggio tra il bagno e il letto della sua camera. La camomilla aveva fatto effetto contrario di quello desiderato da Marta, Giorgio le era rimasto accanto, come la madre, che le aveva suggerito di farsi visitare da un medico, ma ovviamente lei aveva rifiutato, aveva una tremenda paura di quegli uomini, del loro mestiere, delle loro “sentenze” ecc. La sera però, stanca di stare male, decise di andare al pronto soccorso. Il medico di turno fece i primi controlli, e preoccupato la mandò in reparto per ulteriori accertamenti.

-Io lo sapevo che non dovevamo venire.

-Tu sei tutta scema.

-Grazie mamma, sei sempre molto gentile.

-Venga signorina, si accomodi qui.

Quando si distese sul lettino, e l'altro medico cominciò a visitarla, Marta si dimenava sotto quei guanti, ad ogni tocco un mugolio di dolore usciva dalla sua bocca. La diagnosi del dottor Boni, fu confermata non appena Marta elencò, più o meno, quello che aveva mangiato durante la settimana.

-Le si è infiammata l'appendice. Dovremmo operarla.

-No grazie. Rifiuto l'offerta e vado avanti.

-Molto spiritosa signorina... Marta. Posso chiamarti così vero?

-Lo sta già facendo.

-Dammi del tuo, ho solo 32 anni, non sono così vecchio.-
Marta sorrise a quella affermazione e si accorse in quel momento di quanto fosse carino quel medico, o forse erano gli effetti della morfina, o dell'anestesia, insomma Marta stava già cominciando a dare i numeri. Stava meglio, non aveva più dolori, ma soprattutto si sentiva più leggera, sorrideva e rideva senza motivo come una stupida. Quando si alzò dal lettino per spogliarsi ed infilarsi il camice per la sala operatoria, le girava la testa, per fortuna il medico la aiutò a stendersi nuovamente, ed in quel momento notò il suo abbigliamento, elegante, con giacca camicia e cravatta.

-Ehi dottore, vai sempre vestito così in ospedale?

-No, certo che no. Ero ad una cena, e mi hanno chiamato per un'emergenza, che saresti tu.

-E perchè hanno chiamato te?

-Perchè ero reperibile.

-Oh, mi dispiace aver interrotto la tua cena.

-A me non dispiace essere stato interrotto, anche perchè ho conosciuto te, Marta.

-Non guardarmi così, mi metti in imbarazzo.

L'ultima cosa che vide furono i suoi occhi azzurri sorridenti, perchè poi si addormentò.

 

*****************

Riaprendoli, ritrovò quelli scuri di Giorgio a guardarla dolcemente, le girava ancora un po' la testa ma soprattutto aveva tanta sete. L'ago attaccato al braccio le dava terribilmente fastidio, ma era indispensabile per un po' di nutrimento. Non poteva mangiare quindi la flebo era l'unico modo per introdurre nel suo corpo delle sostanze nutritive, glielo aveva spiegato più volte l'infermiera quando lei l'aveva pregata, o meglio, minacciata di toglierle quella maledetta cosa dal braccio.

-Come stai oggi?

-Starei meglio se solo potessi mangiare.

-Ho parlato con il medico, e mi ha detto che questa sera tolgono tutte queste cose, e domani mattina, proveranno a farti mangiare qualcosa.

-Per quanto ancora mi terranno qui?

-Questo non me l'hanno detto.

-Odio gli ospedali. Voglio andare a casa. Voglio tornare a Milano, ti sto facendo passare una vacanza schifosa.

-Quando torneremo a casa, ci rifaremo. Adesso stai tranquilla e riposa. Io devo andare, l'orario delle visite è finito. Ci vediamo questa sera.

Non appena Giorgio uscì dalla porta, Marta si posizionò meglio sul suo letto, aveva pure sbuffato, perchè era davvero scomodo, sentì bussare alla porta esattamente nel momento in cui cercava di addormentarsi, il dottor Boni era sulla soglia, sorrideva dolcemente. Questa volta indossava un camice bianco, lo stetoscopio al collo, Marta non riusciva a non smettere di fissarlo, perchè per lei era estremamente irresistibile. Dopo averla salutata e visitata, si sedette al bordo del letto, e lei si spostò in modo da fargli spazio.

-Basta essere medico,da amici dimmi come stai? Come ti trovi qui?

-Malissimo. Voglio andarmene.

-Ma se tu te ne andassi, non potrei più vederti.

-Io.. Il mio fidanzato mi ha detto che oggi avete parlato.

-Marta, so che stai con quel tizio, ma questo non mi impedisce di corteggiarti, o dirti che conoscerti e stare con te è davvero un piacere.

-Per favore..

-Va bene, ho capito. Signorina verrà dimessa domani mattina, più tardi un'infermiera passerà a toglierle la flebo. Se dovessero esserci problemi non si attardi a tornare e a farsi visitare. Arrivederci

Prima era stato estremamente dolce e gentile, subito dopo invece era diventato rude e sgarbato, mandando in confusione Marta, che non voleva farlo arrabbiare, perchè forse, in fondo le piaceva quel corteggiamento, le piaceva la sua compagnia, le piaceva lui.

-Aspetta.- E lui si era voltato, gli occhi non più sorridenti. -Non volevo che ti arrabbiassi.

-Non sono arrabbiato Marta, ho solamente fatto come volevi tu. Io rispetto una donna, se lei vuole che io mi faccia da parte, lo faccio.

-Io ho solo 23 anni, non sono abituata ad avere a che fare con gli uomini come te. I tuoi modi di fare, queste tue frasi ad effetto mi fanno sciogliere e spaventare nello stesso momento. E non va bene, perchè amo Giorgio, voglio stare con lui, ne abbiamo passate così tante, e poi tu sei un medico, e invece lui è come me, lui mi capisce, tu non mi capiresti.

-Marta.. calmati respira. Sei ancora in convalescenza, non devi assolutamente agitarti, non pensare a tutte queste cose, non sta succedendo nulla, scusami se ti ho confusa, starò lontano da te da ora in poi, non preoccuparti.

Mentre le parlava per tranquillizzarla, le accarezzava dolcemente una guancia, nel sentire quelle parole si irrigidì, forse erano gli effetti delle medicine, o della stanchezza nel non fare nulla, ma istintivamente portò le mani su quella del dott. Boni,stringendola. Non voleva che lui si fermasse, non voleva che lui smettesse di dirle quelle cose, non voleva che lui se ne andasse, perchè la faceva sentire donna in modo diverso, in un modo nuovo, ed estremamente bello.

-Non voglio.

-E cosa vuoi Marta? Non sono un ragazzino, non ho tempo da perdere per giocare.

-Voglio sapere il tuo nome, perchè voglio conoscerti.


Ma ciaooooooooooooooooooooo.. so che avrei dovuto postare ieri.. BUT, era pasquetta, vacanza, e non ero molto sicura che tutte avreste letto.. (e poi ho finito adesso di scrivere il capitolo!) Detto ciò... eh si, è entrato in scena un nuovo personaggio, non so ancora che fine farà.. non odiatelo però... <3 Io lo amo! <3 ahahhaha
Grazie a tutte per aver letto.
Un bacio alla prossima.

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Vi lascio i link delle storie che ho scritto fino ad adesso:

I’m coming back home. (Storia conlusa su Edward/Bella)

L’appartamento accanto (One-Shot Originale)

Past&present (One-Shot Originale, Romantico, Introspettivo, sulle scelte di vita. Potrebbe diventare un’ipotetica storia in futuro.)

Aspettando l’alba (Storia conclusa su Bella/Edward. Diversa dai libri della Mayer. Potrebbe esserci un ipotetico continuo.)

Stranger with my face (Storia in corso, originale. Thriller rating rosso. Due gemelle nate a Londra sono state separate alla nascita. Una è andata a vivere con la madre in America (la madre però poi è morta quando la bambina aveva 5 anni) e un’altra è rimasta a Londra con il padre. Nessuna delle due sa dell’esistenza dell’altra, fino a quando, per compiere una missione pericolosa e sbagliata, la gemella "cattiva" prenderà il posto dell’altra, rapendola e facendola prigioniera con l'aiuto del fidanzato e di una equipe di scienziati. )

   
 
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