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Autore: RosaBuo    28/04/2011    7 recensioni
...è calato il gelo in aula e Shannon ha detto
-Non ho mai visto una cosa del genere. Non dimenticherò molto facilmente questa ragazza.

E' la storia di una ragazza che non crede tanto in se stessa e nei suoi sogni, ma riesce ad arrivare dall'altra parte del mondo per studiare e trovare lavoro...e troverà anche qualcos'altro!
Genere: Commedia, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci qua. Siamo arrivati alla fine. No, che tristezza! L'unico mio pensiero è quello di non deludervi e di tornare presto con una nuova storia!
Spero vivamente che questo finale vi piaccia!
Il titolo è preso dal testo di Little By Little degli Oasis.
Lettera e diario sono scomparsi. E' un finale ed è raccontato in prima persona nel momento stesso dell'azione!
Vi lascio. Ciao miei adorati lettori.


16. everything You ever dreamed of.

EPILOGO


*JARED*

Sono passati due anni. Ormai sto bene, ma ogni volta che penso a quante persone sono rimaste a vedere un sogno infrangersi a causa della mia salute mi sembra di non riuscire più a respirare. Siamo stati costretti ad annullare il tour Europeo senza avere poi la possibilità di recuperare le date perse. Dovevamo rispettare i termini di pubblicazione del quarto album e di certo non volevamo ritrovarci in una situazione fatta di denunce, avvocati e debiti con l'etichetta discografica.
L'album è uscito da tre mesi e non riesco a credere ai numeri delle vendite e alle classifiche.
Due settimane.
Solo due settimane e rivedrò tutti quegli occhi che cercano la nostra musica. Sentirò le voci di folle che credono.
Ricominceremo a riempire gli occhi dei nostri fan con la luce del nostro show.

Due settimane, ma quello che aspettiamo succederà tra quattro mesi.
Quattro mesi e l'Europa avrà ciò che ha perso a causa mia. Più di due date in ogni Stato. Così è stato deciso e così sarà. Chi non ha voluto il rimborso del biglietto, ma ha preferito conservarlo, avrà la possibilità di entrare prima ai concerti e godersi lo spettacolo dalle prime file. Credo sia il minimo che io possa fare per loro.
Abbiamo deciso le date insieme; io, Shannon e Tomo. Abbiamo litigato col tour manager e anche urlato parecchio, almeno ho testato la mia voce per bene. Alla fine l'ultima parola è comunque toccata a noi.
Per l'Italia abbiamo lasciato carta bianca a mio fratello Shannon. Credo sia la cosa giusta.
Ricordava quali città lei amasse di più e senza pensarci due volte ha scritto le tre date su un foglietto di carta.
-Roma
-Palermo
-Firenze

"Questo è l'ordine in cui verranno fatte...", e non ha aggiunto altro.
Spera di rivederla almeno per una data. Forse è vero quando si dice 'lontani dagli occhi, lontani dal cuore', ma io credo che manchiamo anche a lei.
E' che proprio non riesco a non pensarci, mi manca e non oso immaginare quanto possa mancare a Shannon. In due anni se ne abbiamo parlato un paio di volte è il massimo, ma mi accorgo dei cambiamenti di umore o di espressione di Shannon in momenti che gliela ricordano.
L'ho nominata scrivendo i ringraziamenti per l'album e non mi sono stupito quando l'ho trovata anche in quelli di Tomo e di Shannon. Ognuno ha scritto la sua, e ognuno ha avuto la delicatezza di non fare il suo nome. Non so come contattarla o in che modo cercarla. E' ridicolo nell'era di Facebook e Twitter, ma lei non c'è, o comunque non c'è più.

*TOMO*

E' il mio primo Tour da uomo sposato.
La cosa più strana è che quando incontro gli Echelon in giro prima di chiedermi una foto mi chiedono di mostrargli il mio anello. Io glielo mostro, ma intanto mi domando quanto siano felici che io mi sia sposato?!
Durante il nostro viaggio di nozze, io e Vicky, abbiamo incontrato molti Echelon casualmente per strada e tutti erano entusiasti di vederci, ma anche preoccupati per Jared e la sua salute nonostante stesse bene ormai da mesi. La loro attesa, le loro domande, i loro occhi pieni di gioia. Non li dimenticherò mai.
Siamo in Europa, e anche se è brutto ammetterlo, siamo sfiniti. Mancano sei date alla fine. Tre date in Italia chiuderanno il Tour, Shannon vorrebbe già essere arrivato alla fine e cominciare la sua ricerca.
Per quanto mi riguarda, io ci sono stato con Vicky l'anno scorso e ho anche visto Rosa a Firenze. Credo che viva lì ora, scappava a lavoro e abbiamo avuto solo il tempo di un abbraccio.
E' per questo che Shannon ha insistito.
"Firenze è l'ultima data. Stop. A Milano ci andiamo i giorni seguenti, tanto rimaniamo un pò lì giusto Jay? Firenze è l'ultima. Punto!"
Rosa lavora per una casa discografica indipendente. Me lo ha detto quando ci siamo visti e, si, ricordo il nome e Shannon potrà trovarla semplicemente il giorno dopo il concerto. Ma questo glielo dirò una volta arrivati lì...

*SHANNON*

Quanto mi è mancato stare sul palco? Quanto mi è mancato il contatto con le persone che credono in noi? Credo non ci sia mai stato Tour migliore. Gli stiamo dando quello che vogliono, quello che aspettavano e ora stiamo andando in Europa. Inghilterra, Spagna, Germania, Svizzera, Portogallo, Irlanda.... Italia. Ogni Stato ha le sue belle tre date. Tre date per ogni singolo Stato Europeo. Forse è troppo, ma è la cosa giusta da fare.
L'Italia è l'ultima. Così ho deciso e così sarà. Nessuno ha mosso discussioni sulla mia decisione tranne qualche debole perchè?,
"Perchè l'album ha venduto più lì che in qualsiasi altro Stato, perchè è entrato direttamente in vetta alle classifiche ed è lì da tre mesi ormai."
La verità è che lì c'è lei.
Perchè se non verrà ai concerti andrò a cercarla in tutta Italia e ne avrò il tempo necessario.
Perchè mi manca.
Perchè devo riaverla fra le braccia.
Perchè devo dirle troppe cose.

*ROSA*

Dopo essermi trasferita a Firenza con A. e C. e aver fatto la mia gavetta in una casa discografica indipendente ho avuto la svolta.
Mi trovavo alla "Fiera Del Vinile"* a Milano e c'era molta gente importante nel campo discografico e musicale.
Ho conosciuto persone che mi hanno portata dove sono ora.
Ho 23 anni e lavoro a Milano.
A. e C. sono con me. Viviamo più o meno al centro della città e ognuna di noi è soddisfatta della propria vita.
C. è al primo anno di università e le cose le vanno bene su tutti i fronti, amore, soldi e studio.
A. è titolare di un negozio di una grossa compagnia estetica e anche a lei amore e soldi vanno bene.
Io lavoro alla Virgin Records, ufficio stampa e relazioni internazionali. Fronte soldi e lavoro vanno bene, amore? Lasciamo perdere.
Il mio lavoro consiste nell'organizzare conferenze stampa con gli artisti che fanno parte dell'etichetta Virgin, dalla musica alla Formula 1 a tutt'altro.  Per quanto riguarda le relazioni internazionali mi occupo di prenotare voli, alberghi e di esaudire, quando possibile, i capricci delle star. Il mio compito è anche quello di andare sul posto quando ci sono concerti e di intervistare e poi recensire i vari show per la radio, il sito e il canale televisivo della Virgin. Certo non sono sola, ho tre collaboratori, due assistenti e vari assistenti degli assistenti. Però sono io che decido, solitamente, dove andare e dove mandare gli altri.
Proprio oggi ci sono state delle discussioni. Due eventi importanti e tante decisioni da prendere. Un concerto di un Tour non ha la stessa importanza dell'Heineken Jamming Festival per i dirigenti. Quindi io devo andare all'Heineken e devo decidere di mandare uno dei collaboratori a Firenze per il concerto di chiusura del Tour Europeo dei 30 Seconds To Mars.
Ecco, ora non è che io non sia contenta di andare ad intervistare e recensire i Foo Fighters, ma li cederei volentieri a qualche altro.
"Chi di solito è impegnato per l'Heineken è a Berlino per altri impegni...", sto odiando Andrea.

***

"Comunque..."
"Che?"
"Dicevo, penso che dovresti ribellarti"
"Dici?"
"Si, Rò, cioè io ci vengo a vedè i Foo Fighters con te, figurati, ma mi piacerebbe di più conoscere Jared Leto"
"Ah, grazie, mica ti preoccupi di me che voglio rivedere Shannon? No, ma grazie davvero C...", le mollo un pugno sulla spalla
"Ma pensaci, se io avrò la possibilità di conoscere Jared Leto questo vorrà dire che tu sarai sposata con Shannon"
"Vaffanculo..."
"Però ha ragione Rò..."
"A., ma sono cose serie...come faccio?"
"Li intervisti e recensisci il concerto, poi prendi un aereo e vai a Firenze, dovresti arrivare per le 11 e qualcosa visto che i Foo Fighters si esibiscono alle 6 del pomeriggio e cantano 7 pezzi, ce la fai."
"Sei un genio A."
"Si, lo so..."
"Ma...Shannon sarà incazzatissimo con me e forse non vorra neanche vedermi, forse anche Jared mi odia!"
"Oh, ma la smetti con queste paranoie? Cioè, il cd, dov'è?! Eccolo...guardalo un attimo! Sei tu quella che nominano nei ringraziamenti, Dio bono...Rò, Shannon ha scritto -Grazie, non farò il tuo nome, nonostante tutto ci è rimasta un'ora di felicità-, ho tradotto bene no?!", C. è fantastica col suo accento toscano.
"Si, più o meno il senso è quello"
"E non parla nè di mogli e nè di figli. Daltronde non se ne è saputo niente..."
"Sai com'è, mi sono cancellata da ogni singolo gruppo, forum o social network e non mi interesso di quello che fanno o non fanno..."
"Ma io no, cioè io spio nei forum e nessuno ne parla mai..."
"C. che palle"
"Che palle tu, Rò"
"Ho mica detto che non ci vado? Andrò, arriverò in tempo o quanto meno per la fine del concerto sarò a Firenze, non sarà difficile avere una stanza nel loro stesso albergo sotto prenotazione da parte della Virgin"

Ho lo stomaco sotto sopra.
Oggi conoscerò i Foo Fighters, e la cosa di per sè già ti fa aggrovigliare tutti gli organi, però quello che più mi mette ansia è la stanza che mi aspetta a Firenze.


I Foo Fighters sono dei fottuti miti e io adoro il mio lavoro. Ho parlato con Dave Grohl anche senza telecamere, ha apprezzato le mie domande e si è complimentato, in più è stato così cordiale da rispondere alle mie domande curiose sui Nirvana.
Sono in aereo e credo che il concerto stia per finire. Dovrei essere a Firenze, in albergo, tra poco meno di un'ora!

"Salve, ha una camera?"
"Si, dovrebbe essere stata prenotata per 'Virgin Record' o per..."
"Si, ecco a lei. E' la 213. Ci scusi per i disagi, ma come può ben vedere ospitiamo una band famosa per la notte e ci sono fan impazziti. Non dovrebbero intrufolarsi, almeno si spera", ripenso a quando anche io cercavo di intrufolarmi negli hotel dopo i concerti a cui andavo. Una volta ci sono riuscita con una mia amica. Avevo circa 14 anni, ma alla fine la band in questione era giù in spiaggia e noi su fra i corridoi a cercarli. Facemmo troppo casino a chiamarli dalle finestre e fummo cacciate fuori a suon di "Vi facciamo andare in galera...".
La signorina cordiale alla reception di questo lussuoso hotel al centro di Firenze continua a parlarmi credendo che io debba intervistare la band famosa. La cosa ha una logica in quanto mi sono presentata come giornalista della Virgin e loro sono sotto questa etichetta. Ma lei non può conoscere i dettagli, nessuno può conoscerli. Mi concedo con un sorriso ringraziandola e mi avvio in camera.
Sono dentro.
Neanche mi curo di dare uno sguardo alla stanza che mi ospita. Lancio la mia borsa da qualche parte e mi appoggio alla porta scivolando a terra. In quale camera saranno? Con chi saranno? Mi faccio coraggio e con calma mi rimetto in piedi. Apro la porta e mi trovo in mezzo a un corridoio lungo e illuminato. Neanche mi ero guardata intorno un attimo fa, è bellissimo e molto elegante. Piacerà molto a Jared, Shannon lo odierà, odierà le luci che danno un'aria arancione e rinascimentale al tutto. Tomo neanche ci farà caso.

"No, noi rimaniano qui fino a domani. Poi andremo al mare, spero. Voglio vedere tante cose che desidero vedere da tempo. Domani ci sposteremo a Milano per delle interviste......si. No, sono solo ora", dagli intervalli muti capisco che l'uomo che parla è al telefono e il fatto che parlasse inglese non è il motivo per il quale ho capito chi fosse. Jared. La sua voce. Vorrei correre o chiamarlo, ma proprio non ci riesco. Scendo le scale e lo vedo passare velocemente al piano di sotto. Lo seguo.
E' fermo, bussa ad una porta e aspetta che quella porta si apra. Fà che sia lui.
Tomo apre la porta.
"Sai dove cazzo si è andato a cacciare Shannon?"
"No!"
"Tomo..."
"E'...", qualcosa li ha distratti. Qualcuno. Io.
"Non ci credo!", il cantante mi guarda in silenzio mentre il bassista mi si avvicina. Mi muovo più veloce di lui e in un attimo gli sono a pochi centimetri di distanza. Lo abbraccio. Ricambia e sento l'altro avvicinarsi. Li stringo entrambi con gli occhi gonfi di lacrime. Mi stacco da loro per asciugarmi il volto e sorrido ricordando quante volte loro due mi hanno già vista farlo. Jared sorride.
"Sono perdonata?"
"Perchè dovremmo perdonarti?", è visibilmente spaesato il cantante mentre mi poggia le mani sulle spalle per guardarmi negli occhi.
"Sono sparita. Ho preferito essere codarda e scappare. Ho preferito lasciarvi andare così e non dirvi davvero perchè ho reagito in quel modo. Ho preferito allontanarvi pur di star lontana da Shannon e vivere così pensando di non averlo amato abbastanza..."
"Hey, hey, hey...aspetta. Qui nessuno è arrabbiato con te e nessuno ti odia. Shannon è fuori da qualche parte a cercarti..."
"Lo sapevo", Jared dà una spinta a Tomo, "Quando pensavi di dirmelo?"
"Ma, io non abito più qui Tomo. Abito a Milano. Lavoro alla Virgin ora", faccio trapelare la paura di non riuscire a vedere Shannon.
"Devo uscire a cercarlo..."
"Non lo troverai mai..."
"Certo che lo trovo"
"Veniamo con te...", Jared mi tende la mano destra e con l'altra compone un numero sul suo cellulare "E' spento. Dove sarà andato?"
"Non lo so", escono insieme a me da un'uscita secondaria.
"Fermi un attimo, voi non potete venire con me. Se ci vedono..."
"Non è un problema"
"No, Jared, fermati. E' una cosa che devo fare io", sono convinta e Jared mi stringe. Mi lascia il suo cellulare.
"L'ultima chiamata in uscita è sul suo numero. Prova a chiamarlo di tanto in tanto. Per qualsiasi cosa chiama Tomo"
"Mi siete mancati", Jared sorride e il mio cuore sembra voler ripartire. Dopo due anni sembra che il mio cuore si sia ricordato come debba funzionare. Gli racconto tutto quello che dovevo dirgli due anni fà quando sono tornata in Italia, lui e Tomo capiscono e lasciano per farmi cominciare la mia ricerca.
Vado a cercarlo.

Ho girato a vuoto tutta la notte, ma non l'ho trovato. Sono ormai le 7.30  e sono tornata in albergo. Tra un pò ho un aereo per Milano e vorrei almeno salutare Tomo e Jared, e poi spero che lui sia tornato.
Busso ad una porta che si apre quasi immediatamente e quello che vedo non è quello che speravo. Una donna in divisa che con una scopa in mano mi dice che Tomo ha lasciato la stanza già da un'ora.
Il panico comincia a impossessarsi di me. Mi concedo da quella donna così cordiale e corro in camera mia. Cerco la borsa e ricordo le parole di Jared
"Domani ci sposteremo a Milano per delle interviste..."
Prendo il suo cellulare dalla tasca con cui ho provato a chiamare Shannon per tutta la notte. E' scarico e appena compongo il numero di Tomo si spegne fra le mie mani. Brutta idiota che non sei altro. Inveisco contro me stessa per non aver memorizzato i loro numeri sul mio cellulare.
Comincia la mia corsa contro il tempo e spero che loro prendano il mio stesso volo per Milano, quello delle 11.17.
Fermo un taxi e gli chiedo di andare più veloce della luce. Il tassista acconsente e il suo accento toscano mi ricorda A. e C., devo chiamarle.
"A. sono io!"
"Lo so, dove sei?"
"Sto andando in aereoporto. Ho trovato Jared e Tomo in albergo, ma Shannon era in giro, l'ho cercato ovunque, ma niente, sono tornata in albergo alle 7.30, ma loro sono già all'aereoporto..."
"Ma co....", la comunicazione si interrompe e sul display mi appare un 'SOLO EMERGENZE'
Comincio ad imprecare in inglese contro il mio telefonino. Arriviamo in aereoporto e corro fuori lasciando 50€ all'autista del taxi che alza la voce per ringraziarmi. Gli riservo poco interesse. Correndo la mia attenzione viene attratta da una maglietta. Una Triad. Tre ragazze. Tre Echelon che cercano Jared, Shannon e Tomo. Credo di averle già viste, forse ci parlavo quando ancora passavo del tempo su Facebook. Mi avvicino lentamente a loro.

"Rosa! Rosa, sei tu?! Rosa", mi corrono incontro
"Non ci credo. M. sei tu?"
"Oddio, cerchi i Mars? Eri al concerto ieri?", le abbraccio.
"No, non c'ero. Li cerco, devo...", lascio la mia frase incompiuta e guardo alle spalle di M.
Vedo Jared dall'altra parte del vetro. Hanno già fatto il check in, hanno un volo diverso dal mio. Guardo il tabellone con gli orari e mi rendo conto che il volo per Milano sta per partire.
"Rosa?"
"Io-io de-devo cambiare l'orario al mio biglietto. Devo tornare a casa!"
"Dai aspetta che li vediamo almeno da qui"
"Devo prendere il loro stesso volo"
"Abiti a Milano ora?"
"Si", rispondo automaticamente e loro si avvicinano al vetro. Mi dirigo velocemente alla biglietteria.

*SHANNON*

L'ho cercata tutta la notte. Ho chiesto ovunque. Sono andato nei suoi posti preferiti; quelli di cui mi parlava, ma niente.
Sono seduto su una panchina all'aereoporto. E' fredda e io sono in attesa di un volo che non voglio prendere.
L'ho cercata tutta la notte e lei? Lei era in albergo e poi è uscita a cercarmi. Magari le sarà successo anche qualcosa. Il cellulare di Jared è spento e lui dice che ce l'ha lei.
Dove diamine sei? Perchè non compari ora davanti ai miei occhi e mi baci?
Chiudo gli occhi cercando di pensare a qualcosa. Cerco di calmarmi, ma niente. Riesco solo ad immaginare il suo sorriso.
Lavora a Milano, abita lì, ma è da qualche parte lì fuori ora. Avrò il suo indirizzo a Milano, andrò agli uffici e metterò tutto sottosopra per scoprire dove abita. La riporterò in America con me. Ecco, si, ora chiamo il dirigente della Virgin e le faccio avere un trasferimento.
"Jareeed", si sta avvicinando, era con qualche Echelon al di là del vetro. Le saluto.
"Devi chiamare Richard"
"Perchè?"
"Gli chiedi un trasferimento per Rosa a LA. Così torna a casa!"
"Che razza di genio sei fratello? Ora si che sei degno di portare il mio stesso cognome, Shannon Leto"
"Muoviti e cerca di fare poco lo spiritoso"
"Ai suoi ordini capitano"
"Si..."

-ULTIMA CHIAMATA PER IL VOLO DIRETTO FIRENZE - MILANO DELLE ORE 9.04-

"Lo chiamiamo da Milano, forza andiamo"
"Io resto qui. Cioè, dovrà pur tornare a Milano no?! Passerà di qui sicuramente tra un pò"
"Non dire cazzate, andiamo", mio fratello mi costringe a camminare verso l'imbarco per il nostro volo.

*ROSA*

"Il primo volo per Milano!", sono alla biglietteria. Devo partire subito. Con lui!
"Parte fra dieci minuti, mi dispiace!"
"Ho questo biglietto per il volo successivo, può cambiarmelo prima che perda il volo?", il tipo mi congeda dicendomi che non può cambiare il biglietto, ma dopo aver perso comunque sette minuti durante i quali mi ha dato la speranza di poterlo cambiare. Tamburello le dita sul bancone durante l'attesa e tengo d'occhio Jared dietro la vetrata. Mi mordo l'interno della guancia e quei sette minuti diventato sette giorni. Vedo Tomo avvicinarsi a Jared e mi alzo sulle punte per scrutare Shannon o qualcosa che si avvicini almeno alla sua figura. Niente. Dov'è? Il tale mi restituisce il biglietto dispiaciuto.

"Sono andati via"
"M. ma...dov'era Shannon?"
"Seduto con Braxton e Tim, non è venuto da noi, si è alzato solo per chiamare Jared, ci ha salutate con la mano"
"Ok, io comunque devo fare il check in ora"
"Prendi il loro stesso volo?"
"No, no...prenderò il prossimo", forse mi si legge in faccia quanto sia amareggiata per questa cosa. La abbraccio forte. Quell'abbraccio che negli anni scorsi ci siamo promesse tante volte e mi riprometto di rivederla, magari con più calma. Saluto anche le altre due ragazze e quasi mi commuovo.
Non dormo da trentasei ore e credo che il mio aspetto sia orribile. Per fortuna nella mia borsa, che come al solito è enorme, ho anche degli occhiali da sole; li indosso e sorpasso velocemente il check in. Sono dove era Jared, cerco un dettaglio che possa essere il loro, un segno del loro passaggio. Loro non ci sono e l'imbarco è chiuso.
Mi siedo sconfitta su una panchina fredda in attesa che passi il tempo che rimane per prendere il mio volo. Li cercherò a Milano.
Comincio a frugare nella mia borsa ed esattamente non so cosa stia cercando. Sento le lacrime arrivare prepotenti, ma le ricaccio via con forza.
"I'm not gonna cry", parlo tra me e lo faccio in inglese. Almeno se qualcuno mi sente quasi sicuramente non capirà.
Trovo una bustina di M&M's. Comincio a scartare quelli colorati lasciandoli nella bustina e prendendo solo quelli marroni. Li guardo e sorrido, mi asciugo una lacrima che è riuscita a scivolare fuori dai miei occhi e mi sembra di sentire il suo profumo.

"Perchè scarti quelli colorati?", una voce mi riporta alla realtà e quasi muoio di paura. Non mi volto, continuo a guardare quelle piccole palline di cioccolato sul palmo della mia mano.
"Una volta qualcuno mi ha detto che le caramelle sono piene di coloranti, ma quelle marrori, in questo caso no, è il colore del cioccolato..è un pò come per le gommose, le rosse sono rosse come le fragole mentre le blu dovrebbero essere gialle perchè sono a limone..."
"Pensavo lo dimenticassi o che comunque credessi fosse una stupidaggine...", ride.
Quella risata.
Mi volto di scatto e un'uomo è seduto al mio fianco, è girato verso di me e tiene il braccio sinistro sullo schienale della panchina, quasi come se mi abbracciasse. Mi guarda e sorride.
Un'uomo. Il centro del mio Mondo.
E' ancora più bello di quello che ricordassi. Ha i capelli più lunghi e un'aria stanca, ma sorride. Non parlo, lo guardo nascosta dai miei occhiali da sole. Mi accarezza il viso col pollice appropriandosi così di una mia lacrima.
"Questi li prendo io...", prende i miei occhiali da sole, questa scena l'ho già vista, "Però questi non sono un vero falso d'autore italiano, anzi...", mi guarda, sorride. Sorrido anche io e prendo fiato. Ricomincio a respirare e capisco che negli ultimi due anni ho annaspato alla ricerca dell'aria, ma solo ora ci sono riuscita davvero. Ho trovato l'aria.
"Ti ho cercato ovunque stanotte..."
"Lo so, Jared me lo ha detto, per questo non sono partito. Dovevo trovarti. Ho provato a chiamarti sul cellulare di Jared, ma è spento e in più non c'eri in albergo stamattina prima che andassimo via"
"Si, ho notato", è qui e io non ci credo.
"Mi ha anche detto quello che gli hai raccontato. Perchè non me lo hai mai detto?", non sono ancora sicura che lui sia qui davvero. Gli tocco un braccio e stringo la presa sulla sua pelle fresca. Guarda la mia mano e ci poggia la sua, la stringe. E' qui. E' tutto vero.
"Perchè avevo paura della tua reazione e...non era un tuo problema"
"Si che lo era...."
"Ero io quella che era scappata in America per ritrovare se stessa a causa di un ex fidanzato che aveva messo incinta un'altra donna e che mi aveva lasciata per sposarla"
"Ma con me era diverso..."
"Avevo solo paura che la storia si ripetesse. Che tu sposassi lei, che io vedessi il bam...", mi blocca avvicinandosi e stringendomi
"Non c'è nessun bambino. O almeno nessun bambino di cui io sia il padre. Non l'ho visto, ho avuto solo i risultati del DNA poche ore dopo la sua nascita e non è mio", sono fra le sue braccia, il mio viso è poggiato al suo petto; mi tiene stretta e mi sussurra all'orecchio.
Riesco a sibilare qualcosa, ma non sono sicura di aver detto parole di senso compiuto.
"Shannon...", piango e mi aggrappo a lui come l'ultima volta che ci siamo visti.
"E si ricorda anche il mio nome questo mostriciattolo", riesce a rubarmi un sorriso e mi guarda negli occhi. Prende la bustina di M&M's e mi chiede il consenso di allontanarsi facendo segno che sarebbe tornato fra un secondo. Regala le caramelle a una bimba seduta poco distante da lì e le dà un bacio sulla testa. Torna e si piega difronte a me poggiando le sue braccia sulle mie gambe. Prende le mie mani fra le sue
"E se ti dicessi che mi manchi, che voglio portarti in America a casa con me?"
"Ma abito in Italia ora, ho un lavoro", gli faccio il musino, per la prima volta non per prenderlo in giro.
"Penso a tutto io. Tu devi solo stare con me e completare la mia vita"
"Devo andare a casa"
"Casa tua è con me. Ti amo", lo abbraccio, mi aggrappo a lui e lo bacio. Quel bacio che desidero e sogno ogni notte da due anni. Quelle mani tra i miei capelli. Il suo sapore, il suo odore, la sua barba, il suo viso, la sua pelle. I suoi occhi.
"Parleremo con Richard Branson*, avrai un trasferimento. La Virgin è la sua, l'ha fondata lui ed è molto amico di mio fratello...."
"Non mi interessa con chi parlerai o che cosa farò. Voglio stare a casa...con te", è la mia casa. E' l' -uomo- che amo.
"Ti amo, uomo"
"Ti amo anch'io, bimba"


Fiera del Vinile* me lo sono inventato.
Richard Branson* è veramente il fondatore della Virgin Records. C'ha 61 anni suonati e nel '72 ha fondato la Virgin. Che grande uomo, vorrei lavorare per lui davvero.
Come credo abbiate notato ci sono parecchi riferimenti ai capitoli precedenti che non sto qui ad elencare.

Va bene. Ho i lacrimoni perchè è finito e gli ho dato un finale da film strappalacrime americano, però concedetemelo. Era tutto diverso il finale che avevo scritto, ma alla fine l'ho riscritto seduta stante perchè quello era brutto e triste. Questo è più bello. Però sono triste perchè è finita!
Mi mancherà scrivere questa FF e mi mancherete voi!
Grazie a tutti! Ora faccio qualche none, e non me ne vogliate se non vi nominerò tutte è che i vostri nick name proprio non li ricordo, ma ricordo alcune di voi tipo Denise, Annarita, Erica, Alice, Valecia, Rò, Monica (che è la M. dell'aereoporto), quelli che si sono letti tutto in due giorni, quelli che hanno seguito e messe nei preferiti la mia FF, quelli che sono passati in silenzio. Grazie a tutti voi! Grazie davvero!
Rosa xxx

  
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